Arte e sessanta

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Argomento:

Arte e sessanta

Descrizione:

Nei sessanta vi è un salto dimensionale decisivo, si varca la soglia che separa la nozione chiusa di arte da quella aperta di estetica; si passa da un sistema di produzione artistica votata per tradizione secolare alla conservazione/tesaurizzazione del prodotto ad una condizione di esteticità diffusa che pone improvvisamente l'artista di fronte alla possibilità di spendere liberamente le energie creative, rinunciando al culto del feticcio e della merce. Nasce così la possibilità di un'estensione democratica dell'arte, lo svolgere in rapporto di fusione ed equilibrio con l'ambiente l'esercizio libero e globale dei sensi.

Il tutto nel segno di una grande svolta tecnologico-materiale verificatasi in seno alla società, dove alla tecnologia meccanica, pesante arma del dominio dello sfruttamento, subentra la nuova tecnologia leggera e capillare dell'elettronica in grado di, in quanto elemento di pura circolazione dell'informazione, stimolare e potenziare i nostri organi percettivi ed intellettivi. In questo senso risiedono i germi della smaterializzazione e l'avvicinamento alla sfera del concettuale sulla quale nacquero le neoavanguardie degli anni sessanta. Ovvero l'attenzione si sposta, si riversa sul processo che costituisce l'opera, sul comportamento che rivela l'operazione e sul concetto di creazione artistica come fenomeno aleatorio e non determinabile.

L'analisi artistica cambia rapidamente, il vincolo con l'oggetto entra in crisi, e si apre la stagione dell'azione, del coinvolgimento processuale dello spazio e del corpo. Nasce una rinuncia alla dimensione illusoria e virtuale del quadro, a favore della realtà (secondo una vocazione “primaria” di “atti” e “energia”) e ad una lettura essenzialmente visiva ne viene contrapposta una polisensoriale (propria del coinvolgimento partecipativo all'opera).

“l'idea, l'evento, il fatto e l'azione visualizzati e materializzati sono le focalizzazioni del rapporto di simultaneità fra idea e immagine; conducono ad un allargamento di esperienza circa quell'idea, quell'evento, quel fatto e quell'azione, non divagano con elementi ambigui, sono la concretizzazione visuale di un fatto o di una legge naturale/umana”

Si passa dalla figura dell'artista a quella dell'operatore (non più chiamato a una produzione di oggetti fisici ben delimitati) che si impegna a trovare i mezzi per sollecitare la rete sensoriale umana verso la ricerca di uno sviluppo pieno ed armonico, mezzi che rivelano la loro natura anti-artistica atta a rivelare ed a attivare, le sfere sensoriali e la natura estetica e primordiale dei “comportamenti”: dal neon, terra, ghiaccio, grasso, cera, legno sino alle parti del proprio corpo, gambe, mani, piedi.

Termini come Environment e Performance entrano nel dizionario comune dei critici e delle gallerie d'arte. Tipologie di una nuova volontà di affrontare la ricerca artistica, che coinvolgono musica, teatro, danza, cinema; forme che si rifiutano di essere una rappresentazione del mondo, che provano a diventare esse stesse mondo, dando forma a situazioni non più descrittive, ma fattuali e performative. Concretizzazioni di una volontà di aggredire il mondo e vivere lo spazio nella sua totalità, una naturale espansione delle superfici, una uscita fuori dalla parete e dal manufatto.

Nell'epoca del tutto è possibile, le nuove forme di investigazione artistica si plasmano e si formano nel comportamento, nella manifestazione, nella volontà di partecipare al fenomeno “mondo/vita”, si perde il confine tra tela e pelle, tra processo e esposizione, tra mondo e arte, vi è una fusione che conduce alla revoca dei parametri costituiti; si ricerca nella direzione dell'”accadimento”, della genesi fattuale/mentale dei procedimenti artistici.

Bibliografia:

  • Dorfles Gillo, 1961, Ultime tendenze dell'arte oggi, Feltrinelli, Milano
  • Calvesi, Maurizio, 1966,Tendenze attuali, 1964, in “Le due avanguardie” Lerici, Milano
  • Crispolti, Enrico, 1969, Ricerche dopo l'informale, ed. Officina, Roma
  • Renato Barilli e Serra-Zanetti, 1979, L'arte in Italia nel secondo dopoguerra, Il Mulino, Bologna

Webliografia: