Da Rimini Francesca

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Personaggio o Gruppo: Francesca da Rimini

Biografia:

Sito web: http://www.ecn.org/thingnet/reviews/manifesto.html

Poetica: I suoi lavori sono un esempio di scrittura collettiva in rete.

Opere: “Doll Space‿ 1996

Francesca da Rimini fa il suo esordio come filmaker negli anni novanta, in quegli anni lavorerà come conduttrice in una radio pubblica ad Adelaide. Con tre sue amiche, di cui Josephine Starrs (fotografa), Jiulianne Piercie (cabarettista e vidiomaker) e la dj. Virginia Barrat ( che lavora sull'immaginario erotico femminile) andrà a formare le Velvet Downunder. Il loro lavoro verrà formulato sulla creazione di fotografie che poi andranno a modificare con Photoschop; questa sperimentazione le porterà ad avvicinarsi sempre di più ai nuovi media e il loro percorso le porterà ad una evoluzione che comprenderà anche il cambiamento del nome del gruppo in Vns Matrix, come dirà l'artista stessa in un intervista realizzata da Riccardo Dominguez "..decidemmo di provare a crackare l'industria del porno con del porno fatto da ragazze ..decidemmo che era più divertente giocare con i computer che scannerizzarci la figa all'infinito, e così Velvet Downunder si trasformò in Vns Matrix, ci definimmo il virus del nuovo disordine mondiale..".Vns Matrx porrà le sue basi sul cyberfemminismo, l'opera più famosa del gruppo sarà All New Gen. Dopo aver fatto una serie di esperienze creeranno il loro ultimo lavoro che è fondamentalmente basato sugli sviluppi di alcuni elementi di All New Gin, che si chiamerà Bad Code ma che non verrà realizzato perchè troppo scandaloso per quel tempo, il gruppo da questo momento si scioglie e le quattro amiche decidono di continuare le loro esperienze personalmente. Francesca da Rimini a questo punto della sua attività crea Dollspace.Nel 1996 Francesca da Rimini si trova a Kyoto, antica capitale del Giappone. Si arrampica con la bicicletta lungo la costa di una montagna, quando un’amica le indica un laghetto in fondo alla valle, su cui è sospeso un alone di condensa. “Quello è lo stagno in cui le donne affogarono per centinaia di anni le loro figlie neonate‿. Midori-gaike è il nome del lago che significa “fango senza fondo‿, a simboleggiare forse gli strati biologici depositatisi in secoli e secoli di infanticidio. Profondamente impressionata dalla triste vicenda, l’artista australiana crea il personaggio di Doll Yoko, ragazza fantasma riemersa dal fondo dello stagno, “con una profonda fame di bambola per l’impossibile‿. Ne nasce, nel giro di sei mesi, Dollspace (www.thing.net/~dollyoko), un ipertesto di circa 700 pagine tra animazioni, testi e immagini, accompagnato da un’evocativa colonna sonora del musicista australiano Michael Grimm. Come scrive Yvonne Volkart: “Doll Yoko è un fantasma, visto che “tutte le donne sono fantasmi e dovrebbero essere giustamente temute‿, e ha, tra le altre cose, desideri mostruosi per giovani ragazzi (i “ragazzi del fiume‿). Come doll/gashgirl/ghost, non è una donna naturale, ma piuttosto una copia/“essenza‿ postumana che emerge dagli abissi della società patriarcale. Anche se è una bambola, non è liscia ed omogenea come Barbie; è ferita, uccisa, violata, piena di fantasie di potere e di perdita di controllo, di cum, di scopare e uccidere, di essere scopata ed essere uccisa‿. Nello spazio della bambola si snodano ed eruttano anarchicamente diverse linee di fuga, che sono altrettanti stadi dell’essere o della coscienza. Le esperienze-limite del LambdaMoo e le voci remote o sepolte di amici, amanti e sconosciuti si intrecciano come figurazioni di Doll Yoko. La bambola parla ed esiste attraverso di loro, loro prendono voce attraverso di lei, come in un rito voodoo. Città come Pietroburgo, Verona, Kyoto, diventano spazi sospesi nel tempo, inabitati o percorsi da soli fantasmi. Manifestazioni efemere che evocano il potere del non-detto, di ciò che è stato rimosso e addomesticato dalla ragione economica, e che sono il vero filo conduttore di tutto l’ipertesto. È in questo contesto che entra in gioco la poesia degli zapatisti: “Siamo i morti che camminano‿ dice il subcomandante Marcos. “Non avevamo una voce, un volto, un nome, un domani. Non esistevamo‿ le fa eco il maggiore Ana Maria dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale.


“Los Dias Y Las Nochese de Los Muertos‿ www.thing.net/~dollyoko/LOSDIAS/INDEX.html Sviluppato in collaborazione con Ricardo Dominguez. E’una narrazione multipla non interattiva, suddivisa in cinque frame che refreshano asincronicamente, che fa collidere diverse visioni del mondo. Da un lato le favole e la ricerca di una nueva realidad da parte degli indios del Chiapas, dall’altro i progetti visionari di militarizzazione spaziale dell’Us Space Command, una neonata agenzia governativa per il coordinamento delle attività di esercito, marina, aviazione e Nasa. Nel mezzo, il paesaggio decadente della città industriale, le strategie di guerra di Napoleone e le icone marcescenti o sfavillanti del potere, dai decrepiti Donald Duck alle vetrine della V Avenue di New York, i broker di Wall Street, i bombardamenti Nato in Kosovo, la morte di Carlo Giuliani. L’impiego di materiali misti, come foto digitali, scansioni di collage cartacei, campionamenti sonori del subcomandante Marcos e di testi di strategia di Napoleone, ne fanno un lavoro multistrato e aperto alla reinterpretazione. Del resto, Los Dias nasce dalla collaborazione di un network di persone ramificato tra New York, Roma, Adelaide e il Chiapas. Tra queste, ci sono la romana Agnese Trocchi e la newyorkese Diane Ludin, con le quali dal 1999 l’artista australiana ha avviato il progetto collaborativo Identity_Runners.

“Identity_Runners‿ www.idrunners.net Intersecando le vite e gli immaginari di Discordia, Efemera e Liquid Nation, Identity Runners è un collage dinamico di testi, musiche e immagini che vengono riassemblati in un bacino Web collettivo. In occasione delle performance dal vivo, che vengono inscenate in diverse parti del mondo, il materiale prodotto sul Web viene ricombinato ulteriormente con uno streaming audio-video e una chat Irc. Quando le tre Id_Runners si incontrano nello spazio fisico, coinvolgono persone e artiste del suono, dell’immagine o del video. E così, “ciascuna diventa un segmento_totale di un circuito di carne con gli altri Runner. Ciascuna diventa la micro_narrazione di una donna, come singolarità di pelle e come fantasmi digitali che trasformano gli spazi feticizzati del capitale virtuale verso un mondo che rende tutti i mondi possibili‿.

Bibliografia:

Webliografia: http://www.ecn.org/thingnet/reviews/dollindex.html