Baudrillard Jean

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Vita e prime opere

Jean Baudrillard nasce a Reims (Francia) nel 1929 da una famiglia di contadini ed il suo grado di istruzione avanzato gli comporta una rottura con i genitori e con l’ambiente culturale da cui provene. Nel 1956, insegna in un liceo francese e nei primi anni sessanta lavora presso la casa editrice Seuil. Inizialmente, Baudrillard si dadica allo studio della lingua e della cultura tedesca pubblicando anche saggi sulla letteratura nella rivista Les temps modernes. Tra il 1962 e il 1963 e che traduce opere di Peter Weiss e Bertold Brecht in francese, oltre a un libro di Wilhelm Mühlmann sui movimenti messianici rivoluzionari. In questo periodo, si dedica agli studi di Henri Lefebvre e Roland Barthes che lo influenzano notevolmente.

E’durante la seconda metà degli anni sessanta che Baudrillarddiviene famoso in tutto il mondo grazie alla pubblicazione delle sue opere. Infatti influenzato da Lefebvre e Barthes approfondisce lo della teoria sociale, della semiologia e della psicoanalisi e pubblica il suo primo libro intitolato Il sistema degli oggetti nel 1968 (1996), seguito da un altro libro, La società consumistica nel 1970 (1998), e da Per una critica dell’economia politica del segno nel 1972 (1981). Queste opere furono tra le prime ad analizzare come gli oggetti sono codificati all’interno di un sistema di segni e di significati che costituisce le società mediatiche e consumistiche contemporanee. Combinando gli studi semiologici, l’economia politica marxsista e la sociologia della società consumistica, Baudrillard comincia ad esplorare il sistema degli oggetti e dei segni su cui si basa la nostra vita quotidiana. In queste prime opere, Baudrillard sostiene che la critica marxiana classica dell’economia politica ha bisogno di essere integrata da teorie semiologiche del segno che articolino i diversi significati espressi dai significanti come un linguaggio organizzato in un sistema di significato. Baudrillard, dopo Barthes e altri, ritiene che anche la moda, gli sport, i media e altri modi di significato producessero dei sistemi di significato articolati da regole, codici e logiche specifiche. Nel periodo dello sviluppo capitalista, l’espansione economica, le nuove tecniche di produzione e lo sviluppo tecnologico accelerano la capacità di produzione di massa e le corporazioni capitaliste si concentrano sul controllo del consumo e sulla creazione di bisogni per nuovi beni di lusso, producendo in questo modo il regime di ciò che Baudrillard denomina segno-valore. Egli sostiene che la pubblicità, la moda, la liberazione sessuale, i mass media, la cultura e la proliferazione di prodotti hanno moltiplicato la quantità di segni e prodotto un aumento di segno-valore. Secondo il suo pensiero, i prodotti non sono più caratterizzati semplicemente dal valore d’uso e dal valore di scambio, come nella teoria dei beni di Marx, ma il segno-valore – l’espressione e la marca di stile, prestigio, lusso, potere e così via – diventa una parte sempre più importante del prodotto e del consumo. Baudrillard afferma che i prodotti vengono comprati e mostrati tanto per il loro segno-valore che per il loro valore d’uso e che il fenomeno del segno-valore è diventato un elemento essenziale del prodotto nella società consumistica. A suo avviso la moderna società ruota attorno al consumo e all’esposizione dei beni, attraverso i quali gli individui traggono prestigio, identità e reputazione sociale. In questo sistema, i beni posseduti da un individuo (case, automobili, vestiti e via dicendo) influenzano direttamente la sua reputazione sociale nell’ambito del segno-valore. Così, proprio come le parole assumono un significato a seconda della loro posizione in un sistema differenziale di linguaggio, allo stesso modo i segni-valore assumono un significato a seconda del loro posto in un sistema differenziale di prestigio e di status sociale. Ne La società consumistica, Baudrillard concluse decantando le ‘molteplici forme di rifiuto’ delle convenzioni sociali, del consumo cospicuo e del pensiero e del comportamento conformisti, forme che potevano essere riunite in una ‘pratica di cambiamento radicale. Egli descrive anche una situazione in cui l’alienazione è così totale da non poter esser risolta perché essa è parte della struttura stessa della società di mercato’.In una società dove ogni cosa è vista come un bene che può essere comprato e venduto, l’alienazione è assoluta ed inevitabile. Infatti, il termine ‘alienazione’ originariamente significa ‘vendere’, e in un mondo completamente commercializzato, l’alienazione è ovunque. Inoltre, Baudrillard postulava ‘la fine della trascendenza’: gli individui non possono più percepire i propri bisogni autentici. Nella seconda metà degli anni sessanta, si unisce ad un gruppo di intellettuali che ruotavano attorno al giornale Utopie, il loro scopo era superare le costrizioni disciplinari e, nello spirito di Guy Debord e del Situazionismo internazionale, combinare riflessioni su società alternative, architettura e modi di vita quotidiana. In questo periodo dunque Baudrillard ha un rapporto ambivalete con il marxismo classico. Da una parte, continua la critica marxiana della produzione dei beni che delinea e critica varie forme di alienazione, dominio e sfruttamento prodotti dal capitalismo. Dall’altra parte, però, egli non è in grado di indicare nessuna forza rivoluzionaria e in particolare non discute mai sulla situazione della classe operaia né sul suo potenziale rivoluzionario. In effetti, Baudrillard non ha alcuna teoria del soggetto in quanto agente attivo del cambiamento sociale, seguendo in questa maniera la critica strutturalista e poststrutturalista del soggetto filosofico e pratico categorizzato da Cartesio, Kant e Sartre che ha dominato a lungo il pensiero francese. Baudrillard infatti non sviluppa una teoria di classe o di rivolta di gruppo, o una qualsiasi teoria di organizzazione politica, di lotta. Come Lukàcs (1971) e la scuola di Francoforte, Baudrillard analizza come il prodotto e la commercializzazione influiscono sulla vita sociale e riescono a dominare il pensiero e il lavoro individuale. Seguendo la linea generale del marxismo critico, Baudrillard sostiene che il processo della omogeneizzazione sociale, dell’ alienazione e dello sfruttamento costituiscono uno sviluppo della reificazione dei beni e delle tecnologie e che le cose (‘oggetti’) giungono a dominare le persone (‘soggetti’) privandole delle loro qualità e capacità umane. Per Lukàcs, la scuola di Francoforte e Baudrillard, la reificazione – il processo che fa si che gli esseri umani siano dominati dalle cose e diventano simili a delle cose essi stessi – governa la vita sociale. Le pessime condizioni di lavoro comportano una standardizzazione della vita umana ed un conseguente sfruttamento degli individui costretti a rinunciare ad una vita libera e auto-determinante. Baudrillard si spinge oltre la scuola di Francoforte applicando la teoria semiologica del segno per descrivere come i beni, i media e le tecnologie creino un universo di illusione e fantasia in cui gli esseri sono completamente preda di valori consumistici, ideologie mediatiche, modelli da seguire e tecnologie deduttive. Successivamente il suo latente pessimismo si fa più marcato ed egli giunge a la sconfitta totale della soggettività umana da parte del mondo degli oggetti. Anche se negli anni sessanta Baudrillard partecipa ai tumultuosi eventi del maggio 1968 affiancandosi alla sinistra rivoluzionaria e al marxismo; nei primi anni settanta se ne stacca definitivamente. In politica rimane radicale senza associarsi ad alcun movimento.

