Einstein's Brain Project

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Titolo:

Einstein's Brain Project

Autore:

Dunning Alan

Anno:

1995 - 2001

Luogo:

Calgary

Sito web:

http://www.ucalgary.ca/~einbrain/new/main.html

Descrizione:

EinsteinBrain Project.jpg

Alan Dunning vive a Calgary in Canada. È responsabile del dipartimento degli arti mediatici e delle tecnologie digitale ad Alberta College of Art (Calgary). Dal 1980, Dunning produce installazioni monumentali accompagnate da libri d’artisti abbordando le problematiche della mutabilità del senso e dell’intertestualità. Dal 1990, egli prosegue delle ricerche approfondite sugli ambienti immersivi in Realtà Virtuale. Dal 1987 Dunning ricorre a un computer che gli permette di riunire un corpus impressionante di immagini e di testo che in seguito dissemina in modo aleatorio. Rivisitando la strategia dell’all-over sotto forma concettuale, le installazioni che derivano da tale procedimento occupano spesso tutta la superficie murale della galleria. Lo spettatore percepisce simultaneamente la singolarità dei dettagli e l’effetto prodotto dalla loro posizione nello spazio. Il ciclo delle installazioni di Einstein Brain Project rappresenta un cambiamento tecnologico radicale di grande importanza dal punto di vista del procedimento, che s’inscrive in continuità con le sue preoccupazioni concettuali anteriori. In questo progetto, iniziato nel 1995 con Paul Woodrow e una squadra di scientifici, Duning si dedica ad altri modelli epistemologici derivanti dall’evoluzione tecnologica delle Realtà Virtuale. I mondi virtuali riconducono, spesso ai presupposti di un progetto naturalista avendo come obiettivo di simulare delle esperienze familiari. Le interfacce create da Dunind e Woodrow propongono un contrappeso critico a questo ripiego dell’universo cartesiano. Seguendo le tracce delle recenti ricerche in scienze cognitive, essi s’interessano al modo in cui i processi biologici e cerebrali modellano la nostra percezione del mondo. Una prima serie d’installazioni realizzata tra il 1997 e il 2001 esplora il fascino che esercita il motivo del cervello umano nella cultura popolare. Ne testimonia il saggio di Roland Barthes sul feticismo del cervello di Einstein, riflessione che serve da filone critico nell’installazione di questa serie. Quest’ultima pone l’accento anche sull’impatto di proiezioni pseudo-scientifiche nella nostra apprensione del corpo e della psiche. In The Fall, The Furnace, The Flesh (1997) il partecipante si deve abbandonare a una specie di rituale traversando una tenda costituita da strisce in vinile che serva come schermo a una proiezione raffigurando un muro di fiamme. In seguito egli si trova in uno spazio cubico delimitato da quattro schermi, di fronte a un modello a forma di testa umana ricoperta da interruttori tattili (audio-digitali). L’ubicazione dei cinquantacinque interruttori riproduce la carta delle zone del cervello tale quale a come l’ha elaborata Franz Joseph Gall e Johan Spurzheim. All’epoca vittoriana, l’analisi del rilievo cranico permetteva di determinare certi tratti del carattere e predisposizioni psicologiche di un individuo. Nel momento in cui lo spettatore preme uno degli interruttori, esso provoca la proiezione di una serie di sequenze video. Di varie provenienze, queste sequenze fanno vedere oggetti e avvenimenti che testimoniano del reticolo di associazioni.


Genere artistico di riferimento:

Installazione di Realtà Virtuale

Webliografia: