Turkle Sherry

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Biografia

Definita come 'l'antropologa del cyberspazio', è nata a New York nel 1948 (Stati Uniti d'America), ha studiato al Radcliffe College, con il Committee on Social Thought alla University of Chicago, si è laureata in Sociologia ed in Psicologia della Personalità presso l'Università di Harvard nel 1976, con una tesi dal titolo 'Psychoanalysis and Society: The Emergence of French Freud', ed e' psicologa chimica. Docente di Sociologia della Scienza nell'ambito del Programma in Scienza, Tecnologia e Società presso il Massachussetts Institute of Technology (MIT) è anche membro della Boston Psychoanalytic Society (Società Psicoanalitica di Boston), città dove vive ed esercita la sua attività professionale. Consulente di psicologia del Department of Mental Health della Harvard University e co-presidente della Commission on Technology, Gender, and Teacher Education della American Association of University Women Educational Foundation, fa inoltre parte del Women Studies Steering Committee, del Massachussetts Women's Forum. Nota studiosa sulla cultura relativa ai mezzi di comunicazione informatici, analizza e studia le influenze psicologiche che il computer può avere nel sociale in rapporto alla costruzione dell’io individuale e alla percezione del mondo circostante; scrive in proposito alcuni saggi che divengono immediatamente conosciuti a livello internazionale come importanti punti di riferimento nell’ambito della sociologia per lo studio dei fenomeni virtuali legati al mondo digitale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “La vita sullo schermo: nuove identità e relazioni sociali nell'epoca di Internet�?, libro tradotto e pubblicato anche in Italia da Apogeo nel 1997; scrive inoltre numerosi articoli su psicanalisi, sociologia e cultura, sugli aspetti relazionali tra individui e tecnologia. Ha ricevuto riconoscimenti sia in ambito accademico che extra accademico; tra questi citiamo il 'Peter Livingston Award for Research in the Behavioral Sciences and Psychiatry (1975), il 'Matrix Award' dalla Association for Women in Communications (1985), il 'Melcher Book Award' da parte del Cambridge Forum per il libro Il secondo io. È stata selezionata: 'Donna dell'anno' da Ms Magazine (1984), tra i '50 for the Future: the Most Influential People to Watch in Cyberspace' da Newsweek Magazine (1995). Fa parte della 'Top 50 Cyber Elite' da Time Digital Magazine (1997) ed è una delle 'Boston's Top Wired Women' secondo Boston Webgrrls. È membro del Board of Incorporators della 'Harvard Magazine' e del Editorial Advisory Board di 'Science, Technology, and Human Values'. Tiene varie conferenze e corsi specialistici di cui ricordiamo: 'Identità e Internet' (1996), su 'Genere, tecnologia e cultura informatica' (1998).


