New Age Mutant Ninja Hackers: Reading Mondo 2000: differenze tra le versioni

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Revisione 17:18, 16 Giu 2008

Autore:

Vivian Sobchack

Tratto da:

Flame Wars: The Discourse of Cyberculture, ed. Mark Dery (Durham: Duke University Press, 1995): 11-28.

Titolo Originale:

New Age Mutant Ninja Hackers: Reading Mondo 2000

Anno:

1994

Hacker Ninja Mutanti della New Age:Lettura di Mondo 2000:

Vivian Sobchack insegna “Film e Televisione” presso l’Università della California, Los Angels, ed è autrice di An Introduction to Film (Addison-Wesley, 1998) e Address of the Eye: A Phenomenology of Film Experience (Princeton, 1992). In questo saggio molto citato, Sobchack esamina le contraddizioni culturali proprie dell’utopia della nuova età dell’informazione, come è stato illustrato nella prima rivista di cyber-cultura Mondo 2000.

All’inizio del 1991, Artforum International mi chiese di scrivere un breve saggio nel quale “dare un senso” a Mondo 2000 – una strana ma rovente nuova rivista che iniziò il suo cammino da Berkeley, California . Ad una prima lettura, M2 sembrò, in qualche modo, importante per il suo slancio utopico verso un futuro user-friendly di un modo di vivere migliore non soltanto attraverso la chimica disponibile dagli anni ’60, ma anche attraverso un uso personale del computer, le bio e nanotecnologie, le realtà virtuali, e un’imperterrita dedizione al consumismo. Co-fondato nel 1989 da “domineditrix” Quenn Mu (a.k.a. Alison Kennedy) e dal caporedattore R. U. Sirius (a.k.a. Ken Goffman), M2 venne creato da due precedenti pubblicazioni “underground” – High Frontiers (un “giornale futuristico di scienza psichedelica, potenziale umano, irriverenza e arte moderna”) e Reality Hackers (con gli stessi argomenti) – e, a quel tempo, aveva pubblicato solo 3 numeri .


Surfing the Edge: Prima Fase di una Nuova Frontiera

Dopo aver proclamato la propria posizione come una “surfing“ del “New Edge” di una formazione sociale nuova e configurata elettronicamente, chiamata “cybercultura”, M2 raddoppiò i suoi lettori “mondoidi” (soprattutto maschili) e li invitò a perlustrare paesaggi di dati, attraversare distanze elettroniche, a far fare l’hip-hop ai loro portatili, villeggiare nella realtà virtuale, cenare a base di cibi progettati, abbandonarsi ai synchroenergizer e liberarsi con droghe intelligenti garantite per migliorare i loro cervelli e le loro vite sessuali. Ecco, è importante rimarcare che M2 provoca quel genere di prosa Io ho scritto e tu devi solo leggere, e pone un reale dilemma per gli studenti che potrebbero avere il coraggio di analizzarlo e/o criticarlo. Da una parte, lo stile accademico sarebbe irrisorio e ironicamente ai ferri corti con la tecno-follia che afferma di seguire, dall’altra, mantiene uno stile più vernacolare che si avvicina all’uso mimetico di allitterazioni, iperboli, “hipness”, e, il peggiore tra tutti, quello che può essere chiamato la “prosa bit” – in breve, scimmiottando ironicamente le semplici indulgenze proprie di M2 allo stesso tempo dovrebbe prenderle in considerazione. Con la costruzione di questo “doppio legame”, M2 sta esattamente al sicuro, all’interno del recinto del postmoderno, coprendosi il suo sedere post moderno, usando l’ironia non solo per retrocedere da una responsabilità troppo impegnativa per la propria posizione, ma anche per scardinare i motivi per i quali potrebbe essere criticata. Infatti, la prosa di M2 è quasi sempre consapevolmente ironica, spesso modesta o frenetica, e perfino arguta alle volte. Gli articoli e le interviste nei primi 3 numeri avevano titoli come “Hyperweb: 21st Century Media”, “High Tech High Life – William Gibson & Timothy Leary in Conversationn”, “ A Man & His Dog: Cryonics Today”, “Cyberspace 1999: The Shell, the Image and Now the Meat”, “Some Good Things to Say about Computer Viruses”, “Hip Hop as Cyber Apocalypse”, “ATM’s & the Rise of the Hacher Leisure Class”, “Teledildonics: Reach Out and Touch Someone”, “Covert Design & Holographic Clothing: A Look at 21st Century Fashion”, e “Designer Beings: In Conversation with Durk Pearson & Sandy Shaw”(regolari collaboratori che vendono “cibi di design” e, come sostiene la rivista, parlano di “salvarsi la pelle” e in ultimo di “agenti che aumentano l’intelligenza”). Assieme a William Gibson (autore di Neuromante, romanzo di fantascienza fondamentale per il cyberpunk) e all’immutabile Timothy Leary come guru del Nuovo Limite di M2, c’erano Jaron Lanier (promotore dei sistemi di realtà virtuale), lo scrittore di fantascienza Bruce Sterling, John Shirley, Rudy Rucker, e Vernor Vinge, il singolare William Burroughs, John Perry Barlow (un ex scrittore di testi per i Grateful Dead, sostenitore della “frontiera elettronica”, e maggior supporter del partito Repubblicano), e una varietà di eroi assortiti e (in quantità minore) di eroine che hanno – presumibilmente per la causa del populismo democratico – hackerato, crackato, e phone-phreaked durante il loro percorso nei paesaggi di dati controllati dalle aziende e hanno trovato giusto rendere (e ricevere) informazione libera. Oltre agli editoriali, agli articoli, alle rubriche, alle interviste, e alle illustrazioni c’era una straordinaria collezione di inserzioni pubblicitarie, sia riguardo la New Age che il New Edge. In vendita c’erano libri assortiti (per lo più di Leary e John Lilly), audiocassette (“Musica Frattale”, che consente di “sentire gli inafferrabili misteri della geometria frattale con le vostre orecchie!” e la “DNA Suite: Musica della doppia spirale” che risponde alla domanda “Quale è il suono del codice genetico?”) e video (“Thinking Allowed” collezione di “conversazioni intime e dettagliate con scrittori, professori ed esploratori dei massimi confini di conoscenza & scoperta, condotto dal Dr. Jeffrey Mishlove”). Si possono anche comprare programmi per computer e CD-ROM (uno contenente il Whole Earth Catalogue), una moderna poltrona Flogiston stile Danese (“per volare nel cyberspazio”), le T-shirt di Mondo 2000, e il già citato “SynchroENERGIZER” (un “un bilanciatore per il cervello gestito da computer high tech” le cui cuffie e occhiali protettivi procurano “una salutare alternativa alle droghe degli anni ’90 per il trattamento di stress, dolore, dipendenze, e esaurimento”). C’erano pubblicità di coperte di energia orgonica, rilevatori di UFO, OxyHigh, OxyVital e OxyBliss (“Fatti di ossigeno”), Odwalla “spremuta per gli umani” (reclamizzato con “ Fresco Succo Cinetico”), e sorprendentemente non fuori luogo, malgrado il suo legame con l’accademia di studio, The Telephone Book di Avital Ronell (pubblicizzato dall’Università della Stampa del Nebraska con lo slogan in grassetto: “E’ per te”). E, infine, sebbene la copertina dei primi tre numeri che mi erano state date erano meno patinate di quello che poi sarebbero diventate dopo, sin dagli inizi tendevano a illustrare teste di donne fluttuanti in qualche parte nell’etere di una polluzione notturna. Cosa si voleva rappresentare? Cosa si stava veramente vendendo? E, una altrettanto significativa domanda, non formulata a quel tempo e sulla quale eventualmente ritornerò: perché c’era l’Artforum e io rimasi così affascinata da questa Folle rivista per tecnofili? Infatti, il primo editoriale, scritto da Queen Mu e R.U. Sirius e che vale la pena di citare nella sua interezza, fu un imbarazzante grido di guerra adolescenziale, quasi commovente nella sua estrema generalizzazione, ma ricco di bramosia utopistica:

Mondo 2000 è qui per coprire il massimo limite nell’hypercultura. Ti porteremo le ultimissime forme mutazionali di interazione (uomo/macchina) quando accadono. Stiamo parlando del Cyber-Chautauqua: che porta la cyber cultura alla gente. Moduli di consapevolezza artificiale. Musica visiva. Riviste Vidscan. Tecnologie che aumentano la capacità intellettuale. La Matrice del Cyberspazio di William Gibson – completamente realizzata. Le nostre sentinelle sono li fuori al confine che percepiscono la brezza e, indovina cosa? Tutti i vecchi cavalli da guerra sono morti. L’Eco-fondamentalismo è finito, la teoria della cospirazione è démodé, lo droghe sono obsolete. C’è una nuova ventata apocalittica che attraversa la terra. Una consapevolezza generale che stiamo vivendo in una congiuntura molto speciale nell’evoluzione della specie. Tornando agli anni ’60, il fratello di Carly Simon scrisse un libro intitolato What to do Until the Apolalypse Comes. Parlava di un ritorno alla terra, di coltivazioni di tuberi e di semi di soia, di lampade da lettura ad olio. Possibilità piccole e finite. Era noioso! Tuttavia l’innocenza pagana e l’idealismo che erano i resti degli anni ’60 continuano ad esercitare il proprio fascino sui ragazzi di oggi. Guarda i vecchi spezzoni di Woodstock e ti domanderai: dove sono andati tutti quegli occhi sgranati, estasiati, e i giovani dagli orgasmi rumorosi? Stanno tutti attraversando la terra, dormienti come le piante perenni profondamente interrate. Ma i loro nucleotidi mutati ci hanno dato una intera nuova generazione di pungenti, mutanti e superbrillanti giovani e in loro dobbiamo riporre la nostra fede – e forza. Il cybernet è pronto. Se la fusione è reale, lo scopriremo velocemente. La vecchia élite dell’informazione si sta sbriciolando. I ragazzi sono al controllo. La rivista parla di cosa bisogna fare prima dell’arrivo del millennio. Stiamo parlando di Possibilità Totali. Assalti radicali ai limiti della biologia, della gravità e del tempo. La fine della Scarsezza Artificiale. La nascita di un nuovo umanesimo. Tecnologia di alto profilo per un accrescimento personale, divertimento e giochi. Flettere quelle sinapsi! Alimentare i neuro-peptidi! Far giungere in uno stato di beatitudine le nostre normali sveglie coscienze. Diventare l’Angelo Bionico. Ma queste cose diventeranno più strane prima di diventare migliori. La rottura prima dell’estasi. Uno scompiglio sociale ed economico che farà somigliare la rottura degli anni ’80 ad un campo estivo. Dunque, come nelle parole dell’immortale Rudy Rucher, “ Hang ten on the edge” perché gli anni ’90 saranno proprio una passeggiata.

