Telematic connections: the virtual embrace. Technology Wraps Its Conceptual Arms Around You: differenze tra le versioni

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
 
(22 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
Autore: Glen Helfand glen_h@sfgate.com
+
'''Autore:''' [[Helfand Glen]]
+
Tratto da: http://sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?    file=/technology/archive/2001/03/01/telematic.dtl
+
  
Titolo Originale: "Telematic Connections: The Virtual Embrace" Technology Wraps Its Conceptual Arms Around You
+
'''Tratto da:''' http://telematic.walkerart.org/overview/index.html#
  
Traduzione di:
+
'''Titolo Originale:''' "Telematic Connections: The Virtual Embrace" - Technology Wraps Its Conceptual Arms Around You
+
Anno: Thursday, March 1, 2001
+
  
Titolo del brano tradotto in grassetto: "Connessioni telematiche:  l'abbraccio virtuale"     
+
'''Tradotto da:''' Nani Marco Mirko
La tecnologia avvolge le sue braccia concettuali intorno a te
+
  
 +
'''Anno:''' 2001
  
" Allungati e tocca qualcuno" era un caldo e indistinto avviso che intendeva aumentare un uso più duraturo del telefono prima dell'avvento dei cellulari. Ora ci stiamo contattando da tutte le parti, anche in posti dove non ci saremmo mai aspettati di essere avendo conversazioni. Telecomunicazioni tecnologiche sembrano offrire la possibilità di racchiudere più esperienze, anche fisiche.  In ciò stava la premessa centrale della mostra multimediale "connessioni telematiche: l'abbraccio virtuale", all' Art  Institute  di S. Francisco, per tutto il 25 Marzo. Lo show, curato da Steve Dietz, responsabile per il groundbreaking del progetto web montato dal Walker Art Centre a Minneapolis, comprende recenti installazioni - e un pò di lavori storici dagli inizi degli anni '90 - che tengono conto e riconoscono le globali comunicazioni dei networks. 
+
==Connessioni telematiche: l'abbraccio virtuale==   
 +
''La tecnologia avvolge le sue braccia concettuali intorno a te''
  
Mentre tutto questo dovrebbe provocare un  attraente senso di distanza digitale, il titolo della mostra rivela il suo umano interesse di connessione e abbraccio. La scienza e il cablaggio sono al servizio di un'emozionante bisogno fisico - allungarsi e toccare qualcosa o qualcuno. 
 
  
Una volta entrati nella galleria, tuttavia vi sentirete più  probabilmente come bendati in forze di campi elettrici scoppiettanti, che nel cuore di una tana d'orso. Il posto è pieno di ogni sorta di equipaggiamento - video monitor, console, video proiettori, etc..Io sono arrivato quando la galleria ha aperto, e incappai in una inserviente indaffarata ad aprire le macchine, girando un pò di manopole, controllando e attaccando connessioni, mentre aspettava la stampa di un cartellino metallico. La visione dell'insieme, accompagnata da un coro di segnali, voci processate elettronicamente ed altri irriconoscibili suoni high-tech, assomigliava più ad un laboratorio di ricerche che ad una galleria.  
+
Il '''Telematic Connections''', come molti lavori connessi ad esso, è una faccenda ibrida. In parte storia, in parte speculazione, in parte nel luogo, in parte online, esso prevarica i confini tra arte, comunicazioni e cultura popolare. Quste quattro sezioni includono istallazioni, video-clip del passato e più recenti, progetti online e una "linea del tempo telematica". Attraverso questi vari media, le presenti esibizioni mostrano i modi in cui gli artisti utilizzano le tecnologie -e Internet- per espolare sia i desideri utopistici per un'espansione globale delle conoscienze sia quelle non-utopiche del nostro abbraccio collettivo per la comunicazione umana, computer-mediata, che lo vogliano o no. Allo stesso tempo ''Telematic Connections'' inserisce questi lavori in un contesto storico.<br>
  
Ma poi ancora, Dietz termina la sua mostra in un messaggio ibrido " Parte della speculazione, in parte in luogo, in parte in rete, attraversa il confine tra arte, comunicazione e cultura popolare." egli ha scritto nel suo rapporto (potrete trovarlo nei progetti artistici sul web e altri vari  scritti e risorse on-line al telematic.walkerart.org/ici).  
+
Le otto istallazioni che comprendono la componente "Telereal" di questa esibizione utlizzano Internet e calcoli per esplorare questo mediatico abbraccio tra le parti, come uomo a uomo, uomo a macchina, macchina a macchina o anche uomo a natura. Qui come nei dieci progetti online nella componente "Datasphere" di questa esibizione, il visitatore-partecipante nella galleria colpisce (e viene colpito) qualcuno o qualcosa da qualche parte nello spazio fisico. "The Virtual Embrace" segnala questo cambiamento dallo spettatore sia come un osservatore che ci abbraccia sia come un partecipante, necessario al lavoro-processo dell'opera.<br>
  
Con una dozzina circa di installazioni, lo show includeva anche un vasto museo in stile time-line, di pietre miliari riguardanti telecomunicazioni e computer, (è possibiole aggiungere la tua visita al sito web), e ritagli di un pò di Hollywood sci-fi film, che descrivono l'interazione tra computer e uomo. 
+
Durante il "''Telematic Connections''" si presentano le possibilità di connessioni e affiliazioni, con calme risposte a persistenti domande la connettivitè tra i nuovi media. Artista, teorico e insegnante [[Ascott Roy]] in modo acuto affermò intorno al 1990 questo: "[http://telematic.walkerart.org/overview/overview_ascott.htmlE' Questo è amore per l'abbraccio telematico]?"
 +
E' vero questo contenuto a prescindere dalla tecnologia? Va tutto questo al di là dell'intrattenimento? Questo è un messaggio non solo per i media?<br>
  
Tra i ritagli dei film potrete vedere un' indiavolato mainframe che impregna Julie Christie in "Demon Seed", il teletrasporto in "Forbidden Planet", e le realtà virtuali in " The Matrix ". I film sono proiettati su una galleria finestra, osservabili attraverso un paio di eleganti occhiali con schermi dietro le lenti. Potrete spendere ore, da soli con questa raccolta, convenientemente intitolata "Telewood".  
+
"''Telematic Connections''" non riguarda unicamente le tecnologie. E non è un tentativo di definire un nuovo genere di pratiche artistiche. Questo è, come lo chiama lo scienziato dei computer Michael Dertousoz: "le forze di una scissione" -qualcosa di eterno dei tratti umani che non ci hanno mai lasciato includendo il desiderio di connettere, anche concentrandolo con altro- ma nel mondo di oggi dove dappertutto si utilizza il computer e si trasmette nella rete globale.<br>
  
Nel complesso, l'essenza dell'esibizione si chiude all'essere attraente, vista l'irregolare mescolanza di divertente bisbiglio e spaccatura accademica, con talvolta problematiche aspirazioni all'integrità artistica. Personalmente, ero più sedotto dalle divertenti interattività elettroniche che dall'estetica. E' difficile non godersi qualcosa come Paul Sermon's "Telematic Vision", un pezzo del 1993 che usa tecnologie video per creare l'illusione che persone, in stanze separate, siano sedute sullo stesso divano IKEA. 
+
Steve Dietz<br>
 +
Febbraio 2001<br>
  
Ci sono due identici sofà in separate sezioni della galleria, entrambe posizionate di fronte ad uno schermo blu. Inerlinkate video camere e monitors risulta sullo schermo come se le persone stiano sedendo insieme, a contatto, pur essendo in due divani distinti. Il pezzo genera uno speciale effetto di timore, che non vorrebbe esser fuori dal tour degli Universal Studios. Ma nuovamente, oltre che divertente è anche pensato, all'incirca, come per provocare una certa attrazione per le famiglie.  
+
"''Telematic Connections''": The Virtual Embrace è un'esibizione viaggiante organizzata dall' ICI (Indipendent Curators International), curato da Steve Dietz, e reso posibile, in parte, dalla Rockfeler Foundation.<br>
  
. Vi sdraiate su un sofa, prendete il telefono e fate il numero attraverso una vecchia linea. Una voce ti risponde e ti chiede di cosa ti piacerebbe parlare. La tua risposta viene processata attraverso un software e qualche ingegnosa programmazione che identifica la voce, e la risposta consiste nel cercare risultati inerenti  ul tuo argomento, e rileggerteli.
+
[[image:telezone.jpg|left|frame|''Telezone''<br>Erich Berger, Peter Purgarthofer,Volker Christian]]
  
Wisniewski, che è il responsabile dell’affascinante web art work “ Tunstile II “, qua usa la line telefonica per alterare il risultato e generare un sorprendente senso di spaesamento. Unvece di un testo visibile che può essere analizzato per pertinenti o desiderate informazioni, ricevi un risultato lineare parlato, che è difficile o impossibile da utilizzare.
+
[[image:channel.jpg|left|frame|channel''Untitled''<br>Diane Bertolo]]
  
Lo scorrere dell’iformazione, dice l’intero testo di una pagina di Yahoo che lo distribuisce attraverso una voce elettronica maschile, sembra come un mormorio ancora in sottofondo, di come, in realtà, sia rudimentale l’interazione. Può il computer capire cosa gli stiamo chiedendo? Noi capiamo le sue risposte? L’esperienza è tendente ad una risposta banale (lo puoi provare a casa chiamando lo 415-869—6706).
+
[[image:bangbang_08_sm.jpg|left|frame|''BANGBANG''<br>Bureau of Inverse Technology]]
  
L’idea di credere nell’interazione telematica è un tema ricorrente in questa mostra, e questo produce un significato, che tutte le opere necessitano di qualche sorta di relazione interattiva. Devi dare qualcosa per prendere qualcosa.
+
[[image:lightonnet.jpg|left|frame|''Light on the Net''<br>Masaki Fujihata]]
.
+
  
Subito dopo, l’insrviente della galleriacercò coraggiosamente di attivare il pezzo con la sua carta VISA, ed io feci lo stesso. Questo mi permise di sedermi in una sedia elaboratamente attrezzata, attestai così un’infuso-paranoico video documentario di un viaggio a Sears, nel quale l’uomo dietro la telecamera chiede a svariati commessi qualcosa sulle camere di sorveglianza. Alcuni degli impiegati sono più propensi che altri del fatto che le telecamere ci sono per i taccheggiatori. Dopo un pò un suono acuto e stridulo, qualcosa come quelle sbarre nei parcheggi sotterranei,
+
[[image:mori.jpg|left|frame|''Mori at ICC Tokyo, 1999''<br>Ken Goldberg,Randall Packer,Gregory Kuhn,Wojciech Matusik]]
  
Gli ultimi elementi, sembrano solo stupidi, se paragonati al reale cambiamento culturale espresso dalla non semplice consapevolezza che ti sgraffignano la tua carta, e prendono i tuoi dati personali  - per aggiungere forse la tua identità a un database? Non lo sappiamo.
+
[[image:ouija.jpg|left|frame|''Ouija 2000''<br>Ken Goldberg]]
  
. La descrizione dell’opera è “ lavoro terrestre con base su internet,
+
[[image:Tille.jpg|left|frame|''Tillie, The Telerobotic Doll''<br>Lynn Hershman]]
Questa opera è molto drammatica, a volte sembra anche un pò fasulla, funziona veramente? C’è davvero l’attivatà sismica? Non lo sapremmo mai.
+
  
.
+
[[image:ochen.jpg|left|frame|''Community''<br>Ochen K]]
  
I lavori in questa mostra richiedono di un’impegno temporale per essere ricompensati, ancora trasudano un’aria da ricerche scientifiche, che ti fa domandare se ne è valsa la pena investirci soldi. Le opere qui fatte dall’onorato Studio di Tecnologia Inversa  o da Eduard Kac (famoso per aver allevato un coniglio che brilla nel buio, perchè I suoi geni sono stati modificati con quelli di una medusa), sono visibilmente lavori non interessanti che sono sostenuti con risma da un testo esplicativo impenetrabile. Il concetto potrebbe essere duro, ma le loro manifestazioni fisiche non sono convincenti.
+
[[image:fullygrown.jpg|left|frame|''Teleporting an Unknown State''<br>Eduardo Kac]]
  
Come stereotipo di molte mostre, una delle opere principali ha avuto diffiicoltà tecniche durante la mia visita.
+
[[image:laporta_03_sm.jpg|left|frame|''Re:mote_corp@REALities''<br>Tina LaPorta]]
+
  
Ad essere onesti, non ero pienamente propenso a provare l’opera, (io sentii soltanto un’amplificato battito cardiaco, elettronico, e vidi elementi geometrici video proiettati), ma la retorica dell’etichetta punta ad una particolare branca isolata della tech art. L’idea del suono era interessante, ma la spiegezione generava un senso di resistenza, che il materiale era fuori dal mio dominio. 
+
[[image:mann_01_sm.jpg|left|frame|''Seatsale''<br>Steve Mann]]
Ma poi di nuovo, io credo che questa interazione fu elaborata, per un’argomento della mostra. Per qualche ragione io mi volli connettere con la cosa.
+
  
[[Categoria: Testo di Helfand Glen]]
+
[[image:manifesto.gif|left|frame|''Telematic Manifesto''<br>Randall Packer]]
 +
 
 +
[[image:sermon.jpg|left|frame|''Telematic Vision''<br>Paul Sermon]]
 +
 
 +
[[image:superchannel.gif|left|frame|''Superchannel''<br>Superflex]]
 +
 
 +
[[image:vesna_03_sm.jpg|left|frame|''"Community of People with Notime"''<br>Victoria Vesna, Gerald de Jong, and David Beaudry]]
 +
 
 +
[[image:clip.jpg|left|frame|''clip.fm''<br>Angie Waller]]
 +
 
 +
[[image:wisniewski_02_sm.jpg|left|frame|''netomatheque''<br>Maciej Wisniewski]]
 +
 
 +
 
 +
 
 +
 
 +
[[Categoria:Testo di Helfand Glen]]
 +
[[Categoria:2001 d.c.]]
 +
[[Categoria:Arte delle reti]]
 +
[[Categoria:Net art]]

Versione attuale delle 16:09, 17 Giu 2006

Autore: Helfand Glen

Tratto da: http://telematic.walkerart.org/overview/index.html#

Titolo Originale: "Telematic Connections: The Virtual Embrace" - Technology Wraps Its Conceptual Arms Around You

Tradotto da: Nani Marco Mirko

Anno: 2001

Connessioni telematiche: l'abbraccio virtuale

La tecnologia avvolge le sue braccia concettuali intorno a te


Il Telematic Connections, come molti lavori connessi ad esso, è una faccenda ibrida. In parte storia, in parte speculazione, in parte nel luogo, in parte online, esso prevarica i confini tra arte, comunicazioni e cultura popolare. Quste quattro sezioni includono istallazioni, video-clip del passato e più recenti, progetti online e una "linea del tempo telematica". Attraverso questi vari media, le presenti esibizioni mostrano i modi in cui gli artisti utilizzano le tecnologie -e Internet- per espolare sia i desideri utopistici per un'espansione globale delle conoscienze sia quelle non-utopiche del nostro abbraccio collettivo per la comunicazione umana, computer-mediata, che lo vogliano o no. Allo stesso tempo Telematic Connections inserisce questi lavori in un contesto storico.

Le otto istallazioni che comprendono la componente "Telereal" di questa esibizione utlizzano Internet e calcoli per esplorare questo mediatico abbraccio tra le parti, come uomo a uomo, uomo a macchina, macchina a macchina o anche uomo a natura. Qui come nei dieci progetti online nella componente "Datasphere" di questa esibizione, il visitatore-partecipante nella galleria colpisce (e viene colpito) qualcuno o qualcosa da qualche parte nello spazio fisico. "The Virtual Embrace" segnala questo cambiamento dallo spettatore sia come un osservatore che ci abbraccia sia come un partecipante, necessario al lavoro-processo dell'opera.

Durante il "Telematic Connections" si presentano le possibilità di connessioni e affiliazioni, con calme risposte a persistenti domande la connettivitè tra i nuovi media. Artista, teorico e insegnante Ascott Roy in modo acuto affermò intorno al 1990 questo: "Questo è amore per l'abbraccio telematico?" E' vero questo contenuto a prescindere dalla tecnologia? Va tutto questo al di là dell'intrattenimento? Questo è un messaggio non solo per i media?

"Telematic Connections" non riguarda unicamente le tecnologie. E non è un tentativo di definire un nuovo genere di pratiche artistiche. Questo è, come lo chiama lo scienziato dei computer Michael Dertousoz: "le forze di una scissione" -qualcosa di eterno dei tratti umani che non ci hanno mai lasciato includendo il desiderio di connettere, anche concentrandolo con altro- ma nel mondo di oggi dove dappertutto si utilizza il computer e si trasmette nella rete globale.

Steve Dietz
Febbraio 2001

"Telematic Connections": The Virtual Embrace è un'esibizione viaggiante organizzata dall' ICI (Indipendent Curators International), curato da Steve Dietz, e reso posibile, in parte, dalla Rockfeler Foundation.

Telezone
Erich Berger, Peter Purgarthofer,Volker Christian
channelUntitled
Diane Bertolo
BANGBANG
Bureau of Inverse Technology
Light on the Net
Masaki Fujihata
Mori at ICC Tokyo, 1999
Ken Goldberg,Randall Packer,Gregory Kuhn,Wojciech Matusik
Ouija 2000
Ken Goldberg
Tillie, The Telerobotic Doll
Lynn Hershman
Community
Ochen K
Teleporting an Unknown State
Eduardo Kac
Re:mote_corp@REALities
Tina LaPorta
Seatsale
Steve Mann
Telematic Manifesto
Randall Packer
Telematic Vision
Paul Sermon
Superchannel
Superflex
"Community of People with Notime"
Victoria Vesna, Gerald de Jong, and David Beaudry
clip.fm
Angie Waller
netomatheque
Maciej Wisniewski