Evolutionary art

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L'evolutionary art o evoart sfrutta i meccanismi del processo evolutivo biologico per creare delle opere d'arte che cambiano in continuazione secondo gli schemi di un algoritmo evolutivo.

L'algoritmo sottopone i risultati della computazione ad un processo di incrocio, mutazione e selezione ispirati a quelli dell'evoluzione delle specie biologiche di modo da avere individui che si adattano alle condizioni a cui vengono sottoposti. In altre parole nell'evoart una o più immagini o sculture virtuali "genitori" vengono mutate e\o incrociate per generare un certo numero di immagini "figlie" che verranno successivamente selezionate, andando a formare una nuova generazione di individui pronti per incrociarsi nuovamente.

Un'immagine ottenuta con l'algoritmo evolutivo Image Breeder

In particolare nella evoluzione interattiva la selezione viene applicata esplicitamente dallo spettatore che seleziona gli individui più piacevoli esteticamente (come nel caso dello screen saver Electric Sheep), o in alternativa implicitamente, ad esempio a seconda del tempo che il fruitore passa vicino ad un'opera d'arte evolutiva. Parimenti, l'evoluzione può essere impiegata come meccanismo autonomo interno al programma stesso per generare un mondo di individui adattivi, nel quale selezione e spinta evolutiva vengono imposte senza che lo spettatore giochi un ruolo attivo in esso, come nel caso del progetto Black Shoals.

Gli stessi principi alla base dell'arte evolutiva possono essere applicati ad algoritmi generatori di suoni, in tal caso si parla di evolutionary music.


Personaggi o gruppi

Luogo

Storia

L'evolutionary art può essere considerata un potenziamento dell'arte generativa. L'idea di base di quest'ultima era di creare molteplici opere d'arte finite e irripetibili con l'uso prevalente del computer a partire da forme semplici e nelle quali l'intervento dell'artista si limitava alla scrittura del programma. La forme, più o meno complesse, delle immagini generate è dunque in larga parte imprevedibile per l'artista, rendendo di fatto l'opera quasi autonoma e indipendente dalla sua volontà. Un primo esempio di algoritmo genetico ispiratore di molte schiere di artisti fu "Biomorph", creato dal'etologo evoluzionista Richard Dawkins. Biomorph permette all'utente di generare disegni di linee ramificate in forme simili ad insetti o altro. Lo scopo era quello di esemplificare come la variazion genetica porti alla creazione di forme complesse nell'arco di diverse generazioni. Nel 1986, dopo la pubblicazione di Biomorph, William Latham unì il cuore dell'"evolutionary engine" di Dawkins con la veste grafica delle forme da lui create con la grafica 3d. Da questa unione nacque l'idea di arte evolutiva. Il nuovo programma di Latham, che lui chiamò "Mutator", funzionava in modo identico a quello di Dawkins, generando una serie di nuove immagini a partire da una forma corrente, ciascuna con leggere differenze. Ma diversamente dalle prime, a forma di bastoncelli, le forme di Latham erano carnose e sensuali, dall'aspetto biologico, rese realisticamente dal rendering tridimensionale.L'artista dunque selezionò il meglio della sua progenie 3d e queste forme scelte divennero i genitori della nuova generazione, procreatori di nuove mutazioni. Dopo svariate generazioni, i risultati erano arrivati molto al di là delle previsioni dell'autore: le sculture erano divenute una nuova natura artificiale, un campionario di biologia aliena dalle forme bizzarre, ma sempre esteticamente interessanti. Lo stesso Latham afferma: "Io non avevo previsto la varietà di tipi di sculture che il mio software avrebbe creato. Sembra non esserci limite alla ricchezza di forme che possono essere create usando questo metodo." Negli ultimi anni numerosi utenti, gruppi, centri di ricerca e artisti hanno sviluppato numerosi nuovi software di che consentono di evolvere immagini, musica e poesie.


Poetica

L'evoart partecipa di quelle peculiarità tipiche dell'arte generativa, della quale si può considerare un sottogenere o un potenziamento, come ad esempio l'imprevedibilità e l'uso esclusivo e critico degli strumenti informatici, ma estende il discorso iniziato dell'arte degli algoritmi nei campi della biologia, della genetica, della ricerca sulla vita artificiale. è insieme riflessione e provocazione sulle nuove possibilità del sapere scientifico, attraverso la mediazione e l'integrazione della ricerca estetica, o piuttosto ricerca estetica pura alla quale ci si applica con i mezzi della scienza. Nel 1993 Peter Weibel scriveva a proposito dell'arte genetica che era una delle forme contemporanee di arte che si avvicinava ai punti centrali della vita. Le creature artistiche dell'evoart replicano in forma digitale le regole che governano la vita biologica, creando forme nuove ed in perenne rinnovamento, ma la cui qualità estetica può essere guidata dall'intervento dell'artista\fruitore, che condivide il processo creativo con la macchina tramite il ciclo generazione-selezione-generazione migliorata. Kevin Kelly, nel suo libro "Out of Control", suggerisce l'idea che questo modo di fare artistico possa essere uno strumento per cercare lo "spazio di tutte le forme possibili", mentre Latham afferma che in tale ambito la bravura dell'artista risiede nella capacità di scelta per arrivare ad un compromesso, ad un punto di equilibrio tra la creatività della macchina e quella dell'uomo.

Un'interessante lettura del fenomeno dell'evoart la da Philip Galanter, artista e teorico attivo nel campo dell'arte generativa, secondo il quale essa sarebbe l'occasione per riunire concettualmente e praticamente i contenuti dell'operato artistico a quello scientifico, risanando la frattura che la sensibilità artistico\letteraria postmoderna percepisce tra la scienza e la vita umana. Questa nuova ottica, olistica e interdisciplinare, che viene definita da Galanter "Complexism", si ispira alla recente teoria della complessità, applicata nei contesti più disparati della scienza (meccanica, elettronica, chimica, biologia, economia,...). Questa teoria si è sviluppata per consentire lo studio di quegli ambiti definiti "sistemi complessi"(come, appunto, lo sviluppo della vita biologica, oppure il comportamento umano) per i quali l'approccio lineare e riduzionistico della scienza tradizionale si è rivelato inadatto. Galanter invita nei suoi scritti ad estendere il concetto che sta alla base della scienza dei sistemi complessi alle materie umanistiche, per rendersi conto di come i linguaggi di arte, letteratura, filosofia e scienza siano intimamente interconnesi e interagenti:

"Il Complessismo è l'applicazione della conoscienza scientifica dei sistemi complessi agli oggetti della conoscienza artistica e umanistica. Noteremo che la rilevanza dell'evolutionary art è che considera il Complessismo sia come metodo che come contenuto. L'evolutionary art è un nuovo tipo di iconografia dinamica: l'iconografia del complessismo. E il complessismo offre niente meno che la riconciliazione tra la scienza e il sapere umanistico attraverso una più alta sintesi di moderno e postmoderno." P. Galanter, "Complexism and the Role of Evolutionary Art"


Opere

Immagine generata da Electic Sheep

Sono disponibili in rete diversi programmi e siti che consentono agli utenti di sviluppare opere di evolutionary art. Tra questi sono compresi:


Correlezioni


Bibliografia


Webliografia