In accordo con il suo impegno capriccioso, tuttavia, nei successivi numeri il pathos ha lasciato spazio ad un ironica consapevolezza di se stessi e a una posizione apparentemente più dura di impegno politico virtuale. Il secondo editoriale di M2 si allinea non solo con la lotta contro l’AIDS e gli eco-fondamentalisti neo - Luddisti (mentre si annunciavano i piani per la questione futura “Earth Also”), ma celebrò anche la seduzione dei Soviets con “l’ipercapitalismo del consumo a ruota libera” e promosse di salvare sia “noi stessi che i nostri compagni dell’Est da un 21esimo Secolo legalistico, fatto di megacorporazioni, one-world, pace sulla terra” attraverso un eccesso nel “cinismo” consentito dalla “cyber decadenza”. Infatti, nella chiara promozione di M2 del suon consumismo High-tech non c’era pathos, nessun desiderio commovente e generalizzato, ma piuttosto una mutata forma di cinismo:

Chiamala un polluzione iper-hip, ma l’industria tecnologica dell’informazione e della comunicazione esige un nuovo consumatore attivo oppure andrà in stallo… Questa è una delle ragioni per cui stiamo accrescendo i miti di una realtà hacker sofisticata, altamente complessa, una corsia veloce / in tempo reale, intelligente, attiva e creativa…. Una nazione di persone che stanno sempre davanti alla TV (senza menzionare gli amareggiati bigotti/moralistici radicali) non richiederà di accedere alla prossima generazione dell’estensione dell’uomo.

Parte del fascino esercitato da M2 emerge da questa forma mutevole, un “morphing” politico e tonale, dall’abile manovra con cui scioglie l’essenziale ambivalenza del desiderio mondoide. Proprio per questo è particolarmente significativo che i primi 2 editoriali siano in una tale contraria relazione tonale l’un l’altro, e che motivino l’utopismo del primo con il cinismo del secondo rendendo il cinismo stesso utopistico. Questo è, allora, un cinismo ottimistico. Leggendo M2, si può pensare di vivere nel migliore di tutti i mondi possibili, o, magari, più precisamente, di vivere meglio solo nei mondi possibili. L’ambivalenza di desiderio di M2, la sua nostalgia per le reali possibilità e l’impegno del passato (gli anni ’60), e la sua bramosia per una reale (piuttosto che virtuale) esperienza di un presente altamente mediato è coerente con una cosmologia del futuro particolarmente contraddittoria. Questa cosmologia determina l’alta - tecnofilia del New Age con il naturalismo, lo spiritualismo, e l’edonismo della New Age e del naturalismo, spiritualismo ed edonismo di “tutto il mondo”. Implicitamente risolve l’azione politica di “guerriglia” contro culturale e la consapevolezza sociale degli anni ‘60 con un movimento libertario particolarmente privilegiato, egoista, orientato al consumo, e tecnologicamente dipendente. Nascondendosi sotto la parvenza di populismo, le politiche di liberazione propagandate nelle pagine di M2 sono il materiale di un romantico, spavaldo, irresponsabile individualismo che riempie i sogni dei “mondoidi” che, durante il giorno, seduti davanti ad un computer lavorano per (e diventano) la società America. La Vendetta dei Nerds è che hanno trovato il modo per mostrarsi a noi (particolarmente quelli tra noi affascinati da, ma generalmente ignoranti di, elettronica) sexy, di moda, ed eroici, come Hacker Ninja Mutanti della New Age (il nome che ho dato loro nella mia colonna di Artforum). Focalizzandosi sull’elettronica, su forme quasi - disincarnate di cinesi (un viaggio “sicuro” senza lasciare la vostra scrivania), sull’ interazione (socialità “sicura” senza aver svelato la vostra identità o il “vero nome” ) e sull’ erotismo (sesso “sicuro” senza il rischio di uno scambio di liquidi corporei) il desiderio ambivalente degli Hacker Ninja Mutanti della New Age di essere potente, eroico, impegnati, e ancora sicuro all’ interno del suo (computer) li condurrà verso un contraddittorio modo di essere che si può definire come un autismo interattivo. (Questo modo di essere è rappresentato brevemente, ma in modo illuminante nella famosa scena di sesso nella “realtà virtuale” del “Tagliaerbe” del 1992: mentre nello spazio virtuale si manifesta incredibilmente un rapporto sessuale di coppia completo, i 2 protagonisti sono visti fisicamente separati nel “reale” spazio del laboratorio, mentre si abbracciano e si prendono cura dei loro stessi corpi fatti di dati). E’ molto sorprendente che M2 privilegi la realtà virtuale e tutto quello che ad essa è collegato – sesso virtuale (Teledildonics), politica virtuale (che non sembra coinvolgere il mondo giornaliero tranne che per la sua assenza), e comunità virtuale (una gerarchia di hacker, crackers e phreakers). Mondo 2000 si concentra sull’unione cibernetica di carbone e silicio, un feedback interattivo e continuo di esseri biologici e tecnologici ottenuti attraverso il computer. La sua raison d'être è la celebrazione tecno erotica della realtà da trovare sul lato estremo dello schermo del computer e nelle “reti neuronali” di una “liberata”, disincarnata, computerizzata e tuttavia sensata consapevolezza. Questa realtà e questa consapevolezza, costituite elettronicamente e ottenute attraverso varie protesi che connettono i sensori umani in una comunione interattiva con il computer, così che l’utente trascenda – e, fin troppo spesso in questo contesto, elide – non soltanto il suo essere in un corpo umano imperfetto, ma anche il mondo imperfetto che noi tutti “realmente” e materialmente creiamo e fisicamente abitiamo. Nella migliore delle ipotesi, gli incontri nella realtà virtuale e nel cyberspace promossi da M2 sono video games in cui si può perdere senza una reale sconfitta. Nella peggiore, invece, promettono falsamente un nuovo Eden per i cyborg Adamo ed Eva – partecipanti entusiasti in qualche in (versione) computerizzata e simulata del movimento del Back to the Earth.


