Clauss Nicolas

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Nicolas Caluss

Personaggio o Gruppo:

Clauss Nicolas


Biografia:

Nicolas Clauss nasce a Parigi nel 1968. Pittore di formazione a 33 anni comincia il suo percorso nel multimediale, si iscrive a un corso universitario in 3D
ma non scatta l'amore previsto, la vera folgorazione avviene all'esposizione dove si trovava "Alphabet", CD-ROM di arte interattiva ultra premiato in
Francia e sviluppato tra gli altri da Frédéric Durieu (ingegnere informatico) e Jean-Jacques Birgé (compositore). Clauss decide di contattarli entrambi
e comincia a studiare per cercare di apprendere il funzionamento del software e il linguaggio di programmazione ad esso legato (Lingo) alla base
ancora oggi di quasi tutte le sue opere. Clauss comincia quindi una ricerca all'interno del mondo digitale interattivo, realizzando tra gli altri
lavori un sito internet Flyingpuppet.com che risulta essere uno spazio virtuale personale libero nel quale l'artista raccoglie le sue opere dal 2001.
Si dedica alla realizzazione di quadri interattivi, coniugando il linguaggio pittorico materico con quello digitale in un modo totalmente nuovo.
Nicolas Clauss partecipa a numerose mostre a partire dal 1989 con Musée Quincampoix a Maule, nel 1999 The Beatty Gallery a Sydney Australia, nel 2003
Le Carré des Jalles/ Média-cités a Saint-Médard-en-Jalles, nel 2005 Museo Tamao a Mexico City Mexique, nel 2006 L'Ardoise, Installation, ECM Trencavel a
Béziers, nel 2008 Or not toupie, Installation, La Friche la Belle de mai a Marseille e nel 2008 Or not toupie, Installation a la Gare Coustellet.
Nel 2006 il festival Bananaram acquista una sua opera, la direttrice e curatrice del festival Maria Rita Silvestri afferma che la sua opera "riesce a
contaminare di poesia lo strumento digitale".


Sito web:

Poetica:

Il lavoro di Clauss si fonda sull'interattività o meglio sul rapporto tra fruitore e opera; nei suoi quadri interattivi infatti non è coinvolto solo lo
sguardo ma anche il gesto (con il mouse infatti lo spettatore è in grado di interagire con l'opera) ed è proprio questo che rivela l'opera, che la modifica
abbinandola anche ad effetti sonori. L'approccio all'opera è dunque attivo, un' esperienze che si immerge nell'opera. La parte interattiva del
lavoro di Clauss è accompagnata anche da una parte di opere aleatorie che prescindono dall'interazione con l'utente, si tratta infatti di eventi
casuali sia per il suono che per l'immagine, nulla è immobile, tutto è in continuo cambiamento, si tratta di quadri autonomi in cui è possibile lasciar fare
tutto alla macchina. Il rapporto che l'artista pone nei confronti del mezzo tecnologico si allontana molto dalla visione generalizzata della fredda
macchina, egli trova infatti un nuovo approccio con essa rifiutando l'utilizzo di bottoni cliccabili o finestre e aprendoci quindi una visione
sensuale e misteriosa di un universo che vive di regole, spazi e tempi diversi dal nostro.Importante per Clauss è la "materia" con la sua grana, le sue
stratificazione, per questo lui si approccia alla macchina sfruttandola come mezzo ma introducendo in essa un linguaggio estetico diverso, l'artista cerca di
rendere materia lo schermo stesso.
Nel suo lavoro troviamo anche il concetto di straniamento a volte attraverso immagini ordinarie o attraverso un movimento molto semplice che si riproduce
all'infinito in modo aleatorio crenado atmosfere meccaniche e grottesche che inducono appunto a una sensazione di straniamento.
Clauss approfondisce nelle sue opere il rapporto tra parte visiva e parte audio musicale. La musica infatti interagisce in modo diretto con le immagini e per
questa elaborazione egli collabora spesso con il musicista Jean-Jacques Birgé.
In occasione dell'edizione 2006 di BananaRAM Festival è stata acquistata dall'organizzazione del festival l'opera di net.art Scalpel di Nicolas Clauss e
questo evento è stato molto rappresentativo nei riguardi della crescita del mercato dei new media art.
Nicolas Clauss è considerato oggi come uno dei maggiori esponenti dei nuovi media in grado di rielaborare in modo complesso il mondo digitale, la tecnologia
gli serve solo come mezzo espressivo e di diffusione al fine di permettere la costruzione di un dipinto multi-dimensionale, in cui ad ogni
lato corrisponde un'animazione e, con l'interazione, ad un lato del dipinto se ne sovrappone un altro, proprio come capita nella mente dell’uomo.


Opere:

Bibliografia:

Webliografia: