Klein Naomi: differenze tra le versioni
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− | Naomi Klein | + | '''Personaggio:''' Naomi Klein |
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− | + | Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro No logo, dedicato al pensiero e ai movimenti no-global. E’ sposata con il regista Avi Lewis, con il quale condivide impegno politico e attività lavorativa. | |
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− | Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro | + | |
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− | + | '''Le opere:''' | |
− | + | L'immagine è tutto. Anche troppo. Dopo anni, anzi decenni, passati a inseguire falsi bisogni (e vere etichette) le nuove generazioni stanno impadronendosi di una nuova consapevolezza: | |
− | + | Nel libro '''Recinti e finestre'' , Naomi Klein raccoglie molti degli articoli, reportage e saggi scritti dalla giornalista canadese tra il 1999 e il 2002 . Il libro si apre con il racconto della «rivolta di Seattle», infatti in una mattina di dicembre del 1999, gruppi di persone cominciarono a bloccare gli incroci di Seattle, città nota soprattutto perché aveva dato i natali alla musica grunge ( i Nirvana di Kurt Cobain venivano da lì) e perché sede della più importante società di software del mondo, la Microsoft di Bill Gates. In quel giorno, cinque, seimila persone riunite per gruppi di affinità, chi mascherato da tartaruga marina, chi indossando una felpa nera con il logo di una università, chi calzando un cappello da baseball con la sigla di un sindacato, riuscirono in quello che sembrava impossibile fino al giorno prima: fecero fallire la riunione dell'Organizzazione mondiale del commercio. Questo è un volume che non ha «ambizioni» teoriche, come invece aveva il precedente No Logo; è una storia in tempo reale del movimento no global o, come ama definirlo la stessa autrice, del «movimento dei movimenti». Il fatto che sia composto di brevi testi nulla toglie però alla passione con cui sono stati scritti. Leggerli uno dopo l'altro, sebbene siano divisi in cinque aree tematiche (finestre del dissenso, recintare la democrazia, recintare il movimento, capitalizzare il terrore, finestre per la democrazia) è come veder nuovamente proiettato sullo schermo un film avvincente di cui si conosce l'inizio, i protagonisti principali, ma di cui ?, una realtà così piena di potere attrattivo che spinge la stessa autrice a catapultarsi fuori dalla sua sonnacchiosa città, Montreal, per compiere la sua educazione sentimentale alla politica nelle vie di piccole e grandi città, dall'opulenta Washington alla inquinatissima Città del Messico, dal deserto australiano alla pianura argentina, dalla periferia romana alle favelas brasiliane. Finestre e recinti si chiude con una aspra critica della politica estera statunitense. L'autrice di No Logo scrive che la «guerra contro il terrorismo» degli Usa iniziata in Afghanistan può essere considerata come il fallimento del «branding» della politica estera americana; può vincere con le armi, ma non riesce a raccogliere consenso, cosa che invece riesce meglio al «movimento dei movimenti», bloccando o almeno inceppando la macchina della guerra. | |
− | + | Il documentario di Naomi Klein The take, esperienza cinematografica condivisa con il marito, il regista Avi Lewis, racconta le storie di padri di famiglia, giovani che avevano ormai perso ogni speranza, anziani operai, irriducibili mogli, alle prese con curatori fallimentari, decisioni di tribunali, frustranti ostacoli burocratici, la minaccia concreta della repressione violenta da parte della polizia, con un solo grande obiettivo: continuare a vivere del loro lavoro, di quello che sanno e vogliono fare, senza l'aiuto dei padroni. Nel film, alla periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati entrano nella loro fabbrica e non vogliono più abbandonarla. Chiedono solo di far ripartire le macchine ferme. Alla vigilia della drammatica crisi economica del 2001, la più ricca borghesia dell’America latina si ritrova in una città fantasma con fabbriche abbandonate e un’enorme disoccupazione. Freddy, il presidente della nuova cooperativa degli operai, e Lalo, il politico del Movimento delle società recuperate, sanno che il successo non è assicurato. Devono affrontare tribunali, polizia e politici che possono dar loro protezione legale o sbatterli fuori dalla fabbrica con violenza. La storia della lotta degli operai ha sullo sfondo le cruciali elezione presidenziali dove l’architetto del collasso, Carlos Menem, è il favorito. Armati solo di fionde e di una fede duratura nella democrazia della base operaia, i lavoratori affrontano i loro capi, i banchieri e un intero sistema che vede le loro amate fabbriche solo come rottami da vendere. Si organizzano, si autotassano, si assicurano l'appoggio della popolazione locale, intrecciano rapporti con altre aziende che stanno vivendo la loro stessa situazione intessendo una rete di reciproco sostegno. Una ricetta rivoluzionaria fatta di piccoli passi, che rifugge dalle seduzioni utopistiche delle ideologie e liquida la politica come un fatto secondario, estraneo alle loro reali necessità. | |
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− | Il documentario di Naomi Klein | + | |
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Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001 | Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001 | ||
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Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003 | Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003 | ||
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− | Webliografia: | + | '''Webliografia:''' |
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+ | http://www.daddo.it/nologo.htm | ||
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− | + | http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=3 | |
− | + | http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010718.htm | |
− | + | [[Categoria:Klein Naomi]] |
Revisione 20:44, 12 Apr 2005
Personaggio: Naomi Klein
Biografia
Naomi Klein è nata a Montreal, da una regista femminista e da un medico militante di sinistra entrambi oppositori della guerra in Vietnam fuggiti in Canada per la loro attività politica . Naomi ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a contestare i genitori per "i marchi" che loro le imponevano e lei mai avrebbe partecipato all'«economia del logo», preferendo diventare, così come hanno fatto molti ricercatori scientifici, docenti universitari , un semplice «nodo», al pari di altri, di una rete sociale di attivisti, condividendo così con altri il loro sapere, senza per questo rivendicare per sé nessun «status» particolare. Naomi ha sofferto per la costrizione del marchio fino agli anni dell'università. "Ne sono uscita con un atto di forza - racconta - come un tossicodipendente che si libera dalla droga". Interrotti gli studi si è gettata a capofitto nella contestazione dedicandosi alla realizzazione del progetto "No Logo". Giornalista e scrittrice, scrive per il quotidiano canadese Globe and Mail e collabora con The Guardian (Gran Bretagna) e Internazionale. È divenuta famosa in tutto il mondo con il libro No logo, dedicato al pensiero e ai movimenti no-global. E’ sposata con il regista Avi Lewis, con il quale condivide impegno politico e attività lavorativa.
La poetica:
Le opere:
Il documentario di Naomi Klein The take, esperienza cinematografica condivisa con il marito, il regista Avi Lewis, racconta le storie di padri di famiglia, giovani che avevano ormai perso ogni speranza, anziani operai, irriducibili mogli, alle prese con curatori fallimentari, decisioni di tribunali, frustranti ostacoli burocratici, la minaccia concreta della repressione violenta da parte della polizia, con un solo grande obiettivo: continuare a vivere del loro lavoro, di quello che sanno e vogliono fare, senza l'aiuto dei padroni. Nel film, alla periferia di Buenos Aires, trenta operai disoccupati entrano nella loro fabbrica e non vogliono più abbandonarla. Chiedono solo di far ripartire le macchine ferme. Alla vigilia della drammatica crisi economica del 2001, la più ricca borghesia dell’America latina si ritrova in una città fantasma con fabbriche abbandonate e un’enorme disoccupazione. Freddy, il presidente della nuova cooperativa degli operai, e Lalo, il politico del Movimento delle società recuperate, sanno che il successo non è assicurato. Devono affrontare tribunali, polizia e politici che possono dar loro protezione legale o sbatterli fuori dalla fabbrica con violenza. La storia della lotta degli operai ha sullo sfondo le cruciali elezione presidenziali dove l’architetto del collasso, Carlos Menem, è il favorito. Armati solo di fionde e di una fede duratura nella democrazia della base operaia, i lavoratori affrontano i loro capi, i banchieri e un intero sistema che vede le loro amate fabbriche solo come rottami da vendere. Si organizzano, si autotassano, si assicurano l'appoggio della popolazione locale, intrecciano rapporti con altre aziende che stanno vivendo la loro stessa situazione intessendo una rete di reciproco sostegno. Una ricetta rivoluzionaria fatta di piccoli passi, che rifugge dalle seduzioni utopistiche delle ideologie e liquida la politica come un fatto secondario, estraneo alle loro reali necessità.
Bibiliografia:
Klein Naomi, No logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2001
Klein Naomi, No logo. Economia globale e nuova contestazione, Baldini e Castoldi, Milano, 2002
Klein Naomi, Recinti e finestre. Dispacci dalle prime linee del dibattito sulla globalizzazione, Baldini Castoldi Dalai, 2003
Klein Naomi, D'Eramo Marco, Della Sala Vitaliano, Global magazine Democrazie in quarantena [vol 3] Manifestolibri, 2003
Webliografia:
http://www.daddo.it/nologo.htm
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/754891.php