Categoria:Morfologia costruttiva

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E' un'esperienza artistica che si colloca negli anni sessanta a Firenze e si sviluppa da Astrattismo Classico, gruppo fiorentino che nacque dal serrato dibattito che in Italia si ebbe nell'immediato dopoguerra tra i movimenti di Arte oggi di Firenze, Movimento Arte Concreta (MAC) di Milano e "Forma 1" di Roma. Il gruppo "Morfologia costruttiva", con alcune storiche presenze e nuove personalità che hanno aderito nel tempo, è attivo ancora oggi.


Premesse e intenti

"Costruire la forma nuova per la realtà nuova umana e sociale, in una rinnovata collaborazione e di validità collettiva". Questi erano i postulati di "Astrattismo Classico", come scrisse Giusta Nicco Fasola nel 1951. A distanza di anni un gruppo di artisti astratti che si formò a Firenze negli anni sessanta non rinunciò a tali ideali, ma ne indagò lo spazio artistico, analizzano l'origine della composizione fino a ipotizzare una "morfologia" del comporre e del costruire, convinti che le diatribe sulla morte delle avanguardia e la fine dell'astrattismo portate avanti da Cesare Brandi e avallate da altri, erano pure elucubrazioni filosofiche ormai superate . L'astrattismo geometrico per chi crea trova una fonte inesauribile di situazione sempre nuove, sempre vitali, sempre entusiasmanti. Si convenne tornare alle origini del discorso portando all'essenziale l'analisi degli elementi che costruiscono lo spazio-immagine la sua conquistata tridimensionalità, senza nulla concedere alla pura esteticità del quadro.


Nascita di una Morfologia Costruttiva

Gli artisti raggruppati intorno allo "Studio d'Arte IL MORO" di Firenze, Centro Culturale Autogestito fondato nel 1970 di cui fecero parte Giampiero Avanzini, Nadia Benelli, Mauro Bini, Mario Daniele, Paolo Favi, Natale Filannino, Alberto Gallingani, Fabrizio Gori, Leonardo Papasogli, Bruno Pecchioli, Franco Rosselli, dopo una serie di verifiche sulle affinità ideologiche e culturali che gli univa, gli artisti formarono un gruppo operativo, comparabile all'"Arte Programmata" (es.il " Gruppo N" di Padova, o il " Gruppo T" di Milano),ma le loro esperienze si riferirono, almeno ideologicamente, a quelle trovate sul territorio (Astrattismo Classico) ed a una rilettura attenta del Costruttivismo russo. Nel 1972 pubblicarono il Manifesto "Nascita di una Morfologia Costruttiva" redatto dallo storico Ugo Barlozzetti di cui riporta le parti salienti: "...la coscienza del rischio dell'atteggiamento velleitario è netto, come il rifiuto di ogni forma sentimentale e o autobiografica, il superamento delle problematiche della pura esistenzialità, della gestualità, della segnicità, della matericità, nasce dal rifiuto dell'ambiguità morfologica per riferirsi alla totale esperienza dell'uomo contemporaneo e - specificatamente - quindi all'obiettivazione nell'ambito del fenomeno..." "...al tempo stesso sono bandite le illusioni che si trovi una vera realtà "artistica" ove il tessuto organico dell'esperienza si chiarisca come procedere storico, reale e totale, perciò appunto l'intenzionalità puramente estetica data all'arte che, da una forma istintuale-biologica conduca alla consapevolezza delle relazioni tra l'uomo e il mondo non può essere accettata ..." "..il fare artistico deve intervenire nel fare scientifico e tecnologico per controllare e modificare le strutture dando ad esse la coscienza del valore e la finalità teorica. Da tutto ciò non può non nascere, assieme ad un impegno culturale non occasionale, una metodologia proprio per il rapporto operazione artistica e ricerca. Il problema della spazialità fenomenica si traduce dunque in morfologia costruttiva ove l'oggetto si fa forma e la forma si fa oggetto e appare questione essenziale la pertinenza di questa forma particolare a quel particolare oggetto, pertinenza raggiunta attraverso un processo tecnico e comunicante al termine del quale sta la logica del rapporto tra forma e processo formante..." "..lo spazio si apre come il fenomeno, all'incidenza del tempo, si origina con il tempo. Una tale operazione significa pertanto non solo visualizzare un percorso razionale, ma soprattutto controllarlo nel tempo e nello spazio. Si tratta dunque di affrontare la situazione senza cedere all'indistinta spazio-temporalità del fenomeno, ma inserendosi in essa, non predeterminare una soluzione, chiarire invece tutte le tappe e le modalità del suo percorso. Così si rende evidente il modo di percepire la spazialità e la coincidenza nella durata dello spazio e della percezione .." "...attraverso queste tre coordinate di tempo, spazio e percezione si giunge a tessere il percorso stesso dell'esperienza e i fruitori diventano compagni di strada di quel percorso, partecipando razionalmente al divenire nella concreta esperienza operativa che ogni qualvolta si osservi, ripropone il suo itinerario. Il concetto di ricerca diviene Io strumento determinante e Io stesso ricercatore ne fa parte come presenza vivente, al tempo stesso l'indagine strutturale non può arrestarsi a nessuna ipotesi considerandola definitiva.."[1] Al gruppo storico, come si è detto più sopra, hanno aderito nuove personalità, come i pittori Franco Bulletti, Emilio Carvelli e Carlo Desireau, e gli scultori Antonio di Tommaso, Piero Gensini, Marcello Guasti e Gabriele Perugini.


Analisi critica

"...costruire e nelle intenzioni e nel centro del nostro collettivo, anzitutto conoscere progettare predispone - come scrive Nello Ponente a proposito di Nicola Carrino — un percorso per ritrovare un altro ordine o altri ordini possibili, l'atttività si esplica nella definizione di uno spazio, nell'individuare ( con procedimento aperto) la possibilità di tutte le situazioni. La grammatica operativa è anche in questo caso, epistème e, pertanto, invito ad una corresponsabilità del sapere attraverso un nostro intervento diretto sull'oggetto, sulla disposizione e collocazione. "E' chiaro — come è chiaro ai nostri pittori del Moro - che le esperienze che si possono definire neo concretiste chiedono un pronunciamento a priori, un'ipotesi vincolante, non fosse altro che come sinonimo.." "..è chiaro che questi artisti tutti possono'inquadrarsi, quanto ad ascendenze o genealogie, come chiama Vito Fagone, ad una situazione prettamente europea nella quale è riconoscibile l'influenza di certe distanti esperienze costruttivistiche e puriste di tutta l'arte concreta che viene rivisitata con un'interpretazione critica esaltandone però più la purezza e la percettibilità che l'intenzione formativa."[2] Eugenio Miccini dal volume "Arte contemporanea e discriminazione assiologia/un ipotesi morfologica "(Ed.Fantini,Roma 1975) "...Per quanto attiene al diagramma promulgativo, una sia pur frettolosa incursione storiografica nell'area delle tematiche più o meno epocalmente parallele, guida questa mia ulteriore disamina incontro alle pratiche pressoché eideticamente comparabili dell'"Arte Programmata (per esempio il "gruppo N" a Padova con Massironi, Biasi, Chiggio, Costa, Landi ed il "Gruppo T" a Milano con Anceschi, Boriani, De Vecchi, Barisco, cosi come Enzo Mari e Getulio Alviani), che attivandosi sul piano di uno screening trasversale, metteva in atto una pluralità di assiomi etici e formulatori diametralmente contrastanti la tecnologia produttivo-mercantile compravenditrice di oggetti massivi - Cheap culture -, oltre a mettere tra parentesi la dimensione cartesiana del tempo e dello spazio. Altri nessi comparativi, visti in misura coeva, supporterebbero credibilmente il rigore e l'assetto, l'essenzialità e la primarietà strutturali cari al minimalismo modulare di Sol Lewitt, di Nicola Carrino e di Donald Judd fino a raggiungere gli stadi olistici del principio gelstaltico. Tali ritenzioni sarebbero oltremodo ingenue e incongruenti se non fossero sorrette dalla prospettiva umanistica, politica e divulgatoria che la "Morfologia Costruttiva" ha chiamato diversamente in causa di sicuro entro una radicale (ma non settaria) postulazione libertaria intenzionata, nella sua sommativa "substantia" realizzatrice ed esistenziale, alla salvaguardia di quelle nobili forze euristiche, materiali ed immateriali, speculativamente ordite in essa."[3] Pier Paolo Castellucci dal catalogo "Nascita di una morfologia costruttiva-Firenze, 1972 - Storia e Presenze", Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze 1999. "L'esposizione "Nascita di una Morfologia Costruttiva — Firenze 1972-Storia e presenze" ha riportato all'attenzione un fatto artistico degli anni Settanta inquadrando un momento storico significativo con la volontà di riproporlo alla riflessione, sottoponendolo ad una serie di considerazioni."Morfologia Costruttiva" è stato il frutto di un gruppo di autori di diverse provenienze, volti a recuperare una funzione politica e sociale, ma anche linguistica dell'arte.Prendendo spunto da una specifica tendenza concettuale della cultura fiorentina il movimento affronta l'ipotesi morfologica-l'inizio,la forma primigenia che è poi l'oggetto rappresentato e viceversa-dal 1972 e fino al termine del decennio . Avvenimenti non sempre conosciuti dai più che la mostra concorre a riportare oggi alla mente, indicandoli come fatti specifici di specifico segno, dopo anni — se non decenni- di successivo appiattimento culturale, quindi la perdita di identità artistica e di memoria storica. Risulta così fors'anche più difficile per molti, oggi, comprendere termini quali "uomosociale", "collettivo", "presa di coscienza", "divisione borghese del lavoro", "alienazione", e potessero allora coinvolgere operatori estetici al punto da fare loro priorizzare la rigida ragione in un periodo di "felice" effimera cultura. Eppure Giampiero Avanzini, Nadia Benelli, Mauro Bini, Mario Daniele, Paolo Favi, Alberto Gallingani, Fabrizio Gori, Leonardo Papasogli, Franco Rosselli e gli scomparsi Natale Filannino e Bruno Pecchioli erano mossi proprio da una volontà di vedere nell'arte uno strumento di liberazione, quindi rivoluzionario; nella Morfologia essi vedevano la destrutturazione degli archetipi, la ricerca di una misura ideologica, in ultimo "la possibilità di conquistare una nuova misura del mondo" Una volontà questa forse rintracciabile anche in altri autori o ambienti culturali cui i soprannominati potevano guardare - come il "suprematismo" e l'arte concreta", ma che nell'ambito di una cultura più localizzata (ma non locale) trovava la sua sponda di volta in volta nell'Astrattismo Classico", nel "Segno Rosso" in Vinicio Berti e - perché no? - nell'architettura razionalista del "Gruppo Toscano". In questo, rivelando anche ciò che può apparire come una vera e propria via fiorentina all'astrattismo, dalla

decorazione marmorea di alcune chiese a Paolo Uccello e attraverso lo sperimentalismo pontormesco fino al secondo Magnelli.[4] Federico Napoli da "Così vicini così lontani", Eco d'Arte Moderna, Firenze, 1999


Voci correlate

Costruttivismo Astrattismo Arte d'oggi Gruppo Forma 1 Gruppo MAC Astrattismo Classico Segno Rosso Archivio 11 Moro

Note

1. A Ugo Barlozzetti, "Manifesto: Nascita di una Morfologia costruttiva", Firenze 1972

2. A Eugenio Miccini dal volume"Arte contemporanea e discriminazione assiologia/un'ipotesi morfologica "(Ed.Fantini,Roma 1975)

3. A Pier Paolo Castellucci dal catalogo "Nascita di una morfologia costruttiva-Firenze, 1972 - Storia e Presenze", Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze 1999

4. A Federico Napoli da "Eco d'Arte Moderna ", Firenze, 1999


Bibliografia

LE EDIZIONI STUDIO D'ARTE IL MORO DI FIRENZE


1972 Nascita di una morfologia costruttiva.

Cartella contenente venti serigrafie di Giampiero Avanzini, Nadia Benelli, Mauro Bini, Mario Daniele, Paolo Favi, Natale Filarmino, Alberto Gallingani, Leonardo Papasogli, Bruno Pecchioli, Franco Rosselli. Saggio introduttivo di Ugo Barlozzetti. 1972 Lo Studio d'Arte "Il Moro", catalogo: Internationale Kunstmesse "Art3'72", Basilea (CH).

1972 Disegni satirici. Catalogo della mostra omonima. Presentazione di Eugenio Miccini.

1973 Nascita di una morfologia costruttiva. "Manifesto" pubblicato in occasione della msotra omonima alla "Strozzina" (Palazzo Strozzi, Firenze). Testo di Ugo Barlozzetti.

1974 Sei schede per una città. Cartella contenente dodici serigrafie di Ugo Barlozzetti, Mario Daniele, Paolo Favi, Alberto Gallingani,Fabrizio Gori, Franco Rosselli. Saggio introduttivo di Ugo Barlozzetti.

1975 Eugenio Miccini, Arte contemporanea e discriminazione assiologica. Un'ipotesi morfologica, Fantini Editrice, Roma (il volume esce nella collana "Incidenze" della Fantini Editrice per ragioni di distribuzione).

1979 Ex Natura. Cartella contenente nove grafiche originali di Gianni Becciani, Nadia Benelli, Mauro Bini, Paolo Favi, Alberto Gallingani, Fabrizio Gori, Roberto Magnolfi, Bruno Pecchioli, Piero Viti. Saggio introduttivo di Alberta De Flora.

1980 1° Rassegna Gruppi Autogestiti in Italia. Catalogo generale a cura dei Gruppi partecipanti e di Nadia Benelli, Mauro Bini, Paolo Favi, Fabrizio Gori, Bruno Pecchioli, Piero Viti. Note introduttive di Eugenio Miccini, Carlo Cioni e del collettivo "Il Moro".

1981 Bruno Pecchioli, 1955-1980. 25 anni di lavoro in collettivo nelle arti figurative a Firenze. Dossier a cura dell'Autore e di Flora Bedessi Pecchioli. Premessa di Luciana Spinetti. Fotografie di L. Ricci.

1985 Firenze/Ricerca - Arti visive. Documenti dal dopoguerra a oggi. Dossier a cura di Fabrizio Gori e Mauro Bini. Edizione in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze. 1987 Una situazione fiorentina. Mauro Bini, Paolo Favi, Fabrizio Gori, Bruno Pecchioli. Catalogo della mostra al Centro Culturale "Magazine" di Prato e allo Studio d'Arte "Il Moro" di Firenze. Saggio introduttivo e note di C. Marsan.

1988 Eugenio Miccini, Bruno Pecchioli - opere dal 1957 al 1987. Catalogo della mostra allestita presso lo Studio d'Arte "Il Moro", Firenze 23 aprile - 5 maggio 1988.

1989 Mail Art. Catalogo della Mostra internazionale di Mai! Art organizzata dallo Studio d'Arte "Il Moro", in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze.

1990 Mauro Bini - Opere degli Anni Sessanta. Catalogo della mostra allestita presso lo Studio d'Arte "Il Moro", Firenze, 28 aprile - 10 maggio 1990.

1990 Il Moro/Arti Visive - Vent'anni di attività, 1970-1990. introduzione di Pier Paolo Castellucci acura del Direttivo dello Studio d'Arte "Il Moro".

1991 Mauro Bini - Opere dal 1969 al 1989. Catalogo della mostra allestita presso lo Studio d'Arte Il Moro di Firenze.

1999 Nascita di una Morfologia Costruttiva, Firenze 1972 - Storia e presenze. Mostra presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


ALTRE EDIZIONI


N. Miceli, D. Pasquali, "Una storia fiorentina. Aspetti dell'astrazione a Firenze". Ed.Bandecchi & Vívaldi, Pontedera ,1989.

D. Pasquali, R. Bellini, C. Frittelli, "Presenze delle avanguardie a Firenze dal '47 ad oggi". Ed. Spaziotempo, Firenze 1991.

Lara Vinca Masini "Arte Contemporanea", Ed. Giunti, Firenze 1999.

T. Paloscia, "Accadde in Toscana 3. L'arte in Toscana dal 1971 alle ore antelucane del III° millennio". Ed. Polistampa, Firenze 1999.

G. Di Genova "Storia dell'arte italiana del '900 - generazione anni trenta". Ed. Bora, Bologna 2002.

G. Di Genova "Catalogo collezioni permanenti", museo MAGI, vol. 4. Ed. Bora, Bologna 2002

G. Di Genova "Per una classicità moderna - l'altra faccia del Rinascimento" Ed. Bora, Bologna, 2002.

G. Di Genova "Storia dell'arte italiana del '900 - Generazione anni '40". Ed. Bora, Bologna, 2007.

G. Di Genova "Catalogo collezioni permanenti", museo MAGI, vol. 6. Ed. Bora, Bologna, 2008.

G. Di Genova, "PER UNA CLASSICITA' MODERNA L'Altra faccia del Rinascimento" Ed. Bora, Bologna, 2002

Gabriele Perugini Ed. Polistampa, Firenze, 2003

Marcello Guasti Ed. Bora, Bologna, 2003

"Per una classicità moderna - Morfologia costruttiva" catalogo della mostra presso l'Accademia delle Arti del Disegno. Ed. Polistampa, Firenze, 2010.

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