Warhol Andy e la Pop Art

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Personaggio o gruppo:

Andy Warhol, Pop art

Poetica:

Warhol è stato un artista presente in ogni campo di espressione artistica, con i quadri, i film, i libri, la rivista e con la collaborazione con i Velvet Underground, ha costruito un impero. Gli anni ’50 rappresentano per Warhol il momento culminante della sua carriera di illustratore pubblicitario, i suoi disegni dai colori delicati e dalla tecnica raffinata vengono subito notati per la loro originalità. In questo periodo Warhol usa il procedimento a stampa chiamato blotted line che consiste nel tracciare un disegno a matita su un foglio di carta non assorbente, a volte copiando o ricalcando una fotografia. La colorazione dei disegni ottenuti con la tecnica della blotted line veniva effettuata generalmente da collaboratori o da amici di Warhol. Nel 1960 Warhol decide di abbandonare il settore commerciale e di diventare un vero artista indipendente. D’ora in poi Warhol rinuncia alla tecnica della blotted line e inizia a sperimentare nuove soluzioni, che vanno dalla copia ingrandita di un fumetto o di un annuncio pubblicitario, allo stencil (tecnica che permette di riprodurre scritte e oggetti tramite una mascherina di cartone), ai rubber stamp (timbri di gomma) che riproducono aerei e francobolli. La scelta degli eroi dei fumetti nei quadri esposti nel 1961 nella vetrina dei grandi magazzini Bonwit Teller Superman e Braccio di Ferro, può leggersi come espressione del desiderio di cambiamento. Infatti, entrambi gli eroi si trasformano. Nel 1962 Warhol ricorre al processo fotomeccanico senza l’intervento manuale su tela, cioè alla serigrafia che consiste nel riporto di una immagine fotografica attraverso delle superficie fotosensibili che stampano sulle tele i contorni delle figure. Questa tecnica permetteva a Warhol di riprodurre innumerevoli copie da uno stesso originale, di creare cioè opere seriali, e allo stesso tempo di prendere le distanze dalle opere stesse attraverso un procedimento meccanico che spersonalizza l'opera, che potrebbe essere ipoteticamente realizzata da chiunque. Il passaggio da una tecnica ad un'altra testimonia la sua continua ricerca di un procedimento meccanico di stampa in grado di rendere il lavoro facilmente riproducibile in tempi brevi. Contemporaneamente a Warhol nel periodo 1958 - 1960 , alcuni artisti americani indirizzarono la loro arte verso una dimensione di cultura popolare che privilegia la banalizzazione del quotidiano e degli oggetti di consumo alla ricerca alta dell’espressionismo astratto. Cosi nasce la Pop Art è una delle più importanti correnti artistiche del dopoguerra. Esordisce in Gran Bretagna alla fine degli anni '50, ma si sviluppa soprattutto negli USA a partire dagli anni '60, estendendo la sua influenza in tutto il mondo occidentale. Il termine "Pop Art" venne usato nel 1958 dal critico inglese Lawrence Halloway, fu poi ripreso dall'artista Richard Hamilton. "Pop Art" è l'abbreviazione di "Popular Art" (arte popolare). Con questo termine si fa riferimento a un'arte che è espressione della cultura popolare, cioè un'arte che scaturisce dalla tradizione, dalla società e dall'immaginario collettivo. L'arte popolare abbraccia manifestazioni della creatività che vanno dal folclore alla cosiddetta "arte colta". La Pop Art ricicla tutto ciò in una pittura che rifà in maniera fredda ed impersonale le immagini proposte dai mass-media, documentando quindi in maniera precisa la cultura popolare americana, trasformando in icone le immagini più note o simboliche tra quelle proposte dai mass-media. L’apparente indifferenza per le qualità formali dei soggetti proposti, così come il procedimento di pescare tra oggetti che apparivano triviali e non estetici, ha indotto molti critici a considerare la pop art come una specie di nuovo dadaismo. Se ciò può apparire in parte plausibile, diverso è il fine cui giunge la pop art. In essa, infatti, è assente qualsiasi intento dissacratorio, ironico o di denuncia. Il più grosso pregio della pop art rimane invece quello di documentare, senza paura di sporcarsi le mani con la cultura popolare, i cambiamenti di valori indotti nella società dal consumismo. Quei cambiamenti che consistono in una preferenza per valori legati al consumo di beni materiali e alla proiezione degli ideali comuni sui valori dell’immagine, intesa in questo caso soprattutto come apparenza. E in ciò testimoniano dei nuovi idoli o miti in cui le masse popolari tendono ad identificarsi. Miti ovviamente creati dalla pubblicità e dai mass-media che proiettano sulle masse sempre più bisogni indotti, e non primari, per trasformarli in consumatori sempre più avidi di beni materiali. Warhol in questi suoi primi quadri, semplifica l’immagine da riprodurre ma, per paura di non essere preso in considerazione come artista si rifà alla tecnica dell’espressionismo astratto, lasciando colare il colore sulla tela. Nel quadro raffigurante la bottiglia di Coca Cola, per esempio, Warhol dipinge il soggetto sia in una versione Pop sia in uno stile impressionista. Warhol comincia a dipingere oggetti di consumo dopo aver conosciuto Emile De Antonio mercante d’arte, Henry Geldzahler curatore della sezione arte contemporanea del Metropolitan Museum e Ivan Karp assistente di Castelli, tutti e tre lo sollecitarono a continuare nella direzione intrapresa, consigliandolo anche sui temi dei quadri. Il 1963 è l’anno più intenso e proficuo per l’attività di Warhol come pittore. Con l’inizio della collaborazione del suo assistente Gerard Malanga, la produzione di Warhol si sviluppa notevolmente. Nasce in questo periodo; la serie di trentasei ritratti a pannelli di Ethel Scull, la serie di ritratti di star cinematografiche, la serie dei Car-Crashes, quella dei Death and Disaster, quella dei Race-Riots e delle Eletric Chairs, tutti quadri basati su immagini violente, di morte e incidenti. Egli mostra le tragedie personali dietro alle maschere dei personaggi politici come John Kennedy o delle protagoniste di Hollywood come Marilyn Monroe. Warhol era particolarmente interessato alle dolorose vicende personali di Marilyn, che si suicidò nel 1962, e di Liz Taylor che aveva gravi problemi di salute, tanto che i giornali ne chiacchieravano la morte imminente. Anche queste serie si potrebbero quindi collegare all'iconografia della morte, che dominerà per tutti gli anni 1963-65 e che sarà costante in tutta l'arte di Warhol. Nel 1963 si apre la seconda personale di Warhol alla Ferus Gallery di Los Angeles. In una sala erano installati dodici quadri della serie Liz Taylor, nella seconda c'erano invece un gruppo di serigrafie di Elvis, tratte dal film del 1960, Flaiming Star. Sia Elvis, che Marlon Brando, rappresentano per Warhol modelli di mascolinità, di ricerca dell'autentico e di ribellione. Dopo una pausa presa per dedicarsi completamente al cinema, Warhol riprende con nuove opere tra cui la serie dei Mao del 1972 e con i ritratti su commissione di personaggi dello spettacolo e politici. Nel 1972 Warhol comincia i primi quadri con tematiche politiche, la serie dei Mao e degli Hammer with Sickle, ma senza intenzione di schierarsi in alcun modo.


Webliografia:

http://www.artdreamguide.com/adg/_arti/_w/_warho/arti.htm http://www.psicolinea.it/p_p/andy_warhol.htm http://www.studenti.it/didattica/italiano/warhol1.php http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/popart.html http://www.warhol.org/ http://www.cinziaricci.it/filmes/arte-andywarhol.htm http://www.lapelle.it/storia/pop_art.htm http://www.pipolo.it/andy_warhol.htm