CallCenter - Inchiesta di controinformazione

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Titolo:

CallCenter - Inchiesta di controinformazione

Autore:

Chain Workers

Anno:

2003

Luogo:

Milano

Sito web:

Descrizione:

Ho fatto le stesse domande a molti lavoratori dei call center, sia sindacalizzati che no. Quello che ne esce è uno specchio importante della realtà del mondo del lavoro. Tim Wind e Vodafone da sole hanno oltre 27mila dipendenti. Se a questi si aggiungono i precari dei molti call center che tutte le aziende hanno, si arriva ad una cifra molto alta. Tecniche di controllo psicologico e tramite pc+telefono, il ruolo dei team leader, i particolari dei contratti firmati da CGIL CISL e UIL etc.. E' un po' lungo ma queste sono le voci stonate della TIM

1.Sistemi di controllo a distanza nei call center Tim. Nome e azienda. Chi ha firmato gli accordi previsti dallo Statuto dei lavoratori alla Tim?

I sistemi di controllo a distanza, essenzialmente si riassumono in un unico grande sistema, che varie evoluzione. Il sistema si chiama CCRM ed è sostanzialmente un database collegato ad una piattaforma telefonica. Il database serve a controllare matricola per matricola, quante lavorazioni hai in sospeso, quante in lavorazione, quante ne hai fatte quante ne hai ancora da fare. Questo diviso per giorno, mese anno, tipologia di lavorazione ecc. ecc. Sui tempi di queste lavorazioni cosiddette "backoffice" ci sono degli obiettivi aziendali in tempi. Quindi una tot pratica non può durare sul sistema piu' di tanto e se non la chiudi in tempo, l'assistente o il coordinatore è in grado di controllare se ce l'hai o meno assegnate di troppo vecchie.

Ugualmente con i tempi di risposta,che non solo sono segnalati a livello di gruppo su un tabellone in ogni sala. Nel quale vengono descritti i tempi di risposta, di attesa dei clienti, delle persone totali pronte a rispondere, chi ha risposto e non si è ancora rimesso a disposizione, chi si è scollegato, chi è ancora on.line con il cliente. Se però questo tabellone da' dei numeri anonimi. Poi c?è l?evoluzione di questo sistema, aperto solo all?accesso a chi di dovere (assistenti, gestione operativa, responsabili e così via..) che da? proprio una mappatura delle postazioni, del loro stato (on-line, blocco dopo risposta, non disponibile, disponibile ecc.) in modo tale da sapere di ogni lavoratore o lavoratrice, cosa sta facendo in questo momento.

Il tutto da una postazione munita di PC in rete, da un?altra stanza, un altro piano, ecc. ecc. In piu' questo controllo è applicabile a qualunque settore in TIM, perché come chiaramente si intuisce in un?azienda ad alta informatizzazione, settori come Gestione Operativa o Sistemi di Rete. Possono controllare dalle loro postazioni tutti i computer dei dipendenti in rete, perciò non solo le loro lavorazioni, ma eventualmente le loro attività sulla posta elettronica, sul loro pc in dotazione. Quali file hanno sul loro Pc. Per farvi un esempio banale ognuno di noi può scaricarsi con un password dal sito intranet, la propria busta paga. Per poi archiviarla per la maggior parte di noi in formato elettronico sul proprio pc. Ci si da un pwd per problemi di privacy per scaricarla con infinite procedure e complicazioni di accettazione, poi si da' la possibilità ad un qualsiasi collega impiegato nei 2 settori citati di accedere e leggere eventualmente tutti i miei dati.

In TIM tutti gli accordi a livello nazionale sono soltanto firmati finora da Cgil, Cisl Uil e UGL, ovviamente con le categorie corrispondenti. Ma da un anno a questa parte, dopo la tornata delle nuove RSU, dove sono entrati i delegati dei sindacati di base e alcuni di questi come me e un altro compagno a Roma e un altro a Milano, siamo addirittura espressione diretta di comitati indipendenti di lavoratori associatisi con la lista unitaria Flmu-CUB, Cobas-TLC e SNATER, si è cominciato a parlare sempre piu? insistentemente di questa problematica sulla quale regge tutto il sistema di lavorazione e controllo dell'azienda. Per ora niente di particolarmente rilevante si è ottenuto, se non per il fatto che è partita una commissione (farsa) paritetica sul tema, dalla quale sono stati accuratamente messi da parte tutti i delegati non confederali e per una consapevolezza sempre piu? diffusa tra i colleghi di far valere i propri diritti in materia, e di conseguenza i vari capetti stanno adeguando i loro rimbrotti


2. Il ruolo del team leader, psiche e pratica di controllo

Il ruolo di questi è particolarmente delicato, in quanto sono l'ultimo terminale gerarchico del sistema di controllo. Ma essi stessi non essendo né quadri né dirigenti sono sottoposti a turni infiniti, a umiliazioni continue, perché comunque non fanno parte delle caste di cui sopra. Ed anche perché dopo una bella lavata di testa, sono abbastanza carcichi e pronti a tutto pur di raggiungere gli obiettivi e umiliare gli operatori in sala.

Oltre alla gestione telematica del controllo, essi svolgono una serie di funzioni complessive, come quelle di primo e spesso quasi totale filtro per le elargizioni di ferie, permessi, premi, valutazioni e via dicendo. Non è raro che nei gruppi del 119 non si concedano ferie o permessi, anche a pochissime persone, che quindi non incida nella produttività generale del gruppo, perché semplicemente non si è stati abbastanza bravi a chiudere in vendita alcune promozioni. Mi spiego meglio, la TIM ormai da tempo non fa solo consulenza telefonica in entrata, ma anzi buona parte del lavoro oggi degli operatori del 119 è svolta in "outbound" cioè nel chiamare il cliente e proporgli nuovi prodotti. Pur non lavorando a cottimo (per fortuna!) ai dipendenti vengono negate le fruizioni di ferie e permessi dall'assistente o dal coordinatore, per questi motivi. In palese violazione dei diritti dei lavoratori. E così di conseguenza le schede di valutazione fatte ogni anno su tutti noi, dove il giudizio viene dato da questi figuri, con relative poi ricadute sulle assegnazioni di premi individuali, livelli o gratifiche. Questo non solo è una pratica di controllo, in termini di incentivazione e di divisione tra lo stesso corpo dei lavoratori. Ma svolge anche una funzione ideologica.

Perché la scheda non da solo valutazioni prodittive, cioè hai fatto 10, pratiche, 100, o mille. Hai risposto a 50, a 500 a 5000 telefonate, ma si arrogano il diritto di valutare alcuni aspetti come la tua disponibilità verso l'azienda, la tua condivisione degli obiettivi aziendali, quanto sei stato "proattivo", "imprenditoriale", trasparente, cercando quindi di incidere su una oggettiva contrapposizione tra una lavoratrice o un lavoratore che si accorge di essere schiacciato da un lavoro alienante, rispondendo per ore sempre la stessa cosa, facendo per ore sempre gli stessi identici gesti e quindi non si capisce dove dovrebbe stare l'imprenditorialità nel dire " Tim buongiorno, in cosa posso esserle utile??"

Un altro aspetto, che però sta mano mano perdendo la su a efficacia con l?acuirsi delle contraddizioni, è che i team leader hanno anche il "dovere" (finchè è possibile) di apparire agli occhi degli operatori come uno o una di loro. Perciò non è difficile trovarsi di fronte a cene collettive organizzate da questi. Uscite sempre sollecitate da questi "capetti di reparto". Proprio per cercare di superare quella rigidità a loro deleteria che si instaura oggettivamente tra subalterni e il loro responsabile. Una delle cose peggiori e che i team leader sono sempre pronti con il frustino e la carota, ma se si tratta per esempio di organizzare dei balletti o delle scenette per le feste aziendali o per le convention, per quei lavoratori che si offriranno di fare le marionette è concesso sotto la guida di questi TL di saltare le ore di lavoro, di essere trattati come amici per quel periodo. Fortuna e lavoro di molti compagni sta rivelando la vera natura di tutti questi aspetti e si sta smascherando il ruolo di "CANI DA GUARDIA" per citare un volantino apparso a Bologna in merito alla questione


3. Contratto delle tlc: una conquista o una riduzione di diritti?

Senza ombra di dubbio una sconfitta pesante. Ma dalle sconfitte non è detto che non nasca qualcosa di buono..per fare una battuta per esempio Voci Stonate nasce proprio dentro le mobilitazioni contro questo contratto firmato da Cgil, Cisl, Uil e UGL con il 75% dei lavoratori che avevano votato per il no!! Ed i disastri di ora non solo nelle telecomunicazioni quel contratto li preannunciava tutti. Per andare sempre con esempi, il job sharing (lavoro ripartito) sbandierato come uno degli spauracchi della legge Biagi nel contratto TLC del 2000 è già presente. Ma anche l?introduzione concertata della precarietà, dove nel contratto viene concertata, accettata e secondo i confederali regolamentata.

Di fatto ed anche secondo la giurisprudenza attuale a distanza di soli due anni, è stato sentenziato quanto sicuramente sia stata concertata, accettata in linea di principio, ma anche come viene indiscriminatamente utilizzata. Con enormi ricadute nei ritmi, nell'organizzazione del lavoro e nella precarizzazione della vita di chi non avrà mai un lavoro stabile in TIM e della precarizzazione del rapporto di lavoro per coloro che lo hanno a tempo indeterminato. Quel contratto tra l'altro ha inserito un doppio livello salariale. Uno per gli assunti prima del 2000, uno per gli assunti post 2000 con una differenza di circa 250 mila delle vecchie lire. Senza contare che gli interinali hanno ancora un altro trattamento salariale e i cocco un altro ancora. Perciò quel contratto introducendo disparità salariali e precarietà stabilisce una differenza di trattamento per la stessa attività con quattro salari e conseguentemente condizioni diverse!

Per fare qualche numero, con quel contratto in telecom sono usciti 13.200 persone in mobilità, si è aperta la cassaintegrazione che solo grazie alle determinate mobilitazioni ha permesso il rientro dei 750 colleghi interessati dopo soli 8 mesi. Ma anche in Tim quest?anno sono partite le procedure per 71 lavoratori in mobilità, e 161 per cessione in ramo d?azienda che parleremo piu? tardi. Ma qui è da notare che grazie a quel contratto e agli accordi sull?organizzazione del lavoro e degli strumenti messi in mano all?azienda si sta procedendo per una società che fa 6000 miliardi di lire di profitti verso la riduzione del personale a tempo indeterminato!

Per finire si disse che un contratto di settore faceva perdere qualcosa ai lavoratori del Gruppo telecom ma permetteva di regolarizzare tutte quelle posizioni che stavano peggio, come i colleghi di Omnitel che avevano il metalemccanico ma soprattutto tutta quella miriade di ziende che lavorano in subappalto coni contratti piu? disparati, soprattutto abusando della precarietà come Atesia con (all'epoca) 6000 collaborazioni continuate continuative, con un lavoro pagato a cottimo! Nessuna delle aziende di Call center come Atesia ha aderito a questo contratto, intendo chiaramente per i lavoratori co.co.co. Anzi dal 1 gennaio del 2004 peggioreranno le condizioni passando dalla vecchia tipologia co.co.co a quella nuova della Legge Biagi, cioè a progetto! Del resto era scontato visto che Atesia, controllata al 100% da telecom avrebbe potuto aderire anceh prima al contratto telefonici se avesse voluto!

Ma per fare un altro esempio di chi ha aderito, l'Omnitel ora Vodafone, ha significato 2 anni di lotta dei lavoratori che non volevano cambiare contratto perché ne capivano il peggioramento futuro e vedevano anche le perdite di garanzie nel passaggio da metalmeccanici a telecomunicazioni. Aggiungo che c'è voluto un altro anno per convincere i delegati RSU FIOM, a passare poi sotto le grinfie della SLC!?


4. Ruolo dei sindacati confederali nelle tlc

Qui potrei sembrare molto duro, e con tutte le pregiudiziali di chi come me fa sindacato di base ed è inserito in comitati di lavoratori indipendenti e autonomi. Ma ti assicuro non è così, anzi nonostante tutto il mio lavoro cerca sempre di coinvolger tutti i delegati e le organizzazioni in maniera unitaria, almeno quando si può. Ma le categorie telecomunicazioni nei confederali sono la destra del sindacato generale, nonostante di contraddizioni ce ne sono molte nella categoria, nonostante (almeno l'esperienza romana che conosco meglio) i lavoratori coinvolti sono tendenzialmente di sinistra. Per capirci a Roma dove i sono 4000 dei 10000 dipendenti TIM, il 75% delle preferenze alle RSU sono andate alla Cgil e alla Lista CUB-Cobas-SNATER.. Eppure non solo sindacalmente ma anche politicamente la SLC, la UILCOM e la Fistel, sono schierate nettamente alla destra del sindacato.

L'esempio di prima che facevo dei delegati dell'Omnitel Fiom né è un esempio esemplificativo. Questo atteggiamento è capibile se consideriamo i grandi profitti che girano nella new economy e nella telefonia nello specifico. Nel ruolo di coogestione che questi sindacati hanno e per i quali vengono ricompensati con poltrone molto remunerative nei Cral, nella assegnazione di alcuni posti nei vari consigli di amministrazioni di società collegate e controllate. O peggio di tutto secondo me, l'acquisizione da parte della TIM di interinali dalle agenzie partecipate dai sindacati. A noi per esempio è capitato piu' volte di essere sottoposti a provvedimenti disciplinari o a tentativi di provvedimenti, dopo spiate al personale di delegati Cisl. Non è raro partecipare a trattative dove ci si scambiano occhietti e battute amichevoli tra delegati Cisl e UIL e i rappresentanti aziendali. La Cgil da questo punto di vista ha ancora una dignità, ma comunque è coinvolta in tutte le dinamiche che citavo prima, Cral, agenzie interinali, lottizzazioni di posti e assunzioni. E spesso per il ruolo generale che ha nel paese è l'organizzazione che fa di piu' alla fine per convincere i lavoratori ad accettare quei passaggi disastrosi che stanno avvenendo nel mondo delle telecomunicazioni che effettivamente in buona fede si occupano del lavoro di aggregazione e di consenso.

E poi un'altra faccia tutta in mano a delegati e funzionari determinati a lanciarsi nella carriera politica-sindacale che gestiscono tutta la parte marcia. La crisi che attraversano invece Cisl e Uil, non gli consente questa complessa articolazione e perciò è sempre tutto accentrato nelle mani delle segreterie e dei funzionari con dei peli sullo stomaco da far rabbrividire. Dove sono pronti a tutto pur di schierarsi senza pudore sulle posizioni aziendali e strappare grazie alla garanzia della loro firma qualche benefit in piu'.

Credo comunque che in Tim la situazione è particolare dal punto di vista sindacale, c'è una scarsa sindacalizzazione solo il 7% è tesserato. C'è un'età media molto giovane sui 30 anni, e liberi dalla cultura della sconfitta degli anni 80 e 90, è come sta accadendo è piu' facile paradossalmente organizzarsi come lavoratori in un comitato autonomo che in un sindacato. Ce ne sono infatti già a Roma e Bologna ed in una recente Assemblea nazionale dei Lavoratori e Lavoratrici delle telecomunicazioni l?odg conclusivo halanciato tra le varie idee di costituire questi organismi che sollecitino il protagonismo dei lavoratori invece di imbrigliarli in qualche organizzazione sindacale.

5. Permessi, ferie, maternità e malattia

Parto dalla maternità, un tema molto sentito perché come dicevo con una età media di 30 anni, sono molte le colleghe che sono interessate. E l'ipocrisia della TIM, porta a sbandierare le attività di aiuto alle lavoratrici madri. Ma nella sostanza viene fatta vivere come una condanna o una discriminazione. Non è raro per una lavoratrice che è appena tornata dalla maternità, trovarsi trasferita, sottomansionata, discriminata nel ricevimento dei premi. Ricordo una mia collega che a distanza di 1 anno dal suo ritorno al lavoro non volevano (e non l'hanno piu' fatto!) concedergli il passaggio di livello espressamente perché era stata 1 anno a casa per la maternità Oppure come è successo recentemente in una vertenza nazionale su un settore di callcenter della Tim, istituire dei turni specifici per le lavoratrici mamme che usufruivano di un part-time o dei permessi dell legge apposita per i bambini piccoli, in modo tale da annullare le agevolazioni previste! Per la malattia se si può ancora peggio, ovviamente ogni giorno di malattia ti viene portato a diminuzione monetaria sul premio annuo che viene distribuito per il raggiungimento degli obiettivi.

Perciò se il settore dove sono impiegato ha raggiunto l?obiettivo (e inTim tutti gli anni i lavoratori hanno fatto sempre superare gli obiettivi non raggiungerli!), ma per esempio sono stato malato 1 settimana nell?anno quella settimana verrà sottratta dal premio in percentuale? Ma questo sarebbe il meno se contiamo che quei lavoratori particolarmente fragili o costituzionalmente piu' deboli vengono considerati dei svogliati e questa cultura è disposta da team leader e responsabili che non perdono occasione per fare battute in questo senso, sviluppando una ideologia razzista e discriminatoria. A ciò si aggiunge che particolari figure combattive vengono letteralmente perseguitate ogni volta che vanno in malattia, con controlli fiscali immancabili.

Dulcis in fundo, l'atteggiamento aziendale nella cessione del ramo d'azienda di questi mesi, dove il settore che inseguito si sta cedendo, è stato prima stipato di lavoratori delle categorie protette, disabili, lavoratrici con problemi come anoressia o esaurimento nervoso, usufruenti dei congedi parentali per genitori particolarmente malati ecc. Quindi tutti dipendenti considerati improduttivi e spediti di fatto in società precarie ed espulsi dal ciclo produttivo. Insomma dei licenziamenti mascherati. Questa è la considerazione per la malattia. Per fare un numero dei 161 lavoratori coinvolti dalla cessione di ramo d'azienda 1/3 sono disabili!!!

Infine ferie permessi. Abbiamo 22 giorni di ferie o 27 per chi fa i turni 6 giorni su sette invece che 5 su 7. Piu' 44 ore di permessi. Come si vede già un numero abbastanza esiguo rispetto ad alcuni contratti, ma non è tanto questo quanto il fatto che soprattutto nei callcenter prendere le ferie diventa una vera lotteria. Immagina che quest'anno (come tutti gli anni) le persone che potevano andare in ferie per gruppo al 119 erano 2 su 16 in media!!! Questo nei periodi luglio agosto, quindi in quelli di maggior richiesta di fruizione. Oppure come a Natale per arrivare ad un problema presente in questi giorni. Per di piu' vengono negati con le peggiori scuse, e concedendoli come premi nella logica che descrivevo prima nel ruolo degli assistenti, quindi annullando un diritto del lavoratore di usufruire del suo salario accessorio come ferie e permessi.


6. Orari di lavoro, retribuzione 14ma.

l?orario è previsto di 7.40, 7 e 38 per i turnisti h24. Ma va considerato in particolare la flessibilità di organizzazione di questi orari. Vengono stabiliti avvicendamenti terribili che non tengono in considerazione per nulla le necessità di una vita normale, non contando che ti può essere cambiato d'ufficio un turno a sole 48 ore per contratto ma spesso anche a 24 ore di distanza. La 14ma dopo l?ultima contratto è stata abolita, spalmandola in parte sulle retribuzioni ordinarie, e per i vecchi assunti con un bonus che va a sparire elargito in concomitanza con la vecchia tredicesima. Questo ha comportato nell'immediato un impatto meno duro sull'annullamento di una mensilità, ma ha fatto incassare all?azienda la prospettiva di un risparmio soprattutto da un punto di vista contributivo. Quindi tutto a danno del dipendente. Nonche a partire dal 2005 la sparizione anche del bonus.

7. Fonte principale di stress in postazione

Le fonti non sono poche, a parte 'organizzazione fin qui detta, il controllo dei TeamLeader ecc. C'è uno stress dei ritmi, comunque molto elevati che si stia in risposta o in risposta e in backoffice insieme, perché si richiede continuamente di piu'. Ma soprattutto lo stress di un lavoro molto alienante e ripetitivo. Non a caso noi diciamo che c?è una irregimentazione di fabbrica stile post-fordista. Perché siamo organizzati per processi in fabbrica si direbbero linee) però all'interno di queste siamo divisi in isole di produzione in modo tale che ognuno è indipendente dall?altra e a livello sociale si è chiusi in separe' all'interno anceh di queste isole. Per capirci io posso comunicare solo con quei pochi 3 o 4 che sono nella mia isola al massimo. Agli altri o non li vedo o gli do le spalle. Perciò isolando anche all'interno degli "openspace" come si chiamano queste sale grandi con postazioni all'americana in ogni dove. Altro fattore da non sottovalutare è il frastuono che si crea, con 15/20 persone che parlano al telefono con i clienti, con fax e stampanti e processori che innalzano la temperatura come in un cratere. Inoltre cosa che puo' sembrar stupida ma incide su notevolmente sulle frustrazioni dei colleghi, sono i Clienti incazzati ai quali bisogna continuare a rispondere con la pazienza professionale senza limiti. Per poi chiudere la telefonata e sfogarsi a parte. Crea una tensione che la porti fino a casa..


8. Numero lavoratori Tim, numero dipendenti call center, tempo indeterminato, determinato, interinali, co.co.co?

I lavoratori a tempo indeterminato sono circa 10000. A questo vanno aggiunti circa 1500 interinali concentrati per lo piu' nei grandi centri Milano, Bologna e Roma. Nei call center parliamo di circa il 50% del personale. Approssimativamente perché è variabile di continuo ma qesti numeri rispetto solo ai dipendenti fin qui citati. I lavoratori a termine non sono molti, perché i vecchi contratti tipo sostituzione maternità e CFL sono stati tutti sostituiti dalle tipologie di contratto interinale. Co.co.co, proprio in TIM sono un numero esiguo, per quanto riguarda i consulenti. Mentre hanno un numero rilevante rispetto agli outsourcer come Atesia, Telecontact ecc. solo a Roma dei 3500 operatori rimasti circa 1000 sono per il 119 e Numero Verde Business, quindi rispetto alla TIM parliamo di un 10% del personale totale e un 20% rispetto ai lavoratori dei callcenter. Sommati agli interinali e alle precettazioni i nostri scioperi di fatto vengono coperti senza troppi drammi! Anceh quelli al 90%


9. Esternalizzazioni, servizi dati in appalto all'esterno (Atesia ed altri).

Le due cose sono strettamente collegate dopo anni che sempre piu? attività sono passate agli outsourcer, riducendo sempre piu? quindi le attività all?interno della TIM. Questo ha permesso uno snellimento dei processi e una sempre maggiore interscambio dei lavoratori. Ma questo è reso possibile grazie a 10 anni di sperimentazione con Atesia, poi con l'introduzione della precarietà nel contratto del 2000, infine con le ripetute firme del piano industriale dove venivano fatti i nomi e i cognomi delle società esternalizzate. Se questi processi sono piu' conosciuti in Telecom Italia, alla TIM cominciano alla fine del 2000, con l?esternalizzazione delle attività del personale. Qui viene chiesto in via volontaria chi sono i dipendenti che vogliono passare a questa società sempre dle gruppo Telecom ?TESS?. I lavoratori volontariamente passano, quelli che tra tornare al 119 a fare turni H24 e TESS (queste erano le alternative date da TIM ai lavoratori coinvolti) si fanno convincere.

Dopo pochi mesi la società viene venduta ad Accenture (soc. americana con sedi in tutto il mondo ma con la maggior parte della sua elaborazione dati in India. Subito dopo l?acquisizione la Accenture dichiara centinaia di esuberi in Tess. La situazione oggi lì è ferma. A gennaio 2003 noi di Voci Stonate denunciamo con forza il piano aziendale di cessione del settore Affari Generali, dapprima presi per matti anche perché la prima di tess trapassata in sordina. Poi scoppia un caso e i confederali fanno un accordo che fino al 2004 non si parla di esternalizzazioni. A ottobre 2003 partono le procedure per la cessione di ramo d?azienda per il vecchio settore di Affari Generali da pochi mesi ristrutturato e trasformato in Facility Management. La cosa grave oltre a quella che la TIM non ha nessun bisogno né di fare cassa né di fare profitti visto che anche quest'anno ha superato le spettative arrivando a 3 milioni di euro di utili.

Dicevo oltre a questa, è il fatto che queste operazioni sono caratterizzate in maniera sempre piu' evidente come esplusioni ad hoc di lavoratori considerati improduttivi. Oltre il 30% di lavoratrici e lavoratori coinvolti nella cessione del FM è appartenente alle categorie protette, disabili, usufruenti della legge per i congedi parentali ecc. Il resto sono lavoratori fortemente sindacalizzati, lavoratrici madri, ecc. Addirittura a Roma delegati della nostro lista eletti in questa unità produttiva ma che sono stati inviati ad altra societa' EMSA! Alla faccia della democrazia e della rappresentanza dei lavoratori.

In piu' la stessa Tim negli incontri per le procedure ci ha spiegato come questa azienda dal 99 in liquidazione è stata ritirata fuori dal cilindro per fare da filtro, per incanalare il personale qui convogliato da Tim per 161 dipendenti , ma anche da Telecom Italia, ITT. Per poi dividerli in settori che diventeranno altrettanti pacchetti da vendere a questa e quell'azienda fuori dal gruppo? Con relative incertezze sulla garanzia del posto di lavoro. Le attività delle outsourcer, a capitale totalmente Telecom Italia, rendono inefficaci le attuali forme di lotta.

Per questo stiamo operando su due fronti: 1) stabilire un collegamento tra le nostre lotte e quelle dei precari di queste società; 2) colpire l'immagine dell?azienda ad ogni mobilitazione collegata allo sciopero.

Ora per scendere nei dettagli, il servizio peggiora perché i colleghi degli outsourcer non sono formati adeguatamente ma sono messi come polli in batteria a rispondere alla piu? alta quantità di telefonate, i lavoratori TIM vengono precarizzati con procedure di cessioni e esternalizziazioni, nonche' con i peggioramenti di contratto. Quindi il solo guadagno ce l'ha l'azienda con l'abbassamento del costo del lavoro che per quanto riguarda TIM è il 4% del fatturato? Questo è il mondo TIM. Ho cercato di essere il piu' breve possibile, e molte cose le ho sorvolate.


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