Grifi Alberto: differenze tra le versioni
(→Opere) |
|||
Riga 1: | Riga 1: | ||
'''Grifi Alberto''' | '''Grifi Alberto''' | ||
− | + | ||
== Biografia == | == Biografia == | ||
Riga 67: | Riga 67: | ||
[[Categoria: scheda]] | [[Categoria: scheda]] | ||
+ | [[Categoria: opera di Grifi Alberto]] | ||
[[Categoria: 1938 d.C.]] | [[Categoria: 1938 d.C.]] | ||
[[Categoria: Roma]] | [[Categoria: Roma]] |
Revisione 14:21, 23 Mag 2009
Grifi Alberto
Biografia
Alberto Grifi, nato a Roma il 29 Maggio 1938, è considerato fra i primissimi autori del cosiddetto “Cinema sperimentale italiano”. È stato autore nel 1964, insieme a Gianfranco Baruchello, di “La verifica incerta”, un prodotto antesignano di Blob; ha rielaborato la lezione di Zavattini di cogliere la vita in diretta, girando Anna, film co-diretto con Massimo Sarchielli, nel 1973. La scelta di girare il film in video e, quindi, di abbattere enormemente i costi di realizzazione, sovverte l’idea di cinema classico, a favore dell’irruzione della vita vissuta nel meccanismo produttivo. Grifi è stato anche inventore di dispositivi cinematografici come il “vidigrafo”, una macchina che permette di trasferire le immagini dal nastro magnetico video alla pellicola e che fu utilizzato proprio per trascrivere su pellicola Anna, il primo film videografato in Italia. Nel 1978 Grifi, presso Il Naropa Institute (Boulder Colorado USA), collaborando con Costanzo Allione e Fernanda Pivano, ha lavorato ad un film sulla Beat Generation, con Allen Ginsburg, Gregory Corso, Timothy Leary, William Burroughs, Meredith Monk ed altri. Nel 1979 a Parigi realizza, sempre insieme a Gianfranco Baruchello, “Doux comme saveur”, videoregistarzioni con J. F. Lyotard, Klossowsky, Guattari, Cooper, Jouffroj. Durante gli anni ’80 ha lavorato, come tecnico salariato, per appalti Rai (Mixer e altre sigle) e per la cinematografia dell’industria negli USA, nel Sud America, in Africa, in Australia, nel Sud Est asiatico; nelle fogne di Hong Kong o negli scavi sotterranei per le centrali idroelettriche ai bordi dell’Amazzonia. Al Massachusetts Insitute of Technology degli Stati Uniti, ha fatto parte di un team di ricercatori per uno studio sulle interazioni fra immagine video e memorie elettroniche per l’analisi di attività sportive. Recentemente Grifi ha progettato e realizzato dei macchiari per la rigenerazione di nastri video girati negli anni ’70, per riuscire a salvare e tutelare più di cento ore di documenti che costituiscono la memoria storica delle lotte di quel periodo.
Opere
- Cristo ’63 (1963)
- La verifica incerta (1964)
- In viaggio con Patrizia (1966)
- No stop grammatica (1967)
- L’occhio è per così dire l’evoluzione biologica di una lacrima (1968)
- Orgonauti, evviva! (1970)
- Non soffiare nel narghilè (1970)
- A Saro crescono i capelli per amore (1970)
- Riuscirà Giordano Falzoni nel ruolo di principe azzurro munito di giochi ottici rotanti a restituire la voglia di vivere alla bella addormentata? (1971)
- Anna (1971)
- Vigilando reprimere (1972)
- Festival del proletariato giovanile a Parco Lambro (1976)
- Gli autoriduttori al Convegno di antipsichiatria di Milano (1976)
- Il manicomio (1977)
- Lia (1977)
- Il preteso corpo (1977)
- Non ci sono spine senza rose (1978)
- Michele alla ricerca della felicità (1978)
- Dinni e la normalina (1978)
- Doux comme saveur (1979)
- La nostra anima (1987)
- La prima volta che Zavattini provò a usare un videotape (1993)
- Leoncavallo, i giorni dello sgombero (1994)
- Addò sta Rossellini (1996)
- A proposito degli effetti speciali (2001)
- Urla mute (2002)
Sito Web
Bibliografia
- 1980, De Miro Ester, Il gergo inquieto: nuovi aspetti del cinema sperimentale europeo, Edizioni del Comune di Genova, Genova.
- 1999, Fadda Simonetta, Definizione zero. Origini della videoarte fra politica e comunicazione, Costa & Nolan, Genova.
- 2005, Pollini Luca, I Settanta. Gli anni che cambiarono l’Italia, Bevivino Editore, Milano.
Poetica
Il lavoro di Grifi si basa su una ricerca costante ed intensa di sperimentazione cinematografica, collocandosi all’interno di quell’acceso dibattito che prese corpo a metà degli anni settanta, sotto l’influenza dell’esperienza New American Cinema, e che vide contrapposti il cinema narrativo-rappresentativo-industriale e quello sperimentale. La ricerca del cinema sperimentale rivendica l’uso artigianale del mezzo e si ritaglia degli spazi autonomi rispetto ai larghi canali della distribuzione cinematografica. Nel lavoro di Grifi il sentire rivoluzionario è presente nel suo confrontarsi con la realtà come luogo di creazione permanente, avvertendo un coinvolgimento diretto del filmante nel filmato, eredità, quest’ultima, dello Zavattini teorico. Il video rappresentò per Grifi la possibilità di avvicinarsi ad una nuova dimensione sperimentale, attraversando la frontiera esistente fra le esigenze fisiche, che anche il cinema sperimentale possedeva, e le potenzialità inesplorate del nuovo mezzo; Anna, film del 1972, rappresentò il laboratorio di questo passaggio di codice. All’interno del fenomeno attivista italiano non può essere dimenticata l’esperienza alternativa di Grifi durante il Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro nel 1976. Il videoattivismo di Grifi è anche in questo caso riscontrabile nella sua concezione del mezzo video, attraverso il quale l’atto di registrare diventa espressione di un intervento diretto e stimolo per le persone a prendere posizione.