Baudrillard Jean: differenze tra le versioni

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= Vita e prime opere=
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== Biografia==
Jean Baudrillard nasce a Reims (Francia) nel 1929 da una famiglia di contadini ed il suo grado di istruzione avanzato gli comporta una rottura con i genitori e con l’ambiente culturale da cui provene. Nel 1956, insegna in un liceo francese e nei primi anni sessanta lavora presso la casa editrice Seuil. Inizialmente, Baudrillard si dadica allo studio della lingua e della cultura tedesca pubblicando anche saggi sulla letteratura nella rivista Les temps modernes.  Tra il 1962 e il 1963 e che traduce opere di Peter Weiss e Bertold Brecht in francese, oltre a un libro di Wilhelm Mühlmann sui movimenti messianici rivoluzionari. In questo periodo, si dedica agli studi di Henri Lefebvre e Roland Barthes che lo influenzano notevolmente.  
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  [[Image:baudrillard.jpg|right|frame|Jean Baudrillard]]
Nel 1966, insegna all’università di Paris-Nanterre ed è assistente di Lefebvre, contemporaneamente si appassiona alle lingue, alla filosofia e alla sociologia. Discute la sua ‘Thèse de Troisième Cycle’ in sociologia a Nanterre nel 1966 con una dissertazione intitolata “Il sistema degli , nello stesso anno diventa insegnate di sociologia. Sposando gli ideali della sinistra si oppone all’intervento francese e americano  nelle guerre d’Algeria e del Vietnam. Baudrillard rese noto più tardi che prese parte agli eventi del maggio 1968, che sfociarono in massicce rivolte studentesche e in uno sciopero generale che portò quasi alla destituzione di de Gaulle.
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Jean Baudrillard nacque a Reims, in Francia, nel 1929. Nel 1956, insegnava come professore in un liceo francese e divenne studioso della lingua e della cultura tedesca, pubblicando, tra il 1962 e il 1963, alcuni saggi sulla letteratura, nella rivista "Les temps modernes", e traducendo opere di [[ Weiss Peter]], [[Brecht Bertolt]] e [[Muhlmann Wilhelm]]. Durante tale periodo, collaborò con la casa editrice Seuil e si avvicinò al pensiero di [[Lefebvre Henri]], le cui critiche sulla vita quotidiana lo impressionarono notevolmente, e [[Barthes Roland]], le cui analisi semiologiche della società contemporanea ebbero un’influenza duratura nel suo pensiero. Nel 1966 Baudrillard divenne assistente di Lefebvre ed insegnò sociologia, dopo aver discusso la propria “Thèse de Troisième Cycle”, attraverso una dissertazione intitolata “Il sistema degli oggetti”, presso l’università di Paris-Nanterre. Baudrillard, che proseguiva in tale periodo, i propri studi di sociologia, filosofia e semiologia, propose quindi una propria teoria sociale attraverso la pubblicazione di tre saggi, che gli diedero fama a livello internazionale: "Il sistema degli oggetti", nel 1968, "La società consumistica", nel 1970, e "Per una critica dell’economia politica del segno", nel 1972, attraverso i quali tentava di unire e contrapporre l’economia alla sociologia e di combinare gli studi della vita quotidiana, iniziati da Lefebvre, con l’analisi della vita dei segni nel sistema degli oggetti in ambito semiologico.  
E’durante la seconda metà degli anni sessanta che Baudrillarddiviene famoso in tutto il mondo grazie alla pubblicazione delle sue opere. Infatti influenzato da Lefebvre e Barthes  approfondisce lo della teoria sociale, della semiologia e della psicoanalisi e pubblica il suo primo libro intitolato Il sistema degli oggetti nel 1968 (1996), seguito da un altro libro, La società consumistica nel 1970 (1998), e da Per una critica dell’economia politica del segno nel 1972 (1981). Queste opere furono tra le prime ad analizzare come gli oggetti sono codificati all’interno di un sistema di segni e di significati che costituisce le società mediatiche e consumistiche contemporanee. Combinando gli studi semiologici, l’economia politica marxsista e la sociologia della società consumistica, Baudrillard comincia ad esplorare il sistema degli oggetti e dei segni su cui si basa la nostra vita quotidiana.  
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In queste prime opere, Baudrillard sostiene che la critica marxiana classica dell’economia politica ha bisogno di essere integrata da teorie semiologiche del segno che articolino i diversi significati espressi dai significanti come un linguaggio organizzato in un sistema di significato. Baudrillard, dopo Barthes e altri, ritiene che anche la moda, gli sport, i media e altri modi di significato producessero dei sistemi di significato articolati da regole, codici e logiche specifiche.  
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Nella seconda metà degli anni sessanta Baudrillard aderì ad un gruppo di intellettuali, riuniti attorno al giornale “Utopie”, e si avvicinò alle tematiche di Guy Debord e del Situazionismo internazionale. Dal 1970, Baudrillard, pur avendo partecipato attivamente ai moti rivoluzionari del 1968 e pur avendo simpatizzato per la teoria rivoluzionaria marxista, iniziò a dissociarvisi progressivamente, ipotizzando una possibile rivolta, alternativa rispetto alla visione di [[Marx Karl]], contro la società consumistica attuale.  
Nel periodo dello sviluppo capitalista, l’espansione economica, le nuove tecniche di produzione e lo sviluppo tecnologico accelerano la capacità di produzione di massa e le corporazioni capitaliste si concentrano sul controllo del consumo e sulla creazione di bisogni per nuovi beni di lusso, producendo in questo modo il regime di ciò che Baudrillard denomina segno-valore.  
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Nei numerosi saggi successivi, il sociologo ampliò la propria critica verso l’attuale ordine sociale, che riteneva totalmente dominato e governato dalla notevole quantità di oggetti economici prodotti, e contro la filosofia radicale del marxismo, ripresa da molti filosofi contemporanei, che avrebbero in seguito condiviso la svolta postmoderna di Baudrillard.  
