EXistenZ

Tratto da EduEDA
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Titolo:

Il corpo virtuale: eXistenZ

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Se, parafrasando Burroughs, “Niente è vero. Tutto è permesso‿, eXistenZ mette in scena l’ambiguità tra reale ed immaginario fondendo i due poli opposti in un unicum inscindibile. Il nome si scrive proprio così, con l’iniziale minuscola e le due consonati maiuscole; è uno dei personaggi del film a svelarcene la corretta grafia mentre scrive su una lavagna nera seguendo una pratica arcaica di scrittura manuale. L’iniziale maiuscola serve a indicare l’inizio di un qualcosa oppure per segnalare un nome proprio ma eXistenZ non ha identità certa, non ha principio determinato e probabilmente non ha neppure fine. La X è l’eterna incognita; siamo ancora nel gioco?. Questa è la domanda che si pongono i personaggi e che ossessiona lo spettatore, la risposta non ci è data, ogni punto di riferimento concreto è azzerato. eXistenZ è un enigma della percezione. La X e la Z rappresentano anche la riduzione alla bidimensionalità della tridimensionalità cartesiana, poiché manca la Y cioè la verticalità, l’altezza. E’ un gioco che deborda dal film, straripa dallo schermo; abbandona la sua dimensione spazio-temporale nel tentativo di invadere il mondo tangibile sostituendosi ad esso. Un gruppo di giovani viene convocato per provare eXistenZ, ultima invenzione della game designer Allegra Geller e realizzato grazie alla più avanzata tecnologia dei microchip e la bioingegneria genetica. Dotato di un pod da inserire nel sistema nervoso del giocatore tramite una bioporta situata nella schiena, è in grado di accedere ai ricordi del giocatore adattando la partita a quest’ultimo. Proprio mentre Allegra ne spiega il funzionamento, un uomo che si dichiara delle forze anti-eXistenZ le spara con una pistola fatta di carne e sangue danneggiando gravemente il game-pod. Ted, un addetto alla sicurezza, fugge con la donna, la quale, malgrado la sua iniziale avversione ad eXistenZ lo convince a farsi istallare una bioporta in modo da partecipare al gioco e salvarlo. Una volta entrati nel mondo virtuale i due si trovano in scenari aberranti, un allevamento di trote mutanti, una losca taverna, la sede di una compagnia che smercia bioporte. Ognuna di queste esperienze appare fittizia ed è impossibile capire quale frammento appartenga alla realtà o al gioco, anzi existenZ si rivela alla fine parte di un gioco più grande, transCendendenZ, nel quale non ci sono regole. Il mondo virtuale esplorato dai protagonisti è incapace di offrire un’evasione fantastica dalla realtà ma, come gran parte della tecnologia contemporanea, è votato ad una feticistica autoreferenzialità: chi gioca a eXistenZ non fa che immaginare proprio eXistenz, fantastica sulle infinite metamorfosi di questo strumento virtuale come se esso non fosse in grado di veicolare contenuti, bensì unicamente di rimandare a se stesso in quanto mezzo. Il regista ha dichiarato che lo spunto per la stesura della sceneggiatura gli è stato suggerito da Salman Rushdie, autore dei Versetti satanici 1 per i quali è stato perseguitato e condannato a morte da Khomeini e dal regime degli ayatollah. Rushdie riscrivendo la storia del profeta induce i credenti a mettere in discussione la loro concezione geocentrica della realtà; qualcosa di analogo infatti accade alla protagonista, i “realisti‿ la vogliono morta perché i suoi giochi mettono in crisi il concetto di realtà. Allegra Geller aggiorna la figura dello scienziato, onnipresente nella filmografia di Cronenberg, che, in qualità di uomo di scienza, per mania di grandezza o calcolo economico aspira ad una razionalità volta a dominare il corpo nel tentativo di ottenerne la completa padronanza. eXistenZ, ci propone una visione nuovamente "mutata" del concetto di virtuale; se in Videodrome tutta la vicenda ruota attorno alla tematica della mutazione del corpo causata dal rapporto con le nuove realtà tecnologiche dei mass-media, in questo film non c’è alcuna traccia di computers, televisori, o schermi. E’ la tecnologia stessa ad essere mutata fino a costituire un organismo a sè stante: il Pod. Il gioco che Cronenberg descrive è quasi un organismo vivente, come la macchine da scrivere de Il pasto nudo (Naked Lunch, 1992), fatto di muscoli, tessuti, liquidi organici; respira, si muove e reagisce agli stimoli. Si tratta di un ibrido tecno-biologico , realizzato con uova di anfibio imbottite di DNA sintetico, è capace produrre stimoli direttamente nel sistema nervoso del giocatore. Il Pod, una volta collegato alla bioporta per mezzo di un cavo dalle sembianze di un cordone ombelicale, si fonde con l’essere umano ; tra i due si stabilisce una relazione che, prima ancora di essere sensoriale, è fisica, materiale. Esso è anche un parassita del corpo umano, lo penetra come il verme de Il demone sotto la pelle utilizzandolo per creare immagini. L’ umbycod che collega la consolle al giocatore si inserisce direttamente nella colonna vertebrale; la porta di accesso questa volta ha sembianze più anali che vaginali, resta comunque una marcata connotazione sessuale; l’orifizio si eccita e Allegra lo penetra con il dito per lubrificarlo e rendere agevole il collegamento del pod. Il prezzo da pagare per rompere la propria gabbia corporea, per “uscire dal più piccolo spazio possibile‿ che la nostra limitata collocazione fisica ci impone, è quello di violare l’integrità di questo spazio, trapiantarvi in modo dolorosamente diretto l’appendice tecnologica che permette l’evasione: per liberarsi dal corpo bisogna innanzitutto profanarlo ed aprirvi un varco. Siamo nell’era dell’organico, se l’estetica di Crash era quella dell’uomo meccanizzato che prendeva in prestito dalla macchina il metallo per farsene sensuose protesi adesso è la macchina che desidera avvicinarsi all’umano nei materiali e nelle forme; il tele-pod è realizzato con “metaflesh‿ ed ha le sembianze di un feto con tanto di cordone ombelicale La metafora è evidente, per quanto la tecnologia possa sembrarci mostruosa e aberrante è figlia nostra, noi l’abbiamo creata e solo noi la rendiamo funzionante. eXistenz non è un mondo di monitor e di bit, la carne sembra essersi ingoiata quell’universo asettico e impeccabile della macchina assimilandolo, facendolo proprio e nascondendolo nelle viscere, nel sangue, nell’ atmosfera unta e appiccicosa dell’organico . Se in eXistenZ il corpo fisico è soltanto un’ illusione fittizia esso non vienedimenticato, è anzi il punto di partenza e di arrivo di tutto e viene continuamente chiamato in causa. Ted sembra avvertirne spesso la mancanza, “Dove sono i nostri corpi reali? Staranno bene? Se avessero fame, se fossero in pericolo?‿. I corpi, nel cinema di Cronenberg, non possono essere dimenticati. Attraversati, contaminati, dilaniati, rivendicano sempre il dramma della loro presenza e della loro necessità. La preoccupazione del protagonista, conferma la cronenberghiana teoria secondo la quale ogni corpo rimosso deve tornare a farsi sentire, prima o poi. La carne e il sangue continuano la loro rivalsa invadendo il gioco sotto forma di disgustose prove fisiche: lo squartamento degli animali mutanti nella fabbrica di pod e la rivoltante degustazione degli stessi, il contagio del pod che esplode liberando migliaia di spore; fino all’ omicidio truculento del cameriere cinese realizzato per mezzo di una pistola fatta di carne esplicita autocitazione di Videodrome. -1. S. Ruschdie, Versetti satanici, Mondatori, Milano 1994

Bibliografia

-M. Canosa (a cura di), La bellezza interiore. Il Cinema di David Cronenberg, Le Mani, Genova, 1995

-G. Canova, David Croneneberg, Il Castoro, Milano, 2000

-J. Costello, Tutti i film di David Cronemberg, Lindau, Torino, 2001

-S. Grunberg, David Cronenberg, Shake, Milano, 1992

-M. Pecchioli, Effetto Cronenberg, Pendragon, Bologna, 1994