Banksy: differenze tra le versioni

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• [[2 Luogo:]]
 
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• [[5 Correlazioni:]]
 
• [[6 Bibliografia:]]
 
• [[7Webliografia:]]
 
 
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Il caro Banksy ha compiuto l'ennesima delle sue azioni da supereroe postmoderno, oltre gli stencil e le auto-leggittimazioni artistiche. L'ultima opera è un'azione di guerrillia art, pura comunicazione dissacrante contro l'industria dei miti vuoti ed in particolare contro la celebrità più vuota del momento: Paris Hilton.
 
Il caro Banksy ha compiuto l'ennesima delle sue azioni da supereroe postmoderno, oltre gli stencil e le auto-leggittimazioni artistiche. L'ultima opera è un'azione di guerrillia art, pura comunicazione dissacrante contro l'industria dei miti vuoti ed in particolare contro la celebrità più vuota del momento: Paris Hilton.
 
Banksy ha infilato 500 copie modificate del disco di debutto della bella ereditiera in giro per i negozi di dischi del Regno Unito. E le modifiche apportate non sono da poco..
 
Banksy ha infilato 500 copie modificate del disco di debutto della bella ereditiera in giro per i negozi di dischi del Regno Unito. E le modifiche apportate non sono da poco..
 
  
  
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«Il governo israeliano sta costruendo un muro attorno ai territori palestinesi occupati. E' tre volte più alto di quello che era a Berlino e alla fine sarà più lungo della distanza che separa Londra da Zurigo. Ed è stato dichiarato illegale dagli organismi internazionali. Trasforma la Palestina nella più grande prigione a cielo aperto», ha fatto dire da un suo portavoce. E' la sua unica spiegazione pubblica alla scelta di venire in Cisgiordania. A un giornalista inglese ha raccontato che una sera, mentre dipingeva, una pattuglia israeliana ha cercato di fermarlo sparando in aria.
 
«Il governo israeliano sta costruendo un muro attorno ai territori palestinesi occupati. E' tre volte più alto di quello che era a Berlino e alla fine sarà più lungo della distanza che separa Londra da Zurigo. Ed è stato dichiarato illegale dagli organismi internazionali. Trasforma la Palestina nella più grande prigione a cielo aperto», ha fatto dire da un suo portavoce. E' la sua unica spiegazione pubblica alla scelta di venire in Cisgiordania. A un giornalista inglese ha raccontato che una sera, mentre dipingeva, una pattuglia israeliana ha cercato di fermarlo sparando in aria.
  
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Bibliografia:
 
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• Banksy - Wall and Piece, Hoepli, 2006
 
• Banksy - Wall and Piece, Hoepli, 2006
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Revisione 01:58, 11 Set 2006

BANKSY


Genere o movimento artistico: Streetart



Luogo: Londra



Storia: File:Banksy01 Work Bansky è un personaggio che sta attraversando il mondo dell’arte, senza farne parte. Bansky non ha un mercato ufficiale, i suoi pezzi si vendono su internet. Un hooligan dell’arte, un miscelatore di popart e sovversione grafica.

È la cultura della rete. È il web che estende la sua libertà ai muri, alla carta, a qualsiasi superficie appartenga alla società degli uomini. È una rivoluzione senza meta, un cambiamento radicale, un ribaltamento di ruoli e regole, il cui impatto è già sufficientemente violento da non lasciarci neanche il tempo di immaginare come andrà a finire. A Bansky non interessano neanche le lusinghe del popolo fashion (sempre pronto a inglobare nuovi comunicatori di cultura underground). Come è ben scritto sul suo sito, nella pagina con cui lo si può contattare (e che ha come simbolo un francobollo della regina Elisabetta che indossa una maschera antigas): the graffiti featured here is NOT a guerrilla marketing campaign for a clothing label. Come a dire: non pensate di far diventare la mia guerra di graffiti sovversivi un’etichetta da abbigliamento. Come dargli torto? Banksy il writer pacifista inglese risolve il problema del complesso rapporto tra arte contemporanea e istituzione museale. Banksy è un artista d'avanguardia, nel senso che anticipa e risolve il problema di come l'artista si deve porre nei confronti del museo istituzione, dei filtri infiniti che l'istituzione pone nei confronti dell'arte, fino a farla "svanire" nell'inutile attesa di una consacrazione ufficiale. L'arte di Banksy che da writer afferma che il muro come superficie neutra è già per sua costituzione pronto ad accogliere l'arte, ora risolve la questione con il museo in un modo semplicissimo, si traveste con soprabito cappelletto e barba finta entra al Museo, scarta il suo Quadro e lo appende alla parete, un gesto civilissimo e rivoluzionario che potenzia ancora di più la carica espressiva dei suoi quadri. Contro la violenza, contro la logica delle armi, delle discriminazione l'arte di Banksy entra nell'istituzione più sclerotizzata che possa esistere, il museo didattico, per offrire alcune varianti ai più scontati percorsi. Al Museo di Brooklyn Banksy inserisce nel percorso espositivo una sorta di generale Lafayette pacifista e graffitaro , in mezzo a ritratti aristocratici e imperiali del sette-ottocento anglosassone.

Al museo di storia naturale una interessante doppia intromissione, fisica e di genere, che apre "scenari interdisciplinari" alla sua arte con un insetto dotato di equipaggiamenti militari Al Moma un omaggio a Warhol (meno stridente il contrasto, per come è il rapporto tra visitatore medio e museo contemporaneo non se ne è accorto nessuno) Il gesto di Banksy finirà per essere archiviato come una ennesima e innocente goliardata artistica, avrà l'effetto opposto, rivaluterà ancora di più l'istituzione museale, ne metterà in evidenza le contraddizioni? Il caro Banksy ha compiuto l'ennesima delle sue azioni da supereroe postmoderno, oltre gli stencil e le auto-leggittimazioni artistiche. L'ultima opera è un'azione di guerrillia art, pura comunicazione dissacrante contro l'industria dei miti vuoti ed in particolare contro la celebrità più vuota del momento: Paris Hilton. Banksy ha infilato 500 copie modificate del disco di debutto della bella ereditiera in giro per i negozi di dischi del Regno Unito. E le modifiche apportate non sono da poco..


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Gaza Un salotto con due poltrone, un tavolino su cui poggia un vaso di fiori e sullo sfondo la finestra, con tanto di tendine ordinatamente tirate ai lati, che si apre sul panorama mozzafiato di torrenti alpini e ghiacciai. Il tutto disegnato con la massima accuratezza, compresi i colori sgargianti dei fiori che risaltano ancora meglio sullo sfondo di cemento grigio. Quando ci arrivi, appena superato il posto di blocco israeliano da Gerusalemme, rimani colpito dalla forza del dipinto. E' un murales di almeno 6 metri quadrati, disegnato a un paio di metri da terra sulla contestatissima «barriera di sicurezza» voluta dal governo Sharon per porre fine alle infiltrazioni dei kamikaze dalla Cisgiordania. Un urlo contro la presenza oppressiva del muro, ma espresso in modo ironico, sottile, derisorio. Una macchia di colore dissacrante, inquietante, su questa barriera che qui sfiora i 10 metri di altezza, incide la natura e i villaggi degli uomini e alla fine stritolerà i quasi due milioni di abitanti arabi della Cisgiordania in oltre 700 chilometri di cemento. Poco lontano dal murales di Betlemme c' è quello di Abu Dis. In colore nero è tracciata la silhouette di una bambina, con tanto di treccine svolazzanti, che appesa a un grappolo di palloncini cerca di evadere dalla clausura in cui è costretta.

E presso i posti di blocco sulla strada per Ramallah è impossibile non notare il disegno di una scala bianca, ben nitida sul muro, puntata verso il cielo. Ci vuole un disegno per ricordare che si può ancora sognare la libertà. «Il gruppo di artisti è arrivato qui in città una notte ai primi di giugno. Quasi nessuno li ha visti dipingere. Si sono messi a lavorare in silenzio, con tanto di scale, pennelli e latte di colore. E la mattina dopo ci siamo alzati con i loro dipinti», racconta Maher, il proprietario della farmacia (si è laureato all' università di Trieste) che negli ultimi mesi si è trovata nella zona intrappolata tra i fili spinati sul confine della municipalità di Gerusalemme e il muro israeliano costruito ben nel profondo dei quartieri periferici di Betlemme. Qui nessuno conosce il nome dell' autore. Nessuno sa che è Banksy, il più celebre artista di graffiti inglese. Noto rigorosamente con il nome d' arte, perché in Inghilterra la sua attività è considerata illegale. E' l' arte al servizio della dissacrazione, della denuncia politica, la forza di impatto sul pubblico dei graffiti che Banksy, oggi 28enne, scoprì 14 anni fa con la sua passione per i murales. Passione da artista, totale, irrequieta. Allora lasciò la scuola per arrampicarsi sui muri dell' Inghilterra, in barba alla polizia, e disegnare le sue denunce.

«Il governo israeliano sta costruendo un muro attorno ai territori palestinesi occupati. E' tre volte più alto di quello che era a Berlino e alla fine sarà più lungo della distanza che separa Londra da Zurigo. Ed è stato dichiarato illegale dagli organismi internazionali. Trasforma la Palestina nella più grande prigione a cielo aperto», ha fatto dire da un suo portavoce. E' la sua unica spiegazione pubblica alla scelta di venire in Cisgiordania. A un giornalista inglese ha raccontato che una sera, mentre dipingeva, una pattuglia israeliana ha cercato di fermarlo sparando in aria.

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Correlazioni: Street art edit


Bibliografia: • Banksy - Wall and Piece, Hoepli, 2006 edit


Webliografia: • [1]


Graffiti | Londra |