Cohen Harold: differenze tra le versioni

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* Untitled, 1986 [[Image: cohenharold2.jpg|left|frame|]]
 
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Alcune volte l’artista riporta le sue opere prodotte con il computer in olio su tela, questo dipinto ne è un esempio.
 
Alcune volte l’artista riporta le sue opere prodotte con il computer in olio su tela, questo dipinto ne è un esempio.
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Ciascuno dei disegni prodotti dalla macchina di Cohen è unico. L’artista sceglie quelli che gli piacciono e li migliora con gli acquerelli (a questa data AARON poteva produrre solo opere in bianco e nero).
 
Ciascuno dei disegni prodotti dalla macchina di Cohen è unico. L’artista sceglie quelli che gli piacciono e li migliora con gli acquerelli (a questa data AARON poteva produrre solo opere in bianco e nero).
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Revisione 15:14, 5 Mar 2007

Cohenharold.jpg









==Titolo== Cohen Harold


Biografia

Harold Cohen ha studiato pittura alla Scuola di Belle Arti Slade a Londra, ed ha insegnato qui prima di giungere al Settore delle Arti Visuali nel 1968. I suoi dipinti sono stati esposti in tutti i più famosi musei del mondo. Durante gli anni sessanta ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia, Documenta 3, la Biennale di Parigi, la Carnegie International e molte altre mostre internazionali. Si è esibito regolarmente alla Robert Fraser Gallery di Londra e alla Galleria Alan Stone di New York. Dopo essersi trasferito a San Diego, Cohen si è interessato alla programmazione con il computer e più in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale. Dal 1971 fa le sue ricerche a Stanford e si concentra sulla costruzione di una macchina basata sulla simulazione dei processi cognitivi che stanno alla base dell’atto umano del disegnare. Il programma che ne risulta è AARON, macchina poi diffusa nei musei e centri scientifici di tutto il mondo. Partecipa a conferenze e scrive vari articoli come “What is an Image?”, “Can computer make art?”.


Sito web

Poetica

L’artista nel suo primo periodo passato negli USA scrive: “Passò quasi un anno prima che mi rendessi conto che ciò che facevo con il computer non aveva nessuna relazione, o poteva non averla, con le composizioni che mi interessavano come artista, anche se il programmare mi accendeva in un modo che le altre cose non mi facevano più provare da molto tempo. Così iniziai a vedere la macchina come un’analogia per i procedimenti intellettuali umani. A questo punto era più esaltante del dipingere”. Cohen aveva trovato il suo obiettivo: programmare un computer in modo tale da insegnargli le sue procedure artistiche e poi lasciarlo creare da sé. Così si giunge al 1972, alla prima mostra delle opere prodotte dalla sua macchina al Los Angeles County Museum of Art. Naturalmente per tutta la sua carriera ha sviluppato il suo AARON, ogni volta la sua macchina è sempre più matura, acquisisce sempre più conoscenze, è lui stesso a definirla un bambino che cresce. Il fine ultimo del suo lavoro è creare una “Macchina Pensante” che riesca a sorprenderlo con realizzazioni concepite autonomamente.

Opere

  • Untitled, 1986
    Cohenharold2.jpg

Alcune volte l’artista riporta le sue opere prodotte con il computer in olio su tela, questo dipinto ne è un esempio.



















  • Untitled, 1985
Cohenharold1.jpg

Ciascuno dei disegni prodotti dalla macchina di Cohen è unico. L’artista sceglie quelli che gli piacciono e li migliora con gli acquerelli (a questa data AARON poteva produrre solo opere in bianco e nero).












Bibliografia

  • Cynthia Goodman (1987), Digital Visions Computers and Art, New York, Harry N. Abrams.


Webliografia