Usi Epressivi della lingua: differenze tra le versioni

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==Argomento== iconismo linguistico consonanti e valenze espressive
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Argomento: Usi espressivi della lingua
  
 
==Descrizione==
 
==Descrizione==
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L’uso delle iconiche del linguaggio si nota quando si ha l’attenzione sull’espressione invece che nel ruolo funzionalistico (discorso scientifico, legale, militare ecc.).
  
Ogni singola consonante ha valenze espressive scoperte dalle ricerche del fonosinbolismo.
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La parola, praticamente, deve essere “bella”, “pittorica”, “vivida”, che non costituisce solo un supporto al significato, ma di assumerlo cercando di essere un linguaggio estetico.  
  
Queste ricerche si basano:
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Questi possono essere:
  
-Sulla componente gestuale
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• Linguaggio poetico
  
-Le analisi fonetiche su elementi acustico-articolatori
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• Linguaggio persuasorio della pubblicità
  
-Le ricerche di laboratorio
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• Linguaggio della musica vocale
  
Si tiene conto delle relazioni come onomatopee, sinestesie sensoriali e cognitive.
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Iconismo e poesia
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Nella parola che si usa comunemente, conta poco la sua materialità, come in una moneta il suo aspetto, rispetto al suo valore.
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La poesia, in poche parole nega la visione funzionalistica e ne riscatta la materialità.
  
LE CONSONANTI OCCLUSIVE
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Il carattere autoriflessivo o autotelico del messaggio poetico accentua la sua attenzione sulla struttura dell’espressione.
  
Le consonanti occlusive sono articolate con una chiusura del tubo fonatorio, seguita da una forte uscita dell’aria.
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Sartre afferma che il poeta considera le parole come cose e non come segni.
Nella p/b le labbra si chiudono tra loro, t/d la lingua si appoggia sui denti, k/g la lingua si appoggia sul palato.
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La p/t/k sono sorde (si sonorizzano in laringe), b/d/g sono sonore (le corde vocali vibrano).
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Sono adatte a imitare suoni decisi e secchi (tac, patatrac, bum), usate specialmente nei fumetti le onomatopee pog, ciak, track.
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Quelle sonore imitano rumori più attutiti (borbottare, mugolare ecc.)e che risuonano nel tempo specie la G.
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Le sue dimensioni sensoriali la rendono adatta a:
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Se la parola è come una moneta per scambiare i pensieri, seguendo un’immagine di Raymond, il poeta  “intende pagare in natura”.
  
• Pressioni spinte: botto, tuono, palpito, tonfo, scoppio, sparo.
+
Nelle poesie di Fosco Maraini si trovano molti esempi di poesie che usano neologismi, sfruttando le valenze iconiche, la carica espressiva.
• Aggressività fisica e morale: contrasto, pravo, tormentare, torturare, strozzare.
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In esse si nota l’uso delle leggi espressive del fonosimbolismo.
• Insulti: arpia, bagascia, canchero, catorcio, cornuto, pervertito, vacca.
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• Fissità stabilità: stare ,statico, stanza, statua, sosta, stagnante.
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• Comando: dittatore, dispota, papa, comandante, conte, capo.
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Linguaggio iconico e musica
  
