We're Teen, We're Queer, and We've Got E-mail

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Autore:

Steve Silberman

Tratto da:

Reading Digital Culture by David Trend

Titolo Originale:

We're Queer, We're Queer, and We'got E-mail

Traduzione di:

Giacomo Vinci

Anno:

1993

Noi siamo adolescenti, Noi siamo finocchi, e abbiamo una e-mail


Steve Silberman è un giornalista e un corrispondente per il Wired News, un supplemento on line del Wired Magazine. E’ co-autore del libro “Skeleton Keys: A Dictionary for Deadheads” (Doubleday, 1994). In questo articolo Silberman discute lo sviluppo delle community gay on line.


C’è una luce nella “Tana del Nerd”: John Teen ∅ sta componendo una mail nel cuore della notte. La Tana del Nerd è quella che la madre di John chiama la camera tipica del sedicenne – che è più disordinata del ponte dell’Enterprise, con una Roland cm-322 che suonava “Tu hai una mail” , tuonante come la voce di Dio. La storia preferita di John è “ La Metamorfosi”. La favola di Kafka che parla della scoperta al risveglio di una metamorfosi in insetto, certamente offre argomento di discussione tra tutti i giovani. Ma specialmente John ha passato momenti in cui si è sentito un “insettoide” – come durante la gita scolastica quando, lui dice, l’insegnante che formava le stanze ritenne opportuno informare i genitori dei compagni dell’”orientamento” di John. Tutti si rifiutarono di condividere la stanza con lui e John dovette dividerla con un altro insegnante – destino molto simile all’alienazione provata da Gregor Samsa. La delusione della gita scolastica fu un capitolo nel continuato diario on line che ha reso John Teen ∅ – o, come genitori e compagni di classe lo conoscevano, John Erwin – una delle voci più eloquenti nei forum delle community gay e lesbiche on line d’america.


Da: John Teen ∅

Il mio percorso liceale è stato un improvviso e drastico susseguirsi di turbolenze e cambiamenti che hanno influenzato ogni aspetto della vita. Un volta ero un automa, obbediente come un cane alle pretese dell’apparenza, della società e dei genitori, dimentico di chi io ero e di cosa volevo veramente. Ero il tipo di ragazzo che ogni genitore poteva desiderare – presidente del corpo studentesco, portabandiera, destinatario di molti riconoscimenti di merito e studente dell’anno in musica. Ero conforme ai paradigmi sociali e ne venivo ricompensato. Comunque ero miserabile. Tutto ciò che facevo era una distrazione per non pensare realmente a me stesso. Alla fine, l’estate scorsa, il mio subconscio ritenne abbastanza giusto unire il mio io con ciò che realmente ero e iniziai a capire cosa volesse dire essere gay.

John Teen ∅ è un nuovo tipo di ragazzo gay, di soli 16 anni d’età ma già impegnato negli incontri on-line di attivisti come Tom Reilly, il co-fondatore di Digital Queers, conosciuto come il “Villeggio Globale degli omosessuali”. Solo dieci anni fa molti omosessuali si nascosero dietro una politica auto-imposta di “non-chiedo, non-dico” fino a che non furono spediti a Oberlin o San Francisco; ma la Rete ha rappresentato un mezzo di cospirazione per i ragazzi chiusi in sé stessi. Sebbene la casa di Erwin sia collocata in una zona al dì fuori della contea di Santa Clara in California, con tanto di lama e capre nel giardino, l’accesso di John alle linee e ai forum gay gli permetteva di inviare messaggi a favore del mondo attivista omosessuale, di perfezionare la sua scrittura, di flirtare, di misurarsi con personalità usa e getta e di combattere il bigottismo – tutto attraverso il monitor del computer di casa sua. L’ambizione di John a scuotere la politica nazionale addirittura prima che gli venisse consegnato il diploma dal preside della “Menlo School” non era del tutto irreale (per questo la madre di John lo definiva un “piccolo mini-attivista”). Come in un videogioco, la saga dei gay adolescenti radunati on-line, di “mini-attivisti” nerd che combattono contro l’oscuro Feudo del Potere, è uno dei cambiamenti epocali. Per i giovani omosessuali il magico terreno di scontro è il legame con la community. I post di John hanno l’urgenza e la sicurezza di una persona che parla ad una folla che resta silenziosamente in ascolto:

La lotta per gli uguali diritti ha sempre avuto luogo ai confini del deserto della legalità dove la libertà incontra il potere. Adesso la libertà ha rivendicato molto di quel deserto, ma il confine pone delle menzogne davanti a noi…il confine della libertà si è probabilmente espanso molto al di là di dove esso ebbe inizio, ma per quelli senza diritti, questo orizzonte appare comunque irraggiungibile.

E i messaggi che arrivano alla casella di John sono quasi tutti di giovani della sua stessa età, molti abbandonati in centri per la gioventù omosessuale e lesbica. Come Christopher Rempel, un arguto e silenzioso fan degli Ace of Base che viene dal “l’inferno degli agricoltori del sud degli States” - come lui stesso lo definisce -. Christophere prese in prestito il modem del preside per collegarlo direttamente alla Queer Resources Directory, una raccolta di file di testo, nuovi articoli e di servizi di sostegno e consulenza.

Il mio nome è Christophere e ho 15 anni. Ho capito che sono gay l’estate scorsa e, a parte varie crisi depressive, adesso sono sereno. Non sono in conflitto interiore con me stesso per il fatto di essere gay. Mi piacerebbe poter scrivere a qualcuno per parlare degli argomenti che non posso affrontare coi miei coetanei. Io non mi applico molto nello sport, ma ho buone competenze con i computer. Sono interessato a qualcuno con una mente aperta e grandi aspirazioni per il futuro.

Dieci anni fa, la sola informazione omosessuale disponibile si trovava in pochi e severi testi di psicologia da poter consultare dal bibliotecario della scuola. Adesso le banche dati dei files gli accolgono nel forum AOL o altrove – la directory di ricerca omosessuale da sola conta centinaia di community – e i giovani possono partecipare a mailing list - come Queercampus o GayNet,- o a risorse come Bridges Project, un servizio che fornisce ai giovani non solo informazioni su come entrare in contatto con giovani gruppi di omosessuali, ma anche come affrontare il primo passo con loro stessi. Kali è una diciottenne lesbica dell’università del Colorado. Il suo nome, in linguaggio Swahili, significa “feroce”. Crescendo in California, Kali divenne la leader di un gruppo di giovani donne appartenenti ad una comunità cattolica. Lei fu anche la nota “ragazza salvata dalle e-mail”, storia che la primavera scorsa finì sulla CNN. Dopo che il suo umore crollò e la fece precipitare in una profonda depressione, Kali prese in considerazione l’idea del suicidio – come fanno del resto moltissimi giovani gay adolescenti –. Il suo accesso a GayNet le fornì un luogo dove poter dare libero sfogo a quei sentimenti, e i rapporti a distanza con persone che lei conobbe on-line le salvarono la vita. Kali adesso è una assidua partecipante a Sappho, una piattaforma di donne che lei apprezza molto perchè ivi è accettata come un’eguale. “Loro mi perdonano di essere giovane,” dice Kali sorridendo, “com’è risaputo le donne escono allo scoperto più tardi dei ragazzi, così sembra non ci siano tante giovani lesbiche. Ma c’è comunque un’alta connessione. Noi scherziamo dicendo che mandiamo messaggi a 500 dei nostri amici più vicini”. “La cosa meravigliosa dei servizi on-line è che ci sono risorse intrinsecamente decentrate”, dice Tom Reilly, colui che ha ideato l’hardware e che ha dato la possibilità a dozzine di organizzazioni omosessuali di connettersi. “I ragazzi possono discutere su quello che gli adulti pensano e creare delle news. Uno dei migliori esempi di organizzazioni giovanili negli ultimi anni fu il lavoro che degli adolescenti svolsero in collaborazione con la legislatura del Massachusetts per far approvare una legge che concedesse loro l’istruzione nel liceo. Se una organizzazione giovanile ha successo da qualche parte, adesso tutti quanti ne sentiranno parlare. Questo è il più potente strumento che la gioventù omosessuale abbia mai avuto”. Un altro potere che i giovani stanno esercitando adesso in rete è il loro risentimento. “I giovani stanno iniziando ad avere peso sociale”, dice Quirk, il leader di AOL forum. (Quinrk mantiene un’identità neutrale on-line al fine di rappresentare la voce dell’equa opportunità per giovani lesbiche e omosessuali). “Loro si lamentano. E’ abitudine essere ‘Ick – penso di essere gay, darò un’occhiata al forum per vedere cosa stanno facendo’. Con la seconda ondata di attivismo invece è come ‘C’è roba gay qui, ma non fa per me’. Questi ragazzi sono letterati del computer e stanno usando la rabbia della gioventù al fine di creare uno spazio per loro stessi”. I poteri di AOL comunque non hanno ancora reso possibile a questo spazio di essere nominato dai propri utenti – la creazione della chat room chiamata “giovani gay” è qualcosa di proibito. “AOL ha notato che la parola ‘gay’ con la parola ‘gioventù’ o ‘adolescente’ nel nome di una chat room diventa una parafulmine per i predatori,” dice Quirk. “Sono stato ad una conferenza di adolescenti dove gli adulti venivano così travolti da ogni tipo di argomento sul trovarsi in un liceo e su ‘Quale tipo di musica ti piace?’ che divenni furioso. Finché posso progettare una via per creare loro uno spazio libero non ho intenzione di sottoporli a nessun rischio e imposizione”. Quirk and AOL si trovano in una morsa. La pedofilia è divenuta l’arma con cui gettare nella spazzatura il cyberspace giorno per giorno, e i genitori preoccupati invocano la parola-P per giustificare la limitazione dell’accesso ai forum gay degli adolescenti. Allo stesso tempo, comunque, lo scrivere negli spazi riservati ai soli adolescenti dei Forum delle Community Gay non è solo opera di adulti che “bruciano l’erba verde dell’adolescenza” cercando in loro del sesso, ma anche di adulti che intendono tutelarli limitando l’accesso a personalità ritenute sospette. Un anonimo diciassettenne in un post affermò che un giovane omosessuale è una vittima lasciata nelle mani dei predatori on-line:

Ci sono metodi per proteggersi dai pervertiti (al contrario di quello che pensa la maggior parte degli adulti) con cui gli adolescenti sono soliti scontrarsi. Inondare le caselle di posta delle fastidiose personalità perverse, ignorarli nelle chat rooms e rifiutarli dai nostri Instant Messenger sono metodi tutti realmente efficaci. Non siamo senza difese, né tantomeno sprovveduti.

La questione è ulteriormente complicata dal fatto che l’interazione tra adulti e persone giovani è utile per gli adolescenti stessi. La connessione on line permette loro di stabilire un dialogo con un maestro come Deacon Maccubbin, co-proprietario della libreria Lambda Rising a Washington, D.C. Con lo pseudonimo di “DeaconMac”, Maccubbin è rimasto in contatto con ragazzi gay su CompuServe e AOL per otto anni. Una delle giovani persone che corrispondevano con DeaconMac, anni fa, fu Tom Really. “DeaconMac è stata la prima persona dichiaratamente gay con cui ho avuto una conversazione, ed ha avuto le idee veramente chiare su quale fosse il suo ruolo. Lui fu eductore e mentore; mi mandò degli articoli; e lui non venne mai da me” dice Reilly. “Non lo scorderò mai finché vivrò”. Spesso in passato gli adolescenti dovevano aspettare di essere abbastanza grandi da poter andare in un locale per incontrare altre persone gay – oppure, in alternativa, gironzolare fuori finché qualcuno non li notasse -. I rapporti on-line danno agli adolescenti una possibilità per svelare sé in uno spazio libero, in un luogo dove gli individui si fanno conoscere tramite la sagacia dei propri pensieri ed opinioni piuttosto che per le loro apparenze fisiche. Quando John Teen ∅ inviò il suo primo post nel forum gay AOL, egli espresse l’indignazione per le preoccupazioni emesse dal sistema organizzativo degli adulti nei riguardi dei gay adolescenti, - sproporzionalmente a rischio-suicidio-. Il suo post fu scoperto da Sarah Gragory, un’anarchica ventiseienne studentessa in legge che contribuì alla crescita del National Gay and Lesbian Task Force. “Io volevo davvero colpire ogni ragazzo in mezzo agli occhi rendendogli noto che un’organizzazione nazionale lo stava ascoltando e si preoccupava della gioventù gay che si stava auto-eliminando” ricorda Gregory. Una corrispondenza e un contatto on line permettono ciò che off line non sarebbe mai stato possibile - come dice Gregory – “io non ho notizie sui sedicenni nel mondo reale.” Spiega Gregory: “Io ricordo soprattutto una lettera che spedì a John in risposta alla questione da lui proposta. Io scrissi un enorme desclaimer. Mi ricordo poi di quanto, a quattordici anni, volessi disperatamente parlare come un adulto ed essere sessualmente emancipata. Ripensando al passato, fu da questo momento che John smise di comportarsi nella maniera formale di un adolescente ben educato che parla ad una figura autoritaria e che divenne mio amico. E fu anche l’ultima volta che parlò del suicidio. Mi impressionò come potesse essere facilmente colpita la sua vulnerabilità, ma vorrei di nuovo rivivere quel battito di cuore”. “Io non avevo mai ascoltato ancora musica” geme John ricordando che entrava nella sua tana nerd solo per la condivisione. Adesso l’argomento di fondo per le sue sessioni di tarda notte di e-mail è Pansy Division. “Per chiudere me stesso nello sgabuzzino, mi circondai delle persone che sapevo non avrei mai trovato attraenti. Avevo due parti della mia vita: una in cui lavoravo duramente alla scuola e ottenevo buoni risultati, e un’altra parte dove mi interessavo dei ragazzi ma non feci niente materialmente per loro.” Per molti ragazzi l’aver scritto a John o ad altri posters è stato l’inizio di una vita autentica:

Caro John Teen:

Sono così frustrato con la vita che tutto sembra voltarmi le spalle. Sono gay? Cosa accadrà se lo dirò agli amici e a mia madre? … (ancora non so al 100% se sono gay ma so solo che non sono eterosessuale). Voglio davvero essere giusto in qualche posto ed anche amare qualcuno (a questo punto non mi interessa chi)…per favore rispondimi e illuminami. Sei stato veramente fonte di ispirazione per me. Non ho idea di come tu abbia ottenuto il coraggio di uscire allo scoperto. Grazie, James

Ma John Erwin deve stare in guardia contro John Teen ∅ diventando cybernauta a tempo pieno: egli non solo ha la questione della libertà da difendere e i suoi simili da “illuminare”, ma come ogni sedicenne, lui ha bisogno di spazio per scopare, essere un normale adolescente scarafaggio, e mostrarsi per quello che è. E gli piacerebbe trovare una persona da amare. Lui ha qualcuno nella mente? “Si!” lui ghigna, tirando fuori il suo annuario e sfogliandolo fino ad una foto di un bel ragazzo che lui definisce “quello giusto”. È il ragazzo dei sogni on-line di John? “No, lo vorrei” dice John."Se lo fosse stato avrei potuto descrivergli cosa sentivo”.