L’avanguardia: liberarsi della carne

Sebbene sappia di aver trattato qualcosa di piuttosto reazionario e perciò distante, è necessario affermare che la trasformazione “finale” della soggettività umana così come è iniziata con la tecnosfera elettronica non è necessariamente negativa nelle sue conseguenze e implicazioni. Accadono cose interessanti quando l’identità può rappresentare se stessa, per certi versi, come liberata da, per esempio, categorie normative di genere e razza. (Sebbene abbia in seguito temperato il suo entusiasmo iniziale, Donna Haraway indicò queste e altre possibilità di liberazione nel suo articolo fondamentale “Manifesto Cyborg” ). Comunque, anche in questa prima fase di sviluppo, le vari formazioni del cyberspazio e della realtà virtuale non soltanto forniscono romanzi ludici e piaceri estetici, ma ha anche usi funzionali. I mondi simulati stimolano architetti, ricercatori medici, e l’aviazione militare. Dalle ATM e dai più grandi network bancari elettronici fino al codice a barre e al mio caro Powerbook, il datascape è (e lo sarà per un po’ di tempo) così “reale” – altrimenti, come sostiene M2, più “reale” – dello spazio fisico occupato dal mio corpo. Infatti, altrove, ho discusso ampiamente (da una prospettiva fenomenologica) Il fatto che il significato esperito di spazio, tempo, e soggettività sono stati radicalmente alterati della tecnologia elettronica in un esperienza che può essere descritta, e non può essere negata . Ciononostante l’emergenza di una subcultura celebrativa (e generalmente economicamente privilegiata), rappresentata dalla costante liberazione di M2 nei paesaggi di dati e nei mondi virtuali mi sembra il segno di un tentativo, potenzialmente pericoloso e terribilmente mal calcolato di eludere le condizioni materiali e le politiche specifiche (oso dire, in questo contesto, la “reale” realtà?) che ha un impatto sull’attuale frammentazione sociale della cultura Americana, la moralità essenziale del corpo, e la crescente fragilità del pianeta. Piuttosto che scoprire la gravità (e vulnerabilità) del corpo umano e la finitezza della terra fornendo il materiale base per la responsabilità etica in un mondo altamente tecnologizzato, gli Hacker Ninja Mutanti della New Age guarderanno verso lo “scaricare” la loro coscienza nel computer, verso il lasciarsi alle spalle i loro corpi obsoleti (ora sprezzantemente chiamati “carne” e “oggetti umidi”), e abitando i paesaggi di dati, o come informazioni completamente disincarnate o come un cyborg della New Age/New Edge invulnerabile, invincibile e immortale con il corpo di Arnold Schwarzenegger (e, per quanto riguarda ciò, anche con la sua politica). Scritte in un momento storico in cui i corpi affamati o morti dei bambini Somali e quelli emaciati o uccisi dalla guerra civile della Bosnia riempiono gli schermi delle nostre televisioni e i corpi dei profughi riempiono le nostre strade, è comprensibile ed estremamente inquietante che, la celebrazione apparentemente utopica di M2 delle possibilità liberatorie della nuova frontiera elettronica promuova un sogno estasiato di disincarnazione. Questa è alienazione sollevata al livello di estasi: ”Un essere spodestato”. E’ anche una fantasia apolitica di evasione. Considerazioni storiche della realtà virtuale ci dicono che uno degli slogan del progetto iniziale era “La realtà non è più sufficiente”, ma considerazioni psicoanalitiche ci vogliono più probabilmente dire che lo slogan dovrebbe essere letto nella sua forma inversa – che è, “La realtà ora è troppa ”. Da qui l’ambivalenza del desiderio dei mondoidi. In un momento culturale in cui le coordinate temporali sono orientate verso la computazione tecnologica piuttosto che verso i ritmi del corpo umano, e le coordinate spaziali hanno un piccolo significato per quel corpo, oltre la sua breve occupazione fisica di un “qui”, in un momento culturale in cui vivere è percepito come un rischio troppo alto e troppe informazioni da contenere e per sopravvivere, sia per il corpo che per la mente, dobbiamo stupirci del desiderio di trascendere la gravità della nostra situazione e sfuggire dai luoghi e chi siamo? E’ rilevante che uno dei più intelligenti articoli dei primi numeri di M2, filosoficamente intitolato “Essere in nullità”, ci racconta delle ultime vie di fuga: “Niente può essere più disincarnato o insensato del…cyerspazio. E’ come avere tutto amputato”. Questo è una cosa pericolosa – la cosa di cui sono fatti i sogni (e che li soffoca). Infatti, M2 è eccessivamente – e apparentemente in modo indiscriminato – orgogliosa di essere pericolosa, tanto che, a partire dal 4° numero, citò le precedenti frasi come un “venite” ai potenziali abbonati. Haraway, autrice del suddetto “Manifesto Cyborg” ha recentemente riconosciuto i tipi di impulsi (dis)incarnati dalla sottocultura di M2. In un intervista nel Social Text, mette in guardia contro il cyborgism in quanto si inserisce in una pericolosa forma di olismo:

qualsiasi movimento trascendentale è funesto; produce morte, attraverso la paura di esso. Questi movimenti olistici e trascendentali promettono una via di uscita dalla storia , un modo di prendere parte agli scherzi di Dio. Un modo di negare la mortalità… Nonostante un tipo di minaccia per l’intera terra, prodotta da così tanti ambienti, è chiaro che c’è un crisi storica… Un qualche senso profondo, ineluttabile di fragilità della vita che stiamo conducendo – poiché noi veramente moriamo, e ci feriamo l’un l’altro, che la terra è realmente finita, che non c’è nessun altro pianeta al di fuori di quello che noi conosciamo e sul quale possiamo vivere, che la velocità di fuga è una fantasia mortale .

Il discorso di M2 su un olistico cyborg è perciò profondamente ambivalente riguardo l’(inter) faccia tecnologica del (movimento) Hacker Ninja Mutanti della New Age. I suoi eccessi pericolosi sono costituiti da ciò che il filosofo Don Ihde, in Tencology and lifeworld: from garden to earth, riconosce come il doppio desiderio che esiste nelle nostre relazioni con qualsiasi tecnologia che estende i nostri sensi corporei e, di conseguenza, le nostre percezioni – siano essi occhiali o microscopi, fotocamera o computer. Nel descrivere questo doppio desiderio, Ihde ci dice che esso

è desiderio di una totale trasparenza, totale incarnazione, di una tecnologia che “diventa me” realmente. Essendo ciò possibile, vorrebbe essere equivalente a quel non essere tecnologia, per una totale trasparenza vorrebbe essere il mio corpo e i miei sensi; io desidero il faccia a faccia, di cui farei esperienza senza tecnologia. Ma questo è solo un lato del desiderio. L’altro lato è il desiderio è di avere la potenza, la trasformazione che la tecnologia rende possibile. Soltanto utilizzando la tecnologia la mia potenza corporea è migliorata e ingrandita attraverso la velocità, attraverso la distanza, o in qualunque altro modo in cui le tecnologie cambiano le mie capacità. Queste capacità sono sempre differenti dalle mie nude capacità. Il desiderio è, al meglio, contradditorio. Io voglio le trasformazioni che permette la tecnologia, ma le voglio in un modo tale che io sono fondamentalmente ignaro della sua presenza. Le voglio in un modo tale che diventano me. Un tale desiderio respinge sia segretamente cosa sono le tecnologie e sia guarda verso gli effetti di cambiamento che sono necessariamente legate alle relazioni uomo – tecnologia. Questo desiderio illusorio appartiene egualmente alle interpretazioni pro-anti tecnologia della tecnologia .

M2 finisce per rivelare sentimenti negativi nonché positivi riguardo le sorprendenti protesi offerte dalla tecnologia elettronica in generale, e dai computer in particolare. Gli Hacher Ninja Mutanti della New Age rappresentano e personificano questo desiderio contraddittorio che è, allo stesso tempo, sia utopia che distopia, preservazione e sterminio di se stessi. Gli Hacher Ninja Mutanti della New Age desiderano diventare le macchine che li estendono e cedono la loro carne umana alla mortalità che hanno ereditato. Ma contemporaneamente desiderano “sfuggire ai nuovissimi corpi estesi dall’impegno tecnologico” e reclamizzare l’esperienza attraverso la carne. Quindi il New Edge torna indietro verso la New Age. Quindi la straordinaria enfasi sulla cinesi e sul sesso. Il 4° numero di M2 dà risalto ad un pezzo chiamato “Il tunnel carpale dell’amore”, nel quale Mike Saenz, sviluppatore del software cyber erotico, ci dice: “La realtà virtuale per i non iniziati, coloro che soltanto non la usano. Ma si scaldano immediatamente all’idea del Sesso Virtuale. Io penso che la lussuria motiva la tecnologia. I primi robot personali non saranno comprati per portare da bere alle persone. Come puntualizza Ihde, questo doppio desiderio che circonda la tecnologia è costituito da “una fondamentale ambivalenza verso la creazione solo umana di nostri strumenti terrestri”. Quindi, “gli utenti vogliono che la tecnologia offra ma non vogliono i limiti, le trasformazioni che implica un corpo tecnologicamente esteso” . Quello che è particolarmente pericoloso riguardo M2 è che - nonostante sembri consapevole di se stessa – questa ambivalenza non è riconosciuta, se non completamente ripudiata. Questa vertiginosa retorica pro-tecnologia di M2 nasconde i sui sogni anti-tecnologia: la sua illusione di sé promuove una funesta, terminale confusione tra la carne e l’hardware.


Negoziazione dell’Edge: Movimento libertario del merchandising di Mondo

Case, il protagonista anticonformista della cyber bibbia di William Gibson, Il Neuromante, rappresenta l’eroe cult per quelli che leggono voracemente M2 e immaginano loro stessi mentre vagano nei paesaggi di dati ed esperiscono sensualmente l’intensa avanzata elettronica del sovraccarico di informazione. Quel pubblico, in base ad un intervista con l’editore R.U. Sirius,

è tendenzialmente una persone sui venti anni. Una moltitudine di giovani appassionati di computer, una categoria di persone che andrebbero a lavorare presso il Survival Resersch Lab, o roba del genere. Raggiungiamo una grande quantità di vecchi hippy , che amano e leggono la rivista. Gente trentenne, persone dell’industria informatica. Una larga porzione del nostro pubblico sono persone di successo nell’industria informatica, e nell’industria in generale, perché l’industria negli Stai Uniti è High-tech .

Immaginando se stessi come individuali e idiosincratici (allo stesso tempo quello che loro apparentemente incorporano), come hacker cowboy (non ci sono molte cowgirl) la maggior parte dei lettori di M2 deve sognare non solo pecore elettrice, ma anche di opporsi ai sistemi di corporazioni, attraversare distanze elettroniche, e tagliare il filo spinato dei codici generali per mantenere l’informazione libera, disponibile per tutti (ossia, per tutti quelli che hanno accesso e abilità col computer). Per promuovere “network” futuri e utopici nei quali ognuno a qualsiasi livello della società è connesso e inserito in tutti gli altri, gli Hacher Ninja Mutanti della nuova era, nel mezzo di questo sogno comunitario, non hanno veramente idea di come realizzarlo. Privilegiano Invece l’individuale-modello di se stessi dopo alcune combinazioni di Case del Neuromante, stanco del mondo (e/o Rick Deckard di Blade Runner), imprenditoriale tecno anticonformista Steve Jobs, e le guerriglie contro culturali che mandano all’aria “il sistema” e, alla loro peggio, sostiene alcune relazioni proprio con gli stessi eco-terroristi per i quali M2 esprime disprezzo. M2 occasionalmente (e per lo più come conseguenza) si dichiara anarchica e/o populista, ma la sua posizione è realmente (o, in questo caso, virtualmente) libertaria. Si posiziona contro i grandi governi e le grandi corporazioni (i cattivi della maggior parte dei loro significativi pezzi politici), ma ultimamente sembrano in favore di uno stato “guardiano notturno” – una delle funzioni minimali, ma appena sufficiente per garantire ai suoi cittadini il “naturale” diritto ad una “bella vita” – nel caso di M2, hacking, droga, sesso e rock & roll (e probabilmente pistole). Sebbene sogni una utopia comunitaria, i suoi importanti impulsi sono per assicurare il massimo individualismo e privatizzazione, ed è insensibile alle strutture storiche che vanno oltre le motivazioni individuali e l’imprenditoria “fai-da-te” nella determinazione di “vincitori” e “vinti”. A questo proposito, M2 parla di “accesso” vacuo e mai correlato con l’economia o con la razza o con il genere. Si tenga conto della seguente descrizione degli atteggiamenti cyberpunk che sembrano essere collegati (secondo uno dei regolari scrittori di M2, Gareth Branwyn):

  • l’informazione deve essere libera
  • l’accesso ai computer e a qualunque cosa possa insegnarti qualcosa su come funziona il mondo dovrebbe essere totale e illimitato
  • dare sempre la precedenza ad una trasmissione imperativa
  • sfiduciare l’autorità
  • Fai Da Te
  • combatti il potere
  • rinvia il rumore nel sistema
  • Surf the edge

Questo movimento libertario da adesivo per paraurti è né progressivo né democratico. E, malgrado tutta la retorica del “networking”, è difficilmente comunitario (una lista di caratteristiche della “visione del mondo cyberpunk” include, al massimo, la nozione di “piccolo gruppo” come in: “Piccoli gruppi di “console cowboy” individuali possono esercitare un potere tremendo sui governi, le corporazioni, etc”. ). Il suo idioletto è quello che adottano i “vincitori” nel mondo moderno. I suoi sogni di libertà personale e la fede completa nell’aiutare se stessi sono fondati sul privilegio e sullo status quo: privilegio maschile, privilegio dei bianchi, privilegio economico, privilegio scolastico, privilegio del primo - mondo. I suoi sogni sono fondati sulla libertà di comprare, e – specialmente- la libertà di vendere. Il suo atteggiamento di un individualismo rude (vestito da L.L. Bean) e di trasformazione personale ha anche qualcosa a che fare con la libertà dalla (e ancora dentro) etica del lavoro Protestante. Il suo entusiasmo imprenditoriale promuove il facile adempimento della grazia spirituale e della fortuna personale attraverso una tecnologia trasformativa che prende le lunghe ore di bildung fuori dal bildungsroman. Come spiega Rudy Rucker: [Ness]uno di noi hacker o scrittori o rapper o samplers o mappers o cantanti o utenti, della tecnologia siamo in esso esclusivamente per la Grande Opera – no, noi utenti siamo qui per il nostro bene. Noi lavoriamo per la Grande Opera perché il lavoro è divertente. L’orario è leggero e la paga è buona. E il prodotto che facciamo è fattibile. Viaggia e si sposta.


