Cyber cultura: differenze tra le versioni

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Cyber cultura
 
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Il neologismo “cybercultura” indica l’insieme delle tecniche, delle pratiche, delle idee e dei valori che si sviluppano in concomitanza con la crescita del Web (anzi, del “cyberspazio”). Questo scrive Pierre Lévy in un libro sull’argomento del 1999, in cui riprende un discorso già affrontato nel 1994 con l’Intelligenza collettiva. La Cyber cultura è un nuovo universale culturale favorito dal diffondersi di Internet e costruito secondo le modalità tipiche dell’oralità, ma forgiato sull'indeterminatezza del senso e sulla modificabilità dei testi. L’utilizzo del termine cyber in campo artistico fu abbastanza usato negli anni Cinquanta e Sessanta riferendosi agli studi sulla cibernetica di Weiner del 1948. Il termine fu usato da Roy Ascott all’inizio degli anni Sessanta e fu ripreso in un testo di Nam June Paik del 1966 dal titolo Cybernated Art. La consacrazione avvene in quella che da alcuni viene definita come la prima grande mostra di computer art nel 1968 a Londra dal titolo Cybernetic Serendipity. L’uso che allora si faceva del termine era naturalmente diverso da quello fatto da Pierre Lévy, ma apriva ad un’analoga riflessione sulle possibilità che nel rapporto tra arte e tecnologia quest’ultima non fosse considerata un mero strumento di servizio, ma fosse essa stessa parte della cultura di un popolo.
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Il neologismo “cybercultura” indica l’insieme delle tecniche, delle pratiche, delle idee e dei valori che si sviluppano in concomitanza con la crescita del Web (anzi, del “cyberspazio”). Questo scrive Pierre Lévy in un libro sull’argomento del 1999, in cui riprende un discorso già affrontato nel 1994 con l’Intelligenza collettiva. La Cyber cultura è un nuovo universale culturale favorito dal diffondersi di Internet e costruito secondo le modalità tipiche dell’oralità, ma forgiato sull'indeterminatezza del senso e sulla modificabilità dei testi. L’utilizzo del termine cyber in campo artistico fu abbastanza usato negli anni Cinquanta e Sessanta riferendosi agli studi sulla cibernetica di Weiner del 1948. Il termine fu usato da Roy Ascott all’inizio degli anni Sessanta e fu ripreso in un testo di Nam June Paik del 1966 dal titolo Cybernated Art. La consacrazione avvene in quella che da alcuni viene definita come la prima grande mostra di computer art nel 1968 a Londra dal titolo Cybernetic Serendipity. L’uso che allora si faceva del termine era naturalmente diverso da quello fatto da Pierre Lévy, ma apriva ad un’analoga riflessione sulle possibilità che nel rapporto tra arte e tecnologia quest’ultima non fosse considerata un mero strumento di servizio, ma fosse essa stessa parte della cultura di un popolo.
 
  
 
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Revisione 10:25, 7 Lug 2009

Argomento: Cyber cultura

Descrizione: Il neologismo “cybercultura” indica l’insieme delle tecniche, delle pratiche, delle idee e dei valori che si sviluppano in concomitanza con la crescita del Web (anzi, del “cyberspazio”). Questo scrive Pierre Lévy in un libro sull’argomento del 1999, in cui riprende un discorso già affrontato nel 1994 con l’Intelligenza collettiva. La Cyber cultura è un nuovo universale culturale favorito dal diffondersi di Internet e costruito secondo le modalità tipiche dell’oralità, ma forgiato sull'indeterminatezza del senso e sulla modificabilità dei testi. L’utilizzo del termine cyber in campo artistico fu abbastanza usato negli anni Cinquanta e Sessanta riferendosi agli studi sulla cibernetica di Weiner del 1948. Il termine fu usato da Roy Ascott all’inizio degli anni Sessanta e fu ripreso in un testo di Nam June Paik del 1966 dal titolo Cybernated Art. La consacrazione avvene in quella che da alcuni viene definita come la prima grande mostra di computer art nel 1968 a Londra dal titolo Cybernetic Serendipity. L’uso che allora si faceva del termine era naturalmente diverso da quello fatto da Pierre Lévy, ma apriva ad un’analoga riflessione sulle possibilità che nel rapporto tra arte e tecnologia quest’ultima non fosse considerata un mero strumento di servizio, ma fosse essa stessa parte della cultura di un popolo.

Bibliografia:


Artisti:

Area51 Bugs lab Carlini Franco Castigli Mirella Centro di Comunicazione Antagonista Cyber Rights European Counter Network F. HackLab Ferry Byte FreakNet Fuller Matthew HMN HackLab HackLab Asti HackLab Bologna HackLab Pisa HackLab Savona HackLab SpinHacker404 HackLab Underscore Torino HackLab Verona HackLab di Firenze Hackaserta Hackaserta 81100 Hacker art BBS Hacker art.org Hacktung LOA - HackLab Milano Lamer Xterminator BBS Luc Pac Lévy Pierre Metro Olografix Neapolis HackLab Nelson Theodor H. Plant Sadie Postaxion Mutante Reload Rheingold Howard Sansavini Stefano Strano network Synusia Taiuti Lorenzo Tozzi Tommaso Transnational Hackmeeting Virtual Town TV Xs2web ZK Zeus News