Cina,Cina,Cina!!!: differenze tra le versioni

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Luci e ombre si alternano alla Strozzina. Da Artificial Moon, la grande Luna che domina il cortile del Palazzo, alla sala dell’oscurantismo. Dove i video documentano le cinque mostre censurate a Shanghai, pochi anni fa...
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Luci e ombre si alternano alla Strozzina. Da Artificial Moon, la grande Luna che domina il cortile del Palazzo, alla sala dell’oscurantismo. Dove i video documentano le cinque mostre censurate a Shanghai.
  
La via della seta, quel sottile filo pregiato che simbolicamente legò l’Oriente all’Occidente per centinaia di anni, si ripropone oggi nel percorso di Cina Cina Cina!!!. Come da metafora, tre fili luminosi indicano la via da seguire, per un itinerario complesso da leggere e interpretare. La traccia brillante si snoda all’interno della Strozzina nelle tre distinte aree curatoriali, per poi approdare sulla parete della sala didattica, dove i tre fili delineano sulla parete i confini dell’attuale Stato.  
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La via della seta, quel sottile filo pregiato che simbolicamente legò l’Oriente all’Occidente per centinaia di anni, si ripropone oggi nel percorso di Cina Cina Cina!!!. Come da metafora, tre fili luminosi indicano la via da seguire,tre distinte aree culturali, per un itinerario complesso da leggere e interpretare.
Un fitto reticolo di sentieri culturali e politici che sono vie di mediazione interculturale, come sottolinea Franziska Nori -che dirige il progetto del Cccs- e che trovano in questa mostra ampia documentazione. Il pensiero corre dai cortili della Città proibita fino ai territori mongoli, in un’atmosfera di tensione creativa che è una “rottura di prospettive”, evidenziata anche nella grafica e nell’architettura dell’allestimento. Risuona un’eco a dar voce a tre approcci diversi, a tre punti di vista dissimili che, coralmente, stimolano una riflessione sul “fenomeno Cina”. Curatori giovani ma già noti a livello internazionale, provenienti da tre differenti realtà metropolitane -Shanghai, Canton e Pechino- sono uniti nella ricerca di un’identità culturale così difficile da trovare.  
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Un fitto reticolo di sentieri culturali e politici che sono vie di mediazione interculturale. Il pensiero corre dai cortili della Città proibita fino ai territori mongoli, in un’atmosfera di tensione creativa che è una “rottura di prospettive”, evidenziata anche nella grafica e nell’architettura dell’allestimento.
La dialettica si sviluppa fra le sezioni della mostra e fra i quindici artisti presenti, e sembra riunirsi sotto il titolo della video-installazione Art is not enough, not enough di Davide Quadrio, artista e curatore di una sezione della mostra. L’arte non è sufficiente, non basta per trovare il bandolo e districare la matassa cinese. L’installazione nasce da interviste realizzate a quaranta artisti di Shanghai. Il montaggio offre un’inedita mappatura del processo creativo e del panorama antropologico della metropoli. Quadrio pone domande agli artisti e l’operazione prende forma nella capacità di rimuovere la soggettività dell’intervistatore tramite l’apparenza ludica delle carte da gioco usate per porre domande.  
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Curatori provenienti da tre differenti realtà metropolitane -Shanghai, Canton e Pechino- sono uniti nella ricerca di un’identità culturale decisamente difficile da trovare.  
 
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L’arte non è sufficiente, non basta per trovare il bandolo e districare la matassa cinese. Bisogna ricorrere per questo alla video-installazione Art is not enough, not enough di Davide Quadrio, artista e curatore di una sezione della mostra.L’installazione nasce da interviste realizzate a quaranta artisti di Shanghai. Il montaggio offre un’inedita mappatura del processo creativo e del panorama antropologico della metropoli.
Lo spunto ironico simbolicamente si muove fra le sezioni della mostra da Throwing Dice della curatrice Zhang Wei di Canton a Multy-Archeology, curata da Li Zhenhua di Pechino. Nella prima sezione trovano posto visioni individuali, frammentate, dove spesso il gioco ha del tragico, come nei video della sala centrale o nella vana ricerca dell’intimità in Lovely 2007 di Kan Xuan o nel tempo dell’attesa di Aspettando un amico di Pak Shueng-Chuen.
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Nella prima sezione della mostra trovano posto visioni individuali, frammentate, dove spesso il gioco ha del tragico, come nei video della sala centrale o nella vana ricerca dell’intimità in Lovely 2007 di Kan Xuan o nel tempo dell’attesa di Aspettando un amico di Pak Shueng-Chuen.
 
