Perretta Gabriele: differenze tra le versioni

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==Poetica==
 
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Medialismo: Termine coniato dal critico napoletano Gabriele Perretta e poi riproposto in articoli su riviste specializzate come Flash Art e anche in una mostra collettiva nell’ottobre 1993 al Flash Art Museum di Trevi (Perugia). Quel neologismo (caduto presto in disuso e poi abiurato dagli stessi artisti) era in realtà assai efficace per identificare quel gruppo di giovani artisti italiani che alla fine degli anni ’80 e nei primi anni ’90 avevano scelto di tornare alla pittura, attingendo spunti iconografici e stilistici dai Mass Media: fotografia, cinema, video, computergrafica, pubblicità, i fumetti e videogiochi. Oggi in Italia questa corrente non esiste più, anche perché non ha avuto un appoggio istituzionale nei musei e neppure ha trovato un promoter d’eccezione come Charles Saatchi, il magnate inglese della pubblicità che alla fine degli anni ’90 a Londra ha lanciato gli Young British Artists e la correlata tendenza pittorica del New Neurotic Realism (il Nuovo Realismo Nevrotico).
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Medialismo: Termine coniato dal critico napoletano Gabriele Perretta e poi riproposto in articoli su riviste specializzate come Flash Art e anche in una mostra collettiva nell’ottobre 1993 al Flash Art Museum di Trevi (Perugia). Il medianismo  non considera l'opera d'arte come totalità autonoma. Esso trova riscontro in un concetto di arte-costruzione libera e autonoma della mente e del sentimento. E consente un sistema di critica fondamentalmente estetico: un modo libero di recensire ed individuare i valori espressi in un certo prodotto poetico variandone continuamente il senso di ammirazione e di riconoscimento. A partire da ciò i medialismi smentiscono subito quell'apparente raccolta di segmenti artistici già visti.
Del gruppo "medialista" restano però ancora attivi alcuni artisti torinesi di successo come Gian Marco Montesano, Daniele Galliano, Pier Luigi Pusole. Accanto a loro va ricordato anche Bruno Zanichelli (Torino 1963-1990), morto di leucemia a soli 27 anni, e si potrebbe aggiungere anche il napoletano Ryan Mendoza.
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Il medialismo su piano dell'applicazione, pur prestandosi come tutt'altro che sistematico, si manifesta in diverse forme tra cui la pittura mediale, il medialismo analitico e l'anomia mediale. La pittura, ad esempio, agisce su un'ampia gamma iconografica evocando immagini frequenti dell'imprinting popolare; la medial-analysis, invece, muovendosi con particolare contrasto verso l'idealismo concettuale, sostituisce la formalizzazione estetica in tutte le sue derivazioni come processo stesso dell'opera; l'anomia mediale, infine, comprende artisti che intervengono sull'immagine del mondo dell'economia e degli affari o che comunque si spogliano delle rispettive identità anagrafiche e si pongono come collettivi di comunicazione. I medialismi nascono dalle ricerche sviluppate negli ultimi anni, analizzando le radici del lavoro di un novero di artisti italiani e stranieri e riconoscendone un fondamento comune che critichi il concetto stesso di genere usato dall'avanguardia. Individuare e scegliere l'area spetta al fruitore senza perdere di vista lo scenario socio-economico, iconografico e tecnologicamente avanzato che fa da sfondo.  
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Unisce questi artisti il rifiuto di una manipolazione meramente descrittiva della comunicazione fondata sull'accumulo di discipline collaterali, assimilabili piuttosto alle realtà più disparate della trasfigurazione sociale. L'artista mediale infatti, non rifà il verso a nessuno strumento particolare dei mass-media; in effetti non è importante che ci sia un riferimento esplicito alla mediologia, ma è più importante che ponga in discussione e prenda le distanze da quella recente storia che voleva riportare i temi dell'arte al proprio specifico attestandosi su di un'ambigua filosofia di transizione.
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Tratto da G, Perretta, Medialismo, Milano, 1993.
  
 
==Opere==
 
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Revisione 00:51, 3 Dic 2009

Perretta Gabriele

Docente a Parigi e Milano, curatore di molte rassegne artistiche dedicate alle nuove espressioni artistiche legate l’utilizzo dei nuovi media. Ideatore e fondatore di uno stile artistico/estetico nato agli inizi degli anni ’90 denominato Medialismo.

Biografia

Sito web

Poetica

Medialismo: Termine coniato dal critico napoletano Gabriele Perretta e poi riproposto in articoli su riviste specializzate come Flash Art e anche in una mostra collettiva nell’ottobre 1993 al Flash Art Museum di Trevi (Perugia). Il medianismo non considera l'opera d'arte come totalità autonoma. Esso trova riscontro in un concetto di arte-costruzione libera e autonoma della mente e del sentimento. E consente un sistema di critica fondamentalmente estetico: un modo libero di recensire ed individuare i valori espressi in un certo prodotto poetico variandone continuamente il senso di ammirazione e di riconoscimento. A partire da ciò i medialismi smentiscono subito quell'apparente raccolta di segmenti artistici già visti. Il medialismo su piano dell'applicazione, pur prestandosi come tutt'altro che sistematico, si manifesta in diverse forme tra cui la pittura mediale, il medialismo analitico e l'anomia mediale. La pittura, ad esempio, agisce su un'ampia gamma iconografica evocando immagini frequenti dell'imprinting popolare; la medial-analysis, invece, muovendosi con particolare contrasto verso l'idealismo concettuale, sostituisce la formalizzazione estetica in tutte le sue derivazioni come processo stesso dell'opera; l'anomia mediale, infine, comprende artisti che intervengono sull'immagine del mondo dell'economia e degli affari o che comunque si spogliano delle rispettive identità anagrafiche e si pongono come collettivi di comunicazione. I medialismi nascono dalle ricerche sviluppate negli ultimi anni, analizzando le radici del lavoro di un novero di artisti italiani e stranieri e riconoscendone un fondamento comune che critichi il concetto stesso di genere usato dall'avanguardia. Individuare e scegliere l'area spetta al fruitore senza perdere di vista lo scenario socio-economico, iconografico e tecnologicamente avanzato che fa da sfondo. Unisce questi artisti il rifiuto di una manipolazione meramente descrittiva della comunicazione fondata sull'accumulo di discipline collaterali, assimilabili piuttosto alle realtà più disparate della trasfigurazione sociale. L'artista mediale infatti, non rifà il verso a nessuno strumento particolare dei mass-media; in effetti non è importante che ci sia un riferimento esplicito alla mediologia, ma è più importante che ponga in discussione e prenda le distanze da quella recente storia che voleva riportare i temi dell'arte al proprio specifico attestandosi su di un'ambigua filosofia di transizione. Tratto da G, Perretta, Medialismo, Milano, 1993.

Opere

Mostre – Rassegne

Bibliografia

Libri:

  • 1993, Perretta Gabriele, “Medialismo”, Poli Editori, Milano.
  • 1996, Perretta Gabriele – Salvestrini Paolo, “Silvestrini Paolo. Catalogo. Ediz. italiana e inglese, Fondazione Morra Editore, Napoli.
  • 2002, Perretta Gabriele, “Nel tempo dell’adesso”, Mimesis Editore, Milano.
  • 2002, Perretta Gabriele, “Art.comm. Collettivi, reti, gruppi diffusi, comunità acefale nella pratica dell'arte: oltre la soggettività singolare, Castelvecchi Editori, Roma.
  • 2005, Perretta Gabriele, “I mestieri di érgon. Fabric'art: visioni, oggetti, storie della medialità”, Mimesis Editore. Milano.

Webliografia: