Erik H. Erikson

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Erik H. Erikson (1902-1994)

E' uno dei più importanti rappresentanti della psicologia psicoanalitica dell’Io.

Egli descrive lo sviluppo in termini psicosociali. Egli ritiene che ogni stadio della vita abbia un compito psicosociale ben definito, i bambini piccoli ad esempio devono affrontare la questione della fiducia, dell’autonomia e dell’iniziativa; ma in particolar modo la fase che ci interessa è quella adolescenziale. Compito dell’adolescente è quello di raggiungere un senso d’identità dell’io stabile, facendo una chiara sintesi fra passato, presente e futuro e mettendo a fuoco una chiara immagine di se stesso.

Per conseguire il proprio senso di identità di solito gli adolescenti sperimentano più io diversi in differenti situazioni (in casa, con gli amici, a scuola, etc.). Se però alcune di queste situazioni si accavallano ed un’io differisce troppo da un altro, si potrebbe andare incontro ad una situazione di disagio. E' difficile infatti in questa età stabilire chi siamo realmente, ma spesso questa confusione viene superata attraverso la graduale formazione di una definizione di sé che modifichi i vari io dall’interno dandoci una percezione coerente di chi siamo effettivamente.

Alcuni adolescenti si formano precocemente una propria identità a modello di quella proposta dai genitori, assorbendo valori e aspettative di questi ultimi. Altri invece adottano un’identità negativa in netta contrapposizione ai genitori ed alla società ma che può essere supportata da un particolare gruppo di pari. Altri ancora sembrano non riuscire a trovare se stessi o ad assumersi grosse responsabilità. In realtà la lotta per l’identità continua anche dopo l’adolescenza e ricompare nei momenti critici durante l’esistenza.