Critical Art Ensemble: differenze tra le versioni

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colpisce è  che la vostra confessione non è assolutamente piacevole. L’altra si legge con diletto.
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colpisce è  che la vostra confessione non è assolutamente piacevole. L’altra si legge con diletto.
 
CAE: i lettori non tengono la stessa distanza da quella confessione come dalla prima, così le sue qualità estetiche non sono ancora state normalizzate. Comunque io penso che possiamo provare simpatia per  una donna alla quale per tutta la vita è stato detto che ciò che più la realizzerà nella vita sarà avere un bambino e che ha provato la frustrazione di non poterne avere, e  dopo aver ricorso ad interventi medici all’improvviso è in grado di averne uno. Per quella persona, una gravidanza conseguente ad un intervento della scienza deve essere un’esperienza molto profonda o estatica. Infatti è descritta in termini rivelatori religiosi. E’ una citazione spaventosa. Ritorna più volte nella prima citazione  e rivela un brutto sostrato.
 
CAE: i lettori non tengono la stessa distanza da quella confessione come dalla prima, così le sue qualità estetiche non sono ancora state normalizzate. Comunque io penso che possiamo provare simpatia per  una donna alla quale per tutta la vita è stato detto che ciò che più la realizzerà nella vita sarà avere un bambino e che ha provato la frustrazione di non poterne avere, e  dopo aver ricorso ad interventi medici all’improvviso è in grado di averne uno. Per quella persona, una gravidanza conseguente ad un intervento della scienza deve essere un’esperienza molto profonda o estatica. Infatti è descritta in termini rivelatori religiosi. E’ una citazione spaventosa. Ritorna più volte nella prima citazione  e rivela un brutto sostrato.
  

Revisione 17:17, 22 Gen 2005

Steven Kurtz giovedì, 12 gen. 1999 01:16:51 +0100 (CET)

<nettime> ECD, Simulazione e la sfera pubblica • To: nettime-l AT Desk.nl • Subject: <nettime> ECD, Simulation, and the Public Sphere • From: Steven Kurtz <kurtz+ AT andrew.cmu.edu> • Date: Mon, 11 Jan 1999 16:08:54 -0500 (EST) • Sender: owner-nettime-l AT basis.Desk.nl


http://amsterdam.nettime.org/Lists-Archives/nettime-l-9901/msg00033.html


Electronic Civil Disobedience, Simulation, and the Public Sphere Disobbedienza Civile Elettronica, Simulazione e la Sfera Pubblica Critical Art Ensemble

Ciò che conta a lungo andare è l’uso che viene fatto di una teoria. Noi dobbiamo partire dalle pratiche esistenti per rintracciare i difetti fondamentali.

--Felix Guattari, _ Perché Marx e Freud non disturbano più nessuno.


Nel 1994, quando Critical Art Ensemble presentò per la prima volta l’idea e un possibile modello di disobbedienza civile elettronica (ECD) come un’altra opzione per la resistenza digitale, il collettivo non poteva sapere quali elementi fossero più fattibili e nemmeno quali elementi avrebbero richiesto una spiegazione ulteriore. Dopo quasi cinque anni di prove di ECD sul campo, portate avanti da diversi gruppi e singoli individui, le sue lacune informative sono diventate un po’ più ovvie e possiamo finalmente occuparcene. Di particolare interesse in questa saggio è il recente cambiamento di situazione che ha prodotto un modello di ECD nel quale predomina lo spettacolo pubblico sulla sovversione politica clandestina ed enfatizza l’azione simulata invece che l’azione diretta. CAE sostiene che queste tendenze sono poco opportune nelle ricerche generali sull’ECD. CAE crede anche che l’ECD sia un’attività clandestina che dovrebbe essere tenuta lontana dalla sfera pubblica/popolare (com’è la tradizione degli hackers) e dall’occhio dei media e che le tattiche di simulazione che sono correntemente usate dalle forze di resistenza sono solo parzialmente efficaci quando non controproducenti.


La disobbedienza civile nella sfera pubblica.

Quelli che hanno familiarità con il modo di imitare l’ECD di CAE, sanno che si tratta di un capovolgimento del modello di disobbedienza civile. Piuttosto che tentare di creare un movimento di massa di obiettori pubblici, CAE suggeriva un flusso decentralizzato di specifiche micro-organizzazione (cellule) che producesse correnti multiple e traiettorie per rallentare la velocità dell’economia politica capitalista. Questa proposta non andò mai bene agli attivisti più tradizionali. E recentemente persino Mark Dery (in entrambi Mute e World Art) criticò il modello perché ci sarebbero stati degli obiettivi e delle attività conflittuali tra le cellule.Al contrario, CAE, ritiene che i conflitti derivanti dalle diversità delle cellule, funzionerebbero come una forza invece che una debolezza. Questa diversità potrebbe dar luogo ad un dialogo tra una varietà di avvenimenti che potrebbero resistere alle strutture burocratiche e allo stesso tempo fornire uno spazio per eventi fortunati e invenzioni rivoluzionarie. Se la cultura della resistenza ha imparato qualcosa nei passati 150 anni è che il popolo unito è una falsità che costruisce solo nuove piattaforme esclusioniste creando pilastri burocratici e regimi semiotici che non possono rappresentare e agire per conto dei diversi bisogni e desideri degli individui entro segmenti sociali complessi (che diventano ibridi). La seconda inversione chiave del modello di CD era di mirare direttamente al cambiamento politico piuttosto che cercare di portare a termine questo compito indirettamente attraverso la manipolazione dei media. La posizione di CAE è ancora quella secondo la quale un approccio diretto è il più efficace. L’approccio indiretto della manipolazione dei media che usa uno spettacolo di disobbedienza ideato per richiamare la simpatia e l’appoggio del pubblico, è una proposta perdente. Gli anni 60 sono passati e non c’è nessuna corporazione o agenzia governativa che non sia perfettamente preparata a dare battaglia all’interno dei media. Questo è semplicemente un modo pratico per sprecare capitali. Da quando la fedeltà dei mass media è stata deviata verso lo status quo, da quando i canali radiofonici e la stampa sono in possesso di entità corporative, e da quando le strutture capitalistiche hanno enormi budgets destinati alle relazioni pubbliche, non c’è più possibilità che i gruppi attivisti possano superarli in questo campo. Un frammento isolato di informazioni qui e là non può sovvertire nessun processo di creazione di politiche o alterare l’opinione pubblica quando tutto il resto dei mass media manda il messaggio opposto. Qualsiasi opinione sovversiva si perde nello sbarramento dei media se l’opposizione non la cambia girandola a suo vantaggio. C’era un tempo in cui la CD e la manipolazione dei media combinate riuscivano a far crollare e a cambiare i regimi semiotici autoritari. Il movimento per i diritti civili ne è un esempio eccellente. I partecipanti al movimento, compresero che la guerra civile stava ancora portando avanti una battaglia sul piano ideologico e che per questo una regione geografica/sociale/politica poteva rivoltarsi contro un’altra. Le regioni dell’ovest e del nord degli USA sono avanzate non solo in termini di industrie, ma anche nei loro metodi di controllo pubblico (e particolarmente delle minoranze). La guerra civile aveva eliminato l’economia politica retrograda del sud ma aveva fallito nel cambiare la sua struttura ideologica (un elemento molto più difficile da cambiare) e quindi non aveva alterato i suoi meccanismi simbolici di controllo. Tutto quello che il movimento per i diritti civili aveva bisogno di fare era di attirare l’attenzione su questo insuccesso e le regioni settentrionali più moderne avrebbero forzato il sud a conformarsi con una posizione ideologica più compatibile con i bisogni socio-economici del capitale avanzato. Le immagini prodotte dagli atti di disobbedienza civile riuscirono a provocare offesa all’ideologia retro del sud e riaccese lo stato di guerra tra le regioni. Studenti volontari, organizzatori di comunità e finalmente agenzie di polizia federale e l’esercito (mobilitato dall’ufficio esecutivo) diventarono alleati e combatterono per il movimento. Allo stesso tempo i leaders dei diritti civili non erano del tutto innocenti riguardo a questa faccenda. Essi sapevano che le uniche politiche razziste che sarebbero cambiate sarebbero quelle non vigenti nel nord e che il razzismo non stava scomparendo, sarebbe soltanto stato trasformato in una forma più sottile di endocolonizzazione, che contrastava con il suo status dell’epoca, che si manifestava esplicitamente in un insieme di leggi segregazioniste. Proprio la convinzione generale degli afroamericani - che c’era uno spesso confine al di là del quale la politica non avrebbe più potuto andare – fu la chiave del rapido declino del movimento per i diritti civili e dell’ascesa del movimento per il potere nero. Sfortunatamente quest’ultimo non se la passò meglio con la sua campagna dei media perché mancava delle infrastrutture per supportare i suoi bisogni materiali. Come strumento di manipolazione dei media, la CD lavorò con successo nella causa del movimento per i diritti civili perché la dinamica storica del capitalismo aveva agito come fondamento per il suo successo. La storia era ancora eterogenea e la manifestazione normativa dell’ideologia capitalista era ancora uno spazio irregolare a livello nazionale ed internazionale. Ma cosa facciamo adesso noi, avendo raggiunto il punto in cui ideologie visibili e diversificate nell’ovest non esistono più e la storia non è altro che una costruzione omogenea che continuamente replica le vittorie capitaliste? Da dove originerà precisamente l’indignazione pubblica? Quale esercito, governo, o qualsiasi altra base di potere sosterranno coloro che perderanno il potere quando le relazioni endocoloniali di sfruttamento sono precisamente ciò che permette a queste agenzie di fiorire? Ecco perché CAE si è schierato per un confronto diretto attraverso la leva finanziaria ottenuto attraverso il blocco delle informazioni privatizzate. (poiché questa forma di informazione è l’oro del capitale più recente) L’appropriazione dei media non aiuta a minare un regime semiotico autoritario perché nessuna base di potere beneficia dall’ascolto di un messaggio alternativo, comunque appropriarsi di profitti attraverso il blocco delle informazioni manda un chiaro messaggio a qualunque istituzione capitalista – per essi può essere più economico cambiare politica piuttosto che difendere militarmente un regime semiotico sotto pressione. L'effettuazione di questa operazione è possibile nell’ambito virtuale e necessita di modestissimi investimenti per agire (rispetto a formare un esercito); tuttavia comunque tale resistenza richiede un’attività clandestina. . Attualmente, l'unica debole eccezione al rifiuto di (E)cd come mezzo per manipolare i mass-media si trova nei casi in cui la storia e l'ideologia non sono state omogeneizzate. . Queste tendono ad essere situazioni in cui un movimento di resistenza è in conflitto con un potere dominante che ancora è visto dal pancapitalismo come qualcosa di estraneo. Per esempio, il movimento democratico in Cina impiegò la CD e la manipolazione dei media con un discreto successo. L’indignazione fu generata, ma le rigide frontiere nazionali hanno evitato che si rendesse in qualche modo utile per il movimento, tranne che per l’assegnazione dell’asilo da parte dei paesi occidentali a coloro che dovettero abbandonare le autorità cinesi e per la generazione di una modesta pressione diplomatica sulla Cina. Anche in questo buon piano d'azione (ed in un modo molto simile a ciò che accadde nel movimento per i diritti civili), mentre l'ordine ideologico del pancapitalismo fu offeso, l'ordine economico occidentale si accorse che con la Cina aveva più somiglianze che differenze e quindi poco è stato fatto dall’ occidente ~offeso~ per sostenere il movimento democratico o per minare materialmente l'infrastruttura cinese.

ECD e simulazione Nella fase iniziale dello sviluppo dei mezzi elettronici, Orson Welles ha dimostrato (forse casualmente) che la simulazione ha effetti materiali. La simulazione di una trasmissione radio di notizie che segnalava che gli alieni avevano invaso la terra ebbe l'effetto di causare un lieve panico fra coloro che furono attratti nella sala degli specchi emersa dall'implosione di finzione e non finzione generate dall’annuncio. Solo variando i gradi di plausibilità si mantenne in vita la verità della storia. Contemporaneamente, tutte le informazioni erano vere e tutte le informazioni erano false in quel momento storico di eruzione dell’iperreale. Abbiamo visto una ripetizione di questo racconto degli anni 90 a proposito della cultura della resistenza elettronica, ma con qualche piccola differenza. In un’aggiunta del 95 scritta per – ECD e altre idee impopolari – CAE notò che stava crescendo la paranoia tra le agenzie di sicurezza statunitensi per il controllo della resistenza elettronica. Stranamente queste agenzie si spaventarono della loro concezione di criminalità elettronica. Fu come quando Welles si spaventò del suo stesso annuncio radiofonico. In quel momento comico, CAE suggerì ironicamente che l’ECD stava avendo successo senza nemmeno averci provato e che solo l’annuncio che sarebbe stata messa in atto qualche forma di resistenza digitale, avrebbe avuto l’effetto di creare panico nelle agenzie di sicurezza ad un livello tale che l’obiettivo primario si sarebbe situato nell’iperrealtà delle costruzioni criminali e delle catastrofi virtuali.

Quante volte dovremo ancora vedere questo accadere? Dal Mccarthismo al timore di Reagan dell’Impero del Male, alla guerra alle droghe, ciò che ne è risultato è stato maggiori fondi per l’esercito, per la sicurezza, per le agenzie disciplinarie (con la piena connivenza di un pubblico votante impaurito e paranoico) e tutto ciò a sua volta ha stretto la cintura endocoloniale. Considerando che gli USA creano e espandono rapidamente in continuazione agenzie di sicurezza designate a contrastare la criminalità elettronica (e siccome queste agenzie non fanno differenza tra azioni motivate politicamente e criminalità a scopo di profitto), sembra un errore procurare ai vettori del potere mezzi sviluppati per conseguire l’appoggio del pubblico per una crescita militare come base per aumentare la legislazione nazionale ed internazionale a riguardo della gestione politica dei nuovi media elettronici. E’ difficile dire se le tattiche simulazioniste potrebbero essere usate in un modo più persuasivo. Visto che la CIA e l’FBI hanno usato queste tattiche per decenni, è facile individuare esempi che potrebbero essere capovolti. Un classico è il rovesciamento da parte della Cia del governo Arbenz in Guatemala per sostenere la United Fruit, proteggere gli interessi petroliferi e minare una democrazia con inclinazione a sinistra che legittimava il partito comunista all’interno della sfera di influenza degli USA! Per essere sicura la Cia costruì le sue infrastrutture operative usando il sabotaggio economico per creare subbuglio ma l’atto finale fu una sovversione elettronica. La Cia simulò una trasmissione radio di movimenti di truppe antigovernative intorno alla capitale. Dopo aver intercettato tali trasmissioni, il governo del Guatemala si convinse che un grande esercito di ribelli si era radunato e si stava preparando all’attacco. Al contrario il popolo sosteneva il governo in modo schiacciante e di ribelli esisteva solo una piccola fazione. Sfortunatamente gli ufficiali del governo si impaurirono e il governo cadde nel caos. L’FBI usò un simile mezzo di sovversione impiegando comunicazioni iperreali nel suo attacco alle Black Panthers. Come nell’intervento della Cia in Guatemala, la guerra informatica dell’FBI ebbe solide infrastrutture. Il bureau si era infiltrato nel partito delle Black Panthers vicino all’alto comando così venne a conoscenza della natura (e dei ruoli) delle lotte interne al partito. Esso aveva conseguito l’appoggio delle forze locali di sicurezza per bersagliare continuamente le sedi locali in giro per gli USA. Il tesoro del partito si esaurì a causa degli arresti persistenti dei membri da parte della polizia che intenzionalmente abusò del suo potere per svuotare i fondi del partito, forzando i membri a pagare continuamente cauzioni per i loro compagni detenuti. Date queste condizioni, la paranoia fu all’ordine del giorno delle Black Panthers e quando lo scisma tra le sedi locali di SF e di NY esplose, l’FBI vide un’opportunità perfetta per far implodere il partito. Come risultato di una campagna fatta di sole lettere scritte che soffiò sul fuoco della sfiducia tra la leadership dell’est e dell’ovest, il partito sprofondò tra le lotte interne. (la campagna dell’FBI consistette nella creazione e consegna di documenti fatti per sembrare originati dall’opposizione interna al partito che criticava specifici leaders e le loro politiche). Questo metodo potrebbe essere invertito e girato contro le agenzie autoritarie. La lotta che c’era già stata dentro e tra il governo e le istituzioni corporative le rendevano bersagli auto sovvenzionanti. L’infrastruttura militare ed economica che era necessaria per le operazioni negli esempi dati qui non è necessaria per le operazioni di ECD, poiché lo stato di guerra interno sta già avendo luogo. (data che la tendenza del capitale verso la predazione, la paura e la paranoia sono parte della vita quotidiana per quelli immersi dentro i vettori del potere, e quindi nessun dispendio di risorse è necessario per crearle, come fu necessario con la BPP) certamente, messaggi e-mail, lettere dirette e scritte con cura potrebbero avere un effetto implosivo (benchè non sia sicuro che ne seguirebbe un crollo completo) comunque le lezioni apprese da questi esempi classici di casi di tattiche di simulazione, devono essere capite e applicate. In primo luogo ed evidentemente, questa forma di resistenza dovrebbe essere celata. In secondo luogo, la sicura intelligenza in essi contenuta dovrebbe essere acquisita Questa è la cosa più problematica in questo genere di stratagemmi tattici, anche se non è impossibile trovare soluzioni. Per un utilizzo efficace delle tattiche di simulazione, i metodi ed i mezzi di ricerca, la raccolta di informazioni ed il reclutamento di informatori devono essere sviluppati. (CAE è disposto a scommettere che il prossimo documento sulla resistenza tratterà questo problema di intelligenza e la generazione di intelligenza dilettante.) Fino a che questo non accade, l'azione sovversiva sarà abbastanza inefficace. Attualmente, coloro che sono implicati in un metodo segreto completamente sviluppato possono solo agire tatticamente rispetto ai principi strategici di un'istituzione piuttosto che a situazioni specifiche e a relazioni. Ovviamente, una risposta tattica ad un'iniziativa strategica non ha significato. Con tutta probabilità tale azione non avrà l'effetto voluto e avviserà soltanto l'agenzia che è colpita per prepararsi per le potenziali pressioni esterne. Dobbiamo anche ricordare che la guerra delle informazioni simulazionista è soltanto una tattica distruttiva - è un modo per causare l'implosione istituzionale ed ha scarso valore produttivo in termini di ricostruzione politica. Per continuare con l'esempio del razzismo, le agenzie che hanno istituzionalizzato le politiche razziste (e che includono quasi ogni istituzione nel regime pancapitalista) non saranno cambiate da una guerra delle informazioni di logorio istituzionale. Il regime semiotico delle politiche razziste continuerà intoccato in altre istituzioni correlate attraverso i privilegi acquisiti effettuando tali politiche. Il CAE ancora insiste che le istituzioni provocatrici non si presenteranno produttivamente con gesti nichilistici, ma preferibilmente con la forzatura dei cambiamenti nel regime semiotico su una base istituzionale mentre lasciano l'infrastruttura materiale intatta per la reiscrizione.

Il problema del contenimento

Il controllo delle tendenze materialmente distruttive dell’iperrealtà ha altre conseguenze problematiche quando questi codici di distruzione sono applicati allo spettacolo. Ancora maggiore è il problema del contenimento. Se un'agenzia autoritaria crede di essere sotto attacco, o sotto la minaccia di attacco (catastrofe virtuale differita) e di essere alla ribalta per questo, agirà in modo imprevedibile. Essa può agire in un modo nocivo a se stessa, ma è probabile che agisca in un modo tale da compromettere elementi insospettabili della sfera pubblica. La presentazione al pubblico della formula forza l’agenzia minacciata ad affrontare una conseguenza più grave: per stare al passo con la velocità dell’ infosfera, deve agire rapidamente. L'esitazione, anche se per concedere tempo all’analisi ragionevole e alla riflessione, non è un'opzione. Nel mercato corrente delle pubbliche relazioni, successo ed fallimento sono implosi e tutte le azioni, quando sono rappresentate bene, risiedono nella sfera del successo iperreale e della vittoria. L'unica distinzione utile da fare è fra azione ed inerzia. L'inerzia è il segno della debolezza e dell’inettitudine. Presa in questo vettore ad alta velocità, un'agenzia minacciata si metterà in azione, cosa che sarà esplosiva (non implosiva). I capri espiatori saranno individuati e seguirà l'azione nociva per questi individui o popolazioni (il macrocosmo perfetto di questa serie di eventi è la politica estera degli USA e le azioni intraprese a suo favore). In altre parole, una volta che questa sequenza di distruzione fosse iniziata con la minaccia (sia virtuale che reale), le forze spesso incontrollate che sarebbero liberate non potrebbero essere contenute o riorientate dalla forza della resistenza. Questa incapacità di contenere l'esplosione collega questo modello (in effetti soltanto) al terrorismo. Non che gli attivisti stanno iniziando la pratica terrorista, poiché nessuno muore nell’iperrealtà, ma l'effetto di questa pratica può avere la stessa conseguenza del terrorismo, in quanto lo stato ed i vettori del potere corporativo contrattaccheranno con armi che hanno conseguenze materiali (e perfino mortali) distruttive. Ciò che è strano è che tale azione non sarebbe intrapresa a seguito della preoccupazione per l'infrastruttura, ma per il regime semiotico e l'immagine pubblica dell’entità nell’iperrealtà. In ogni caso, quando il pubblico viene messo al corrente di questa formula, la sequenza cambia drammaticamente. L'agenzia sotto pressione non dovrebbe agire rapidamente. Potrebbe avere tempo di investigare e quindi potere sferrare un colpo più chirurgico, perché il segno della debolezza (la percezione pubblica dell’inerzia) non dovrebbe danneggiare la rappresentazione pubblica che si era prefissa. In questo piano d'azione nel peggiore dei casi per gli attivisti, la risposta sarebbe di gran lunga più diretta e quindi le conseguenze tenderebbero a ricadere su coloro che realmente si sono assunti la responsabilità di iniziare l’azione. Se l'agenzia fosse ignara di essere sotto sovversione e accadesse un'implosione, il pubblico non verrebbe a sapere o non sentirebbe le conseguenze dirette (anche se sono probabili quelle indirette come la disoccupazione). Nell’uno o nell’altro caso, non ci sarebbe nessuna esplosione violenta di granate nel paesaggio della resistenza. Ovvero si attuerebbe il contenimento. Ciò che più interessa è che l'agenzia sotto pressione finanzierebbe l'attività di contenimento. Nessun'agenzia desidera dare notizia di essere in difficoltà finanziarie, che la sua sicurezza è stata violata, ecc. e quindi si conterrebbe. Tuttavia, se il pubblico è a conoscenza della questione, allora la probabilità del contenimento si volatilizza e le conseguenze diventano molto meno accettabili. Per questo motivo CAE continua a credere che tutti i modelli utili di ECD (a tutti gli effetti qualsiasi azione politica che non sia di coscienza o pedagogica) all'interno delle circostanze politiche attuali hanno in comune l'azione segreta e l’aborrimento dei mass-media come teatro d’azione.

Scrivendo il discorso su ECD Dato il desiderio di mantenere i mass-media fuori dal discorso sull’ECD, il CAE ha ritenuto saggio chiudere con alcuni suggerimenti su come parlare semipubblicamente di che cosa dovrebbe essere discusso soltanto fra compagni fidati. Questo è un vecchio problema, così fortunatamente ci sono alcuni precedenti -- il più considerevole si rifà alla scuola di Francoforte. La sua strategia consisteva nello scrivere nello stile più compatto e più arcano immaginabile in modo che soltanto gli addetti potessero decifrarlo; in questo modo il discorso rimase fuori dalla sfera pubblica nella quale non divenne una risorsa per la cooptazione di mercato. Fortunatamente, non dobbiamo arrivare a tanto. La scrittura può essere chiara ed accessibile, ma dovrebbe essere fatta per resistere all'occhio dei media. Questo fortunatamente è facile da realizzare. Tutto ciò che è necessario è fare una copia falsa.~ Ecco perchè CAE parla in termini di modelli generali e casi ipotetici (e mai delle azioni specifiche). Per ovvi motivi non vorremmo rendere pubblici i dettagli , ma le generalità (modelli) non sono molto interessanti per la grande maggioranza dell’audience dei media popolari. I modelli sono libreschi e pesanti e in mezzo al bombardamento di immagini veloci dello spettacolo popolare, essi risultano semplicemente noiosi. Il CAE inoltre suggerisce di osservare analoghi storici di esempi di azioni tattiche, specialmente quelle che sono state attivate dai vettori di potere autoritari. Nessuno dei media popolari è particolarmente interessato nel parlare di periodi passati, ~ né sono interessati alle atrocità passate (tranne quelli perpetrate dai Nazisti). La discussione su tali soggetti non dà ai media niente di interessante da portare al pubblico. Questa strategia riporta alle questioni di costellazioni, di deviazioni, di appropriazioni, ecc. Usate ciò che è già disponibile, non date niente ai mezzi rapaci e l'unica opzione per la cooptazione a sinistra è il cannibalismo (quindi la proliferazione del retrò). Ora chiaramente è troppo tardi per fermare la cooptazione di ECD dei media. E’ già stato venduta per 15 minuti di fama e sta rifornendo un nuovo giro di cyberhype, ma gli e-attivisti possono fermare questa corrente di eventi mediali non fornendo più materiale. Possiamo anche ringraziare che l’ ECD e le altre forme di resistenza elettronica che ora sono state dematerializzate nel ronzio iperreale dell’attivismo~ sono solo più cyberfads che velocemente svaniranno sull’orizzonte tecnico, lasciando a coloro che ne sono coinvolti la continuazione del loro lavoro come di consueto.



Lettura #4 Plagio utopico, Ipertestualità e produzione culturale elettronica Di Critical Art Ensemble indicatore stradale | domande di discussione | pensare criticamente | soggetto di scrittura Il plagio per lungo tempo è stato considerato un male nel mondo culturale. È stato visto come il furto della lingua, delle idee e delle immagini da parte di chi possiede poco talento, spesso per aumentare la fortuna o il prestigio personale. Tuttavia, come la maggior parte delle mitologie, il mito del plagio viene facilmente capovolto. Forse sono coloro che sostengono la legge della rappresentazione e della privatizzazione della lingua che lo guardano con sospetto; forse le azioni di chi plagia, in particolari circostanze sociali, sono quelle che contribuiscono maggiormente all'arricchimento culturale. Prima dell’avvento dell’Illuminismo, il plagio facilitava la distribuzione delle idee. Un poeta inglese poteva appropriarsi e tradurre un sonetto di Petrarca e farlo suo. In conformità con l'estetica classica dell'arte come imitazione, questa era una pratica perfettamente accettabile. Il valore reale di questa attività stava meno nel rinforzo dell'estetica classica che nella distribuzione delle opere in quei luoghi dove altrimenti probabilmente non sarebbero arrivate. Le opere dei plagiari inglesi, quali Chaucer, Shakespeare, Spenser, Sterne, Coleridge e De Quincey, sono ancora una parte vitale dell'eredità inglese e tutt’oggi si trovano nella letteratura classica.

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Attualmente, sono emerse nuove circostanze che ancora una volta rendono il plagio una strategia accettabile e persino cruciale per la produzione testuale. Questa è l'epoca dei ricombinanti: entità ricombinanti, genere ricombinante, testi ricombinanti, cultura ricombinante. Guardando indietro attraverso la lente privilegiata del giudizio a posteriori, si può sostenere che il ricombinante è stato sempre l’elemento chiave dello sviluppo del significato e dell’invenzione; gli straordinari recenti progressi nella tecnologia elettronica hanno richiamato l'attenzione sul ricombinante sia nella teoria che nella pratica (per esempio, l'uso del morphing nel video e nella pellicola). Il valore principale di tutte le tecnologie, in particolare computer e sistemi per l’elaborazione delle immagini, è la velocità impressionante a cui possono trasmettere le informazioni sia nelle forme grezze che raffinate. Come le informazioni fluiscono ad un'alta velocità attraverso le reti elettroniche, i sistemi di significato più disparati ed a volte incommensurabili si intersecano sia con i chiarimenti che con le conseguenze inventive. In una società dominata da un'esplosione "di conoscenza", esplorare le possibilità di significato di quanto già esiste è più urgente dell’aggiungere informazioni ridondanti (anche se sono prodotte usando la metodologia e la metafisica "dell'originale"). Nel passato, gli argomenti a favore del plagio si sono limitati a mostrare il suo uso a resistere nella privatizzazione della cultura che serve i bisogni e i desideri dell'elite al potere. Oggi si può sostenere che il plagio è accettabile, persino inevitabile, data la natura dell'esistenza postmoderna con la sua infrastruttura tecnologica. In una cultura ricombinante, il plagio è produttivo, anche se non dobbiamo abbandonare il modello romantico di produzione culturale che privilegia un modello di creazione ex nihilo. Certamente in senso generale il modello più recente è in qualche modo anacronistico. Ci sono ancora situazioni specifiche dove tale modo di pensare è utile e non si può mai essere certi del momento in cui potrebbe diventare ancora appropriato. Ciò che si richiede è la fine della sua tirannia ed del suo fanatismo culturale istituzionalizzato. Questo è un richiamo ad aprire i data base culturali, affinché tutti possano utilizzare la tecnologia della produzione testuale al massimo del suo potenziale.

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Le idee migliorano. Il significato delle parole partecipa al miglioramento. Il plagio è necessario. Il progresso lo impiega. Addotta una frase d'autore, usa le sue espressioni, cancella un'idea falsa e la sostituisce con l’ idea giusta..

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Il plagio porta spesso il peso di connotazioni negative (specialmente nella classe burocratica); mentre l'esigenza del suo utilizzo è aumentata durante il secolo, il plagio in sé è stato camuffato in un nuovo lessico da quelli che vogliono esplorarne la pratica come metodo e come forma legittimizzata di discorso culturale. Readymades, collage, found art e found text, intertesti, combinati, detournment ed appropriazione - tutti questi termini rappresentano esplorazioni del plagio. Effettivamente, questi termini non sono perfettamente sinonimi, ma tutti intersecano un insieme di significati primari con la filosofia e con attività di plagio.. Filosoficamente, tutti si oppongono alle dottrine dell’essenzialismo del testo: tutti sostengono che nessuna struttura all'interno di un dato testo fornisce un significato universale e necessario. Nessun'opera d'arte o filosofia si esaurisce in sè, nel suo essere in sé stessa. Le opere sono sempre state in relazione al reale processo di vita della società dalla quale si sono distinte. L’essenzialismo dell’Illuminismo non è riuscito a fornire un'unità di analisi che potesse fungere da base di significato. Proprio come il legame fra un significante ed il suo referente è arbitrario, così anche l'unità del significato usata per qualsiasi analisi testuale è arbitraria. La nozione di lexia di Roland Barthes indica soprattutto una resa nella ricerca di un'unità di base del significato. Poiché la lingua era l'unico strumento disponibile per lo sviluppo del metalinguaggio, un tal progetto è stato destinato a fallire fin dall’inizio. Era come provare a mangiare la minestra con la minestra. Il testo in sé è fluido -- anche se il linguaggio dell'ideologia può fornire l'illusione di stabilità, generando un blocco tramite la manipolazione dei presupposti sconosciuti della vita quotidiana. Di conseguenza, uno degli obiettivi principali di chi plagia è di ristabilire la dinamica e la direzione instabile del significato, appropriandosi e ricombinando frammenti di cultura. In questo modo, si possono produrre dei significati che non sono mai stati in precedenza associati ad un oggetto o ad un dato insieme di oggetti.

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Marcel Duchamp, uno dei primi a capire il potere della ricombinazione, ha presentato un esempio iniziale di questa nuova estetica con la sua serie di readymade. Duchamp ha preso degli oggetti a cui era "visivamente indifferente," li ha ricontestualizzati in un modo che ha modificato il loro significato. Per esempio, ha preso un urinatoio, lo ha firmato e lo ha posto su un piedistallo in una galleria d’arte, spazzando via l’apparentemente esauriente interpretazione funzionale dell'oggetto. Anche se il suo originario significato non è del tutto scomparso, gli è stata data un’altra possibilità: quella di essere un oggetto artistico. Questo problema di instabilità è aumentato quando la questione dell'origine è stata sollevata: l'oggetto non è stato fatto da un artista, ma da una macchina. Se lo spettatore ha scelto o meno di accettare altre possibilità per l'interpretazione della funzione dell'artista e l'autenticità dell’oggetto artistico, l’urinatoio in una galleria istiga un momento di dubbio e di ripensamento. Questo gioco concettuale è stato ripetuto molte volte durante il ventesimo secolo, a volte per scopi molto limitati come con i combinati di Rauschenberg -- fatti per l'attacco all’egemonia critica di Greenberg - mentre altre volte è stato fatto per promuovere la ristrutturazione politica e culturale su grande scala, come nel caso dei Situazionisti . In ogni caso, chi plagia opera per allargare il significato attraverso un’iniezione di scetticismo verso la cultura.

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Qui inoltre si vede il fallimento dell’essenzialismo romantico. Neppure l'oggetto transcendentale presunto può evitare la valutazione degli scettici. La nozione di Duchamp di readymade rovesciato (che trasforma un dipinto di Rembrandt in un’asse di ferro) ha suggerito che l'oggetto artistico deriva la sua posizione da un processo storico di legittimazione profondamente radicato nelle istituzioni culturali occidentali e non dall’essere un tramite immutabile verso i regni trascendentali . Questo non deve negare la possibilità di esperienze trascendentali, ma dire soltanto che se esiste, è pre-linguistico e quindi relegato all’intimità della soggettività dell'individuo. Una società con una divisione del lavoro complessa richiede una razionalizzazione dei processi istituzionali, una situazione che a sua volta nega all’individuo la possibilità di partecipare all'esperienza non razionale. Diverso è nelle società con una semplice divisione del lavoro, in cui l'esperienza di un membro assomiglia molto all'esperienza di un altro (alienazione minima); in una divisione del lavoro complessa, l'esperienza di vita dell’individuo diventato specialista ha poco in comune con quella degli altri esperti. Di conseguenza, la comunicazione esiste soprattutto come funzione strumentale.

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Il plagio storicamente è sempre stato contro l’assegnazione di privilegi a qualsiasi testo attraverso la spiritualità, la scienza o altri miti legittimizzanti. Chi fa azione di plagio vede tutti gli oggetti come fossero uguali e quindi pone tutti i fenomeni su uno stesso piano. Tutti i testi diventano potenzialmente utilizzabili e riutilizzabili. In questo si trova un’epistemologia dell’anarchia, secondo la quale chi plagia sostiene che se la scienza, la religione, o qualunque altra istituzione sociale nega la certezza oltre il regno del privato, è meglio dotare la coscienza di tutte le possibili categorie di interpretazione. La tirannia dei paradigmi può avere alcune conseguenze utili (quali la maggior efficienza all'interno del paradigma), ma i costi repressivi per l’individuo (l’esclusione di altri modi di pensare e la riduzione della possibilità inventiva) sono troppo alti. Piuttosto che essere condotti da sequenze di segni, si dovrebbe essere trasportati attraverso loro, scegliendo l'interpretazione più adatta agli stati sociali di una data situazione.

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Il problema è mettere insieme le varie tecniche per rispondere all’onnipresenza dei trasmettitori che ci sommergono con i loro discorsi (mass-media, pubblicità, ecc.). È questione di liberare i codici - non più l'oggetto - in modo che qualcosa succeda, fuoriesca; parole al di sotto delle parole, ossessioni personali. E’ nato un altro genere di parole che fugge dal totalitarismo dei media ma conserva il loro potere e lo gira contro i loro vecchi padroni.

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La produzione culturale, letteraria o meno, è stata tradizionalmente un processo lento e laborioso. Nella pittura, nella scultura, o nel lavoro scritto, la tecnologia è stata sempre primitiva rispetto agli standard contemporanei. I pennelli, i martelli e gli scalpelli, le spolette e la carta e perfino il torchio tipografico non si prestano bene alla produzione rapida e alla distribuzione su vasta scala. Il lasso di tempo fra produzione e distribuzione può sembrare insopportabilmente lungo. Le arti letterarie e le arti visive tradizionali ancora soffrono immensamente di questo problema, specie se confrontate con le arti elettroniche. Prima che la tecnologia elettronica diventasse dominante, le prospettive culturali si sono sviluppate in modo che i testi sono stati meglio definiti come opere individuali. I frammenti culturali hanno avuto il diritto di presentarsi come unità separate, poiché la loro influenza si è mossa abbastanza lentamente per permettere lo sviluppo ordinato di una discussione o di un’estetica. Si sono potuti definire i confini fra le discipline e le scuole di pensiero. La conoscenza è stata considerata limitata e di conseguenza è stata più facile da controllare. Nel diciannovesimo secolo questo ordine tradizionale ha cominciato a crollare mentre la nuova tecnologia ha cominciato ad aumentare la velocità dello sviluppo culturale. I primi forti indicatori hanno cominciato a dimostrare che la velocità stava diventando un fattore cruciale. La conoscenza si stava allontanando dalla certezza e stava trasformandosi in informazione. Durante la guerra civile americana, Lincoln, impaziente, si è seduto vicino al suo telegrafo, in attesa di notizie dai suoi generali al fronte. Non ha avuto pazienza con la retorica del passato e ha richiesto ai suoi Generali un'economia di linguaggio efficiente. Non c’era tempo per i fronzoli tradizionali del saggista elegante. La velocità della cultura e le informazioni hanno continuato ad aumentare da allora ad in modo esponenziale, col conseguente panico delle informazioni. La produzione e la distribuzione delle informazioni (o di qualunque altro prodotto) devono essere immediate; non ci può essere intervallo di tempo fra i due. la Tecno-cultura ha risposto a questa esigenza con data base e reti elettroniche che muovono velocemente qualunque tipo di informazioni.

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In tali circostanze, il plagio soddisfa le condizioni della economia della rappresentazione, senza invenzioni soffocanti. Se, quando una nuova percezione o idea è messa in evidenza -- intersecando due o più sistemi formalmente disparati, ha luogo un’invenzione - allora le metodologie ricombinanti sono desiderabili. Qui è dove il plagio progredisce oltre il nichilismo. Non inietta semplicemente lo scetticismo per contribuire a distruggere i sistemi totalitari che arrestano l'invenzione; partecipa all'invenzione ed è quindi produttivo. Il genio di un inventore come Leonardo da Vinci, sta nella sua capacità di ricombinare i sistemi allora separati della biologia, della matematica, dell’ingegneria e dell’arte. Non è stato tanto un creatore quanto un sintetizzatore. Ci sono state poche persone come lui durante i secoli, perché la capacità di immagazzinare e contenere molti dati nella propria memoria biologica è rara. Ora, tuttavia, la tecnologia della ricombinazione è disponibile nel calcolatore. Il problema ora per i produttori culturali potenziali è l’accesso a queste tecnologia e alle informazioni. Dopo tutto, l'accesso è il più prezioso di tutti i privilegi e quindi è rigorosamente custodito, tanto che viene da domandarsi se per essere un plagiatore di successo, uno deve anche essere un hacker di successo.

11 La maggior parte dei produttori seri rifiutano di mettersi a disposizione di ciò che la tecnologia sta facendo. Non ho potuto mai capire questo tipo di timore. Molti sono impauriti dai registratori magnetici e l'idea di usare mezzi elettronici a scopo letterario o artistico sembra loro una specie di sacrilegio.

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Ad un certo livello, una piccola parte di tecnologia è caduto nelle mani di pochi fortunati. Videocamere e personal computer sono gli esempi migliori. Per accompagnare questi articoli al consumatore e per rendere il loro uso più versatile, sono stati anche sviluppati programmi di campionamento di immagine e ipertesti - programmi destinati a facilitare la ricombinazione. È il sogno di chi plagia avere la possibilità di richiedere, spostare e ricombinare il testo con comandi facili da usare. Forse il plagio legittimo appartiene alla cultura post-libro, poiché soltanto in quella società può essere reso esplicita quale cultura del libro, con i relativi geni ed autori, tende a nascondersi – che l’informazione è più utile quando interagisce con altre informazioni, piuttosto che quando è divinizzata e presentata isolatamente.

13 Nel 20° secolo si è cercato di inventare un nuovo sistema per la ricombinazione delle informazioni , anche fino a poco tempo fa, questa ricerca è stata portata avanti da un numero ristretto di persone. Nel 1945 Vannevar Bush, un ex consigliere scientifico di Franklin D. Roosevelt, ha proposto un nuovo senso per l’organizzazione delle informazioni in un articolo su Atlantic Monthly. A quell’epoca, la tecnologia dell'informatica era nelle fase di sviluppo iniziale e le sue potenzialità non erano state ancora realmente comprese. Bush tuttavia, ha avuto la lungimiranza di immaginare un dispositivo che chiamò Memex. A suo avviso si sarebbe basato sull’immagazzinamento delle informazioni su microfilm, integrato con alcuni strumenti per permettere all'utente di selezionare e visualizzare a piacere qualunque sezione, permettendogli così di muoversi liberamente fra incrementi di informazioni precedentemente indipendenti .


14 All’epoca, il Memex di Bush non potè essere realizzato, ma quando la tecnologia informatica si è evoluta, la sua idea finalmente è divenuta fattibile. Intorno al 1960 Theodore Nelson lo realizzò quando ha cominciato a studiare il calcolatore che si programma nell'università:

15 Col passare dei mesi, mi sono reso conto che, anche se i programmatori hanno strutturato i loro dati gerarchicamente, non lo dovevano fare. Ho cominciato a vedere il calcolatore come il luogo ideale per fare interconnessioni fra cose accessibili alla gente.

16 Mi sono reso conto che la scrittura non doveva essere sequenziale e che i libri e le riviste del domani sarebbero andati non soltanto sugli schermi (terminale del raggio catodico ], essi avrebbero addirittura potuto essere collegati l’uno all’altro in ogni senso. Immediatamente ho cominciato a lavorare ad un programma (scritto in linguaggio assembler 7090) per realizzare queste idee.

17 L'idea di Nelson, che chiamò ipertesto, non è riuscito ad avere inizialmente dei sostenitori, anche se dal 1968 la sua utilità divenne evidente a qualcuno nel governo e nell’ industrie della difesa. Un prototipo di ipertesto fu sviluppato da un altro innovatore del calcolatore, Douglas Englebart, al quale sono spesso accreditate molte innovazioni nell'uso dei calcolatori (ad es. lo sviluppo dell'interfaccia Machintosh, Windows). Il sistema di Englebart, denominato Augment, fu utilizzato per organizzare la rete governativa di ricerca, Arpanet ed inoltre è stato usato da McDonnell Douglas, l'appaltatore della difesa, per aiutare i gruppi tecnici di lavoro nei progetti coordinati quale il progetto dell’aereo:

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Tutte le comunicazioni sono aggiunte automaticamente alla base di informazioni Augment e sono collegate, una volta adattate, ad altri documenti. Un ingegnere potrebbe, per esempio, usare Augment per scrivere elettronicamente e consegnare un programma di lavoro ad altri all’interno del gruppo di lavoro. Gli altri membri potrebbero allora rivedere il documento e collegare le loro osservazioni all'originale, creando eventualmente "una memoria di gruppo" delle decisioni prese. Le potenti caratteristiche di collegamento di Augment permettono agli utenti di trovare rapidamente persino le vecchie informazioni, senza perdersi o venire sommersi dai particolari.

19 L’informatica si è via via sempre più evoluta e finalmente -- come con tante altre realizzazioni tecniche in questo secolo -- una volta sfruttata completamente dalle agenzie militari e di intelligence, la tecnologia è stata liberata per lo sfruttamento commerciale. Naturalmente, lo sviluppo dei microcomputer e della tecnologia a portata del consumatore per i personal computer ha presto portato l'esigenza di un software che aiuti a fare fronte all'aumento esponenziale di informazioni, particolarmente quelle testuali. Probabilmente la prima applicazione umanistica dell’ipertesto fu nel campo della formazione. Attualmente, l’ipertesto e l’ipermedia (che aggiunge le immagini grafiche agli elementi che possono essere collegati) continuano ad essere dispositivi della programmazione didattica e nella tecnologia educativa.

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Un esperimento interessante a questo proposito fu realizzato nel 1975 da Robert Scholes ed Andries Van Dam della Brown University. Scholes, un professore d'inglese, fu contattato da Van Dam, un professore d'informatica, che voleva sapere se c’erano dei corsi in campo umanistico che potevano trarre beneficio dall’ uso di quello che allora era stato chiamato sistema di editing del testo (ora conosciuto come un programma di trattamento di testi) con possibilità ipertestuali integrate. Scholes e due assistenti, che formarono un gruppo di ricerca, rimasero impressionati in modo particolare da un aspetto dell’ipertesto. L’uso di questo programma permetteva di leggere in modo non lineare tutti i materiali accuratamente correlati in un testo. Un ipertesto è così visto come una ragnatela di materiali interconnessi. Questa descrizione ha suggerito che esiste un parallelo definito fra la concezione del testo e quello dell’ipertesto.

21 Uno dei più importanti aspetti della letteratura (che comporta anche difficoltà di interpretazione) è la sua natura riflessiva. Le poesie individuali sviluppano costantemente il loro significato-spesso con tali mezzi come allusioni dirette o la ripresa dei motivi e delle convenzioni tradizionali, altre volte con mezzi più sottili, quali sviluppo di genere ed espansione o riferimento biografico -- riferendosi che ente totale di materiale poetico di cui i poemi particolari contengono un piccolo segmento.

22 Anche se non era difficile da accumulare una base di dati ipertestualmente collegata composta di materiali poetici, Scholes ed il suo gruppo erano più interessati a renderla interattiva –volevano cioè costruire "un testo comune" che includesse non solo la poesia, ma anche le osservazioni e le interpretazioni dei diversi allievi. In questo modo, ogni allievo a sua volta poteva leggere i commenti alle sue osservazioni. "Il testo espanso" risultante sarebbe stato letto ed incrementato tramite un terminale nel quale lo schermo era stato diviso in quattro zone. L'allievo poteva navigare nella poesia in una delle zone (dette finestre) e navigare nei materiali relativi nelle altre tre finestre, nella sequenza che voleva. Ciò avrebbe davvero rafforzato la tendenza a leggere in una sequenza non lineare. Grazie a questi strumenti, ogni allievo avrebbe imparato a leggere un lavoro come realmente è, non "in un vuoto" ma piuttosto come il punto centrale di un insieme di documenti e di idee che si rivelano progressivamente.

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L’ipertesto è analogo ad altre forme di discorso letterario oltre la poesia. Dall'inizio della sua apparizione come programma per computer, l’ipertesto fu descritto popolarmente come un testo multidimensionale pressochè analogo all’oggetto scolastico standard degli studi umanistici o delle scienze sociali, perché utilizza gli stessi dispositivi concettuali, quali le note a piè di pagina, le annotazioni, i riferimenti ad altre opere, le citazioni di altri testi, ecc. Purtroppo, la convenzionale scrittura e lettura lineare, così come il fatto fisico delle pagine bidimensionali e la necessità di legarle in una sola sequenza possibile, ha limitato sempre il reale potenziale di questo tipo di testo. Un problema è che il lettore è costretto a cercare attraverso il testo (o è costretto spesso a lasciare il libro e a ricercare altrove) le informazioni relative. Questo è un processo dispersivo che richiede tempo; anziché potere muoversi facilmente ed in modo immediato fra informazioni fisicamente distanti tra loro o inaccessibili, il lettore deve fare fronte agli ingombranti impedimenti fisici alla sua ricerca o al suo lavoro creativo. Con l’avvento dell’ipertesto, ci si può muovere fra informazioni collegate con una velocità e una flessibilità che imitano il funzionamento della mente umana, ad un livello impensabile con i libri e la lettura sequenziale.


24 Il testo ricombinante nella forma ipertestuale indica l'emergere della percezione delle costellazioni testuali che sono sempre/già andate NOVA. È in questa luminosità fantastica che il biomorfo d’autore è stato consumato.


25 Barthes e Foucault possono essere lodati per la teoria della morte dell'autore; l'autore assente è più che un’aspetto della vita di tutti i giorni, tuttavia, per il tecnocrate che ricombina e che aumenta le informazioni al calcolatore o con un programma di editing. Lui/lei sta vivendo il sogno del capitalismo che ancora è in fase di perfezionamento nell’area di fabbricazione. La nozione giapponese di "just in time delivery," nella quale le unità di assemblaggio sono portate alla catena di montaggio nel momento in cui vengono richieste, era un primo passo nel miglioramento delle mansioni dell’assemblaggio. In un tale sistema, non esiste capitale sedentario, ma un flusso costante di prodotti grezzi. Il prodotto assemblato è consegnato al distributore solo al momento in cui il consumatore ne ha bisogno. Questo sistema nomade elimina lo stoccaggio delle merci. (ci sono ancora dei tempi morti; tuttavia, i giapponesi li hanno ridotti in termini di ore e stanno lavorando per ridurlo in termini di minuti.) In questo modo, la produzione, la distribuzione ed il consumo implodono in un singolo atto, senza inizio e fine, in una vera circolazione ininterrotta. Nello stesso modo, il testo online scorre in un flusso ininterrotto attraverso la rete elettronica. Non ci può essere posto per i gap che contrassegnano le distinte unità nella società della velocità. Di conseguenza, la nozione di origine non trova posto nella realtà elettronica. La produzione del testo presuppone una sua distribuzione, un consumo e una revisione immediati. Tutti coloro che partecipano alla rete partecipano anche all'interpretazione ed alla mutamento del flusso testuale. Il concetto di 'autore non si può proprio dire che sia finito ma semplicemente che ha smesso di funzionare. L'autore si è transformato in un complesso astratto che non può essere ridotto alla biologia o alla psicologia di una personalità. Effettivamente, un tale sviluppo ha connotazioni apocalittiche-- il timore che l'umanità sarà persa nel flusso testuale. Forse gli esseri umani non sono capaci di partecipare all’ipervelocità. Si deve rispondere che non c’è stato mai un periodo nel quale gli esseri umani potevano, partecipare tutti alla produzione culturale. Ora, almeno il potenziale per la democrazia culturale è maggiore Il singolo bio-genio non deve fungere da stand-in per tutta l'umanità. La preoccupazione reale è la stessa di sempre: l'esigenza di accedere alle risorse culturali.


26 Le scoperte dell'arte postmoderna e la critica sulla struttura analogica delle immagini dimostrano che quando due oggetti sono riuniti, non importa quanto lontani siano i loro contesti, si forma un rapporto. Limitare le parole ad un rapporto personale è pura convenzione. Quando si uniscono due espressioni indipendenti , gli elementi originali vengono sostituiti e si produce un'organizzazione sintetica con possibilità maggiori

27 Il libro non è affatto sparito. L'editoria continua a resistere all’emergenza del testo ricombinante ed oppone aumenti nella velocità culturale. Si è trovata un posto nel gap esistente fra produzione e consumo dei testi, che per sopravvivere è costretta a mantenere. Se la velocità può aumentare, il libro è condannato a perire, insieme ai suoi compagni di sventura pittura e scultura. Ecco perchè l'industria teme così tanto il testo ricombinante. Questo tipo di lavoro elimina il divario fra produzione e consumo ed apre l'industria a chi non è una celebrità in campo letterario. Se l'industria non è in grado di differenziare il suo prodotto attraverso lo spettacolo dell'originalità e dell'unicità, la sua redditività crolla. Di conseguenza, l'industria tira avanti con fatica, poiché ci vogliono anni per pubblicare informazioni necessarie nell’immediato. C’è comunque un’ironia particolare in questa situazione. Per ridurre la velocità, deve anche partecipare alla velocità nella relativa sua forma più intensa, quella dello spettacolo. Deve difendere "qualità e standard," e deve inventare celebrità. Ciò richiede un rapporto diretto con la pubblicità -cioè la partecipazione totale ai simulacri che costituiranno la distruzione dell'industria.


28 Quindi, per il burocrate, dalla prospettiva della vita di tutti i giorni, l'autore è vivo e vegeto. Lui/lei può essere visto e toccato e le tracce della sua esistenza sono dappertutto sulle copertine di libri e riviste sotto forma di firma. Ad una tale evidenza, la teoria può rispondere soltanto che il significato di un dato testo deriva esclusivamente dal suo rapporto con gli altri testi. I testi sono dipendenti da ciò che è avvenuto in precedenza, dal contesto in cui si trovano e dall'abilità interpretativa del lettore. Tale tesi non convince naturalmente i segmenti sociali coinvolti nel ritardo culturale. Se ciò è vero, nessuna legittimazione storica riconosciuta sosterrà i produttori di testi ricombinanti, che saranno sempre guardati con sospetto dai custodi della cultura “alta

29 Prendete le vostre parole o le parole di chiunque, vivo o morto. Presto vedrete che le parole non appartengono a nessuno. Le parole hanno una loro propria vitalità. I poeti dovrebbero liberare le parole -- non rinchiuderle nelle frasi. I poeti non sono proprietari delle parole. Gli scrittori non possiedono le loro parole. Da quando le parole appartengono a qualcuno? “Le vostre parole?" davvero! e chi siete "voi"?

30 L'invenzione della cinepresa tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 ha portato gli artisti di media radicali a pensare che nell'immediato futuro, tutti avrebbero avuto accesso a tale apparecchiatura, causando una rivoluzione nell'industria televisiva. Molti hanno sperato che il video si trasformasse nello strumento fondamentale dell'arte democratica distribuibile. Ogni casa si sarebbe trasformata nel in un centro di produzione ed il ricorso alla rete televisiva per le informazioni elettroniche sarebbe divenuta solo una delle tante opzioni. Purtroppo questo profezia non si è avverrata. In senso democratico, il video ha fatto poco di più che la pellicola super 8 per quanto riguarda la possibilità di produrre immagini ed ha avuto poco o nessun effetto sulla distribuzione delle immagini. Tutti i video oltre ai film fatti in casa è rimasto nelle mani di una classe elitaria tecnocratica, benchè (come con qualsiasi classe) ci sono segmenti marginali che resistono all'industria dei media e mantengono un programma decentrato.


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La rivoluzione del video è fallita per due ragioni- la mancanza di accesso e l'assenza di desiderio. L’accesso all’hardware, in particolare quello che riguarda la post-produzione, è rimasto quanto mai difficile, e non ci sono nemmeno dei punti di distribuzione regolari oltre l'accesso pubblico locale dato dalle concessioni del cavo TV. Inoltre è stato difficile convincere chi sta al di fuori della classe elitaria tecnocratica perchè dovrebbero aver intenzione di fare qualcosa con il video, se avessero accesso agli strumenti. Ma questo si riesce a capire quando si considera che le immagini dei media sono fornite in una tale quantità da scoraggiare il pensiero di produrne altre. Chi in questo momento plagia si trova ad affrontare lo stesso scoraggiamento. La possibilità di creare dei testi ricombinanti attualmente è rimasta allo stato potenziale. Per lo meno c’è una base più larga, poiché la tecnologia dell'informatica per fare i testi ricombinanti è sconfinata dalla classe elitaria tecnocratica e si è sparsa nella classe burocratica; tuttavia, la produzione culturale elettronica non si è affatto trasformata in quella forma democratica che i plagiatori utopisti speravano diventasse.

32 I problemi immediati sono evidenti. Il costo della tecnologia per il plagio produttivo è ancora troppo alto. Anche se uno sceglie di usare la forma meno efficiente di un manoscritto frutto di un plagio, deve utilizzare la sua tecnologia editoriale per distribuirlo, poiché nessuna casa editrice lo accetterà. Inoltre, gli americani in genere sono soltanto abituati a ricevere informazioni, non a produrle. Con questa struttura esclusiva consolidata, la tecnologia, la domanda e la capacità di usarla rimangono concentrati nell'economia utilitaria e quindi all’estetica della tecnologia o alle possibilità di resistere è lasciato poco tempo.

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Oltre a queste barriere evidenti, c’è un problema più insidioso che emerge dalla schizofrenia sociale degli Stati Uniti. Mentre il suo sistema politico è basato teoricamente sul principio democratico dell'inclusione, il suo sistema economico è basato sul principio dell'esclusione. Di conseguenza, anche la sovrastruttura culturale tende all'esclusione. Questo principio economico ha determinato l'invenzione del copyright, che originalmente si è sviluppato non per proteggere i produttori, ma per ridurre la concorrenza fra gli editori. Nell’Inghilterra del 17° secolo, dove il copyright ha avuto origine, l'obiettivo era di riservare agli editori essi stessi, per sempre, il diritto esclusivo di stampare determinati libri. La giustificazione, naturalmente, era che una volta formata in un’opera letteraria, la lingua ha la personalità dell'autore che gli è stata impressa, e viene di conseguenza contrassegnata come proprietà privata. All’interno di questa mitologia, il copyright si è sviluppato è nel capitale avanzato, stabilendo che il precedente legale privatizzi tutti i beni culturali, siano essi immagini, parole, o suoni. Così il plagiario (anche se appartenente alla classe tecnocratica) è tenuto in una posizione molto marginale, senza tener conto dell’utilizzo efficiente a livello inventivo che la sua metodologia può avere sullo stato attuale della tecnologia e della conoscenza.

34 Qual è lo scopo del salvare la lingua quando non c’è più niente da dire?


35 Il presente ci richiede di ripensare e rappresentare la nozione di plagio. La sua funzione è stata per troppo tempo svalutata da un'ideologia che non lasciava posto alla cultura tecnologica. Lasciamo le nozioni romantiche di originalità, genio e rimanga la professione di scrittore, ma come elementi per la produzione culturale senza privilegi speciali che vadano a scapito di altri elementi ugualmente utili. È tempo di utilizzare apertamente e coraggiosamente la metodologia della ricombinazione in modo da mettersi in parallelo con la tecnologia del nostro tempo.


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http://laudanum.net/cgi-bin/media.cgi?action=display&id=949047391 Intervista al Critical Art Ensemble Di J. Bosma



Q. siete insieme tutti e cinque da dieci anni? CAE Quasi, dieci anni, un po’ piu’ di nove. Questo autunno saranno dieci anni dal primo evento di CAE. Ci incontrammo all’università dove dividevamo la stessa insoddisfazione per il programma artistico e per lo scenario culturale in genere. Eravamo interessati a discutere di questioni politiche e a costruire un differente stile di pratica artistica. Cercavamo tutti di partecipare alla produzione culturale e di trovare il modo piu’ efficiente per farlo. Decidemmo che un collettivo fosse il miglior approccio.

Q. Quale fu la prima cosa che il collettivo produsse? CAE: Fu un evento multimediale al CLUB NU – una discoteca di Miami. Il lato positivo fu l’esperimento di comunicare con un gruppo di spettatori. Abbiamo sempre cercato modi diversi per intersecare differenti aspetti della produzione culturale e dell’attività sociale. Il lato negativo fu che la seconda sera noi fummo licenziati e dovemmo citare in giudizio i titolari del club per farci dare il denaro che ci spettava.

Q. Su quale tipo di media avete focalizato la vostra attenzione all’inizio? CAE: Non ci siamo mai interessati in particolare di un media. Nei primi tempi del collettivo avremmo lavorato in qualunque posto ci fosse stato possibile. Ogni evento era un luogo particolare, e perciò noi avremmo usato qualunque media ci fosse sembrato il migliore per quel posto e per quel pubblico. Ancora oggi seguiamo questa strategia. Presto sviluppammo un certo numero di tattiche, cosa che ci fu possibile perché tutti i membri del collettivo avevano specializzazioni e competenze differenti. Quando mettemmo in comune i nostri talenti, potemmo disporre di quasi tutti i media. Così facemmo performances, film e video, lavori al computer. Mi ricordo che usavamo i classici Mac (risata) in alcuni dei nostri primi lavori per la poetica ipertestuale. Noi usavamo la fotografia e le diapositive, qualsiasi cosa che pensavamo fosse adatta alla cultura. Qualsiasi cosa pensavamo avesse il maggior impatto sulla gente che probabilmente l’avrebbe visto. La rappresentazione che avete visto a Lubiana era un lavoro destinato in modo specifico ad un circuito di festival intellettuale. Ma noi eravamo capaci di fare lavori più stile guerriglia di strada. Abbiamo fatto arte comunitaria, installazioni museali, mostre in gallerie d’arte, presenze in TV. Abbiamo utilizzato pressochè tutti i modelli culturali che si conoscono. Se c’è un buon posto per un media, noi lo useremo. Quando si tratta di media o spazi sociali diversi, non abbiamo vincoli. Il nostro unico modello importante è la resistenza contro la cultura autoritaria.

Q. In questi dieci anni, c’è stato un cambiamento nei media che usate? Alcuni media sono diventati piu’ importanti di altri? CAE: Ci sono stati pochi cambiamenti. Un cambiamento è stato quello per cui non produciamo piu’ eventi per conto nostro. Nei primi tempi ne abbiamo fatto tanti. Adesso siamo principalmente fornitori di contenuti per situazioni diverse, invece che dover costruire tutto da zero. La produzione di interi eventi fu molto rappresentativa dei nostri primi cinque anni, ma non è stata altrettanto caratteristica degli ultimi cinque. Io penso che un’altra cosa che è cambiata (per tutti gli artisti multimediali) è che il computer è diventato uno strumento molto più significativo nella produzione di lavori. Dopo tutto, sintetizza tutti i diversi media in una singola postazione di lavoro. Questo ha avuto un grande impatto sulla nostra produzione. E i mezzi per la produzione concettuale sono rimasti consistenti. Finalmente sono emerse alcune nuove opzioni per rivolgerci al pubblico. Per esempio, quando CAE iniziò la sua attività, c’era una rete, ma il suo pubblico era talmente ristretto e le possibiltà artistiche erano tanto limitate che non lo ritenemmo un posto molto interessante per lavorare. Adesso col WWW e il considerevole numero di persone che sono collegate, c’è un pubblico realmente significativo da raggiungere on-line, usando una varietà di comunicazioni e opzioni produttive. Se l’accesso e la banda larga fossero mai risolti, gli artisti andrebbero a frotte su Internet.

Q. Sembra che lavoriate duramente, lasciatemelo dire, sulle questioni politiche. Anche qui c’è stato un cambiamento? Con quale tipo di questioni siete partiti e se sono cambiate, come sono cambiate?


Q. E che cosa chiamate allora cultura? CAE: La cultura è la somma totale dei componenti ideazionali, e sociali materiali come i valori, le norme, la lingua e gli artefatti. Sfortunatamente, alcune forme specifiche di queste categorie diventano egemoniche. A loro volta, altre categorie vengono marginalizzate o eliminate. Operare come agenti per l’anarchia culturale (ovvero la massima diversità) è un altro obiettivo del CAE. Vogliamo sia rivelare che promuovere prospettive alternative o produrre situazioni in cui ci si può rivelare. Per CAE la cultura è un termine importante che racchiude ogni cosa, dal sociale al politico, all’economico. Noi la intendiamo in un senso molto ampio, non solo nel senso di musica intellettuale, arte e letteratura.



Q. Voi paragonate il controllo che la chiesa cristiana fa sulla sessualità a ciò che succede adesso tra la scienza e la sessualità. Voi portate tutti questi bellissimi esempi: la figura di Maria e il suo opposto, la figura di Eva. Può l’intera storia della repressione sessuale essere trasportata al presente? Può essere usata come metafora per adesso? Così, per esempio, c’è qualcosa che assomiglia a Eva adesso, un cattivo esempio? CAE: La prima cosa che dobbiamo sistemare prima di addentrarci in queste questioni è che la parte di testo che voi state guardando è stata scritta da una brillantissima artista femminista Faith Wilding. Non è stato scritto da CAE. Noi abbiamo fatto la seconda parte sui nuovi sistemi eugenici e i nuovi sviluppi della separazione tra sessualità e riproduzione. Questo perchè CAE non è tanto esperto di storia medievale quanto lo è la donna che ha scritto questa sezione.

Q. Adesso che questo è stato sistemato: c’è una nuova Eva? Questa è una domanda davvero difficile. Possiamo trovare ancora una volta qualcosa del peccato originale? Possiamo rispondere con una nostra sensazione. Una possibilità nella mitologia americana è la madre benessere. Ecco la madre che è realmente considerata come quella battuta, quella che ha fatto qualcosa di sbagliato. Lei è senza controparte patriarcale. Il suo grande peccato è la sua sessualità, perché è ciò che l’ha messa nella posizione di ragazza madre. In questo senso forse c’è la nuova Eva.

Il capitale condivide una simile ambivalenza sul corpo. Da una parte è una necessità economica. La forza lavoro/consumatore deve essere replicata. Il capitale ha bisogno del prodotto, ma il capitale odia il processo. Quando le persone si abbandonano ai piaceri sessuali, non sono consumatori. Non sono produttori; non fanno niente per la perpetuazione del sistema. Questo tipo di attività senza utile va separata dai processi razionalizzati della vita quotidiana, di cui il più felice è il capitale. Le nuove biotecnologie stanno fornendo un’opportunità perché si realizzi quella separazione, allo stesso modo in cui alcuni nozioni di santità fornirono un mezzo per separare la spiritualità delle donne dalla sessualità.

Q. Ma nello stesso tempo esse non erano amate per questo, vero?


Q. Da dove pensate che origini questo desiderio di perfezione e perché perdura ancora in un tempo in cui c’è stata la teoria del caos e la consapevolezza che la perfezione e l’essere puramente tecnico non sono salutari? E’ distruttivo, non produttivo.


Q. I ho dubbi su questo. Per esempio, penso che tutti questi laboratori e corsi che i dirigenti stanno seguendo al momento, siano più creativi e che creino un posto di lavoro più produttivo, ecc. sembrano esserci dei movimenti in un’altra direzione, di maggior libertà. Un po’ di libertà nella produzione sembra aumentare la produzione. CAE: E’ vero, ma anche voi avete fatto le nostre considerazioni. La creatività non esiste senza contesto. Per esempio, tra i business manager, la creatività non è un talento per la nuova combinazione, l’ispirazione divina, o un modo per interagire con l’indeterminato. Ciò che loro intendono per creatività, è il modo con cui si costruiscono i lavoratori, si inventano, si riconoscono i mezzi attraverso i quali i prodotti o i processi possono essere sviluppati. La creatività è molto specifica e mirata in questo caso, ed è solo valutata quando è direttamente applicata ad un processo economico. Quando negli affari si pensa in modo inventivo, il lavoratore è ricompensato con una libertà più ampia nel suo posto di lavoro, ma se questa energia è diretta verso un’altra attività, è marginalizzata o punita.


Q. Questo può collegarsi all’idea della nuova Eva. Cosa pensate della pressione che si fa sulle donne che per esempio hanno qualche tipo di malattia per la quale potrebbero morire, perché lascino controllare il loro feto, o la pressione su donne che hanno un figlio invalido: perché lo devono avere? CAE: Non ci sono dubbi che le pressioni fatte sulle donne adesso rispetto alle diverse situazioni riproduttive nelle quali si possono trovare sono forti. Il problema qui è che in questo tipo di intervista diventa molto difficile rispondere a queste domande perché ci sono troppe variabili sociali che formano il soggetto che dovrebbe prendere quella decisione. Classe, eticità, relazioni familiari, background educativo ecc, tutto gioca un ruolo in questa situazione. Il genere non è in alcun modo la sola variabile causale da prendere in considerazione. Cercare di tirare in ballo il genere in mezzo a tutte queste questioni è molto difficile e finirà per offendere qualcuno. Generalizzare su questo tipo di argomento iperemotivo può in qualche modo apparire pregiudiziale. La vostra domanda richiede una lunga risposta accuratamente formulata, piuttosto che la rapida improvvisazione che stiamo facendo.


colpisce è che la vostra confessione non è assolutamente piacevole. L’altra si legge con diletto. CAE: i lettori non tengono la stessa distanza da quella confessione come dalla prima, così le sue qualità estetiche non sono ancora state normalizzate. Comunque io penso che possiamo provare simpatia per una donna alla quale per tutta la vita è stato detto che ciò che più la realizzerà nella vita sarà avere un bambino e che ha provato la frustrazione di non poterne avere, e dopo aver ricorso ad interventi medici all’improvviso è in grado di averne uno. Per quella persona, una gravidanza conseguente ad un intervento della scienza deve essere un’esperienza molto profonda o estatica. Infatti è descritta in termini rivelatori religiosi. E’ una citazione spaventosa. Ritorna più volte nella prima citazione e rivela un brutto sostrato.

Q. All’inizio dell’intervista aveste parlato del desiderio del capitalismo di tenere il piacere fuori dalla sessualità. CAE: Tenere il piacere fuori dalla riproduzione, il capitale vuole eliminare la sessualità. Questo è l’obiettivo. La sessualità è incredibilmente problematica, dato che soffoca la produttività e riduce i consumi. Gli Stati Uniti sono, naturalmente, all’avanguardia nell’eliminazione della sessualità, particolarmente nella classe media. Questo è il vero interesse delle classi burocratiche e tecnocratiche. I membri di questa classe devono essere lavoratori efficienti. La situazione è più semplice per le classi operaie, anche se ci sono eccezioni, come la sindrome da madre benessere che abbiamo menzionato prima nell’intervista.

Q. Ci sono due punti importanti sull’eliminazione del piacere: innanzitutto c’è il piacere industriale, che è anche parte del capitalismo, e la seconda cosa è che da molto tempo nella storia c’è sempre qualcosa come il potere, che ha dato alle masse una specie di stanza dei giochi, giusto per tenerle tranquille. Io non credo davvero che ci si voglia sbarazzare completamente del piacere. CAE: Noi speriamo che lei abbia ragione su questo, ma a noi non pare proprio che sia così. Dove risiederebbe veramente il piacere secondo il modello capitalista? Il piacere dovrebbe essere dislocato nella rappresentazione, o sublimato nel consumo a nella produzione. Una persona può provare piacere dall’acquisto di un prodotto. Comunque CAE vorrebbe dire che il continuare ad acquistare oggetti che il capitale propone come esperienza piacevole non ha niente a che fare col piacere diretto che provoca la sessualità alla carne. Non li vediamo equivalenti.


Q. Allora ci sono anche tutte queste, in Olanda almeno, feste dell’amore, feste del sesso e feste dei feticci, in ogni tipo di discoteca, da quelle realmente da scartare a quelle veramente chic, in castelli e in palasport. Cos’è questo? Dal vostro testo capisco che potrebbero costituire qualcosa come una droga per le persone, come qualcosa che attualmente è illegale e si suppone che sia indecente, ma che allo stesso tempo è permesso, con un occhio mezzo chiuso da parte delle autorità. CAE: Di nuovo una situazione davvero complicata. Da una parte dobbiamo domandarci: chi sono i partecipanti ai sex party? Sono rappresentativi di una grande maggioranza di persone? CAE non lo pensa, anche se pare che vengano da tutte le classi. Dobbiamo anche domandarci: Può un sex party essere modificato o codificato in modo che il piacere si indebolisca da solo? Perché un sex party sia sicuro per i partecipanti, le attività sono così’ codificate che la possibilità di una vera improvvisazione o di una vera esplorazione nel processo sessuale, è negata. Tutti sanno precisamente cosà succederà, l’ordine nel quale le cose si succederanno, e il tutto è venduto in un pacchetto simpatico e accurato. Adesso c’è anche la possibilità che un sex party possa avere una qualità molto forte. Può funzionare come una zona autonoma temporanea. Può avere la funzione di protesta contro la noia della vita quotidiana, e può avere la funzione di un rifiuto della vita di tutti i giorni. Questa possibilità esiste veramente. Comunque, la situazione è in qualche mdodo conflittuale. Direi che nella maggioranza dei casi, e senza dubbio negli USA, pochissime persone riescono a fare un sex party autonomo, perché se il segreto viene rivelato, si avranno seri problemi. O, se la società lo permette (come in Giappone) lo si fa sotto sanzioni economiche andando in un (codificato) sex tour a Bangkok, Amsterdam, o Las Vegas. Ma, ci può essere qualcosa di più noioso o nonsessuale del turismo sessuale?

Q. Mi salta all’occhio una frase del vostro articolo: “invece del fatto che fare sesso può produrre un prodotto funzionale, alle donne delle classi inferiori negli USA si stanno sempre più negando i sussidi governativi per la necessaria produzione della popolazione alla cui economia esse contribuiscono. CAE: Per allargare un po’ il discorso sul perché abbiamo parlato di questo all’inizio dell’intervista: questo è un problema che la critica femminista ha lamentato con grande giustificazione. Il lavoro domestico non è valutato. Nessuno è pagato per questo. Negli USA questo scenario sta peggiorando. Perché il lavoro domestico possa dare un contributo all’economia, povere madri single sono trattate come se un bambino dovesse costituire tutte le ricompense di cui loro necessitano. Il sacrificio dei desideri materni di allevare il bambino è ritenuto essere senza valore per l’economia, e non si ritiene che contribuisca in nessun modo all’espansione del capitale. Noi sappiamo che questo è proprio un errore. Queste donne dovrebbero essere pagate per fare i loro lavori domestici. Se esse allevano un bambino, se esse portano avanti la necessaria produzione di popolazione, e se c’è un qualunque senso di giusto compenso, (che sappiamo che non c’è), esse dovrebbero essere pagate per il loro lavoro. Il lavoro che essere svolgono è veramente incredibile ma non ricevono alcun compenso per il loro lavoro.

Q: Voi avete scritto qualcosa a proposito delle molestie sessuali e delle politiche relative nelle organizzazioni e nelle società. Queste politiche sulle molestie sessuali che attualmente si dice che sono ottime per le donne, benefiche, che provengono dalle lotte femministe, adesso stanno andando contro le persone, sia femmine che maschi. Non è possibile superarle?

Se uno testimonia, e non racconta una potenziale infrazione, è soggetto a sanzioni previste dalla legge. E’ solo a livello della classe media che questo accade, sia corporativa che burocratica. La situazione allora richiede che non si esprima desiderio in nessun casso altrimenti si può essere denunciati. E se trovati colpevoli, c’è una politica di tolleranza zero. E’ una perdita immediata di posizione di classe e di ricchezze. Quando le corporazioni si resero conto che le donne erano necessarie nel posto di lavoro per intensificare la produzione e il consumo, ci fu una grande preoccupazione sul modo di anninetare il comportamento controproduttivo (espressione di desiderio) sul posto di lavoro. In un momento magico, una fazione di femministe conservatrici offrì l’idea della molestia sessuale. Esse si rivoltarono contro il Verbo, il Patriarcato, la Parola, e chiesero ai loro sfruttatori di proteggerle, e in cambio esse offrirono non solo la loro sovranità, ma anche quella di tutti i membri della classe media. Il patriarcato accettò l’offerta. Come poteva rifiutarla? Avrebbe potuto intensificare la sorveglianza, frantumare il desiderio, e apparire progressista facendolo. Il risultato è un posto di lavoro sempre più alienante dove la violenza istituzionalizzata è sempre alta, ma il conflitto interpersonale è minore in quanto trova minor espressione. Questa fu una delle mosse politicamente più stupide dell’ultima metà di questo secolo. Mai in questo secolo una minoranza è stata così raggirata. Esse diedero alle corporazioni il modo di implementare una politica autoritaria di cui non sapevano come fare a lamentarsi. Noi dovremmo menzionare ancora una volta che la sinistra radicale femminista, cercò di fare tutto il possibile per fermarla. Come vere liberazioniste, esse sapevano che il potere delle istituzioni che si opprimevano non sarebbe mai aumentato