Deck Andy C.: differenze tra le versioni
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− | La maggior parte dei suoi lavori possono essere comunque reperiti sul sito: www.artcontext.com. | + | La maggior parte dei suoi lavori possono essere comunque reperiti sul sito: [[www.artcontext.com]]. |
− | Deck ha anche curato la rassegna on-line "Catchy Name: An Idiosyncratic Concept" (2000), sul sito turbolence.org, che comprende i lavori di artisti come Paul Thayer, Gicheol Lee, Eric Hreha e DJ Spooky, quattro progetti on-line in cui Deck indaga nuove potenzialità sonore.<br> | + | Deck ha anche curato la rassegna on-line "Catchy Name: An Idiosyncratic Concept" (2000), sul sito [[turbolence.org]], che comprende i lavori di artisti come Paul Thayer, Gicheol Lee, Eric Hreha e DJ Spooky, quattro progetti on-line in cui Deck indaga nuove potenzialità sonore.<br> |
Revisione 18:57, 18 Set 2006
Biografia
www.artcontext.com e www.andyland.net, in cui Deck non esita a mescolare arte ed attivismo, focalizzando la propria attenzione principalmente sui temi del consumismo, del pacifismo, della libertà d’espressione e dell’ambientalismo. In questi siti Deck offre, tra l’altro, software per il disegno collaborativo on-line (come Glyphiti e Open Studio) e una serie di riflessioni estetico-politiche sui sistemi di decodifica e sulle unità di misura delle immagini digitali, dai pixel alle icone, dall'Ascii agli standard di compressione non proprietari.
La maggior parte dei suoi lavori possono essere comunque reperiti sul sito: www.artcontext.com.
Deck ha anche curato la rassegna on-line "Catchy Name: An Idiosyncratic Concept" (2000), sul sito turbolence.org, che comprende i lavori di artisti come Paul Thayer, Gicheol Lee, Eric Hreha e DJ Spooky, quattro progetti on-line in cui Deck indaga nuove potenzialità sonore.
Poetica
Andy Deck è un artista impegnato nello sviluppo di processi collaborativi nel campo dell’arte e della connettività. Attraverso opere che spaziano dai cortometraggi ai calendari, dai giochi alle installazioni interattive e multi-user per il disegno, egli cerca di avvicinare l’arte alla vita quotidiana, sfidandone le convenzionali leggi della fruizione e della distribuzione. Al centro della ricerca estetica di Deck vi è soprattutto l’analisi e la riflessione sulla profonda alienazione generata dal consumismo passivo prodotto dalla modernizzazione. Per questo le sue opere sono sempre centrate sul coinvolgimento e la partecipazione attiva del pubblico che, dunque, non è più spettatore passivo, ma collabora in prima persona alla creazione delle opere, diventandone co-autore. Inoltre, attraverso la partecipazione attiva degli utenti, l'artista vuole mettere in discussione il controllo esercitato dalle corporations sulla comunicazione, sottolineando la necessità di utilizzare media e canali comunicativi indipendenti.