F. HackLab

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Biografia

Nel settembre del 2001 con altri/e frequentatori/trici ci siamo incontrati/e per inventarci una sala dove riparare computer e condividere conoscenze e abilita’. In questa sala c’era solo un tavolo con sopra un “povero” 486 con il quale si tenevano dei corsi di alfabetizzazione informatica e sul quale si provava ad installare la “demo” di qualche gioco…

Questo scenario basto’ a darci lo stimolo per raggiungere qualcosa che non sapevamo nemmeno bene cosa dovesse essere, se un officina di computer, un luogo di formazione, un internet point, oppure…bah!!!

…..di idee ne giravano tante, qualcun@ aveva frequentato anche gli hackmeeting (http://www.hackmeeting.org) di quegli anni ed era pien@ di fomento e inventiva. Con un paio di incontri abbiamo raccolto tutto l’hardware che avevamo in avanzo nelle nostre case e in quelle dei nostri genitori o nelle cantine dei nostri parenti….

Per prima cosa ci siamo cimentati in varie installazioni collettive di GNU/Linux nelle sue varie “flavours”, per sperimentare da subito qualcosa assieme, e la prima macchina assemblata che fu anche correttamente configurata fu “alfa2002” che sin da quel gennaio 2002 ha sostenuto alcuni servizi della nostra intranet senza usare software proprietario o hardware costoso fino a qualche mese fa quando e’ stato dismesso.

Mano a mano abbiamo assemblato sempre piu’ macchine e abbiamo fatto vari tipi di scelte per quanto riguarda l’uso di software free/open oppure di software commerciale/proprietario……la nostra linea e’ sempre stata quella di sperimentare e usare dove possibile software free/open in modo da favorire il metodo di “metterci su le mani”, che e’ agevolato dall’apertura dei codici e dalla libera diffusione del software stesso…in ogni caso per vari motivi che variano dalle richieste degli utenti alla mancanza di volonta’ o di fiducia nel voler cambiare sistema operativo, abbiamo quindi piu’ volte installato o usato anche nello spazio aperto al pubblico del software commerciale/proprietario. Uno dei primi cambiamenti fu quello di rendere una parte della stanza un officina hardware mentre l’altra meta’/tre quarti, e’ stata sempre usata per i pc “pubblici”….

Dal nome della sala, chiamata f-hacklab, fucked hacking laboratory, fottuto laboratorio di hacking, si evince che non sempre e’ stata semplice l’organizzazione di materiale e persone, e che quasi mai abbiamo raggiunto i traguardi preposti tanto appunto da adottare un nome ostico e spigoloso per ricordare che dopo tanto faticare/sbroccare/correre/inventare/sistemare/pulire finalmente lo abbiamo aperto questo fottuto laboratorio!!!….

Passato altro tempo abbiamo iniziato a pensare di mettere in rete tra loro tutte le macchine presenti in laboratorio e nelle case. Le case erano bene o male gia’ collegate tra di loro con un “vecchio” hub 10/100 al centro vicino al quale era poggiata una macchina (piu’ o meno dentro un frigo inutilizzato) chiamata “kelvinator” che fu il nostro primo file-server e web-server. Da questa postazione facemmo partire poi i cavi diretti verso il laboratorio e le case ancora non connesse. Questo sia per agevolare lo scambio di alcuni materiali che usiamo per creare pubblicazioni, flyer e altro, sia per poter condividere svago e idee tramite giochi e chat…

A testimonianza che non solo il freddo agevola la comunicazione in rete e l’utilizzo sfrenato della macchine della saletta, con la fine dell’inverno alcuni hanno continuato a frequentare il fhl, non solo perche’ provvisto di termosifone o stufetta, ma anche perche’ l’ha riscoperta come una “sala giochi” dove venire a divertirsi con altri 2-3-4 amici a sfidarsi davanti il pc o per navigare su internet o per ascoltare canzoni/vedere film.

Con l’aumento dell’afflusso dei frequentatori sono aumentate anche le richieste di aiuto/assistenza/consigli, infatti ci siamo poi cimentati in corsi e workshop durante l’arco degli anni successivi, anche se non abbiamo avuto una continuita’ svizzera siamo riusciti a mantenere i vari impegni e a portare a termine con successo tutti gli incontri; alcuni sono stati anche ben documentati e da qualche parte si dovrebbero ancora trovare le brochure e le dispense originali…

Aumentando sempre di piu’ le persone coinvolte, le macchine a disposizione e diminuendo invece lo spazio a disposizione, decidemmo di allargarci, occupando la quasi defunta “sala ping-pong” del centro sociale. In questa “nuova” sala abbiamo spostato tutti i “cadaveri” di computer, i server, gli switch e gli attrezzi necessari per effettuare test e riparazioni (il tutto sempre scrupolosamente fornito dai cassonetti e dal cosidetto “trashware”).

