Faust IV: differenze tra le versioni

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Titolo: Faust IV
  
Faust IV (1973)
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Autore: Faust
 
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Anno: 1973
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La canzone The Sad Skinhead spiazza con il suo bozzetto reggae-rock demenziale con un testo esilarante. All’estremo opposto  c’è l’oscurità, o il punto più basso della depressione faustiana (dipende dai punti di vista) di Jennifer, canzone che si sviluppa tra rimbombi di basso e tappeti di tastiere, per concludersi con un’improvvisazione free-jazz.
 
La canzone The Sad Skinhead spiazza con il suo bozzetto reggae-rock demenziale con un testo esilarante. All’estremo opposto  c’è l’oscurità, o il punto più basso della depressione faustiana (dipende dai punti di vista) di Jennifer, canzone che si sviluppa tra rimbombi di basso e tappeti di tastiere, per concludersi con un’improvvisazione free-jazz.
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Giggy Smile è un numero da music hall d’altri tempi, con bizzarre percussioni e strappi chitarristici, e può sembrare fuori luogo nello spirito cupo del disco.  
 
Giggy Smile è un numero da music hall d’altri tempi, con bizzarre percussioni e strappi chitarristici, e può sembrare fuori luogo nello spirito cupo del disco.  
 
It’s a Bit of  a Pain chiude il disco nel segno dell'elettronica, stravolgendo l’impalcatura della folk-ballade. In questo album i Faust riescono ad amalgamare rock, progressive, jazz, folk, minimalismo, noise, elettronica, proto-industrial, pop e classica moderna.
 
It’s a Bit of  a Pain chiude il disco nel segno dell'elettronica, stravolgendo l’impalcatura della folk-ballade. In questo album i Faust riescono ad amalgamare rock, progressive, jazz, folk, minimalismo, noise, elettronica, proto-industrial, pop e classica moderna.
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Versione attuale delle 17:30, 27 Giu 2006

Titolo: Faust IV

Autore: Faust

Anno: 1973


La canzone The Sad Skinhead spiazza con il suo bozzetto reggae-rock demenziale con un testo esilarante. All’estremo opposto c’è l’oscurità, o il punto più basso della depressione faustiana (dipende dai punti di vista) di Jennifer, canzone che si sviluppa tra rimbombi di basso e tappeti di tastiere, per concludersi con un’improvvisazione free-jazz. Lauft è un interludio per organo e tastiere: parte come una parodia dei chansonniers parigini per svilupparsi in un pezzo di ambient music. Just a Second combina una sequenza di riff chitarristici (alcuni dei più incalzanti del gruppo) e vibrazioni. Giggy Smile è un numero da music hall d’altri tempi, con bizzarre percussioni e strappi chitarristici, e può sembrare fuori luogo nello spirito cupo del disco. It’s a Bit of a Pain chiude il disco nel segno dell'elettronica, stravolgendo l’impalcatura della folk-ballade. In questo album i Faust riescono ad amalgamare rock, progressive, jazz, folk, minimalismo, noise, elettronica, proto-industrial, pop e classica moderna.

Webliografia:

http://www.scaruffi.com

http://www.kalporz.com/

http://www.ondarock.it/Faust.html