IL TIMBRO DEL SOFFIO
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I contenutisti, al contrario dei formalisti, attribuiscono alla sostanza musicale un valore semantico.
Le consonanti flicative o spiranti (S, Sc, F, V) si articolano tramite un restringimento del tubo fonatorio: l’aria è espulsa tramite le fessure (interstizi tra gli incisivi/denti/labbra), e assume un timbro spirante.
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Si crea un’occlusione tramite l’appoggio della lingua sulla zona “postalveolare” (c,g) o sugli alveoli (z) e l’aria viene espulsa in modo esplosivo, mentre la lingua si abbassa bruscamente.
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Le fricative e affricative hanno un suono continuo e prolungato.
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Le sue dimensioni sensoriali la rendono adatta a:
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• Soffi (f/v), sibili (s, sc, v,z, c, g): vento, folata, sbuffare, sibilo, fischio, fruscio, zirlare.
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• Leggerezza: vello, fiocco, lieve, farfalla, fumo, nuvola, profumo, volo.
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• Soffia di insofferenza: volubilità, vago, vano, volubile, finto, visionario, fantasma, fiaba, fisima
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• Disprezzo e vilipendio: beffa, infame, svilire, offesa, fetente, fesso, vile, volgare, verme.
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• Levigatezza velocità: liscio, viscido, saponoso, seta, veloce, svelto, fulmine, balzo.
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• Energia eccitazione: vivacità, zelo, frenesia, vivo, stuzzicare, zuffa, dissidio, feroce.
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• Dolce salato: zucchero, liquirizia, dolcezza, sale, soda, sidro, pasticcino,
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carattere, sfuggente, carattere, giocoso, strisciante, elusivo, spasso, grazioso.
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LE NASALI
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Come base dell’espressività, per quest’ultimi ci sono “schemi motori” attivati dai toni e ritmi musicali, con tratti analoghi al fonosimbolismo.
Sono simile alle occlusive nell’articolazione ma non hanno un’esplosione e una tensione muscolare perché non essendo chiuso il palato, l’aria fuoriesce dal naso.
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Le nasali imitano rumori rimbombanti.
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Si può fare l’esempio: dal corno con carattere centrifugo(occlusive) che disperde la gente all’esterno mentre la campana (nasali) attira la gente(centripeta).
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Sono adatte al suono che si propaga e finisce pian piano.
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Le sue dimensioni sensoriali la rendono adatta a:
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• Muggiti belati: muggire, grugnire, mormorio, mugolio, mugugno, annusare.
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Quindi l’incontro tra parola e musica è molto fecondo, quest’incontro si trova nel canto dove l’espressività della parole è potenziata dalla musica e dalla
• Oralità mangiare: merenda, ruminare, manna, marmellata, masticare.
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gestualità.
• Interiorità: intimo, interno, intrinseco, interiore.
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• Negazione: no, ma, né, niente, nulla, nemmeno, mai.
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• Gn e ng le: maligne, maligno, ghigno, vergogna, rogna, ripugnante.
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LATERALI
 
L è una costrittiva cioè viene (insieme alla R) articolata producendo occlusione non totale.
 
La punta della lingua è elevato in avanti verso gli alveoli.
 
il dorso della lingua rimane piatto al centro della bocca, la lingua è tesa meno nella R.
 
I margini della lingua fanno una costrizione contro i denti superiori.
 
Gl è invece dorsopalatale: la costrizione è della lingua contro il palato, avendo così un contatto più largo.
 
Le laterali hanno una caratteristica impressione sensoriale di liquidità.
 
Le sue dimensioni sensoriali la rendono adatta a:
 
  
• Molle: liscio, levigato, lima, pialla, ammollato, flessibile, velluto, flaccido.
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Iconismo e pubblicità
• Leggero: alto, lieve, alzare, elevare, sollevare, galleggiare, libellula, allegro, alleluja.
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Lo scopo del messaggio pubblicitario è quella persuasoria, che colpisce l’attenzione per farsi percepire sulle altre comunicazioni.
• Flussi: fluido, palude, lago, zampillo, linfa, plasma, colare, bollire, colla. 
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• Luminosità: brillo, abbagliare, luce, lucente, lucido, lucciola, luna, flash.
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• Dolcezza e femminilità: dolce, miele, lecca-lecca, leccare, amabile, gentile
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melmoso, lussuria, allettare, gentaglia, imbroglio, coglione, elusivo.
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Quindi fondamentale è cercare tutti gli artefici per rendere più allettante il messaggio.
  
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Le caratteristiche dei beni sono equivalenti, quindi il messaggio passa da tratti denotativi a connotativi e da razionali ad emotivi.
  
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Da argomenti logici sul prodotto si passa a sensazioni, forme iconiche dove la lingua crea nell’espressione stessa le caratteristiche di attrattività e fascino degli oggetti grazie a varie forme di iconismo verbale.
  
R: LA VIBRANTE
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Tra le tecniche per rendere più vicino il prodotto, l’abbreviare è un modo per rendere il prodotto più simpatico.
R è una costrittiva liquida vibrante sonora.
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Esempio:
La punta della lingua è sollevata verso gli alveolo, in cui ha contatti rapidissimi, intervallate da aperture per la fuoriuscita dell’aria.
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Pomì = marca di pomodori
Forte vibrazione, da luogo al suono vibrante.
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L’articolazione richiede energia , la lingua è tesa.
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Le sue dimensioni sensoriali la rendono adatta a:
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• Duro è ruvido: corazza, granito, crosta, cranio, ferro, tartaro, grezzo, irto, crespo.
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Per aumentare la qualità dell’oggetto, si usano superlativi, in modo che possa essere ancora piu desiderato…
• Fremiti e vibrazioni (in poesia è molto usato).
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Esempio: Piacere extralarge, Tutti extra, Extra sexy, Extra sicura, extra soft,  
• Personalità burbere e scostanti: aspro, agro, crudele, ritroso, frigido, freddo, rozzo.
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extra sensation, extraordinaria, extra successo ecc…
• Movimenti violenti e fremiti:  roteare, tornante, torcere, spirale, piroetta, torchio, turbine.
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• Freddo rabbia e paura : adirarsi, ira, irritazione, furore, guerra, fremito, trepidare, orrido.
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• Mascolinità: ruvido, duro, pesante, pronuncia di r meccanismi dell’erezione
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Amor carnale in opposizione all’amor sacro della L attribuito alla femminilità
 
  
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[[Image: mas.jpg  |center|frame|Cantine Maschio]]
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Nel nome del prodotto si usano parole che riprendono, in modo iconico verbale o tramite onomatopee, le sue caratteristiche.
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Volvo, crostatine, clic-clac.
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O Verbo-visivi con icone marginali o che invadono l’intera parola.
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==Bibliografia==
 
==Bibliografia==
Fernando Dogana Le parole dell’Incanto FrancoAngeli Editore
+
Fernando Dogana Le parole dell’Incanto Franco Angeli Editore
Segno-parola e segno-frase, in F. Albano Leoni et alii (a cura di), Ai limiti del linguaggio. Vaghezza, significato e storia, Laterza, Roma-Bari 1998, pp. 111-125
+
Arnheim, R. (1986b) Linguaggio, immagine e poesia concreta, in R. Arnheim, Intuizione e intelletto, tr. it. Feltrinelli, Milano 1987, pp. 112-124.
G. BASILE, 2001, Le parole nella mente. Relazioni semantiche e struttura del lessico, Milano, Franco Angeli.
+
F. Dogana, Suono e Senso. Fondamenti Empirici del Simbolismo Fonetico, Angeli 1988
I. CHIARI, 2002, Ridondanza e linguaggio. Un principio costitutivo delle lingue, Prefazione di T. DE MAURO, Roma, Carocci.
+
Giovanni Pozzi La  Parola dipinta Adelphi - Collana: Ramo d'oro
 +
Paola Desideri La pubblicità tra lingua e icona, Ancona, Humana Editrice, 1996, pp. 163.  
 +
N. CHOMSKY, 1994, Il potere dei media, Firenze, Vallecchi.
 +
G. AMBROSIO, 2002, Siamo quel che diciamo. Il pensiero di qualità in pubblicità, Roma Meltemi.
 +
“Linguaggio, regole e pubblicità”, in Forme e linguaggi della filosofia. Scritti per Filippo Costa, a c. di N. De Domenico et al., Dipartimento di Filosofia, Storia e Critica dei Saperi, Palermo 1999, pp. 371-398.
 +
 
  
  
 
==Webliografia==
 
==Webliografia==
siba2.unile.it/ese/issues/6/197/PsychvVn8p13.pdf
+
www.associazionesemiotica.it/ eventi/eventi_v_d_no_relatore.php?recordID=77 - 26k –
jekyll.sissa.it/jekyll_comm/commenti/commenti04_02.htm - 28k
+
http://www.interculturemap.org/IT/education/analyses_education.php?analyses_id=34
www.aniat.org/.../Archivio_Universit%E0_file/ Anno_accademico_2002-2003_file/Psicologia%20generale.doc
+
http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_12/interventi/5016.shtml
http://siba2.unile.it/ese/issues/6/63/PsychvIIIn4-5p57.pdf
+
www.lettere.unipa.it/campusblog/ media/1/tacchiaspillo.pdf
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http://scienzecognitive.unime.it/filling/pubblicazioni.html

Revisione 02:56, 9 Mar 2007

Argomento: Usi espressivi della lingua

Descrizione

L’uso delle iconiche del linguaggio si nota quando si ha l’attenzione sull’espressione invece che nel ruolo funzionalistico (discorso scientifico, legale, militare ecc.).

La parola, praticamente, deve essere “bella”, “pittorica”, “vivida”, che non costituisce solo un supporto al significato, ma di assumerlo cercando di essere un linguaggio estetico.

Questi possono essere:

• Linguaggio poetico

• Linguaggio persuasorio della pubblicità

• Linguaggio della musica vocale

Iconismo e poesia Nella parola che si usa comunemente, conta poco la sua materialità, come in una moneta il suo aspetto, rispetto al suo valore. La poesia, in poche parole nega la visione funzionalistica e ne riscatta la materialità.

Il carattere autoriflessivo o autotelico del messaggio poetico accentua la sua attenzione sulla struttura dell’espressione.

Sartre afferma che il poeta considera le parole come cose e non come segni.

Se la parola è come una moneta per scambiare i pensieri, seguendo un’immagine di Raymond, il poeta “intende pagare in natura”.

Nelle poesie di Fosco Maraini si trovano molti esempi di poesie che usano neologismi, sfruttando le valenze iconiche, la carica espressiva. In esse si nota l’uso delle leggi espressive del fonosimbolismo.

Linguaggio iconico e musica

I contenutisti, al contrario dei formalisti, attribuiscono alla sostanza musicale un valore semantico.

Come base dell’espressività, per quest’ultimi ci sono “schemi motori” attivati dai toni e ritmi musicali, con tratti analoghi al fonosimbolismo.

Quindi l’incontro tra parola e musica è molto fecondo, quest’incontro si trova nel canto dove l’espressività della parole è potenziata dalla musica e dalla gestualità.


Iconismo e pubblicità Lo scopo del messaggio pubblicitario è quella persuasoria, che colpisce l’attenzione per farsi percepire sulle altre comunicazioni.

Quindi fondamentale è cercare tutti gli artefici per rendere più allettante il messaggio.

Le caratteristiche dei beni sono equivalenti, quindi il messaggio passa da tratti denotativi a connotativi e da razionali ad emotivi.

Da argomenti logici sul prodotto si passa a sensazioni, forme iconiche dove la lingua crea nell’espressione stessa le caratteristiche di attrattività e fascino degli oggetti grazie a varie forme di iconismo verbale.

Tra le tecniche per rendere più vicino il prodotto, l’abbreviare è un modo per rendere il prodotto più simpatico. Esempio: Pomì = marca di pomodori

Per aumentare la qualità dell’oggetto, si usano superlativi, in modo che possa essere ancora piu desiderato… Esempio: Piacere extralarge, Tutti extra, Extra sexy, Extra sicura, extra soft, extra sensation, extraordinaria, extra successo ecc…



Cantine Maschio







Nel nome del prodotto si usano parole che riprendono, in modo iconico verbale o tramite onomatopee, le sue caratteristiche. Volvo, crostatine, clic-clac. O Verbo-visivi con icone marginali o che invadono l’intera parola.



Bibliografia

Fernando Dogana Le parole dell’Incanto Franco Angeli Editore Arnheim, R. (1986b) Linguaggio, immagine e poesia concreta, in R. Arnheim, Intuizione e intelletto, tr. it. Feltrinelli, Milano 1987, pp. 112-124. F. Dogana, Suono e Senso. Fondamenti Empirici del Simbolismo Fonetico, Angeli 1988 Giovanni Pozzi La Parola dipinta Adelphi - Collana: Ramo d'oro Paola Desideri La pubblicità tra lingua e icona, Ancona, Humana Editrice, 1996, pp. 163. N. CHOMSKY, 1994, Il potere dei media, Firenze, Vallecchi. G. AMBROSIO, 2002, Siamo quel che diciamo. Il pensiero di qualità in pubblicità, Roma Meltemi. “Linguaggio, regole e pubblicità”, in Forme e linguaggi della filosofia. Scritti per Filippo Costa, a c. di N. De Domenico et al., Dipartimento di Filosofia, Storia e Critica dei Saperi, Palermo 1999, pp. 371-398.


Webliografia

www.associazionesemiotica.it/ eventi/eventi_v_d_no_relatore.php?recordID=77 - 26k – http://www.interculturemap.org/IT/education/analyses_education.php?analyses_id=34 http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_12/interventi/5016.shtml www.lettere.unipa.it/campusblog/ media/1/tacchiaspillo.pdf http://scienzecognitive.unime.it/filling/pubblicazioni.html