Ad un certo punto iniziamo ad avere voglia di connetterci ad internet e sebbene avevamo gia’ una rete interna piuttosto decente, non ci siamo accontentati e trovammo il modo di sfruttare una linea telefonica passante sui nostri balconi, anche se questo non diede alla connessione una stabilita’ ma piu’ che altro fu un escamotage per controllare giusto la posta e poco altro….d’altronde non e’ la nostra la linea….Da li’ a poco vengono passati cavi e cavi di fibra nelle nostre vicinanze e pensiamo quindi di dotarci di una connessione ad internet a banda larga, principalmente per alcuni/e di noi che lavorano nell’IT ne avevano la necessita oltre il vantaggio, e anche perche’ abbiamo pensato piu’ o meno da subito di aprire un internet point o cmq di lasciare postazioni libere per la consultazione di siti web.

Intanto altri posti occupati e autogestiti nelle nostre vicinanze dedicavano degli spazi all’utilizzo dei pc e al recupero dell’hardware, tra cui zkwarez (l’area pc di zk) e l’ateneo di dragoncello. Con i quali abbiamo piu’ volte intrapreso percorsi di formazione e serate di condivisione e intrattenimento a sfondo informatico.tavolo riparazioni

Durante questo periodo abbiamo vissuto la nostra eta’ dell’oro, 6 pc pubblici piu’ uno in birreria, 4 server, una comitiva intera di frequentatori, tanto hacking e tante idee messe al fuoco. In piu’ incontri, serate e, la ciliegina sulla torta, la nascita di “phonodisconnection” dapprima una compilation, poi una sorta di etichetta autoprodotta e autopromossa, che nasce dagli strumenti del f-hacklab e le menti (vuote o meno) che ci girano attorno sia per autofinanziare il fhl, sia per lanciare un messaggio “l’autoproduzione e’ possibile e piu’ semplice di quello che sembra”. In poco meno di un mese ci siamo imparati ad usare uno e piu’ programmi per la produzione di loops e samples musicali, abbiamo condiviso le nostre conoscenze con chi era interessat@ e abbiamo tirato fuori 14 tracce, sicuramente sporche e minimali, sicuramente poco professionali, ma assolutamente sincere e dirette. D’altronde puntavamo sulla possibilita’ di realizzare dei bisogni senza passare per deleghe o compromessi, senza pretese, come dice la copertina del primo phonodisconnection, “0 pretese”, quindi da non professionisti abbiamo voluto dimostrare che in ogni casa si puo’ creare musica con poco denaro e tanta volonta’ senza passare per forza per costosi studi di produzione o elitarie case discografiche. Inoltre phonodisconnection e’ disponibile in rete e liberamente scaricabile, completa di copertine, questo perche’ le nostre creazioni aderiscono al copyleft, che pensiamo sia il modo piu’ giusto nonche’ piu’ semplice e orizzontale per diffondere la creativita’.

Tanto perche’ non ci siamo mai accontentati, phonodisconnection e’ arrivata alla terza uscita. E prima di finire questo testo ci saranno in circolazione gia’ le tracce della quarta compilation!

Intanto il tempo passa e continuiamo a partecipare in modo del tutto informale e strettamente personale ai vari hackmeeting italiani, alle convention e altri incontri, fino a quando non ci siamo sentiti piu’ coinvolti e siamo partiti alla volta del transhackmeeting (http://twiki.fazan.org/bin/view/Transhackmeeting) presso il Monteparadiso Squat a Pula, in Croazia.accampamento thk Qui abbiamo voluto portare una serie di “skills”, la nostra capacita’ di autosufficienza dimostrata con il nostro “accampamento cyberbeduino”, la disponibilita’ di materiali grazie all’infoshop a tema telematico/informatico che abbiamo allestito in modo “diverso” all’interno di un vecchio lavandino, l’infrastruttura portata che abbiamo usato per scambiare/condividere i materiali tra i partecipanti al meeting. In questa occasione, oltre ad aver assistito ai tanti seminari e workshop preparati per l’evento, abbiamo anche portato le nostre esperienze sia personali che come laboratorio di hacking, raccontando la nostra storia e mutazione, da una piccola stanza ad un “complesso” laboratorio “lowtech”. In piu’ abbiamo portato il “suono della periferia” suonando le tracce di phonodisconnection nella serata conclusiva.

