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Una delle tendenze della video-arte, fin dall’inizio, è quella di essere stata cibernetica, interattiva e di essere un nuovo media. Un’ altra tendenza (indipendente) è quella di creare una storia sempre pronta. Entrambe queste cose possono essere viste nell’opera di Nam June Paik, che è considerato il primo video-artista. | Una delle tendenze della video-arte, fin dall’inizio, è quella di essere stata cibernetica, interattiva e di essere un nuovo media. Un’ altra tendenza (indipendente) è quella di creare una storia sempre pronta. Entrambe queste cose possono essere viste nell’opera di Nam June Paik, che è considerato il primo video-artista. | ||
Paik fu uno fra i primi a usare le televisioni nell’arte come John Cage aveva fatto con i pianoforti. Paik aveva usato una delle prime videocamere portatili della Sony per creare video-arte per le performance di Fluxus e per la visita del papa a New York. Mostrando queste ultime aveva distribuito un foglietto che diceva "il tubo catodico sostituirà i quadri". Egli aveva integrato dei video con delle performance dal vivo in un modo inusuale e provocativo, come nella sua TV Bra for Living Sculture, in collaborazione con Charlotte Moorman (a causa dell’indecenza di alcune puntate essi furono arrestati), e per Robot K-456, in collaborazione con Shuya Abe (con il quale fu il pioniere della video-sintesi). Paik coniò il termine "information super highway" e aveva creato un’innovativa trasmissione di grafica satellitare. Egli aveva anche scritto il manifesto che spiegava il concetto del suo lavoro cibernetico/buddista con una connessione ai documenti E.A.T. (◊14), Roy Ascott (◊10), e Norbert Wiener (◊04). While Paik non è stato il lesder delle installazioni interattive (quelle opposte alle performance) ora associate con i nuovi media video, ma i pionieri del lavoro interattivo sono stati Bill Viola (◊31), Grahame Weinbren, e Lynn Hershman (◊44) (e, forse, come Myron Krueger ◊25), possono essere viste sullo stesso piano di questa direzione video-cibernetica che egli aveva definito-come lo possono essere la performance video-robotica di altri artisti dello stesso concetto come Mark Pauline del laboratorio di ricerca di sopravvivenza e Adrianne Wortzel. | Paik fu uno fra i primi a usare le televisioni nell’arte come John Cage aveva fatto con i pianoforti. Paik aveva usato una delle prime videocamere portatili della Sony per creare video-arte per le performance di Fluxus e per la visita del papa a New York. Mostrando queste ultime aveva distribuito un foglietto che diceva "il tubo catodico sostituirà i quadri". Egli aveva integrato dei video con delle performance dal vivo in un modo inusuale e provocativo, come nella sua TV Bra for Living Sculture, in collaborazione con Charlotte Moorman (a causa dell’indecenza di alcune puntate essi furono arrestati), e per Robot K-456, in collaborazione con Shuya Abe (con il quale fu il pioniere della video-sintesi). Paik coniò il termine "information super highway" e aveva creato un’innovativa trasmissione di grafica satellitare. Egli aveva anche scritto il manifesto che spiegava il concetto del suo lavoro cibernetico/buddista con una connessione ai documenti E.A.T. (◊14), Roy Ascott (◊10), e Norbert Wiener (◊04). While Paik non è stato il lesder delle installazioni interattive (quelle opposte alle performance) ora associate con i nuovi media video, ma i pionieri del lavoro interattivo sono stati Bill Viola (◊31), Grahame Weinbren, e Lynn Hershman (◊44) (e, forse, come Myron Krueger ◊25), possono essere viste sullo stesso piano di questa direzione video-cibernetica che egli aveva definito-come lo possono essere la performance video-robotica di altri artisti dello stesso concetto come Mark Pauline del laboratorio di ricerca di sopravvivenza e Adrianne Wortzel. | ||
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Dal libro Noah Wardrip-Fruin, Nick Montfort (a cura di), (2003), The New Media Reader, The MIT Press, Cambridge, Massachussets.Pag. 227-230 | Dal libro Noah Wardrip-Fruin, Nick Montfort (a cura di), (2003), The New Media Reader, The MIT Press, Cambridge, Massachussets.Pag. 227-230 | ||
Manifestos, p. 24. Great Bear Pamphlets. New York: Something Else Press, 1966 | Manifestos, p. 24. Great Bear Pamphlets. New York: Something Else Press, 1966 | ||
Traduzione di Chiara Mori e Casalini Francesco | Traduzione di Chiara Mori e Casalini Francesco | ||
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Versione attuale delle 10:47, 18 Giu 2009
Contents
Titolo:
Cybernated Art
Autore:
Paik Nam June
Anno:
1966 d.c.
Luogo:
Sito web:
Descrizione:
Una delle tendenze della video-arte, fin dall’inizio, è quella di essere stata cibernetica, interattiva e di essere un nuovo media. Un’ altra tendenza (indipendente) è quella di creare una storia sempre pronta. Entrambe queste cose possono essere viste nell’opera di Nam June Paik, che è considerato il primo video-artista. Paik fu uno fra i primi a usare le televisioni nell’arte come John Cage aveva fatto con i pianoforti. Paik aveva usato una delle prime videocamere portatili della Sony per creare video-arte per le performance di Fluxus e per la visita del papa a New York. Mostrando queste ultime aveva distribuito un foglietto che diceva "il tubo catodico sostituirà i quadri". Egli aveva integrato dei video con delle performance dal vivo in un modo inusuale e provocativo, come nella sua TV Bra for Living Sculture, in collaborazione con Charlotte Moorman (a causa dell’indecenza di alcune puntate essi furono arrestati), e per Robot K-456, in collaborazione con Shuya Abe (con il quale fu il pioniere della video-sintesi). Paik coniò il termine "information super highway" e aveva creato un’innovativa trasmissione di grafica satellitare. Egli aveva anche scritto il manifesto che spiegava il concetto del suo lavoro cibernetico/buddista con una connessione ai documenti E.A.T. (◊14), Roy Ascott (◊10), e Norbert Wiener (◊04). While Paik non è stato il lesder delle installazioni interattive (quelle opposte alle performance) ora associate con i nuovi media video, ma i pionieri del lavoro interattivo sono stati Bill Viola (◊31), Grahame Weinbren, e Lynn Hershman (◊44) (e, forse, come Myron Krueger ◊25), possono essere viste sullo stesso piano di questa direzione video-cibernetica che egli aveva definito-come lo possono essere la performance video-robotica di altri artisti dello stesso concetto come Mark Pauline del laboratorio di ricerca di sopravvivenza e Adrianne Wortzel. Certamente la canonizzazione di Paik, non può essere invocata senza la citazione di come la posizione di Paik all’interno della storia della video arte fu strettamente co-prodotta con dei pezzi che adesso reintegrano quella storia, in un processo che rivela la nostra cultura, tanto quanto la natura della video arte. Anche se Viola che successivamente sembrava aver preso il manto e la centralità della traiettoria nella video arte che prima era di Paik, ricordato nella "Storia ,10 anni, e il tempo di sognare" che “ nel 194 le persone stavano ancora parlando a proposito della stoia del video, e lo è stato per alcuni anni. Mi ricordo che ero seduto con amici in un ristorante Cinese a New York in una fredda sera di Febbraio…. Qualcuno comincio a parlare della storia del video. "Il video è l’unica arte di sempre che ha una storia prima di averla creata". Il video fu inventato e simultaneamente ci furono i suoi miti e i suoi eroi culturali…" Martha Rosler non aveva tirato punzoni nei confronti degli elementi culturali caricati dai quali è composto il mito di Paik: "L’elemento del mito include un visitatore orientale (Korea) devastato da una guerra (la nostra guerra) che fu inoculato dal primo grande maestro (John Cage) mentre nel paradiso della tecnologia (Germania), che una volta negli Stati Uniti aveva violato ripetutamente il tempio centrale, la TV, e poi andava a fronteggiare il rappresentante di Dio sulla terra, catturando le sue immagini, per portarle all’avanguardia, e che poi veniva fuori da quello e tirava entrambi i due finali dello spettro della cultura Americana, incorporando simbolicamente, la cosciente industria nel metodo e nelle idee dell’apparato culturale- sempre con fondamento, museo, governo, trasmissioni, e sostegni istituzionali. E Certo! È un uomo. L’eroe sta in piedi per abilità mascolina e si inchina al patriarca, se solo in rappresentazione. Il filo del suo lavoro include la feticizzazione di un corpo femminile come uno strumento che si suona da se, e il filo complementare dell’omaggio ad altri famosi uomini artisti-magici o veggenti. Questa fotografia è di certo incompleta. Per esempio nei lavori di Paik con Moorman (che suonava quasi nuda) egli presentò un pezzo nel quale gli uomini mostravano i loro peni danzanti attraverso una tenda (pensando a questo è giusto che la feticizzazione maschile non era stata scritta preminentemente nella storia della video arte. Questa incompletezza non provoca in noi di lasciare il punto di vista di Rosler da una parte, o fallisce a considerare più strettamente i nostri propri ruoli nella costruzione della mitologia. Non dobbiamo guardare lontano per un esempio. Creando “ I nuovi lettori di Media" il pericolo era di dare un metodo costantemente. L’importanza di figure come Ted Nelson dovranno essere sicuramente riconosciute, ma è anche importante considerare che Nelson non sentiva di aver inventato l’ipertesto o un nuovo media – considerando che aveva scoperto qualcosa che già esisteva, ma indefinita, inesplorata.Il Web richiede una storia passata di un grande uomo. Le idee che influenzano i nuovi media sono talmente varie che è difficile determinare le influenza di decine di anni fa. Piuttosto cercare ossessivamente di dare un nome a una manciata di nomi importanti per un sistema mondiale ancora giovane, sembra più facile sostenere ed espanderele possibilità per le sue diversità.
- L’arte cibernetica è molto importante, ma l’arte per la vita cibernetica èpiù importante, anche il bisogno più recente di essere cibernetico.
(Potrebbe essere Gorge Brecht’s semplicemente il più adeguato.)
- Ma se Pasteur e Robespierre hanno ragione quando dicono che noi possiamo resistere al veleno solo con delle pozioni adatte, poi alcune specifiche frustrazioni, causate dalla vita cibernetica, richiedono insieme shok cibernetici e catarsi. Il mio lavoro quotidiano con le cassette e i tubi catodici mi convince di questo.
- Cibernetica, scienza di pura relazione, o relazionata a se stessa, a le sue origini nel Karma. Una frase famosa di Marshall Mclahan "media è un messaggio" era stata formulata da Norbert Wiener nel 1948 come “ il Segnale dove il messaggio è spedito, ha uno stesso ruolo per importanza al segnale stesso, dove il messaggio non è spedito"
- Come la felicità è la fusione di varie arti, così la cibernetica, è lo sfruttamento delle regioni di confine tra e attraverso varie scienze esistenti.
- La fisica DI Newton è la meccanica della potenza e l’inconciliabile sistema a due parti, nel quale la forza vince sul più debole.Ma nel 1920 un genio della Germania, mise una sottile terza parte (griglia) tra questi due potenti poli (catodo e anodo) in un tubo vuoto, qusto fece vincere il più debole sul più forte per la prima volta nella storia dell’umanità.Ci potrebbe essere una terza via Buddista, ma comunque questa invenzione tedesca ha acceso i cibernetici, che è venuta al mondo nell’ultima guerra per abbattere gli aerei tedeschi dai cieli inglesi.
- I buddisti dicono anche Karma è samara, relazioni metemsicosi, siamo in un circuito aperto
SINTESI
Il vero iniziatore della Videoarte è certamente Nam June Paik, nelle dalle cui opere traspare quella che è una delle tendenze della videoarte, e cioè di essere stata fin dall’inizio cibernetica, interattiva e di essere un nuovo media, nonché la tendenza di creare una storia sempre pronta. Paik fu uno dei primi ad usare le televisioni nell’arte, nel 1963 presentò alla galleria Parnass di Wuppertal una mostra combinata di televisione e musica elettronica. Obiettivo era di usrae il linguaggio televisivo in una prospettiva non commerciale e non di massa. Paik coniò il termine "information super highway", non fu però il leader delle installazioni interattive (quelle opposte alle performance), ma i pionieri del lavoro interattivo sono stati Bill Viola, Gravame Weinbren e Lynn Hershman. La videoarte si diffuse negli Stati Uniti, in Giappone, in Germania, e il lavoro di Paik sembrò passare a Viola che utilizzò il video come strumento di recupero di quella poesia che la televisione non riesce più ad esprimere. Gli interventi legati alla videoarte sono assai vari. Ci sono tuttavia degli atteggiamenti ricorrenti.
Nam June Paik
Collezione:
Genere artistico di riferimento:
Bibliografia:
Dal libro Noah Wardrip-Fruin, Nick Montfort (a cura di), (2003), The New Media Reader, The MIT Press, Cambridge, Massachussets.Pag. 227-230 Manifestos, p. 24. Great Bear Pamphlets. New York: Something Else Press, 1966 Traduzione di Chiara Mori e Casalini Francesco