Wozniak Stephen: differenze tra le versioni
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''Insanely Great: The Life and Times of Macintosh, the Computer That Changed Everything'' (ISBN 0-14-024492-1)è un libro di Steven Levy, pubblicato nel 1994 a New York da Penguin. | ''Insanely Great: The Life and Times of Macintosh, the Computer That Changed Everything'' (ISBN 0-14-024492-1)è un libro di Steven Levy, pubblicato nel 1994 a New York da Penguin. | ||
Versione attuale delle 04:10, 30 Giu 2010
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Contents
Personaggio o Gruppo:
Wozniak Stephen
Biografia:
Nel 1990 annuncia che avrebbe raddoppiato qualunque finanziamento offerto da Kapor alla fondazione Electronic Frontier Foundation. J. Gilmore uno dei pionieri della Microsystems aderisce sia finanziariamente che personalmente. In un secondo incontro aderiscono a San Francisco altri personaggi all'Electronic Frontier Foundation: S. Brand, J. Lanier (il guru delle realtà virtuali), C. Blanchard e il capitalista N. Goldhaber. Kapor diviene il presidente della Electronic Frontier Foundation e su The Well viene aperta un'area di conferenza dell'Electronic Frontier Foundation, e The Well stesso viene dichiarata sede dell'Electronic Frontier Foundation. Insanely Great: The Life and Times of Macintosh, the Computer That Changed Everything (ISBN 0-14-024492-1)è un libro di Steven Levy, pubblicato nel 1994 a New York da Penguin.
Il libro tratta della storia del Macintosh, a detta dell'autore "il computer che cambiò tutto". Insanely Great uscì nel 1994, a dieci anni esatti dal lancio del primo 128k, il computer che fece conoscere al grande pubblico l'interfaccia grafica e il mouse, due strumenti grazie ai quali poté avere inizio quella che Levy definisce "metafora digitale". Fino ad allora i computer erano strumenti appannaggio di una cerchia ristretta di addetti ai lavori, gli unici in grado di comunicare con le macchine grazie alla loro conoscenza dei linguaggi di programmazione. Con il 128k la Apple lanciava sul mercato una macchina con cui chiunque poteva dialogare. La comunicazione tra computer e utente infatti veniva adesso mediata da una grossa metafora, quella del desktop, la scrivania, che permetteva agli utenti di impartire comandi alla macchina senza dover ricorrere ai complicati linguaggi di programmazione, ma semplicemente muovendosi all'interno di uno schema grafico, coincidente con lo schermo, in cui i dati venivano organizzati secondo coordinate spaziali (dataspace). All'utente bastava insomma spostarsi fisicamente, grazie al mouse, su un'icona per attivare un certo processo del computer. Questa è quella che Levy ha definito "metafora digitale", un'intuizione geniale e 'insanely' di Steve Jobs, che ha avuto il merito di sdoganare l'informatica davanti al grande pubblico e al mercato di massa. Da qui l'autore ripercorre la storia delle conquiste e dei progressi del Mac e dei suoi progettisti, Steve Jobs e Steve Wozniak in primis.
