Body art: differenze tra le versioni

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==Personaggi o Gruppi==  
 
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[[Vito Acconci|Acconci Vito]], [[Gina Pane|Pane Gina]], [[Hermann Nitsch|Nitsch Hermann]], [[Rudolf Schwarzkogler|Schwarzkogler Rudolf]], [[Günter Brus|Brus Günter ]], [[Arnul Rainer|Rainer Arnulf]], [[Rebecca Horn|Horn Rebecca]], [[Marina Marina]], [[Gilbert & George]], [[Dennis Oppenheim|Oppenheim Dennis]], [[Urs Lüthi|Lüthi Urs]], [[Chris Burden|Burden Chris]], [[Marcel Lì|Marcel]], [[Paul McCharty|McCharty Paul]], [[Orlan]], [[Stelarc]], [[Matthew Barney|Barney Matthew]], [[Luigi Ontani|Ontani Luigi]], [[Cindy Sherman|Sherman Cindy]], [[Bruce Nauman|Nauman Bruce]].  
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[[Acconci Vito|Vito Acconci]], [[Pane Gina|Gina Pane]], [[Nitsch Hermann|Hermann Nitsch]], [[Schwarzkogler Rudolf|Rudolf Schwarzkogler]], [[Brus Günter|Günter Brus]], [[Rainer Arnulf|Arnulf Rainer]], [[Horn Rebecca|Rebecca HornMarina|Marina Dennis|Dennis Oppenheim]], [[Lüthi Urs|Urs Lüthi]], [[Burden Chris|Chris Burden]], [[Lì Marcel|Marcel ]], [[McCharty Paul|Paul McCharty]], [[Orlan]], [[Stelarc]], [[Barney Matthew|Matthew Barney]], [[Ontani Luigi|Luigi Ontani]], [[Sherman Cindy|Cindy Sherman]], [[Nauman Bruce|Bruce Nauman]].  
 
   
 
   
 
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==Storia==  
 
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Il primo esempio di body art, ovvero di intervento sul corpo dell’artista stesso per fini artistici può essere considerato ''Tonsura'' di [[Marcel Duchamp|Duchamp Marcel]], mentre il carattere esibizionistico e spettacolare proprio della body art prosegue strade tracciate in ambito delle avanguardie dadaiste e futuriste di inizio Novecento, concetti successivamente ripresi negli anni cinquanta con gli [[happening]]. Negli anni cinquanta il contesto culturale è connotato da una particolare attenzione al tema della corporeità (la pratica teatrale del [[Living Theatre]] e [[Jerzy Grotowski|Grotowski Jerzy]], la musica di [[John Cage|Cage John]], la danza di [[Merce Cunningham|Cunningham Merce]], gli esperimenti [[Fluxus]]). In ambito neodadaista che [[Yves Klein|Klein Yves]], con le sue ''Antropometries'' a precorrere la body art, tingendo le sue modelle di blu e facendole appoggiare direttamente sulla tela per disegnare le impronte dei loro corpi, a cui si riallaccia anche l'opera di [[Piero Manzoni|Manzoni Piero]]. Altri antecedenti della body art vengono rintracciati in parte nell’attività pittorica di [[Egon Schiele|Schiele Egon]], specie nel gusto provocatorio e esibizionistico degli autoritratti, a cui probabilmente si rifà il filone austriaco degli artisti del [[Wiener Aktionismus]], mentre [[Gillo Dorfles|Dorfles Gillo]] individua antecedenti in pratiche di culto e riti orientali: la sostanziale differenza che separa il bodyartista dal danzatore tribale è l’autonomia, l’individualizzazione delle operazioni attuali rispetto a quelle del passato, quasi sempre comunitarie.  
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Il primo esempio di body art, ovvero di intervento sul corpo dell’artista stesso per fini artistici può essere considerato ''Tonsura'' di [[Duchamp Marcel|Marcel Duchamp]], mentre il carattere esibizionistico e spettacolare proprio della body art prosegue strade tracciate in ambito delle avanguardie dadaiste e futuriste di inizio Novecento, concetti successivamente ripresi negli anni cinquanta con gli [[happening]]. Negli anni cinquanta il contesto culturale è connotato da una particolare attenzione al tema della corporeità (la pratica teatrale del [[Living Theatre]] e [[Grotowski Jerzy|Jerzy Grotowski]], la musica di [[Cage John|John Cage]], la danza di [[Cunningham Merce|Merce Cunningham]], gli esperimenti [[Fluxus]]). In ambito neodadaista che [[Klein Yves|Yves Klein]], con le sue ''Antropometries'' a precorrere la body art, tingendo le sue modelle di blu e facendole appoggiare direttamente sulla tela per disegnare le impronte dei loro corpi, a cui si riallaccia anche l'opera di [[Manzoni Piero|Piero Manzoni]]. Altri antecedenti della body art vengono rintracciati in parte nell’attività pittorica di [[Schiele Egon|Egon Schiele]], specie nel gusto provocatorio e esibizionistico degli autoritratti, a cui probabilmente si rifà il filone austriaco degli artisti del [[Wiener Aktionismus]], mentre [[Dorfles Gillo|Gillo Dorfles]] individua antecedenti in pratiche di culto e riti orientali: la sostanziale differenza che separa il bodyartista dal danzatore tribale è l’autonomia, l’individualizzazione delle operazioni attuali rispetto a quelle del passato, quasi sempre comunitarie.  
Negli anni sessanta esplode il fenomeno body art praticamente in tutto il mondo: negli Stati Uniti [[Vito Acconci|Acconci Vito]] e [[Chris Burden|Burden Chris]] mettono in scena il dolore fisico e l’autolesionismo, così come in Europa [[Gina Pane|Pane Gina]] sperimenta una nuova ricerca estetica tagliandosi con delle lamette e facendo scorrere il sangue rosso scarlatto sulla camicia bianca candida. In Austria il gruppo del [[Wiener Aktionismus]], ([[Hermann Nitsch|Nitsch Hermann]], [[Rudolf Schwarzkogler|Schwarzkogler Rudolf]], [[Günter Brus|Brus Günter ]], [[Arnul Rainer|Rainer Arnulf]]), rifacendosi al teatro della crudeltà di [[Antonin Artaud|Artaud Antonin]], compiono performance iniziatiche e tribali dove si feriscono anche in modo grave (si dice che Schwarzkogler sia morto dissanguato proprio a seguito delle ferite riportate in una di queste performance). Günter Brus invece si fa arrestare dopo aver defecato sulla cattedra dell’aula magna dell’università. In Inghilterra, invece, [[Gilbert & George]] propongono un tipo di [[performance]] più fredda ed ironica, impersonificando due statue viventi e portando così agli estremi l’identificazione della vita dell’artista con l’opera d’arte. Questa tendenza cambia durante gli anni ottanta, quando le tecnologie cominciano ad interagire col corpo e si fa strada l’estetica del [[Cyberpunk]]. [[Marcel Lì|Marcel]] contamina la carne con l’automazione robotica e pochi anni più tardi [[Stelarc]] sperimenta le ''Sospensioni'' con tiranti agganciati direttamente sul proprio corpo che lo sollevano da terra. Negli anni novanta lo stesso [[Stelarc]] punterà la sua ricerca sulla robotica e sulle protesi Cyborg, come nella performance ''La terza mano''. Sempre in quegli anni [[Orlan]], performer francese, scrive il manifesto della [[Carnal art]] e muta il suo corpo, in diretta planetaria tramite [[internet]], sottoponendosi a svariati e paradossali interventi di chirurgia plastica.   
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Negli anni sessanta esplode il fenomeno body art praticamente in tutto il mondo: negli Stati Uniti [[Acconci Vito|Vito Acconci]] e [[Burden Chris|Chris Burden]] mettono in scena il dolore fisico e l’autolesionismo, così come in Europa [[Pane Gina|Gina Pane]] sperimenta una nuova ricerca estetica tagliandosi con delle lamette e facendo scorrere il sangue rosso scarlatto sulla camicia bianca candida. In Austria il gruppo del [[Wiener Aktionismus]], ([[Nitsch Hermann|Hermann Nitsch]], [[Schwarzkogler Rudolf|Rudolf Schwarzkogler]], [[Brus Günter|Günter Brus]], [[Rainer Arnulf|Arnulf Rainer]]), rifacendosi al teatro della crudeltà di [[Artaud Antonin|Antonin Artaud]], compiono performance iniziatiche e tribali dove si feriscono anche in modo grave (si dice che Schwarzkogler sia morto dissanguato proprio a seguito delle ferite riportate in una di queste performance). [[Brus Günter|Günter Brus]] invece si fa arrestare dopo aver defecato sulla cattedra dell’aula magna dell’università. In Inghilterra, invece, [[Gilbert & George]] propongono un tipo di [[performance]] più fredda ed ironica, impersonificando due statue viventi e portando così agli estremi l’identificazione della vita dell’artista con l’opera d’arte. Questa tendenza cambia durante gli anni ottanta, quando le tecnologie cominciano ad interagire col corpo e si fa strada l’estetica del [[Cyberpunk]]. [[Lì Marcel|Marcel ]] contamina la carne con l’automazione robotica e pochi anni più tardi [[Stelarc]] sperimenta le ''Sospensioni'' con tiranti agganciati direttamente sul proprio corpo che lo sollevano da terra. Negli anni novanta lo stesso [[Stelarc]] punterà la sua ricerca sulla robotica e sulle protesi Cyborg, come nella performance ''La terza mano''. Sempre in quegli anni [[Orlan]], performer francese, scrive il manifesto della [[Carnal art]] e muta il suo corpo, in diretta planetaria tramite [[internet]], sottoponendosi a svariati e paradossali interventi di chirurgia plastica.   
  
 
==Poetica==  
 
==Poetica==  
 
L’oggetto d’arte della body art è il corpo stesso, quasi sempre quello dell’artista che firma l’opera, anche se in questo caso è più corretto parlare di [[performance]]. Il bodyartista usa il proprio corpo come materiale e mezzo di espressione. Si esibisce in azioni, spesso difficoltose ed estreme, che sfruttano tutte le potenzialità espressive del corpo sottoponendolo a crudeltà per lo più di tipo sadomasochistico o a prove di resistenza, o ancora valorizzandone le capacità mimetiche con travestimenti. Solitamente le opere dei bodyartisti sono documentate da fotografie, video e registrazioni audio, ma anche testi, schizzi preparatori, note autografe, ecc. La durata della [[performance]] (pubblica o privata) non è solita a limiti temporali, ma spesso corrisponde con la capacità di resistenza dell’esecutore che esibisce il proprio corpo teatralizzando un'esperienza fisica, con un maggior gusto per la soluzione ad effetto, spesso provocando e mettendo in crisi il ruolo passivo dello spettatore.  
 
L’oggetto d’arte della body art è il corpo stesso, quasi sempre quello dell’artista che firma l’opera, anche se in questo caso è più corretto parlare di [[performance]]. Il bodyartista usa il proprio corpo come materiale e mezzo di espressione. Si esibisce in azioni, spesso difficoltose ed estreme, che sfruttano tutte le potenzialità espressive del corpo sottoponendolo a crudeltà per lo più di tipo sadomasochistico o a prove di resistenza, o ancora valorizzandone le capacità mimetiche con travestimenti. Solitamente le opere dei bodyartisti sono documentate da fotografie, video e registrazioni audio, ma anche testi, schizzi preparatori, note autografe, ecc. La durata della [[performance]] (pubblica o privata) non è solita a limiti temporali, ma spesso corrisponde con la capacità di resistenza dell’esecutore che esibisce il proprio corpo teatralizzando un'esperienza fisica, con un maggior gusto per la soluzione ad effetto, spesso provocando e mettendo in crisi il ruolo passivo dello spettatore.  
La body art è una pratica artistica che riflette, attraverso l’uso e l’abuso del corpo, sulla perdita dell’identità, sul bisogno non corrisposto d’amore degli esseri umani, sulla violenza intrinseca della nostra natura, celata sotto il perbenismo ipocrita della borghesia, sul dolore ineluttabile dell’esistenza umana, contro la logica del capitalismo, che impone un’estetica standardizzata e soprattutto vuole affrontare la morte attraverso la vita. [[Lea Vergine|Vergine Lea]] spiega nel suo celebre testo ''Body art e storie simili'' che le inclinazioni della body art hanno riscontro in tutte le patologie psichiche: la psicoanalisi e le sue scoperte quindi agiscono sull’arte e sull’artista come una forza sociale. [[Jean Paul Sartre|Sartre
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La body art è una pratica artistica che riflette, attraverso l’uso e l’abuso del corpo, sulla perdita dell’identità, sul bisogno non corrisposto d’amore degli esseri umani, sulla violenza intrinseca della nostra natura, celata sotto il perbenismo ipocrita della borghesia, sul dolore ineluttabile dell’esistenza umana, contro la logica del capitalismo, che impone un’estetica standardizzata e soprattutto vuole affrontare la morte attraverso la vita. [[Vergine Lea|Lea Vergine]] spiega nel suo celebre testo ''Body art e storie simili'' che le inclinazioni della body art hanno riscontro in tutte le patologie psichiche: la psicoanalisi e le sue scoperte quindi agiscono sull’arte e sull’artista come una forza sociale. [[Sartre Jean Paul|Jean Paul Sartre
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In tempi più recenti, il termine body art è stato allargato (secondo alcuni in maniera non del tutto calzante) alle moderne tecniche di [[tatuaggio]] e di [[piercing]], ove la pelle diventa una superficie analoga alla tela per esternare e somatizzare i tratti interni dell'individuo,una pergamena su cui scrivere.
  
 
==Opere==  
 
==Opere==  
''Posizione di lettura per un’ustione di 2° grado'' di [[Dennis Oppenheim|Oppenheim
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''Posizione di lettura per un’ustione di 2° grado'' di [[Oppenheim Dennis|Dennis Oppenheim
  
''Holograms'' di [[Bruce Nauman|Nauman Bruce]] (1968). Mediante l’uso di ologrammi tridimensionali l’artista deforma e rende come mutante la rappresentazione del suo volto, che sembra diventare di cera, come innaturale. E’ uno dei primi esempi di tecnologia che va a mutare il corpo umano, anche se solo nella sua rappresentazione.
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''Holograms'' di [[Nauman Bruce|Bruce Nauman]] (1968). Mediante l’uso di ologrammi tridimensionali l’artista deforma e rende come mutante la rappresentazione del suo volto, che sembra diventare di cera, come innaturale. E’ uno dei primi esempi di tecnologia che va a mutare il corpo umano, anche se solo nella sua rappresentazione.
 
    
 
    
''Trademarks'' di [[Vito Acconci|Acconci Vito]] (1970). Attraverso l’automutilazione, in questo caso infliggendosi dei morsi in tutto il corpo, l’artista mette in scena la crudeltà, il dolore, le ferite per scioccare il pubblico e coinvolgerlo emotivamente. Attraverso l’uso di telecamere e  macchine fotografiche egli documenta la sua [[performance]] che potrà così essere esposta nel museo anche quando l’artista non è presente.
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''Trademarks'' di [[Acconci Vito|Vito Acconci]] (1970). Attraverso l’automutilazione, in questo caso infliggendosi dei morsi in tutto il corpo, l’artista mette in scena la crudeltà, il dolore, le ferite per scioccare il pubblico e coinvolgerlo emotivamente. Attraverso l’uso di telecamere e  macchine fotografiche egli documenta la sua [[performance]] che potrà così essere esposta nel museo anche quando l’artista non è presente.
 
   
 
   
''Azione n°45'' di [[Hermann Nitsch|Nitsch Hermann]] (1974). [[Performance]] nella quale l’artista, di fronte al pubblico, si sottopone ad una sorta di autoflagellazione. Nel azionisti viennesi era molto importante la componente catartica e simbolica della [[performance]]. In questo caso l’intenzione è quella di regredire e di far regredire gli spettatori ad uno stato istintivo e animale dell’essere umano, attraverso la visione del sangue e delle ferite. Una sorta di purificazione mediante il dolore per riscoprire l’essenza stessa dell’essere umano.  
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''Azione n°45'' di [[Nitsch Hermann|Hermann Nitsch]] (1974). [[Performance]] nella quale l’artista, di fronte al pubblico, si sottopone ad una sorta di autoflagellazione. Nel azionisti viennesi era molto importante la componente catartica e simbolica della [[performance]]. In questo caso l’intenzione è quella di regredire e di far regredire gli spettatori ad uno stato istintivo e animale dell’essere umano, attraverso la visione del sangue e delle ferite. Una sorta di purificazione mediante il dolore per riscoprire l’essenza stessa dell’essere umano.  
  
''Liberazione della voce'' di [[Marina Marina]] (1975). In quest’opera l’artista sembra voler dar sfogo, attraverso il grido, a tutte le repressioni e imposizioni della società contemporanea. La [[performance]], fotografata, sembra essere la versione in body art del dipinto ''L’urlo'' di [[Edvard Munch|Munch Edvard]], anche se in questo caso piuttosto che il disagio esistenziale sembra invece esprimere uno sfogo, un’esplosione contro tutto e contro tutti.
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Marina|Marina Edvard|Edvard Munch]], anche se in questo caso piuttosto che il disagio esistenziale sembra invece esprimere uno sfogo, un’esplosione contro tutto e contro tutti.
  
''Imponderabilia'' di [[Marina Marina]] (1977). Insieme al compagno Ulay realizza una [[performance]] dove i due artisti si dispongono nudi, all’entrata di una galleria, costringendo il visitatore ad insinuarsi fra i due corpi.
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Marina|Marina
  
''Red Sculpture'' di [[Gilbert & George]] (1976) Questo duo di artisti si è sempre mosso in coppia, allestendo installazioni nelle quali essi stessi interpretavano le ''sculture viventi'' che abitavano tali [[environment]]. In questo caso, con le mani e la faccia dipinta, i due artisti si stagliano in uno sfondo monocolore rosso, rappresentando sia l’artista che l’opera d’arte stessa, essenza poetica di tutta l’estetica della body art.
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''Red Sculpture'' di [[Gilbert & George]] (1976). Questo duo di artisti si è sempre mosso in coppia, allestendo installazioni nelle quali essi stessi interpretavano le ''sculture viventi'' che abitavano tali [[environment]]. In questo caso, con le mani e la faccia dipinta, i due artisti si stagliano in uno sfondo monocolore rosso, rappresentando sia l’artista che l’opera d’arte stessa, essenza poetica di tutta l’estetica della body art.
  
===Il Corpo===
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''The Reincarnation of Saint Orlan'' di [[Orlan]]. Dal maggio 1990 l'artista si è sottoposta ad una serie di operazioni chirurgiche, con lo scopo di trasformarsi in un nuovo essere simile ai modelli classici come Venere, Diana, Europa, Psyche e Monna Lisa. [[Orlan]] rivendica in sostanza la possibilità di riprogettarsi oltre le imposizioni restrittive del controllo legale (uno dei problemi da affrontare è considerato da [[Orlan]] quello della propria identità giudiziaria e del cambiamento di registrazione all'anagrafe, che nel 1997 ha affrontato con la polizia danese) e di riflettere e far riflettere in modo problematico sugli orizzonti di cambiamento del mondo alla luce dei cambiamenti indotti dalla tecnologia e dalla nuove possibilità chirurgiche.
L'individuo post-moderno non identifica più la sua pelle con un confine che divide l'interno dall'esterno: questa non è più una linea che divide, ma una frontiera.
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Fra le "opere" che [[Orlan]] normalmente commercializza vi sono anche le videocassette delle riprese delle sue operazioni o i reperti organici che le operazioni stesse inevitabilmente producono e che, inseriti in appositi contenitori di varie dimensioni, lei chiama "reliquiari".  
Nel momento in cui si frappone tra le parti, le unisce nel segno del sincretico e dell'ibrido.
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E' del 21 novembre 1993 a New York la sua settima operazione chirurgica-performance nel corso della quale si è fatta apporre due impianti di silicone al lato della fronte, che creano così due visibili protuberanze simili a piccole corna.  
La pelle diventa una struttura porosa ove esternare e somatizzare i tratti interni dell'individuo; una pergamena su cui scrivere.
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Sembrerà strano, ma ci sono forti legami tra l'analisi della nostra società e il linguaggio della body-art; sfortunatamente, la banalizzazione delle pratiche riguardanti le modifiche corporali ha portato i grandi studiosi a distogliere lo sguardo da quest'aspetto.
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Anche il tatuaggio, il piercing rientrano nella categoria della body-art, ma bisogna fare attenzione a non generalizzare: non è detto che, se mi incido un banalissimo tribale sul collo, sono "esponente del movimento"...
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Solo mantenendo una buona cognizione di causa, possiamo tentare di far rientrare questi aspetti in un discorso artistico più ampio: forare, tatuare, incidere, scarnificare...sono pratiche che devono essere effettuate con coscienza, con consapevolezza del fatto che stiamo modificando un corpo che sempre di più si presta ad essere simile ad una tela, e come tale ad accogliere i nostri stati d'animo, le nostre passioni, le nostre impressioni.
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Inoltre non dobbiamo mai dimenticare che stiamo pescando a piene mani da tradizioni culturali altre dalla nostra: quelli che per noi possono essere solo dei particolari per attirare gli sguardi in discoteca (lo so che è avvilente, ma purtroppo è così..), per altri sono simboli socio-culturali o religiosi.
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Per esempio, l'espansione praticata al lobo dell'orecchio.
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Presso gli Xavantes, popolazione indigena che vive presso il Mato Grosso in Brasile (hanno anche collaborato con i [[Sepultura]] nell'album Roots), questa pratica è sinonimo di passaggio da un'età adolescenziale ad un'età adulta: solo dopo che sono stati penetrati, possono ritenersi uomini a tutti gli effetti e finalmente sposarsi.
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E' sicuramente inopportuno tentare una contestualizzazione di tutto ciò: sarebbe impossibile e non avrebbe alcun senso; dobbiamo, però, tentare di approfondire le conoscenze riguardo questi aspetti, per un nostro arricchimento personale e per un discorso di rispetto e solidarietà nei confronti degli altri popoli.
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====Storia e lineamenti dell'artista [[Orlan]]====
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[[Orlan]] è assurta a notorietà internazionale grazie ad alcune [[perfomance]] estreme, esibizioni che hanno collocato l'artista francese fra i protagonisti (se non all'avanguardia) di quella che viene definita arte post-organica o post-umana. Per capire la le punte estreme a cui il discorso estetico di Orlan è andato incontro basta sfogliare la voce dedicata a lei apparsa nel ''Dizionario del teatro e dello spettacolo'' pubblicato da ''Baldini e Castoldi'', in cui il suo lavoro viene così sintetizzato: " [[Orlan]] sta attuando su se stessa una metamorfosi fisica e di identità tra le più radicali e controverse nel panorama artistico contemporaneo.  
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Nata il 30 maggio 1947 a Saint-Etienne (Francia), [[Orlan]] ha insomma scelto come materiale per le sue [[performance]] non una qualche lega o metallo ma il suo stesso corpo, se stessa e la sua identità (salvo il fatto che [[Orlan]] contesta proprio il fatto che l'identità sia data dall'involucro-corpo).
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Dal maggio 1990 difatti si è sottoposta ad una serie di operazioni chirurgiche, dal titolo ''The Reincarnation of Saint Orlan'', con lo scopo di trasformarsi in un nuovo essere simile ai modelli classici come Venere, Diana, Europa, Psyche e Monna Lisa. [[Orlan]] rivendica in sostanza la possibilità di riprogettarsi oltre le imposizioni restrittive del controllo legale (uno dei problemi da affrontare è considerato da [[Orlan]] quello della propria identità giudiziaria e del cambiamento di registrazione all'anagrafe, che nel 1997 ha affrontato con la polizia danese) e di riflettere e far riflettere in modo problematico sugli orizzonti di cambiamento del mondo alla luce dei cambiamenti indotti dalla tecnologia e dalla nuove possibilità chirurgiche.  
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Di lei è stato detto che "combinando insieme l'iconografia barocca, la tecnologia medica e informatica, il teatro e le reti di comunicazione di massa, il suo lavoro sfida la concezione tradizionale di bellezza e il concetto occidentale di identità e alterità".
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E' del 21 novembre 1993 a New York la sua settima operazione chirurgica-performance nel corso della quale si è fatta apporre due impianti di silicone al lato della fronte, che creano così due visibili protuberanze simili a piccole corna. Fra le "opere" che [[Orlan]] normalmente commercializza vi sono anche le videocassette delle riprese delle sue operazioni o i reperti organici che le operazioni stesse inevitabilmente producono e che, inseriti in appositi contenitori di varie dimensioni, lei chiama "reliquiari".  
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[[Orlan]] ha iniziato le sue prime performances nel 1964, al principio con alcune bizzarre operazioni estetiche (come quella di misurare spazi cittadini con il suo corpo, facendosi cioè trascinare per terra. L'unità di misura inventata da lei era proprio in "orlan"). La sua prima performance chirurgica risale invece al 1978, un'operazione d'urgenza metodicamente filmata in video.
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Nel 1982 fonda "Art-Accès", la prima rivista d'arte contemporanea e di creazione presente su Minitel, la rete telematica francese presente su scala nazionale. Nel 1983 viene incaricata dal Ministère de la Culture di preparare un rapporto sull'Arte-Performance e nel 1984 insegna all'Ecole Nationale des Beaux-Arts de Dijon. Nel 1998 prepara (in collaborazione con Pierre Zovilé) delle fotografie con il computer e alcune installazioni video interattive a partire dalle trasformazioni del corpo presso i Maya e gli Olmechi.
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Artista ormai nota in tutto il mondo, le sue [[performance]] sono ormai sostenute anche dal Ministero francese della Cultura e da quello degli Affari Esteri.  
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==Correlazioni==  
 
==Correlazioni==  
[[Performance]], [[Videoart]], [[Happening]], [[Carnal Art]], [[Fotografia]].
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[[Performance]], [[Videoarte]], [[Happening]], [[Carnal Art]], [[Fotografia]].
 
    
 
    
 
==Bibliografia==  
 
==Bibliografia==  

Revisione 11:28, 18 Mag 2006

Genere o movimento artistico

Body art

Personaggi o Gruppi

Vito Acconci, Gina Pane, Hermann Nitsch, Rudolf Schwarzkogler, Günter Brus, Arnulf Rainer, Rebecca Horn, [[]], Gilbert & George, Dennis Oppenheim, Urs Lüthi, Chris Burden, Marcel Lì, Paul McCharty, Orlan, Stelarc, Matthew Barney, Luigi Ontani, Cindy Sherman, Bruce Nauman.

Luogo

Impossibile definire un luogo di nascita della body art, ma come tendenza essa si sviluppa come movimento internazionale, contemporaneamente sia negli Stati Uniti che in Europa durante gli anni sessanta.

Storia

Il primo esempio di body art, ovvero di intervento sul corpo dell’artista stesso per fini artistici può essere considerato Tonsura di Marcel Duchamp, mentre il carattere esibizionistico e spettacolare proprio della body art prosegue strade tracciate in ambito delle avanguardie dadaiste e futuriste di inizio Novecento, concetti successivamente ripresi negli anni cinquanta con gli happening. Negli anni cinquanta il contesto culturale è connotato da una particolare attenzione al tema della corporeità (la pratica teatrale del Living Theatre e Jerzy Grotowski, la musica di John Cage, la danza di Merce Cunningham, gli esperimenti Fluxus). In ambito neodadaista che Yves Klein, con le sue Antropometries a precorrere la body art, tingendo le sue modelle di blu e facendole appoggiare direttamente sulla tela per disegnare le impronte dei loro corpi, a cui si riallaccia anche l'opera di Piero Manzoni. Altri antecedenti della body art vengono rintracciati in parte nell’attività pittorica di Egon Schiele, specie nel gusto provocatorio e esibizionistico degli autoritratti, a cui probabilmente si rifà il filone austriaco degli artisti del Wiener Aktionismus, mentre Gillo Dorfles individua antecedenti in pratiche di culto e riti orientali: la sostanziale differenza che separa il bodyartista dal danzatore tribale è l’autonomia, l’individualizzazione delle operazioni attuali rispetto a quelle del passato, quasi sempre comunitarie. Negli anni sessanta esplode il fenomeno body art praticamente in tutto il mondo: negli Stati Uniti Vito Acconci e Chris Burden mettono in scena il dolore fisico e l’autolesionismo, così come in Europa Gina Pane sperimenta una nuova ricerca estetica tagliandosi con delle lamette e facendo scorrere il sangue rosso scarlatto sulla camicia bianca candida. In Austria il gruppo del Wiener Aktionismus, (Hermann Nitsch, Rudolf Schwarzkogler, Günter Brus, Arnulf Rainer), rifacendosi al teatro della crudeltà di Antonin Artaud, compiono performance iniziatiche e tribali dove si feriscono anche in modo grave (si dice che Schwarzkogler sia morto dissanguato proprio a seguito delle ferite riportate in una di queste performance). Günter Brus invece si fa arrestare dopo aver defecato sulla cattedra dell’aula magna dell’università. In Inghilterra, invece, Gilbert & George propongono un tipo di performance più fredda ed ironica, impersonificando due statue viventi e portando così agli estremi l’identificazione della vita dell’artista con l’opera d’arte. Questa tendenza cambia durante gli anni ottanta, quando le tecnologie cominciano ad interagire col corpo e si fa strada l’estetica del Cyberpunk. Marcel Lì contamina la carne con l’automazione robotica e pochi anni più tardi Stelarc sperimenta le Sospensioni con tiranti agganciati direttamente sul proprio corpo che lo sollevano da terra. Negli anni novanta lo stesso Stelarc punterà la sua ricerca sulla robotica e sulle protesi Cyborg, come nella performance La terza mano. Sempre in quegli anni Orlan, performer francese, scrive il manifesto della Carnal art e muta il suo corpo, in diretta planetaria tramite internet, sottoponendosi a svariati e paradossali interventi di chirurgia plastica.

Poetica

L’oggetto d’arte della body art è il corpo stesso, quasi sempre quello dell’artista che firma l’opera, anche se in questo caso è più corretto parlare di performance. Il bodyartista usa il proprio corpo come materiale e mezzo di espressione. Si esibisce in azioni, spesso difficoltose ed estreme, che sfruttano tutte le potenzialità espressive del corpo sottoponendolo a crudeltà per lo più di tipo sadomasochistico o a prove di resistenza, o ancora valorizzandone le capacità mimetiche con travestimenti. Solitamente le opere dei bodyartisti sono documentate da fotografie, video e registrazioni audio, ma anche testi, schizzi preparatori, note autografe, ecc. La durata della performance (pubblica o privata) non è solita a limiti temporali, ma spesso corrisponde con la capacità di resistenza dell’esecutore che esibisce il proprio corpo teatralizzando un'esperienza fisica, con un maggior gusto per la soluzione ad effetto, spesso provocando e mettendo in crisi il ruolo passivo dello spettatore. La body art è una pratica artistica che riflette, attraverso l’uso e l’abuso del corpo, sulla perdita dell’identità, sul bisogno non corrisposto d’amore degli esseri umani, sulla violenza intrinseca della nostra natura, celata sotto il perbenismo ipocrita della borghesia, sul dolore ineluttabile dell’esistenza umana, contro la logica del capitalismo, che impone un’estetica standardizzata e soprattutto vuole affrontare la morte attraverso la vita. Lea Vergine spiega nel suo celebre testo Body art e storie simili che le inclinazioni della body art hanno riscontro in tutte le patologie psichiche: la psicoanalisi e le sue scoperte quindi agiscono sull’arte e sull’artista come una forza sociale. Jean Paul Sartre In tempi più recenti, il termine body art è stato allargato (secondo alcuni in maniera non del tutto calzante) alle moderne tecniche di tatuaggio e di piercing, ove la pelle diventa una superficie analoga alla tela per esternare e somatizzare i tratti interni dell'individuo,una pergamena su cui scrivere.

Opere

Posizione di lettura per un’ustione di 2° grado di Dennis Oppenheim

Holograms di Bruce Nauman (1968). Mediante l’uso di ologrammi tridimensionali l’artista deforma e rende come mutante la rappresentazione del suo volto, che sembra diventare di cera, come innaturale. E’ uno dei primi esempi di tecnologia che va a mutare il corpo umano, anche se solo nella sua rappresentazione.

Trademarks di Vito Acconci (1970). Attraverso l’automutilazione, in questo caso infliggendosi dei morsi in tutto il corpo, l’artista mette in scena la crudeltà, il dolore, le ferite per scioccare il pubblico e coinvolgerlo emotivamente. Attraverso l’uso di telecamere e macchine fotografiche egli documenta la sua performance che potrà così essere esposta nel museo anche quando l’artista non è presente.

Azione n°45 di Hermann Nitsch (1974). Performance nella quale l’artista, di fronte al pubblico, si sottopone ad una sorta di autoflagellazione. Nel azionisti viennesi era molto importante la componente catartica e simbolica della performance. In questo caso l’intenzione è quella di regredire e di far regredire gli spettatori ad uno stato istintivo e animale dell’essere umano, attraverso la visione del sangue e delle ferite. Una sorta di purificazione mediante il dolore per riscoprire l’essenza stessa dell’essere umano.

Liberazione della voce di [[]] (1975). In quest’opera l’artista sembra voler dar sfogo, attraverso il grido, a tutte le repressioni e imposizioni della società contemporanea. La performance, fotografata, sembra essere la versione in body art del dipinto L’urlo di Edvard Munch, anche se in questo caso piuttosto che il disagio esistenziale sembra invece esprimere uno sfogo, un’esplosione contro tutto e contro tutti.

Imponderabilia di [[]] (1977). Insieme al compagno Ulay realizza una performance dove i due artisti si dispongono nudi, all’entrata di una galleria, costringendo il visitatore ad insinuarsi fra i due corpi.

Red Sculpture di Gilbert & George (1976). Questo duo di artisti si è sempre mosso in coppia, allestendo installazioni nelle quali essi stessi interpretavano le sculture viventi che abitavano tali environment. In questo caso, con le mani e la faccia dipinta, i due artisti si stagliano in uno sfondo monocolore rosso, rappresentando sia l’artista che l’opera d’arte stessa, essenza poetica di tutta l’estetica della body art.

The Reincarnation of Saint Orlan di Orlan. Dal maggio 1990 l'artista si è sottoposta ad una serie di operazioni chirurgiche, con lo scopo di trasformarsi in un nuovo essere simile ai modelli classici come Venere, Diana, Europa, Psyche e Monna Lisa. Orlan rivendica in sostanza la possibilità di riprogettarsi oltre le imposizioni restrittive del controllo legale (uno dei problemi da affrontare è considerato da Orlan quello della propria identità giudiziaria e del cambiamento di registrazione all'anagrafe, che nel 1997 ha affrontato con la polizia danese) e di riflettere e far riflettere in modo problematico sugli orizzonti di cambiamento del mondo alla luce dei cambiamenti indotti dalla tecnologia e dalla nuove possibilità chirurgiche. Fra le "opere" che Orlan normalmente commercializza vi sono anche le videocassette delle riprese delle sue operazioni o i reperti organici che le operazioni stesse inevitabilmente producono e che, inseriti in appositi contenitori di varie dimensioni, lei chiama "reliquiari". E' del 21 novembre 1993 a New York la sua settima operazione chirurgica-performance nel corso della quale si è fatta apporre due impianti di silicone al lato della fronte, che creano così due visibili protuberanze simili a piccole corna.

Correlazioni

Performance, Videoarte, Happening, Carnal Art, Fotografia.

Bibliografia

  • Lea Vergine, Il corpo come linguaggio, la Body-Art e storie simili, Skira, 1974.
  • Renato Barilli, Informale oggetto comportamento, Feltrinelli, 1979.
  • Jean Clair, Identità e alterità, Catalogo mostra biennale di Venezia 1995, Marsilio, 1995.
  • Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell’arte di oggi, Feltrinelli, 2005.
  • Lara Vinca Masini, Arte del Novecento, Giunti, 2003.
  • Mutazione e cyberpunk di Franco Berardi, 1994.
  • Barbara Rose, Is it art: Orlan and the trasgressive Act, in "Art in America", febbraio 1993.
  • A. Di Genova, Mi scolpisco con il bisturi, in "L'Espresso", n. 46, 1994.
  • Francesca Alfano Miglietti, Orlan, "Virus", n. 6, 1995.
  • Francesca Alfano Miglietti, Orlan, Milano, "Virus Production", 1996.
  • Teresa Macri, Il corpo postorganico, sconfinamenti della performance, ed. Costa & Nolan, Genova 1996.
  • Anna Tronche , Gina Pane , Actions, ed. Fall, Parigi, 1997.
  • P.L. Capucci, Il corpo tecnologico, Baskerville, Bologna 1994.

Webliografia

http://www.babelearte.it/glossario.asp?id=262

http://www.delteatro.it/hdoc/result_spett.asp?idspettacolo=6820

http://glossario-arte.pittart.com/bad-painting-bande-noire-biacca-bistro-body-bozzetto.htm

http://www.guzzardi.it/arte/pagine/correnti/bodyart.html

http://www.matura.it/enciclopedia/body_art.htm http://www.arkineos.it/rivista/Land%20Art/body_art.htm

http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=537&biografia=Orlan

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http://www.iniva.org/archive/person/590

http://www.pbs.org/art21/artists/nauman/index.html

http://www.ubs.com/4/artcollection/the-collection/a-z/nauman-bruce-131/index.html

http://www.stelarc.va.com.au/

http://www.nitsch.org/