Fa irruzione, prorompente in Multy-Archeology, la mitica figura di Gengis Kan. È l’ispirazione che sta alla base delle opere presenti in questa sezione, non rivolta al passato ma a possibili visione future. Guerrieri mongoli diventano astronauti, le loro tende gigantesche navicelle, lo spazio nuova steppa di conquista. La videoarte di Zhao Liang e Shen Shaomin documenta la dura realtà delle terre di confine con la Corea del Nord e con la Russia.  
 
Fa irruzione, prorompente in Multy-Archeology, la mitica figura di Gengis Kan. È l’ispirazione che sta alla base delle opere presenti in questa sezione, non rivolta al passato ma a possibili visione future. Guerrieri mongoli diventano astronauti, le loro tende gigantesche navicelle, lo spazio nuova steppa di conquista. La videoarte di Zhao Liang e Shen Shaomin documenta la dura realtà delle terre di confine con la Corea del Nord e con la Russia.  
  
 
L’antica invasione mongola si trasforma in substrato per un’analisi sulla possibilità di sopravvivenza dell’autonomia creativa alle ferree leggi del mercato globale e all’intransigenza della società cinese.
 
L’antica invasione mongola si trasforma in substrato per un’analisi sulla possibilità di sopravvivenza dell’autonomia creativa alle ferree leggi del mercato globale e all’intransigenza della società cinese.

Revisione 18:41, 15 Giu 2009

Luci e ombre si alternano alla Strozzina. Da Artificial Moon, la grande Luna che domina il cortile del Palazzo, alla sala dell’oscurantismo. Dove i video documentano le cinque mostre censurate a Shanghai.

La via della seta, quel sottile filo pregiato che simbolicamente legò l’Oriente all’Occidente per centinaia di anni, si ripropone oggi nel percorso di Cina Cina Cina!!!. Come da metafora, tre fili luminosi indicano la via da seguire,tre distinte aree culturali, per un itinerario complesso da leggere e interpretare. Un fitto reticolo di sentieri culturali e politici che sono vie di mediazione interculturale. Il pensiero corre dai cortili della Città proibita fino ai territori mongoli, in un’atmosfera di tensione creativa che è una “rottura di prospettive”, evidenziata anche nella grafica e nell’architettura dell’allestimento. Curatori provenienti da tre differenti realtà metropolitane -Shanghai, Canton e Pechino- sono uniti nella ricerca di un’identità culturale decisamente difficile da trovare. L’arte non è sufficiente, non basta per trovare il bandolo e districare la matassa cinese. Bisogna ricorrere per questo alla video-installazione Art is not enough, not enough di Davide Quadrio, artista e curatore di una sezione della mostra.L’installazione nasce da interviste realizzate a quaranta artisti di Shanghai. Il montaggio offre un’inedita mappatura del processo creativo e del panorama antropologico della metropoli. Nella prima sezione della mostra trovano posto visioni individuali, frammentate, dove spesso il gioco ha del tragico, come nei video della sala centrale o nella vana ricerca dell’intimità in Lovely 2007 di Kan Xuan o nel tempo dell’attesa di Aspettando un amico di Pak Shueng-Chuen. Fa irruzione, prorompente in Multy-Archeology, la mitica figura di Gengis Kan. È l’ispirazione che sta alla base delle opere presenti in questa sezione, non rivolta al passato ma a possibili visione future. Guerrieri mongoli diventano astronauti, le loro tende gigantesche navicelle, lo spazio nuova steppa di conquista. La videoarte di Zhao Liang e Shen Shaomin documenta la dura realtà delle terre di confine con la Corea del Nord e con la Russia.

L’antica invasione mongola si trasforma in substrato per un’analisi sulla possibilità di sopravvivenza dell’autonomia creativa alle ferree leggi del mercato globale e all’intransigenza della società cinese.