Celestina del Madagascar

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Il cristallo Celestina del Madagascar si riconosce grazie ad abito, colore e saggio alla fiamma. La bellezza dei cristalli, la buona lucentezza e la stupenda tonalità di blu (unica nel mondo dei minerali) rendono la celestina uno dei minerali più ambiti dai collezionisti.

Celestina del Madagascar


Formula del minerale

Museo di Storia Naturale di Pisa

Sala

La nuova galleria dei minerali

[1]La raccolta iniziò a formarsi nel 1844, quando Leopoldo Pilla portò da Napoli la collezione vesuviana, e si ampliò notevolmente tra la fine dell’‘800 e l’inizio del ‘900 con il contributo di Antonio D’Achiardi e del figlio Giovanni. La galleria fu aperta al pubblico nel 1994 e riprogettata nel 2002 a seguito dell’acquisizione delle collezioni Cerpelli e D’Amore. Nel 2014 è stata nuovamente riprogettata ed ora è principalmente dedicata alla collezione toscana con oltre 300 campioni in gran parte provenienti dalle Alpi Apuane e dall’isola d’Elba. Tra questi meritano particolare attenzione gli enormi cristalli di geocronite di Valdicastello (Pietrasanta, Lucca), le pegmatiti di San Piero in Campo (isola d’Elba) tra cui un enorme esemplare con oltre trenta cristalli di tormalina e i minerali delle miniere di ferro dell’Elba e le splendide cristallizzazioni geodiche provenienti da Bottino (Stazzema, Lucca) della collezione Cerpelli. In fondo alla galleria sono ancora presenti i campioni più rappresentativi della donazione D’Amore tra cui i grandi geodi di quarzo ametista del Brasile e i cristalli di celestina del Madagascar. [2]

Cenni storici

Il nome deriva dal latino caelestis=celeste, a causa del colore blu (forse i latini erano lievemente daltonici); in antichità aveva una sua importanza in quanto i preti del Bengala la usavano per colorare di rosso le fiamme sacre (questo effetto stupiva e terrorizzava i credenti), in tempi successivi fu invece utilizzata per i primi rudimentali fuochi d'artificio.

Proprietà

Classe mineralogica

Solfato

Gruppo

Trimetrico

Sistema

Rombico

Abito

I cristalli sono di solito euedrali tabulari o prismatici. Si può trovare anche celestina di aspetto nodulare, fibroso e granulare.

Durezza

3-3.5

Peso specifico

3.9-4.0

Indice di rifrazione

na=1,622 nb=1,624 ng=1,631 (birifrangente)

Colore

Di solito blu, ma anche incolore e giallo con sfumature verdastro, rossastro, brunastro.

Lucentezza

Vitrea (a volte madreperlacea).

Trasparenza

Da trasparente a traslucida.

Sfaldatura

Perfetta in una direzione, debole nelle altre.

Striscio

Polvere bianca.

Frattura

Concoide.

Giacimenti

Stati Uniti (Ohio, Michigan), Madagascar (cristalli ben formati), Inghilterra, Egitto; in Italia vi sono giacimenti in Sicilia.

Caratteristiche ed utilizzi

colore rosso al test alla fiamma (si distingue così dalla barite che alla fiamma è verde pallido); alcuni campioni sono fluorescenti ai raggi UV. La celestina si utilizza come colorante nell'industria chimica; per la produzione di preparati di stronzio utili nel campo della pirotecnia, della ceramica, della cosmesi, dei lubrificanti; a volte si estrae stronzio puro da impiegare come metallo (poco utilizzato)
  1. http://www.msn.unipi.it/la-galleria-dei-minerali-gallery/
  2. http://www.minerali.it/scheda-scientifica/79e5e1c8-e6cf-4100-bef0-085563d40009/CELESTINA.aspx