Engineering multimedia art: differenze tra le versioni

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Eliana Flores
 
Eliana Flores
 
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Revisione 01:56, 19 Dic 2005

INTERVISTA RILASCIATA IL 21 MARZO 2000 A LOGAN HILL (WIRED NEWS)

ENGINEERING MULTIMEDIA ART


NEW YORK


Per gli artisti multimediali, fu un’esplosione sentita in tutto il mondo.

Ora mentre le gallerie di New York sono zeppe di lavori multimediali, e si stanno preparando per ottenere uno spazio grande alla Biennale di Whitney, L’ingegnere elettronico Billy Kluver è stato premiato dallo spazio di performances The Kitchen per il suo lavoro con lo scultore Jean Tinguely ed altri.

Nel 1966 Kluver organizzò NOVE SERATE DI TEATRO ED INGEGNERIA, in cui 10 artisti, incluso John Cage, Rauchenberg, Nam June Paik e Merce Cunningham, collaborò con 30 artisti reclutati da Kluver dai laboratori Bell nel New Jersey.

Più tardi in quell’anno, Kluver insieme all’ingegnere Fred Waldhauer e gli artisti Taucheberg e Robert Withman, fondò E.A.T., un gruppo con lo scopo di facilitare la collaborazione tra artisti ed ingegneri.

Kluver recentemente parlò con Wired news sulla storia dell’arte multimediale.

WIRED NEWS: Qual è l’eredità di E.A.T.?

KLUVER: se la nozione di collaborazione che Rauchenberg ed io sviluppammo potrebbe sopravvivere, quella sarebbe l’eredità grande: la collaborazione tra artisti ed ingegneri. Ora sono quasi trent’anni dal giorno dal Pepsi Pavilion. Quarant’anni da quando la macchina si autodistrusse. E cinquant’anni da quando ho preso la laurea all’Università di Stoccolma. Ma E.A.T. ancora esiste nella mente delle persone. Sai, noi volevamo essere sicuri dall’inizio che E.A.T. non sarebbe stata fuori dalla mete delle persone. Ecco perché non abbiamo voluto costruire un edificio. Non abbiamo avuto un laboratorio dove gli artisti potevano lavorare perché quello avrebbe immediatamente solidificato l’organizzazione in un’istituzione burocratica.

W.N.: allora cosa avete costruito?

KLUVER: Bene, noi abbiamo costruito un metodo. Abbiamo pensato che gli artisti dovevano essere abili a lavorare con gli ingegneri nei settori di cui avevano bisogno. Alcuni artisti vogliono lavorare con il vetro, altri con gomma, e così via. Noi avevamo un luogo dove abbiamo fatto ogni settimana case aperte dove andavano gli ingegneri. Noi abbiamo aperto la porta così gli artisti potevano parlare con gli ingegneri. W.N.: quindi E.A.T. ha trattato direttamente con gli ingegneri, giusto? Non con le compagnie?

KLUVER: Si, noi dovevamo tenere le porte aperte per questi artisti. La cosa che ci riguardava di più era che l’industria poteva chiudere le porte agli artisti e per questo motivo abbiamo detto che gli ingegneri erano il punto di accesso verso l’industria, non il managment aziendale, perché proprio l’ingegnere ha l’expertise che gli serve. Egli ha le chiavi.

Non serve comprare le macchine se non sai dove sono. E qualsiasi ingegnere può rivolgersi ad un ogni altro ingegnere nel paese per aiuto se non sa risolvere un problema. Questo è quello che io considero la migliore invenzione di E.A.T., che è una porta aperta verso l’industria. Questo senza una marea di carte, macchine o altre cose, ovunque un ingegnere poteva lavorare con un artista.

W.N.: Come avete fatto pubblicità?

KLUVER:


W.N.: E cosa ha pensato il tuo boss di tutto ciò?

KLUVER:

Non avevo realizzato che lui aveva capito questo.

W.N.: Ma la compagnia Bell non ha dato sostegno economico agli eventi come Nove Serate?

KLUVER: No, non abbiamo mai pagato niente a nessuno. Mai. Non penso di aver tolto qualcosa a Bell – qualche giravite. Ma E.A.T. non aiutò solo gli artisti a collaborare con gli ingegneri. Sono riuscito a far sì che gli ingegneri diventassero entusiasti sull’arte. Uno dei migliori risultati fu che gli ingegneri erano capaci di pensare in modo più creativo.


Eliana Flores