Poetica

Turkle Sherry, compie un’analisi approfondita e sistematica sul mondo digitale, sulle ripercussioni psicologiche e sociologiche che i mezzi informatici possono sviluppare nell’individuo, in rapporto alla percezione di se stesso e alla società che lo circonda. 'L'antropologa del cyberspazio', così come è stata definita, pone quindi una versione oggettiva dei fatti, senza scadere in giudizi d’ordine morale, né facendo previsioni future troppo affrettate per definire un’univoca direzione verso cui la società si dirigerà mediante la comunicazione virtuale e l’utilizzo in generale dei mezzi informatici multimediali; i suoi punti di vista prendono forma e si sviluppano, attraverso un’attenta osservazione scientifica dei fenomeni in corso per coglierne ed esaminarne i diversi aspetti. Alla base del suo pensiero, compare l’idea di un “io frammentato�?, ossia la suddivisione di se stessi all’interno di esperienze virtuali o di contatti online, per dare luogo ai molteplici aspetti che costituiscono ogni singola personalità, aspetti psicologici simbolicamente paragonabili alle tante finestre che costituiscono l’interfaccia grafica di ogni computer. Secondo la sociologa, l’avvento della comunicazione di rete aiuterà sempre di più a concepire l’identità umana in maniera più fluida e completa, sarà la naturale percezione che emergerà:�?dall'insieme dei tanti sé che coesistono all'interno dell'uno…�?. La ricercatrice infatti sostiene che:�? …Oggi si guarda all'identità come a una realtà molto più fluida, che risulta dall'insieme dei tanti sé che coesistono all'interno dell'uno. Perciò credo che il nostro concetto di identità stia davvero cambiando man mano che approfondiamo la conoscenza di noi stessi mediante questo nuovo mezzo di comunicazione". Nel rinomato libro “Life on the Screen�?, Turkle Scherry sostiene che nei mondi mediati dal calcolatore, il sé è effettivamente multiplo, e interagisce fluidamente con gli altri facendo uso dei collegamenti dati dalla macchina. L’individuo, attraverso la rete informatica può comunicare in maniera trasversale con una quantità infinita di persone, dello stesso o di altro sesso, appartenenti a luoghi e a culture diverse, ad esempio può simulare egli stesso l’appartenenza al sesso opposto, per giungere alla conoscenza di una realtà molto più ampia e variegata di quanto non avrebbe mai potuto pensare; può inoltre liberare con molta più disinibizione attitudini intellettuali o propensioni psicologiche che in condizioni normali avrebbero stentato ad emergere.Secondo Sherry Turkle, la pluralità dell’io che si manifesta online non è identificabile in quanto sintomo psicotico; la realtà digitale come propagatrice di mondi virtuali, può anche costituire un fattore equilibrante nella complessità di ogni personalità, purché l’individuo riesca a vivere l’esperienza interattiva di rete come trampolino di lancio, per appropriarsi anche nella realtà di fatto di particolari competenze e di una maggiore sicurezza emotiva. Attraverso le sinergie comunicative di rete vengono perciò messe in gioco tendenze psicologiche reali a prescindere dal fatto che il nome o la personalità mediante cui ci presentiamo sia corrispondente al vero o al falso, anche se si parla di MUD 'Multi-User Dungeon' dove è dichiaratamente possibile costruire un personaggio virtuale tridimensionale dall’aspetto desiderato per poter interagire con gli altri, e dove scindere la realtà virtuale da quella considerata reale è tanto difficile quanto sostenere che la realtà onirica non è reale in quanto non è materialmente tangibile. Nel caso dei MUD ad esempio, secondo Turkle Sherry è molto difficile stabilire il concetto di veridicità, in quanto trattasi comunque di manifestazioni esistenti della psiche umana, secondo la sociologa anche ciò che avviene on-line è reale, poiché l’esperienza mentale ci pone nella condizione di provare sensazioni e sentimenti anche a prescindere dagli atti compiuti dal corpo fisico, probabilmente grazie alla capacità di immedesimazione e di interazione che è tipica dell’essere umano. La possibilità di comandare coscientemente i propri movimenti all’interno dell’esperienza virtuale, ricorda l’invitante possibilità di compiere un sogno in fase cosciente, per dare ancora luogo, anche se questa volta attraverso le diramazioni tecnologiche di rete, al gioco dei ruoli sociali, ma in questo caso con la precisa possibilità di scelta, spesso negata nel vissuto ofline dai limiti sociali ed economici; tramite la rete quindi la molteplicità dell’io si dispiega dando vita ad un continuo affermarsi di realtà e finzione.In riferimento alle teorie dello psicologo Ericsson, anche Turkle Sherry pensa che gli individui di un’età che si colloca tra i 10 e i 20 anni abbiano bisogno di un momento di sospensione che dia loro la libertà di fare esperimenti, secondo la studiosa le persone di questa fascia di età probabilmente guardano all’esperienza online come ad un possibile spazio in cui vivere esperienze e in cui avere la libertà di sperimentare senza tuttavia poter prendere veramente atto delle conseguenze di ogni azione. Secondo Turkla Sherry uno degli aspetti che emergono all’interno della cultura digitale è quello dell’opacità, ossia una mancanza di trasparenza tra utenti e macchine, di cui il sempre più facile utilizzo non chiarifica gli aspetti funzionali del mezzo stesso che stiamo usando. Gli elementi costruttivi e funzionali di ogni computer che si nascondono dietro l’aspetto sempre più attraente ed intuitivo delle diverse interfacce, rimangono per i tanti comuni fruitori assolutamente criptici, poiché richiederebbero una conoscenza talmente specialistica e costantemente aggiornata dall’essere per la massa stessa difficilmente raggiungibile. Ciò abitua di fatto la persona ad un’arrendevole incapacità di comprensione profonda delle dinamiche che muovono le cose di cui egli stesso fa uso, portandolo alla rinuncia della coscienza e dell’assoluto controllo che ci dovrebbe legare agli elementi con cui abbiamo un contatto frequente, una forma di reazione psicologica di cui ciascuno dovrebbe essere consapevole per potervi porre rimedio. Ma la mancanza di limpidezza si riferisce anche all’impossibilità di scindere, attraverso le informazioni di rete, il vero dal falso; l’essere umano può in essa perdere la convenzionalità quotidiana del suo ruolo sociale, può perdere la sua fisicità per presentarsi in forma puramente mentale, ed è oltremodo difficile distinguere ciò che appartiene al mondo delle idee e delle opinioni che ciascuno può avere sugli altri e persino su se stesso rispetto a ciò che nella realtà quotidiana costituisce la cosiddetta prova del nove, ossia la verifica matematica che pone certezza al risultato. Sherry Turkle studia profondamente le teorie filosofiche di Foucault, secondo cui l'uomo è prigioniero del potere, il potere del resto è sempre stato il detentore della conoscenza e viceversa; sotto la spinta ideologica liberale, molti sostengono che l’avvento di internet abbia concesso all’individuo la libertà di distanziarsi dall’informazione istituzionale, poiché la rete stessa e tutti coloro che vogliono interagire in essa possono gestire liberamente il potere dell’informazione, ma Turkle Sherry ci ricorda che: “…D'altro canto però Internet è anche un meccanismo di diffusione della sorveglianza, tanto quanto lo è di liberazione dal potere...�? e anche che non può esistere una reale intimità attraverso la comunicazione online, poiché nella rete la possibilità di essere spiati da terze persone è veramente molto ampia; inoltre la progressiva coscienza di questo fatto in tutti coloro che interagiscono online e quindi sotto gli occhi della collettività, probabilmente condizionerà in qualche forma il loro stesso modo di agire. Attraverso la rete è oltremodo impossibile poter cogliere l’espressione mimica e gestuale della persona per poterne intuire le capacità, i sentimenti e le reali intenzioni; tra le altre cose Turkle Sherry sostiene che un rapporto di aiuto emergenziale, come quello tra psicologo e paziente, debba basarsi fondamentalmente su un atteggiamento di fiducia che non può assolutamente avere luogo senza la presenza fisica delle due parti, ecco che secondo la sociologa, il rapporto con il medico coltivato completamente online non potrà dare risultati soddisfacenti. L’idea di Sherry Turkle è che la tecnologia informatica, dal punto di vista relazionale o di crescita emotiva e intellettuale, può agevolare la vita dell’uomo nella quantità in cui può costituire una soluzione fittizia, ciò dipende sempre dalle motivazioni, dal contesto, dal modo e dalla frequenza con cui l’individuo si avvicina a questo mezzo di comunicazione. Sherry Turkle si occupa tra le altre cose anche di esaminare il profilo della formazione culturale e dei mezzi informatici da un punto di vista didattico, per cui possiamo dire che la tecnologia informatica e con essa anche Internet è entrata nelle scuole con ottimi risultati, benché anche secondo la studiosa, la ridondanza dell'informazione rischia di far perdere i ragazzi nella rete, per cui sarà sempre opportuno l’intervento dell’insegnante che abbia una cultura sulla simulazione, affinché possa aiutarli a scegliere le notizie necessarie e a sviluppare la capacità di fruire intelligentemente delle informazioni fornite dal Web. Da qui anche la necessità di fare luce sull’atteggiamento che per lungo tempo ha reso le donne reticenti nell’avvicinarsi alle tecnologie informatiche, così come in passato era ritenuto poco opportuno l’avvicinarsi delle donne rispetto ai macchinari meccanici di cui infine soltanto l’uomo faceva uso; ma in questi ultimi anni, secondo Turkle Sherry l’entrata in gioco della sfera femminile anche nella programmazione informatica ha messo in rilievo un graduale mutamento nel linguaggio usato nelle interfacce, decisamente più riflessivo e meno aggressivo. Di fatto secondo la studiosa: “…internet significa comunicazione, collaborazione, gruppi di interscambio, e queste sono cose che interessano alle donne, che le stimolano ad affrontare la sfida della tecnologia". Presso il MIT dove Turkle lavora, ha potuto interessarsi a studi che partono dal presupposto che il computer possa essere anche indossato, o che possa diventare parte del corpo umano in quanto ampliatore delle sue capacità di movimento e di interrelazione nel mondo reale, e nel contempo in quello virtuale, anche se secondo quest’ultima per quanti molti potrebbero essere i vantaggi “…il più difficile, sarà di passare dal computer come protesi al computer come cyborg (ciber-organo), quando noi e il computer saremo davvero una cosa sola…�? poiché permangono ancora nell’essere umano forme di resistenza rispetto ad un prolungamento artificiale che vada ad “intaccare�? sia gli aspetti della sua fisicità che della sua sfera mentale, probabilmente sperimentando e percependo ancora la propria vulnerabilità fisica e lo spaesamento psicologico rispetto a delle prospettive che la massa percepisce ancora in parte sottoforma più fantascientifica che scientifica. Secondo Turkle infatti: �?Molte persone rifiutano queste tecnologie, vogliono conservare il proprio corpo com'è, senza accrescerlo, senza cyborg, costituito soltanto dalla sua fisicità. Ci sono molte cose nuove che avvengono oggi nel mondo dei computer e la gente le accetta e le rifiuta allo stesso tempo…�?. L’aspetto emotivo dell’intelligenza artificiale è un'altra delle questioni che toccano da anni il mondo del digitale e di cui Turkle Sherry si occupa, non a caso al MIT dove essa lavora, vi è un gruppo di studio che si chiama "Computeristica affettiva, Computeristica emotiva", che produce computer in grado di simulare un sentimento nei confronti dell'utente, e un interesse per i suoi sentimenti; la studiosa dichiara che il legame che si instaura fra una persona e una macchina quando quest'ultima si mostra sensibile alla vita emotiva della persona, è molto forte e pensa che sarà estremamente interessante comprendere l'impatto che questo fenomeno avrà sulla società…�? in quanto esiste un numero progressivo di individui che concepiscono se stessi come delle macchine, un pensiero che emerge sin dai primi studi scientifici sul corpo umano; del resto l’avvento e l’affinamento delle tecnologie informatiche in linea temporale corrispondono di fatto agli studi sempre più sottili sulla struttura e sul funzionamento della sfera cerebrale umana. In ogni caso Turkle Sherry ha notato anche che l’atteggiamento dei bambini che sono cresciuti a stretto contatto con la macchina informatica tendono ad associarvi pensieri affettivi, caratteristica peculiare dell’infanzia in cui si tende a proiettare anche negli oggetti inanimati attributi sentimentali ed affettivi che sono invece tipici dell’essere umano; si parla quindi della sfera dell’immaginazione e del gioco che per i bambini costituiscono una specie di tirocinio, di sperimentazione, esercitazione che serve loro ad imparare ad avvicinarsi e a interagire progressivamente con il mondo reale, ridistribuendo in modo adeguato le proprie energie e le proprie tensioni emotive. Mediante la familiarità anche con la macchina, Turkle ha notato che i bambini iniziano non solo ad avvicinarsi ad essa come se si trattasse di un’entità veramente intelligente, ma che ciò sicuramente cambierà la concezione che l’uomo avrà anche nei confronti di se stesso, per giungere alla visione di un’umanità non più unica e speciale per le sue capacità intellettuali rispetto al mondo animale, ciò che secondo Turkle:�?… distingueva gli uomini era la ragione e perciò anche i bambini possedevano una sorta di nozione aristotelica dell'unicità dell'uomo in quanto animale razionale. Oggi i vicini più prossimi dei bambini sono i computer e gli uomini appaiono speciali perché provano emozioni… Si passa dalla particolarità di essere animali razionali a quella di essere macchine con una sfera emotiva.�? La ricerca spirituale che continua a caratterizzare l’uomo e nel contempo lo studio delle dinamiche bio-chimiche che danno luogo ai sentimenti, sono anche questi aspetti che assumono un’importanza progressiva, in una società dove la competizione mentale tra uomo e computer diventa sempre più evidente. Le tematiche delle quali si occupa Turkle Sherry sono ancora molte e si sviluppano insieme ai mutamenti tecnologichi che accompagnano l’era digitale.


Bibliografia

“The Second Self: Computers and the Human Spirit�?, Simon & Schuster, New York, 1984 “The Second Self: Computers and the Human Spirit�?, Touchstone, New York, 1985 Seconda rivisitazione, MIT Press, 2005 “Il secondo io. Il computer e l'uomo: convivere, amarsi, capirsi�?, Frassinelli, 1985 (Tradotto e pubblicato inoltre in: francese, britannico, tedesco, giapponese, spagnolo, svedese, portoghese)

“Psychoanalitic Politics: Jacques Lacan and Freud's French Revolution�?, New York, 1978 “Psychoanalitic Politics: Jacques Lacan and Freud's French Revolution�?, Il MIT Press paper, Candbrige, 1981 Seconda edizione, Guilford Presse, New York, 1992 “Politica psicanalitica: la rivoluzione francese di J. Lancan e Freud�? (Tradotto e pubblicato inoltre in: britannico, francese, spagnolo)

“Life on the Screen: Identity in the Age of the Internet�?, Simon & Schuster, New York, 1996 “La vita sullo schermo: nuove identità e relazioni sociali nell'epoca di Internet�?, Apogeo, Milano, 1997 (Tradotto e pubblicato inoltre in: coreano, portoghese, cinese britannico, tedesco, giapponese, spagnolo, svedese)


Opere

  • “The Second Self: Computers and the Human Spirit�?, Simon & Schuster, New York, 1984

“The Second Self: Computers and the Human Spirit�?, Touchstone, New York, 1985 Seconda rivisitazione, MIT Press, 2005 “Il secondo io. Il computer e l'uomo: convivere, amarsi, capirsi�?, Frassinelli, 1985 (Il personal computer come nuovo mezzo d’introspezione ed auto-consapevolezza, come proiezione della mente e della memoria.)

  • “Psychoanalitic Politics: Jacques Lacan and Freud's French Revolution�?, Guilford Presse, New York, 1992

“Politica psicanalitica: la rivoluzione francese di J. Lancan e Freud�? (Il libro analizza il movimento psicanalitico sviluppatosi in Francia negli anni ’60 e come il pensiero di J. Lancan sia riuscito ad influenzare la psiche francese.)

  • “Life on the Screen: Identity in the Age of the Internet�?, Simon & Schuster, New York, 1996

“La vita sullo schermo: nuove identità e relazioni sociali nell'epoca di Internet�?, Apogeo, Milano, 1997 (Il costante utilizzo del computer nel mondo del lavoro e della vita privata ha sicuramente modificato il modo di pensare e di agire dell’essere umano. Molte sono le riflessioni su cui si sofferma l’autrice nel suo saggio, da cui emerge spesso il concetto di frammentazione del sé, così come l’impossibilità di scindere la realtà tangibile da quella virtuale. “La vita sullo schermo�? è considerato oggi come uno dei libri più importanti nell’ambito della sociologia in rapporto all’avvento del cyberspazio.)


Sito web

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Webliografia

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http://www.pol-it.org/ital/turkleit.htm