Nello stesso anno ci siamo poi spostati in abruzzo, a pescara per un’altra convention importante e interessante, il moca, ovvero il campeggio per festeggiare il decennale della Metro Olografix, un’associazione che opera e lavora in ambito informatico a difesa dei diritti digitali gia’ da una decina di anni e ben nota nell’ambiente hackaro italiano.accampamento moca

A ritorno di quella estate, carichi/e di inventiva ed esperienze, ci siamo incontrati/e con altri/e degli hacklabs romani e sopratutto con quelli di zona abbiamo stretto rapporti e programmato una serie di eventi per lanciare il progetto di una vpn (virtual “public” network) attraverso gli hacklab per condividere materiali, conoscenze, abilita’ e servizi. In seno a questo progetto nasce tra di noi anche l’idea di aprire un giorno a settimana un bar per svincolare dagli stereotipi la figura del tecnico informatico e per incontrarci davanti un bicchiere piuttosto che davanti uno schermo. Il bar e’ diventato poi uno spazio dove abbiamo condiviso una moltitudine di abilita’ e conoscenze; e’ stato teatro di workshop e dimostrazioni su problemi noti della sicurezza informatica, e’ stato un cinema dove sono stati proiettati documentari e film a tema, e’ stato una palestra per i nostri cocktail alcolici e non, e’ stato un momento di ritrovo, svago e formazione allo stesso tempo, senza essere un appuntamento troppo importante come un corso minuzioso o un’assemblea noiosa o una scrupolosa rassegna di cinematografica.

Il progetto dell’hackbar dura per tutto l’anno seguente e anche piu’, ma pieni di questa esperienza, abbiamo iniziato a decadere nell’efficenza del laboratorio. Sebbene in qualche occasione siamo riusciti a tirare fuori ancora qualcosa di nuovo e interessante da proporre, tipo una macchina sistemata all’interno di una cassetta del trapano, una lampada composta di schede madri e poco altro, il f-hacklab inizia a rimanere un po’ vuoto di propositivita’. L’hardware che abbiamo accumulato e’ troppo e non facciamo piu’ in tempo a provare qualcosa che ne arrivano altre scatole, non facciamo in tempo a buttare che gia’ arriva altrofhl pieno di pc. Le macchine pubbliche iniziano a subire troppe perdite e si dimezzano, e si dimezzano, e poi ne rimane uno solo, con mame e 1.200 giochi, i frequentatori iniziano a scemare fino a rimanere in pochi a litigarsi quell’unico posto davanti alla “mamestation”.

Ora la sala sta riprendendo forma. Ogni momento libero lo spendiamo in test dell’hardware per poter liberare la “cripta” dalla ferraglia inutilizzabile da noi e che potrebbe rivivere altrove, se non altro per qualche performance o installazione. Abbiamo unificato tutti i servizi della rete interna su due macchine e a breve installeremo anche un gruppo di continuita’, la cripta e’ stata svuotata di un bel po’ di hardware ed e’ piu’ spaziosa tanto che ora possiamo effettuare le riparazioni e i controlli in piu’ persone. La ormai “ex-saletta pc” probabilmente la cederemo a qualche altro laboratorio anche se manterremo lì un paio di cavi di rete e una postazione per la grafica e il montaggio video.

Nella seconda meta’ del 2007 abbiamo intrapreso il progetto di realizzare un cluster e di sperimentare questo tipo di architettura. Anche se rimane in fase sperimentale, cruster e’ su’, gira su 8 macchine e altre che possono essere integrate con estrema facilita’. Non siamo invece ancora riusciti/e a domare un AS400 che ci hanno regalato, purtroppo nonostante i tentativi pare non dare alcun segnale di risposta, si accende e non si sa cosa faccia! Ne’ la seriale, ne’ l’ethernet sono infine riuscite a sborgliare la questione. Finche non decideremo di metterlo su ebbei potete sempre passare a matterci mano!!! Stiamo inoltre partecipando attivamente al progetto di una radio pirata di quartiere e in streming su internet. Per questo vi rimando alla pagina del progetto

Sito web

http://fhl.noblogs.org/

Poetica

Opere

Musei

Bibliografia

"Networking‿The Net as Artwork", Tatiana Bazzichelli, 2006, costlan editori

Webliografia

http://best-stays.com/location.php?id=2183,F-HackLab,Roma,Italy

http://www.tmcrew.org/l38squat/index.php/do-it-your-tech/f-hacklab

http://www.bazarweb.info/?action=ShowArticle&id=441