Bibliografia

-Il parossista indifferente. Conversazioni con Philippe Petit, tr. di Nardini C., 1998, King Kamehameha Press

-Taccuini 1990-95, 1998, Transeuropa

-Della seduzione, tr. di Lalli P., 1997, "Saggi e documenti del Novecento", SE

-Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?, tr. di Piana G., 1996,Cortina Raffaello

-Art & jeans. Matière, mémoire, idée. Riliefs minimaux. Catalogo della mostra (Parigi, Passage de Retz, 1994) (con Di Castro Federica), (ill.), Charta

-Artenergie (con Di Castro Federica) (ill.), 1994, Charta

-La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi, tr. di Marsciani F., 1991, SugarCo

-Guerra virtuale e guerra reale. Riflessioni sul conflitto del Golfo (con Perniola Mario - Formenti Carlo), tr. di Villani T. e Dalla Vigna P., 1991, Mimesis

-Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 3 ed., 1990, Feltrinelli

-L'america, tr. di Guarino L., 4 ed., 1988, Feltrinelli

-La sparizione dell'arte, tr. di Grazioli E., 1988, Politi

-Il sogno della merce, 1987 e 1995, Editori di Comunicazione

-L'altro visto da sé, tr. di Carbone M. T., 1987, Costa & Nolan

-La sinistra divina, tr. di Serra A., 1986, Feltrinelli

-All'ombra delle maggioranze silenziose, tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli

-Dimenticare Foucault, a cura di Bellasi P., tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli

-Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 1984, Feltrinelli

-Le strategie fatali, tr. di D'Alessandro S., 2 ed., 1984, Feltrinelli

-Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti, tr. di Lalli P., 1980, Cappelli

-Il partito Comunista o i paradisi artificiali del politico, a cura di Folin A., 1982, Bertani

-La società dei consumi, 1976, Il Mulino