Egli sostiene che la pubblicità, la moda, la liberazione sessuale, i mass media, la cultura e la proliferazione di prodotti hanno moltiplicato la quantità di segni e prodotto un aumento di segno-valore. Secondo il suo pensiero, i prodotti non sono più caratterizzati semplicemente dal valore d’uso e dal valore di scambio, come nella teoria dei beni di Marx, ma il segno-valore – l’espressione e la marca di stile, prestigio, lusso, potere e così via – diventa una parte sempre più importante del prodotto e del consumo. Baudrillard afferma che i prodotti vengono comprati e mostrati tanto per il loro segno-valore che per il loro valore d’uso e che il fenomeno del segno-valore è diventato un elemento essenziale del prodotto nella società consumistica. A suo avviso la moderna società ruota attorno al consumo e all’esposizione dei beni, attraverso i quali gli individui traggono prestigio, identità e reputazione sociale. In questo sistema, i beni posseduti da un individuo (case, automobili, vestiti e via dicendo) influenzano direttamente la sua reputazione sociale nell’ambito del segno-valore. Così, proprio come le parole assumono un significato a seconda della loro posizione in un sistema differenziale di linguaggio, allo stesso modo i segni-valore assumono un significato a seconda del loro posto in un sistema differenziale di prestigio e di status sociale.  
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Ne La società consumistica, Baudrillard concluse decantando le ‘molteplici forme di rifiuto’ delle convenzioni sociali, del consumo cospicuo e del pensiero e del comportamento conformisti, forme che potevano essere riunite in una ‘pratica di cambiamento radicale. Egli descrive anche una situazione in cui l’alienazione è così totale da non poter esser risolta perché essa è parte della struttura stessa della società di mercato’.In una società dove ogni cosa è vista come un bene che può essere comprato e venduto, l’alienazione è assoluta ed inevitabile. Infatti, il termine ‘alienazione’ originariamente significa ‘vendere’, e in un mondo completamente commercializzato, l’alienazione è ovunque. Inoltre, Baudrillard postulava ‘la fine della trascendenza’: gli individui non possono più percepire i propri bisogni autentici.
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Dagli anni ottanta il sociologo tentò di integrare la visione marxista con la teoria del segno-valore. In base alla sua visione, i prodotti commerciali non sono caratterizzati semplicemente dal valore d’uso, ovvero dalla funzionalità intrinseca all’oggetto, e dal valore di scambio, ovvero gli ulteriori significati astratti associati al bene, come sostenuto da Marx nella propria teoria dei beni, ma dal segno-valore, concetto interpretabile come espressione di significati e marchio di prestigio, acquisiti dal soggetto tramite il prodotto commerciale. Il fenomeno del segno-valore, nella visione di Baudrillard, è diventato un elemento essenziale e peculiare del prodotto, nell’attuale società consumistica, che orienta ed influenza il comportamento di acquisto del consumatore. Nella società moderna il soggetto sociale si appropria di beni per amplificare la propria personalità e creare un’immagine di sè fittizia e falsata, da ostentare, che comprometterebbe, come sostenuto da Baudrillard, le relazioni sociali, causando un’implosione della società stessa, caratterizzata, nell’epoca contemporanea, dall’alienazione, dalla diffusione del conformismo e dell’omologazione sociale e valoriale e dalla fine della trascendenza, come impossibilità del soggetto di percepire ed avvertire bisogni autentici e reali.
Nella seconda metà degli anni sessanta, si unisce ad un gruppo di intellettuali che ruotavano attorno al giornale Utopie, il loro scopo era superare le costrizioni disciplinari e, nello spirito di Guy Debord e del Situazionismo internazionale, combinare riflessioni su società alternative, architettura e modi di vita quotidiana.  
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In questo periodo dunque Baudrillard ha un rapporto ambivalete con il marxismo classico. Da una parte, continua la critica marxiana della produzione dei beni che delinea e critica varie forme di alienazione, dominio e sfruttamento prodotti dal capitalismo. Dall’altra parte, però, egli non è in grado di indicare nessuna forza rivoluzionaria e in particolare non discute mai sulla situazione della classe operaia  né sul suo potenziale rivoluzionario. In effetti, Baudrillard non ha alcuna teoria del soggetto in quanto agente attivo del cambiamento sociale, seguendo in questa maniera la critica strutturalista e poststrutturalista del soggetto filosofico e pratico categorizzato da Cartesio, Kant e Sartre che ha dominato a lungo il pensiero francese.  
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==Sito web==
Baudrillard infatti non sviluppa una teoria di classe o di rivolta di gruppo, o una qualsiasi teoria di organizzazione politica, di lotta. Come Lukàcs (1971) e la scuola di Francoforte, Baudrillard analizza come il prodotto e la commercializzazione influiscono  sulla vita sociale e riescono a dominare il pensiero e il lavoro individuale. Seguendo la linea generale del marxismo critico, Baudrillard sostiene che il processo della omogeneizzazione sociale, dell’ alienazione e dello sfruttamento costituiscono uno sviluppo della reificazione dei beni e delle tecnologie e che le cose (‘oggetti’) giungono a dominare le persone (‘soggetti’) privandole delle loro qualità e capacità umane.  
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Per Lukàcs, la scuola di Francoforte e Baudrillard, la reificazione – il processo che fa si che gli esseri umani siano dominati dalle cose e diventano simili a delle cose essi stessi – governa la vita sociale. Le pessime condizioni di lavoro comportano una standardizzazione della vita umana ed un conseguente sfruttamento degli individui costretti a rinunciare  ad una vita libera e auto-determinante.
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http://www.filosofico.net/baudrillard.htm
Baudrillard si spinge oltre la scuola di Francoforte applicando la teoria semiologica del segno per descrivere come i beni, i media e le tecnologie creino un universo di illusione e fantasia in cui gli esseri sono completamente preda di valori consumistici, ideologie mediatiche, modelli da seguire e tecnologie deduttive. Successivamente il suo latente pessimismo si fa più marcato ed egli giunge a la sconfitta totale della soggettività umana da parte del mondo degli oggetti.
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Anche se negli anni sessanta Baudrillard partecipa ai tumultuosi eventi del maggio 1968 affiancandosi alla sinistra rivoluzionaria e al marxismo; nei primi anni settanta se ne stacca definitivamente. In politica rimane radicale senza associarsi ad alcun movimento.
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http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/b/baudrillard.htm
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==Poetica==
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'''Lo scambio simbolico'''
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Nei primi anni Settanta, Baudrillard fu particolarmente influenzato dalla [[visione  antropologica di Bataille]] e teorizzò l’esistenza di una contraddizione sostanziale tra la natura umana, che induce gli individui a ricercare forme di  piacere nel consumo, nello spreco e nello svago, che creano una sensazione di indipendenza nel soggetto, libero di esprimere le proprie propensioni, ed il capitalismo, che introduce nuovi imperativi categorici, fondati sul lavoro, sul profitto e sul risparmio, in contrasto ed in attrito con la reale indole umana. Pur avendo condiviso inizialmente l’approccio teorico marxista, da cui si distanziò in seguito ai movimenti collettivi del 1968, Baudrillard sostenne che un tale orientamento filosofico si fosse erroneamente focalizzato sul concetto di valore d’uso, ricondotto e collegato al valore di scambio, e sull’esaltazione del profitto e della razionalità strumentale, per proporre e promuovere un uso collettivistico dell’economia. Attraverso un’analisi della società attuale, Baudrillard, oltre a rifiutare il primato della produzione ed il concetto di socialismo introdotto dal marxismo, ritenendo che non rinnegasse in modo radicale il produttivismo capitalista, ipotizzò che le società pre-capitaliste fossero governate unicamente da forme di scambio simbolico.
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[[Image:jean baudrillard.jpg|left|frame|Jean Baudrillard]]
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In "Lo scambio simbolico e la morte" e "Simulazione e Simulacri", Baudrillard sviluppò esaustivamente il proprio pensiero filosofico, allontanandosi dalla problematica della teoria sociale moderna. Egli individuò una distinzione sostanziale tra le società simboliche, che definì come sistemi organizzati attraverso lo scambio premoderno, e le società produttivistiche, totalmente organizzate attorno alla produzione e allo scambio di beni. Successivamente, contrappose il proprio ideale di scambio simbolico, quale alternativa rivoluzionaria, rispetto all’utilitarismo astratto e al razionalismo dominanti nelle società capitaliste, in uno schema teorico di riferimento in cui distinse nettamente le società premoderne, organizzate attorno allo scambio simbolico, da ordini sociali moderni, organizzati sulla produzione, e postmoderni, caratterizzati dalla simulazione, termine con cui identifica le modalità di rappresentazione culturale che simulano la realtà. Baudrillard riteneva che i principali pensatori moderni non fossero riusciti a cogliere la ricchezza dello scambio simbolico, quale radicale alternativa nella società moderna, come espressione di un desiderio umano di emanciparsi, liberarsi e svincolarsi dalle moderne posizioni. Nella società postmoderna la simulazione si presenta come forma organizzatrice del sistema sociale, che si sostituisce al ruolo svolto dalla produzione nell’era moderna, la quale determina una frattura con i sistemi sociali moderni, stabilendo la fine dell’economia politica e della problematica della modernità. Baudrillard aveva quindi riconosciuto un’era fortemente caratterizzata dalla simulazione in cui la riproduzione sociale, che avviene attraverso l’elaborazione delle informazioni e la comunicazione, sostituisce la produzione, in quanto forma organizzatrice della società e segno esistente nel sistema simbolico, che associa il lavoro allo status di una persona. In tale ottica, l’economia politica perde la propria funzione di categoria interpretativa della modernità, a causa dell’avvento di una società postmoderna, che ha determinato l’introduzione di una iper-realtà di simulazioni, in cui predominano le immagini e le attività dei segni, che proliferano producendo incessantemente altri segni. Nella società postmoderna la tecnologia sostituisce il capitale, mentre la produzione e la proliferazione di segni simbolici ed immagini simulate sostituiscono la produzione di beni.
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Nel mondo postmoderno, teorizzato da Baudrillard, i legami tipici della modernità tra classi sociali, generi, tendenze politiche e domini autonomi della società e della cultura si indeboliscono per il fenomeno di de-differenziazione delle società postmoderne, che determina l’abbattimento dei limiti tra l’ambito economico, sociale, sessuale, culturale e politico, generando un’implosione di significati, che dissolvono le strutture e le relazioni sociali. L’intrattenimento, l’informazione e le tecnologie comunicative creano l’attuale forma sociale dell’iper-realtà, fornendo esperienze più intense e coinvolgenti, rispetto alle banali scene ordinarie della vita quotidiana, e nuovi codici e modelli interpretativi. L’iperreale, per paradosso, è più reale del reale e controlla e domina il pensiero e il comportamento attraverso la proliferazione e la diffusione di un flusso incontenibile di immagini e segni, che spingono l’umanità a fuggire dal deserto del reale, per sperimentare l’estasi dell’iperrealtà, attraverso il nuovo regno dei computer, dei media e dell’esperienza tecnologica. Le soggettività individuali si frantumano, a causa di nuove esperienze sensoriali e relazionali, date dall’estasi comunicativa, che sovraespone il soggetto alle immagini istantanee e all’informazione, rendendolo un’entità influenzata dai media, dall’esperienza tecnologica e dall’iperreale.
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Baudrillard riteneva che le peculiarità implicite nella società postmoderna screditassero l’approccio epistemologico moderno, finalizzato alla ricerca della verità generando una perdita di contatto con il reale, ormai inevitabilmente frammentato e dissolto. La dialettica soggetto-oggetto della teoria moderna è totalmente scardinata dalla teoria dei simulacri di Baudrillard, che riconosce nella società mediatica e consumistica il potere attrattivo di immagini simulate, che distruggono e annullano la realtà. Le masse, in una prospettiva apocalittica e catastrofica, sono destinate ineluttabilmente ad implodere, a causa della simulazione diffusa che annienta la genuinità e l’autenticità delle relazioni interpersonali. Baudrillard sostenne che la distruzione della modernità e della teoria moderna, che egli aveva previsto nella metà degli anni settanta, fosse stata completata attraverso lo sviluppo della società capitalista e che gli attuali valori del sistema postmoderno fossero al limite, ipotizzando un collasso od un rovesciamento dell’ordine sociale.
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'''Il trionfo dell'oggetto'''
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Nel 1979, Baudrillard pubblicò un saggio intitolato "Seduzione", con cui si avvicinò a riflessioni di carattere filosofico e letterario. La seduzione, come sostenuto dal filosofo, non indebolisce, non inverte o trasforma le relazioni sociali o le istituzioni esistenti, poichè corrisponde ad un rituale, che determina un gioco, tra le apparenze ed i segni, che crea l’artificio e l’illusione.
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Con la successiva pubblicazione di "Strategie fatali", nel 1983, Baudrillard espose un pensiero critico, di carattere metafisico, o meglio, [[patafisico]], fondato sull’idea del trionfo dell’oggetto sul soggetto, a causa della proliferazione oscena di immagini irreali, che esercitano una sorta di fascinazione nell’umanità, resa ormai incapace di interpretare e comprendere la società attuale. Gli oggetti espandono il proprio segno-valore, rendendosi osceni, eccessivamente disponibili ed accessibili allo sguardo, e generando anomia, apatia ed inerzia nel soggetto contemporaneo, totalmente posseduto dall’oggetto. Le “strategie fatali”, interpretabili come tecniche di seduzione, che sono metaforicamente condotte dall’oggetto, che comanda e domina il soggetto, si contrappongono, nella visione di Baudrillard, alle “strategie banali”, che corrispondono all’illusione di superiorità, di autonomia e di controllo dell’oggetto da parte del soggetto.
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'''Lo scambio impossibile'''
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Negli anni ottanta, Baudrillard postulò un “[[capovolgimento immanente]]”, un rovesciamento completo dell’ordine sociale, che trasformasse i significati e gli effetti  nei loro opposti, ribadendo la propria visione metafisica, paradossale e nichilistica fino agli anni novanta, periodo durante il quale il suo pensiero divenne maggiormente ermetico e frammentario. Durante tale decennio, furono pubblicate alcune collezioni di aforismi, che furono  estrapolati dalle proprie esperienze di viaggio, in "Bei ricordi" del 1990, "Bei ricordi II" del 1996, "Frammenti. Bei ricordi III, 1990-1995" e "Bei ricordi IV, 1995-2000".
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Dal 1987, Baudrillard, in parallelo, raccolse in "Eliminati" le proprie riflessioni su eventi e fenomeni di attualità, che erano state pubblicate nel giornale parigino Liberation , successivamente sviluppate in saggi tra cui "L’evidenza del male" del 1990, "La guerra del Golfo non c’è mai stata" del 1991, "L’illusione della fine" del 1992, "Il crimine perfetto" del 1995 e "Lo scambio impossibile" del 1999. Attraverso il commento di eventi contemporanei, il filosofo analizzò le condizioni della società contemporanea.
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In "L’evidenza del male", testo pubblicato nel 1993, Baudrillard sostenne che il dominio dell’arte si fosse diffuso e disperso in tutte le sfere dell’esistenza, perdendo in tal modo la propria specificità. Nella società postmoderna, mediatica e consumatrice, ogni elemento è convertito in immagine, segno, spettacolo ed oggetto transestetico di forte attrattiva e di ricercato spessore artistico, che indebolisce l’arte contemporanea, eliminando le differenze di ruolo tra autore e fruitore ed i confini, i limiti, tra cultura alta e bassa.  
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In "Il crimine perfetto" Baudrillard ritenne che la negazione di una realtà trascendente, nell’attuale società mediatica, potesse essere interpetata come un delitto perfetto, che implica la distruzione del reale e la virtualizzazione tecnologica del sociale. Tali considerazioni furono sviluppate nel suo successivo saggio "Lo scambio impossibile" del 1999 che, analogamente agli altri testi, fu intitolato con un’espressione metaforica ed esplicativa dei fenomeni sociali attuali. Lo scambio impossibile nel pensiero di Baudrillard corrisponde all’irrealizzabile interazione tra la teoria e la realtà, il soggetto e l’oggetto, che impedisce di carpire le certezze e di ricercare la verità del mondo, rendendo la filosofia come non-disciplina, poichè priva di un fondamento costituitivo epistemologico.  
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'''La narrativa teorica'''
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Baudrillard sviluppò inoltre ciò che definì la “narrativa teorica”, “teoria di simulazione” o “teoria anticipatoria” con cui ambiva a prevedere eventi storici. Nel saggio "Rovine anoressiche", pubblicato nel 1989, considerò il muro di Berlino come segno di una storia congelata ed immobile ed espressione della staticità storica, dovuta allo stallo della Guerra Fredda. La previsione di Baudrillard fu comunque confutata, alcuni mesi dopo la pubblicazione del testo, dalla demolizione del muro.
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In "La fine dell’illusione", Baudrillard attaccò ciò che reputava come illusioni comuni della storia, della politica e della metafisica, cercando di spiegare ironicamente le proprie previsioni politiche, che si erano rivelate errate, pur mantenendo l’opinione che la modernità, considerata come epoca storica, fosse terminata. Successive pubblicazioni furono: "L’illusione vitale" del 2000, in cui considera la clonazione come esigenza connessa al desiderio di immortalità, un articolo, relativo all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 delle Twin Towers a New York, pubblicato sul quotidiano Le Monde: "Lo spirito del terrorismo",  del 2 novembre 2001, a cui seguì il testo "Lo spirito del terrorismo: requiem per le Torri Gemelle" del 2002, in cui descrive l'attacco come una nuova forma spettacolarizzata di terrorismo.
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==Opere==
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-"Il sistema degli oggetti", 1968
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-"La società consumistica",  1970
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-"Per una critica dell’economia politica del segno", 1972
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-"Lo scambio simbolico e la morte", Feltrinelli, 1984
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-"Il sogno della merce", Lupetti, 1987
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-"Della seduzione", SE, 1997
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-"Lo scambio impossibile", Asterios, 2000
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==Bibliografia==
 
==Bibliografia==
  
-Il parossista indifferente. Conversazioni con Philippe Petit, tr. di Nardini C., 1998, King
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-"Patafisica e arte del vedere", Giunti, 2006
Kamehameha Press
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-"Il patto di lucidità o l’intelligenza del male", Cortina Raffaello, 2006
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-"È l’oggetto che vi pensa", Pagine d’arte, 2006
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-"Violenza del virtuale e realtà integrale", Le Monnier, 2005
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-"La violenza del mondo. La situazione dopo l’11 settembre" con Edgar Morin, Ibis, 2004
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-"Architettura e nulla. Oggetti singolari",con Nouvel Jean Electa Mondadori, 2003
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-"Power inferno. Requiem per le Twin towers. Ipotesi sul terrorismo. La violenza globale", Cortina Raffaello, 2003
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-"La guerra dei mondi. Scenari d’Occidente dopo le Twin towers" con Caffentzis Gorge e Brecher Jeremy, DeriveApprodi, 2002
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-"Parole chiave", Armando, 2002
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-"Lo spirito del terrorismo", Cortina Raffaello, 2002
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-"Lo scambio impossibile", Asterios, 2000
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-"Cyberfilosofie. Fantascienza, antropologia e nuove tecnologie", Mirnesis, 1999
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-"Illusione, disillusione estetiche. Il complotto dell’arte", Pagine d’arte, 1999
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-"Il parossista indifferente. Conversazioni con Philippe Petit", King Kamehameha Press, 1998
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-"Taccuini 1990-95", Transeuropa, 1998
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-"Della seduzione", SE, 1997
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-"Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?", Cortina Raffaello, 1996
  
-Taccuini 1990-95, 1998, Transeuropa
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-"Artenergie", con Di Castro Federica, Charta, 1994
  
-Della seduzione, tr. di Lalli P., 1997, "Saggi e documenti del Novecento", SE
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-"Cool memories. Diari 1980-1990", SugarCo, 1991
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-Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?, tr. di Piana G., 1996,Cortina Raffaello
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-Art & jeans. Matière, mémoire, idée. Riliefs minimaux. Catalogo della mostra (Parigi, Passage de Retz, 1994) (con Di Castro Federica), (ill.), Charta
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-"Guerra virtuale e guerra reale. Riflessioni sul conflitto del Golfo", Mimesis, 1991
  
-Artenergie (con Di Castro Federica) (ill.), 1994, Charta
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-"La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi", SugarCo, 1991
  
-La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi, tr. di Marsciani F., 1991, SugarCo
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-"La sparizione dell’arte", Politi, 1988
  
-Guerra virtuale e guerra reale. Riflessioni sul conflitto del Golfo (con Perniola Mario - Formenti Carlo), tr. di Villani T. e Dalla Vigna P., 1991, Mimesis
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-"L'america", 1988, Feltrinelli
  
-Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 3 ed., 1990, Feltrinelli
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-"Il sogno della merce", Editori di Comunicazione, 1987
  
-L'america, tr. di Guarino L., 4 ed., 1988, Feltrinelli
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-"L'altro visto da sé", Costa & Nolan, 1987
  
-La sparizione dell'arte, tr. di Grazioli E., 1988, Politi
+
-"La sinistra divina", Feltrinelli, 1986
  
-Il sogno della merce, 1987 e 1995, Editori di Comunicazione
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-"All'ombra delle maggioranze silenziose", Cappelli, 1985
  
-L'altro visto da sé, tr. di Carbone M. T., 1987, Costa & Nolan
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-"Dimenticare Foucault", Cappelli, 1985
  
-La sinistra divina, tr. di Serra A., 1986, Feltrinelli
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-"Lo scambio simbolico e la morte", Feltrinelli, 1984
  
-All'ombra delle maggioranze silenziose, tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli
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-"Le strategie fatali", Feltrinelli, 1984
  
-Dimenticare Foucault, a cura di Bellasi P., tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli
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-"Il partito Comunista o i paradisi artificiali del politico", Bertani, 1982
  
-Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 1984, Feltrinelli
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-"Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti", Cappelli, 1980
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-"La società dei consumi", Il Mulino, 1976
  
-Le strategie fatali, tr. di D'Alessandro S., 2 ed., 1984, Feltrinelli
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==Webliografia==
  
-Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti, tr. di Lalli P., 1980, Cappelli
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http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/b/baudrillard.htm
  
-Il partito Comunista o i paradisi artificiali del politico, a cura di Folin A., 1982, Bertani
+
http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/000820.htm
  
-La società dei consumi, 1976, Il Mulino
+
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/031017a.htm
  
 
[[categoria:1929 d.c.]]
 
[[categoria:1929 d.c.]]

Versione attuale delle 00:05, 13 Nov 2012

Biografia

Jean Baudrillard

Jean Baudrillard nacque a Reims, in Francia, nel 1929. Nel 1956, insegnava come professore in un liceo francese e divenne studioso della lingua e della cultura tedesca, pubblicando, tra il 1962 e il 1963, alcuni saggi sulla letteratura, nella rivista "Les temps modernes", e traducendo opere di Weiss Peter, Brecht Bertolt e Muhlmann Wilhelm. Durante tale periodo, collaborò con la casa editrice Seuil e si avvicinò al pensiero di Lefebvre Henri, le cui critiche sulla vita quotidiana lo impressionarono notevolmente, e Barthes Roland, le cui analisi semiologiche della società contemporanea ebbero un’influenza duratura nel suo pensiero. Nel 1966 Baudrillard divenne assistente di Lefebvre ed insegnò sociologia, dopo aver discusso la propria “Thèse de Troisième Cycle”, attraverso una dissertazione intitolata “Il sistema degli oggetti”, presso l’università di Paris-Nanterre. Baudrillard, che proseguiva in tale periodo, i propri studi di sociologia, filosofia e semiologia, propose quindi una propria teoria sociale attraverso la pubblicazione di tre saggi, che gli diedero fama a livello internazionale: "Il sistema degli oggetti", nel 1968, "La società consumistica", nel 1970, e "Per una critica dell’economia politica del segno", nel 1972, attraverso i quali tentava di unire e contrapporre l’economia alla sociologia e di combinare gli studi della vita quotidiana, iniziati da Lefebvre, con l’analisi della vita dei segni nel sistema degli oggetti in ambito semiologico.

Nella seconda metà degli anni sessanta Baudrillard aderì ad un gruppo di intellettuali, riuniti attorno al giornale “Utopie”, e si avvicinò alle tematiche di Guy Debord e del Situazionismo internazionale. Dal 1970, Baudrillard, pur avendo partecipato attivamente ai moti rivoluzionari del 1968 e pur avendo simpatizzato per la teoria rivoluzionaria marxista, iniziò a dissociarvisi progressivamente, ipotizzando una possibile rivolta, alternativa rispetto alla visione di Marx Karl, contro la società consumistica attuale. Nei numerosi saggi successivi, il sociologo ampliò la propria critica verso l’attuale ordine sociale, che riteneva totalmente dominato e governato dalla notevole quantità di oggetti economici prodotti, e contro la filosofia radicale del marxismo, ripresa da molti filosofi contemporanei, che avrebbero in seguito condiviso la svolta postmoderna di Baudrillard.

Dagli anni ottanta il sociologo tentò di integrare la visione marxista con la teoria del segno-valore. In base alla sua visione, i prodotti commerciali non sono caratterizzati semplicemente dal valore d’uso, ovvero dalla funzionalità intrinseca all’oggetto, e dal valore di scambio, ovvero gli ulteriori significati astratti associati al bene, come sostenuto da Marx nella propria teoria dei beni, ma dal segno-valore, concetto interpretabile come espressione di significati e marchio di prestigio, acquisiti dal soggetto tramite il prodotto commerciale. Il fenomeno del segno-valore, nella visione di Baudrillard, è diventato un elemento essenziale e peculiare del prodotto, nell’attuale società consumistica, che orienta ed influenza il comportamento di acquisto del consumatore. Nella società moderna il soggetto sociale si appropria di beni per amplificare la propria personalità e creare un’immagine di sè fittizia e falsata, da ostentare, che comprometterebbe, come sostenuto da Baudrillard, le relazioni sociali, causando un’implosione della società stessa, caratterizzata, nell’epoca contemporanea, dall’alienazione, dalla diffusione del conformismo e dell’omologazione sociale e valoriale e dalla fine della trascendenza, come impossibilità del soggetto di percepire ed avvertire bisogni autentici e reali.

Sito web

http://www.filosofico.net/baudrillard.htm

http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/b/baudrillard.htm


Poetica

Lo scambio simbolico

Nei primi anni Settanta, Baudrillard fu particolarmente influenzato dalla visione antropologica di Bataille e teorizzò l’esistenza di una contraddizione sostanziale tra la natura umana, che induce gli individui a ricercare forme di piacere nel consumo, nello spreco e nello svago, che creano una sensazione di indipendenza nel soggetto, libero di esprimere le proprie propensioni, ed il capitalismo, che introduce nuovi imperativi categorici, fondati sul lavoro, sul profitto e sul risparmio, in contrasto ed in attrito con la reale indole umana. Pur avendo condiviso inizialmente l’approccio teorico marxista, da cui si distanziò in seguito ai movimenti collettivi del 1968, Baudrillard sostenne che un tale orientamento filosofico si fosse erroneamente focalizzato sul concetto di valore d’uso, ricondotto e collegato al valore di scambio, e sull’esaltazione del profitto e della razionalità strumentale, per proporre e promuovere un uso collettivistico dell’economia. Attraverso un’analisi della società attuale, Baudrillard, oltre a rifiutare il primato della produzione ed il concetto di socialismo introdotto dal marxismo, ritenendo che non rinnegasse in modo radicale il produttivismo capitalista, ipotizzò che le società pre-capitaliste fossero governate unicamente da forme di scambio simbolico.

Jean Baudrillard

In "Lo scambio simbolico e la morte" e "Simulazione e Simulacri", Baudrillard sviluppò esaustivamente il proprio pensiero filosofico, allontanandosi dalla problematica della teoria sociale moderna. Egli individuò una distinzione sostanziale tra le società simboliche, che definì come sistemi organizzati attraverso lo scambio premoderno, e le società produttivistiche, totalmente organizzate attorno alla produzione e allo scambio di beni. Successivamente, contrappose il proprio ideale di scambio simbolico, quale alternativa rivoluzionaria, rispetto all’utilitarismo astratto e al razionalismo dominanti nelle società capitaliste, in uno schema teorico di riferimento in cui distinse nettamente le società premoderne, organizzate attorno allo scambio simbolico, da ordini sociali moderni, organizzati sulla produzione, e postmoderni, caratterizzati dalla simulazione, termine con cui identifica le modalità di rappresentazione culturale che simulano la realtà. Baudrillard riteneva che i principali pensatori moderni non fossero riusciti a cogliere la ricchezza dello scambio simbolico, quale radicale alternativa nella società moderna, come espressione di un desiderio umano di emanciparsi, liberarsi e svincolarsi dalle moderne posizioni. Nella società postmoderna la simulazione si presenta come forma organizzatrice del sistema sociale, che si sostituisce al ruolo svolto dalla produzione nell’era moderna, la quale determina una frattura con i sistemi sociali moderni, stabilendo la fine dell’economia politica e della problematica della modernità. Baudrillard aveva quindi riconosciuto un’era fortemente caratterizzata dalla simulazione in cui la riproduzione sociale, che avviene attraverso l’elaborazione delle informazioni e la comunicazione, sostituisce la produzione, in quanto forma organizzatrice della società e segno esistente nel sistema simbolico, che associa il lavoro allo status di una persona. In tale ottica, l’economia politica perde la propria funzione di categoria interpretativa della modernità, a causa dell’avvento di una società postmoderna, che ha determinato l’introduzione di una iper-realtà di simulazioni, in cui predominano le immagini e le attività dei segni, che proliferano producendo incessantemente altri segni. Nella società postmoderna la tecnologia sostituisce il capitale, mentre la produzione e la proliferazione di segni simbolici ed immagini simulate sostituiscono la produzione di beni.

Nel mondo postmoderno, teorizzato da Baudrillard, i legami tipici della modernità tra classi sociali, generi, tendenze politiche e domini autonomi della società e della cultura si indeboliscono per il fenomeno di de-differenziazione delle società postmoderne, che determina l’abbattimento dei limiti tra l’ambito economico, sociale, sessuale, culturale e politico, generando un’implosione di significati, che dissolvono le strutture e le relazioni sociali. L’intrattenimento, l’informazione e le tecnologie comunicative creano l’attuale forma sociale dell’iper-realtà, fornendo esperienze più intense e coinvolgenti, rispetto alle banali scene ordinarie della vita quotidiana, e nuovi codici e modelli interpretativi. L’iperreale, per paradosso, è più reale del reale e controlla e domina il pensiero e il comportamento attraverso la proliferazione e la diffusione di un flusso incontenibile di immagini e segni, che spingono l’umanità a fuggire dal deserto del reale, per sperimentare l’estasi dell’iperrealtà, attraverso il nuovo regno dei computer, dei media e dell’esperienza tecnologica. Le soggettività individuali si frantumano, a causa di nuove esperienze sensoriali e relazionali, date dall’estasi comunicativa, che sovraespone il soggetto alle immagini istantanee e all’informazione, rendendolo un’entità influenzata dai media, dall’esperienza tecnologica e dall’iperreale.

Baudrillard riteneva che le peculiarità implicite nella società postmoderna screditassero l’approccio epistemologico moderno, finalizzato alla ricerca della verità generando una perdita di contatto con il reale, ormai inevitabilmente frammentato e dissolto. La dialettica soggetto-oggetto della teoria moderna è totalmente scardinata dalla teoria dei simulacri di Baudrillard, che riconosce nella società mediatica e consumistica il potere attrattivo di immagini simulate, che distruggono e annullano la realtà. Le masse, in una prospettiva apocalittica e catastrofica, sono destinate ineluttabilmente ad implodere, a causa della simulazione diffusa che annienta la genuinità e l’autenticità delle relazioni interpersonali. Baudrillard sostenne che la distruzione della modernità e della teoria moderna, che egli aveva previsto nella metà degli anni settanta, fosse stata completata attraverso lo sviluppo della società capitalista e che gli attuali valori del sistema postmoderno fossero al limite, ipotizzando un collasso od un rovesciamento dell’ordine sociale.


Il trionfo dell'oggetto

Nel 1979, Baudrillard pubblicò un saggio intitolato "Seduzione", con cui si avvicinò a riflessioni di carattere filosofico e letterario. La seduzione, come sostenuto dal filosofo, non indebolisce, non inverte o trasforma le relazioni sociali o le istituzioni esistenti, poichè corrisponde ad un rituale, che determina un gioco, tra le apparenze ed i segni, che crea l’artificio e l’illusione.

Con la successiva pubblicazione di "Strategie fatali", nel 1983, Baudrillard espose un pensiero critico, di carattere metafisico, o meglio, patafisico, fondato sull’idea del trionfo dell’oggetto sul soggetto, a causa della proliferazione oscena di immagini irreali, che esercitano una sorta di fascinazione nell’umanità, resa ormai incapace di interpretare e comprendere la società attuale. Gli oggetti espandono il proprio segno-valore, rendendosi osceni, eccessivamente disponibili ed accessibili allo sguardo, e generando anomia, apatia ed inerzia nel soggetto contemporaneo, totalmente posseduto dall’oggetto. Le “strategie fatali”, interpretabili come tecniche di seduzione, che sono metaforicamente condotte dall’oggetto, che comanda e domina il soggetto, si contrappongono, nella visione di Baudrillard, alle “strategie banali”, che corrispondono all’illusione di superiorità, di autonomia e di controllo dell’oggetto da parte del soggetto.

Lo scambio impossibile

Negli anni ottanta, Baudrillard postulò un “capovolgimento immanente”, un rovesciamento completo dell’ordine sociale, che trasformasse i significati e gli effetti nei loro opposti, ribadendo la propria visione metafisica, paradossale e nichilistica fino agli anni novanta, periodo durante il quale il suo pensiero divenne maggiormente ermetico e frammentario. Durante tale decennio, furono pubblicate alcune collezioni di aforismi, che furono estrapolati dalle proprie esperienze di viaggio, in "Bei ricordi" del 1990, "Bei ricordi II" del 1996, "Frammenti. Bei ricordi III, 1990-1995" e "Bei ricordi IV, 1995-2000".

Dal 1987, Baudrillard, in parallelo, raccolse in "Eliminati" le proprie riflessioni su eventi e fenomeni di attualità, che erano state pubblicate nel giornale parigino Liberation , successivamente sviluppate in saggi tra cui "L’evidenza del male" del 1990, "La guerra del Golfo non c’è mai stata" del 1991, "L’illusione della fine" del 1992, "Il crimine perfetto" del 1995 e "Lo scambio impossibile" del 1999. Attraverso il commento di eventi contemporanei, il filosofo analizzò le condizioni della società contemporanea.

In "L’evidenza del male", testo pubblicato nel 1993, Baudrillard sostenne che il dominio dell’arte si fosse diffuso e disperso in tutte le sfere dell’esistenza, perdendo in tal modo la propria specificità. Nella società postmoderna, mediatica e consumatrice, ogni elemento è convertito in immagine, segno, spettacolo ed oggetto transestetico di forte attrattiva e di ricercato spessore artistico, che indebolisce l’arte contemporanea, eliminando le differenze di ruolo tra autore e fruitore ed i confini, i limiti, tra cultura alta e bassa.

In "Il crimine perfetto" Baudrillard ritenne che la negazione di una realtà trascendente, nell’attuale società mediatica, potesse essere interpetata come un delitto perfetto, che implica la distruzione del reale e la virtualizzazione tecnologica del sociale. Tali considerazioni furono sviluppate nel suo successivo saggio "Lo scambio impossibile" del 1999 che, analogamente agli altri testi, fu intitolato con un’espressione metaforica ed esplicativa dei fenomeni sociali attuali. Lo scambio impossibile nel pensiero di Baudrillard corrisponde all’irrealizzabile interazione tra la teoria e la realtà, il soggetto e l’oggetto, che impedisce di carpire le certezze e di ricercare la verità del mondo, rendendo la filosofia come non-disciplina, poichè priva di un fondamento costituitivo epistemologico.


La narrativa teorica

Baudrillard sviluppò inoltre ciò che definì la “narrativa teorica”, “teoria di simulazione” o “teoria anticipatoria” con cui ambiva a prevedere eventi storici. Nel saggio "Rovine anoressiche", pubblicato nel 1989, considerò il muro di Berlino come segno di una storia congelata ed immobile ed espressione della staticità storica, dovuta allo stallo della Guerra Fredda. La previsione di Baudrillard fu comunque confutata, alcuni mesi dopo la pubblicazione del testo, dalla demolizione del muro.

In "La fine dell’illusione", Baudrillard attaccò ciò che reputava come illusioni comuni della storia, della politica e della metafisica, cercando di spiegare ironicamente le proprie previsioni politiche, che si erano rivelate errate, pur mantenendo l’opinione che la modernità, considerata come epoca storica, fosse terminata. Successive pubblicazioni furono: "L’illusione vitale" del 2000, in cui considera la clonazione come esigenza connessa al desiderio di immortalità, un articolo, relativo all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 delle Twin Towers a New York, pubblicato sul quotidiano Le Monde: "Lo spirito del terrorismo", del 2 novembre 2001, a cui seguì il testo "Lo spirito del terrorismo: requiem per le Torri Gemelle" del 2002, in cui descrive l'attacco come una nuova forma spettacolarizzata di terrorismo.


Opere

-"Il sistema degli oggetti", 1968

-"La società consumistica", 1970

-"Per una critica dell’economia politica del segno", 1972

-"Lo scambio simbolico e la morte", Feltrinelli, 1984

-"Il sogno della merce", Lupetti, 1987

-"Della seduzione", SE, 1997

-"Lo scambio impossibile", Asterios, 2000


Bibliografia

-"Patafisica e arte del vedere", Giunti, 2006

-"Il patto di lucidità o l’intelligenza del male", Cortina Raffaello, 2006

-"È l’oggetto che vi pensa", Pagine d’arte, 2006

-"Violenza del virtuale e realtà integrale", Le Monnier, 2005

-"La violenza del mondo. La situazione dopo l’11 settembre" con Edgar Morin, Ibis, 2004

-"Architettura e nulla. Oggetti singolari",con Nouvel Jean Electa Mondadori, 2003

-"Power inferno. Requiem per le Twin towers. Ipotesi sul terrorismo. La violenza globale", Cortina Raffaello, 2003

-"La guerra dei mondi. Scenari d’Occidente dopo le Twin towers" con Caffentzis Gorge e Brecher Jeremy, DeriveApprodi, 2002

-"Parole chiave", Armando, 2002

-"Lo spirito del terrorismo", Cortina Raffaello, 2002

-"Lo scambio impossibile", Asterios, 2000

-"Cyberfilosofie. Fantascienza, antropologia e nuove tecnologie", Mirnesis, 1999

-"Illusione, disillusione estetiche. Il complotto dell’arte", Pagine d’arte, 1999

-"Il parossista indifferente. Conversazioni con Philippe Petit", King Kamehameha Press, 1998

-"Taccuini 1990-95", Transeuropa, 1998

-"Della seduzione", SE, 1997

-"Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?", Cortina Raffaello, 1996

-"Artenergie", con Di Castro Federica, Charta, 1994

-"Cool memories. Diari 1980-1990", SugarCo, 1991

-"Guerra virtuale e guerra reale. Riflessioni sul conflitto del Golfo", Mimesis, 1991

-"La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi", SugarCo, 1991

-"La sparizione dell’arte", Politi, 1988

-"L'america", 1988, Feltrinelli

-"Il sogno della merce", Editori di Comunicazione, 1987

-"L'altro visto da sé", Costa & Nolan, 1987

-"La sinistra divina", Feltrinelli, 1986

-"All'ombra delle maggioranze silenziose", Cappelli, 1985

-"Dimenticare Foucault", Cappelli, 1985

-"Lo scambio simbolico e la morte", Feltrinelli, 1984

-"Le strategie fatali", Feltrinelli, 1984

-"Il partito Comunista o i paradisi artificiali del politico", Bertani, 1982

-"Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti", Cappelli, 1980

-"La società dei consumi", Il Mulino, 1976

Webliografia

http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/b/baudrillard.htm

http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/000820.htm

http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/031017a.htm