Commercializzando l’Edge: Le seduzioni del Tutto Esaurito

Al tempo in cui ho scritto il mio saggio per Artforum, M2 aveva pubblicato soltanto 3 numeri e la superficie patinata delle sue copertine stava già brillando, ed stava già valutando la possibilità di un pubblico più ampio. Nel 1991, risvegliando l’attenzione, sia dei media sia di una gamma di studiosi interessati (per varie ragioni) alla contemporanea fantascienza, alle nuove tecnologie, e agli studi culturali, M2 fu veloce nel vedere la scrittura accademica al muro. Quella prima inserzione di stampo accademico per il Telephone Book di Ronell, fu seguita nel 4° numero patinato dalla stessa Professoressa Avital Ronell (riflettendo su “Hallucinogenres”), in affascinante posa da colpo in testa per cui morire (ciò sarebbe dovuto diventare parte dello stile di firma di M2 di un omaggio maschile alle donne intelligenti: una sezione Cosmopolitan, una parte Playboy). I numeri successivi, sempre più diretti verso (e cooptati) il pubblico di Rolling Stone, con articoli sulla rock music e sulla moda/fascino dell’high tech, ma continuarono anche la loro seduzione di ciò che un mio amico ha chiamato il “teorico della pelle”: Mark Dery comincia a scrivere una rubrica chiamata “Guerriglia Semiotica” (che ipotizzava che i mondoidi conoscessero cosa fosse la semiotica), e in un successivo articolo chiamato “Terrorvision” spiegò il panottico di Foucault; Il professor Larry McCaffery divenne un intervistatore, mentre il professor Costance Penley divenne un intervistato. Il quinto numero, in fatti, portò alla capitolazione della visione del mondo libertaria di M2 verso l’impertinenza commerciale rappresentando un inaspettato “Acid Take on Camille Paglia”, un tipo di personaggio accademico armato che qualcuno avrebbe supposto che la rivista avrebbe adottato - dando la loro mutua visione dura – individualista e sessista . Infatti, l’ottavo numero è più apertamente centrato sui corpi femminili, offrendo “Deeelectronix: All New! All Nude! The Mondo Tech Centerfold!”, un pezzo di erotica hightech intitolato “The Woman’s Home Companion”, un layout fashion (tutto sgocciolante con un mix di ironia e sperma), e uno di quei rispettosi lavori di testa sulla cantante Diamanda Galàs. Questo numero è ancora il più patinato e, in qualche modo, sembra essere più perdente dei loro inserzionisti fuori dal normale e high tech. Non dovevo avere preoccupazioni. Appena in tempo per il natale del 1992, prezzato a $20, Mondo 2000: A User'guide to the New Edge apparve come il regalo più cool. Entertainment Weekly gli diede una “A” (in confronto alla “C” ottenuta da Jane &Michael Stern’s Encyclopedia of Pop Culture: An A to Z of Who’s Who and What’s What, From Aerobics and Bubble Gum to Valley of the Dolls and Moon Unit Zappa, che gli sembrava come “un vecchio ammuffito che si trascina”. Il bel volume è un vero Discorso D’amore di Cybercultura, un estatico New Edge Empire of Signs. Sistemati in ordine alfabetico – da Afrodisiaci a alle Zine (fanzine) (con “Cyberpunk, Realtà virtuale, oggetti umidi, Vita Artificiale, paganesimo Tecno erotico e altri nel mezzo) – sono voci enciclopediche che spiegano queste cose in una straordinaria e interessante (e accessibile) versione grafica di ipertesto: riferimenti incrociati, colonne doppie e irregolari, sistemi di colori, molto ben illustrate (con un sicuro e riservato buon gusto per M2) offerti su una carta patinata, liscia, scivolosa che ammetto di amare nel toccare. Per tutta la durata di questo tour sontuoso e sensuale del New Edge (che è stato, in questo volume, considerevolmente smussato, arrotondato e contornato per star bene su un tavolino da caffè) nel mezzo delle frasi o dopo un rifermento al titolo del libro, compare quel massonico “Occhio di Dio” verde e familiare che dà alla banconota una sua particolare aria di mistero. Questo simbolo, come dice R.U. Sirius nella sua guida agli utenti per la User's guide, indica un “prodotto presente nel catalogo nel centro per acquisti MONDO” sul retro del libro (con un estesa bibliografia che adesso ha presente casualmente Foucault e Derrida così come Timothy Leary). Il centro per acquisti, secondo R.U. Sirius, è

una guida per l’accesso ai prodotti – si, cose che si possono comprare. Puoi chiamarli giochi educativi – per migliorare la tua comprensione o solo per sedurti nel partecipare a queste Nuove Cose culturali. Centro per acquisti???!!! Dovresti chiamarlo in modo meno grossolano: forse “Strumenti per l’Accesso”, come il nostro cugino anziano e rispettabile nel Whole Earth Catalogue. Ma perché essere pretenzioso riguardo a ciò? Siamo di fronte all’apoteosi della cultura commerciale. Il commercio è l’oceano in cui nuotano le informazioni. E come possiamo vedere nella Guida, il significato dello scambio nella cultura commerciale è ora informazione pura .

L’informazione non è mai stata pura. E’ sempre concreta. Mi chiedo mentre tengo questo libro e sento l’eleganza delle sue pagine, e la sensualità del suo art work, perché e come mi sono lasciata sedurre di nuovo, così velocemente, da qualcosa che mi aveva annoiato e nei confronti della quale mi ero indignata. So soltanto che è incredibilmente semplice essere sedotto dalla semplicità, particolarmente quando viene ostentata come complessità. Dovrebbe essere semplice far sottostare il senso dei miei studi culturali - accademici alla mia personale comprensione di “cosa sta succedendo”, pensare a me stessa come “cattiva” invece che semplicemente rispettata, divertirmi crogiolandomi nella mia prosa. Sarebbe bello proteggere me stessa con soddisfazione da tutti gli sfidanti con un ironia ardente, trasformare il mio essere senza sforzo, ma con buona illuminazione e trucco. Non posso parlare a nome di Artforum o, per quel che può valere, a nome di SAQ, ma ho capito di essere stato attratta da Mondo 2000, perché affascina la mia parte peggiore, la più pigra e la più di cattivo gusto. Nei mie momenti seri e responsabili, mi lamento della perdita di gravità e paura della nostra cultura e temo molto i veri pericoli sociali di una superficialità disincarnata, ma tenendo questo regalo di natale per me, tutto ciò che voglio è un colpo in testa.