Fontana Lucio: differenze tra le versioni

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==Personaggio==
 
==Personaggio==
Fontana Lucio
 
  
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Fontana Lucio, promotore dello spazialismo.
  
 
==Biografia==
 
==Biografia==
Lucio Fontana nasce a Rosario di Santa Fè nel 1899. Lavora in Argentina col padre scultore, la madre era attrice di teatro. Durante la guerra, dopo essersi arruolato, ferito e congedato, è in Argentina. Nel 1928 frequenta l'Accademia di Brera a Milano. Protagonista assoluto delle ricerche di quest’epoca e promotore dello spazialismo, Lucio Fontana si era distinto sin dagli anni Trenta per la sua attività di scultore e pittore nel gruppo milanese dei primi astrattisti e nel movimento internazionale Abstraction-Creation, alternando esperienze figurative a astratte. Fin da questi anni è l’artista italiano più risoluto a tagliare i ponti con tutte le tradizioni, è stato il meno programmato ma uno dei più coerenti artisti nel nostro secolo. Nel 1935 inizia l’attività di ceramista ad Albisola. L’eredità di maestri come Medardo Rosso e Boccioni indusse Fontana a definire un campo d’arte nel quale le opere costituivano eventi posti in una continuità spazio-temporale. All'inizio del 1940 parte per Buenos Aires, dove si stabilisce, lavora intensamente e vince vari concorsi di scultura. Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, nel 1946 organizza con altri una scuola d'arte privata: l'Accademia di Altamira; proprio qui, nel 1946, elaborò il Manifesto Blanco, dichiarazione di poetica neofuturista per un'arte adeguata ai tempi,"basata sull'unità del tempo e dello spazio", che si concretizzo nelle opere spazialiste realizzate dopo il ritorno in Italia.
 
Rientrato a Milano nell'aprile del 1947, Fontana fonda il "Movimento spaziale" e, con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello Spazialismo. Riprende l'attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti. L'anno seguente vede l'uscita del Secondo Manifesto dello Spazialismo.
 
Continua a essere invitato alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano.
 
Nel 1950 esce il terzo manifesto spaziale Proposta per un regolamento. Negli anni ’50 ostre e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a ritmo sempre più intenso: i musei, le gallerie e i collezionisti più sensibili acquistano le sue opere. Uomo di grande generosità, sempre pronto, anche quando materialmente non ne aveva ancora la possibilità, ad aiutare i giovani artisti, Fontana li incoraggia, ne acquista le opere, fa loro dono delle sue anche se, nella maggior parte dei casi, sa che saranno subito vendute.
 
Lasciata Milano e trasferitosi a Comabbio, paese d'origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa colonica, muore il 7 settembre 1968.
 
Le opere di Fontana sono presenti nelle collezioni permanenti di più di cento musei di tutto il mondo.
 
  
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Lucio Fontana nasce a Rosario di Santa Fè nel 1899. Lavora in Argentina col padre scultore, la madre era attrice di teatro. Durante la guerra, dopo essersi arruolato, ferito e congedato, è in Argentina. Nel 1928 frequenta l'Accademia di Brera a Milano.<br> Protagonista assoluto delle ricerche di quest’epoca e promotore dello spazialismo, Lucio Fontana si era distinto sin dagli anni Trenta per la sua attività di scultore e pittore nel gruppo milanese dei primi astrattisti e nel movimento internazionale Abstraction-Creation, alternando esperienze figurative a astratte. Fin da questi anni è l’artista italiano più risoluto a tagliare i ponti con tutte le tradizioni, è stato il meno programmato ma uno dei più coerenti artisti nel nostro secolo.<br>
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Nel 1935 inizia l’attività di ceramista ad Albisola. L’eredità di maestri come Medardo Rosso e Boccioni indusse Fontana a definire un campo d’arte nel quale le opere costituivano eventi posti in una continuità spazio-temporale. All'inizio del 1940 parte per Buenos Aires, dove si stabilisce, lavora intensamente e vince vari concorsi di scultura. Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, nel 1946 organizza con altri una scuola d'arte privata: l'Accademia di Altamira; proprio qui, nel 1946, elaborò il Manifesto Blanco, dichiarazione di poetica neofuturista per un'arte adeguata ai tempi,"basata sull'unità del tempo e dello spazio", che si concretizzo nelle opere spazialiste realizzate dopo il ritorno in Italia.<br>
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Rientrato a Milano nell'aprile del 1947, Fontana fonda il "Movimento spaziale" e, con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello Spazialismo. Riprende l'attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti. L'anno seguente vede l'uscita del Secondo Manifesto dello Spazialismo.<br>
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Continua a essere invitato alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano.<br>
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Nel 1950 esce il terzo manifesto spaziale Proposta per un regolamento. Negli anni ’50 ostre e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a ritmo sempre più intenso: i musei, le gallerie e i collezionisti più sensibili acquistano le sue opere. Uomo di grande generosità, sempre pronto, anche quando materialmente non ne aveva ancora la possibilità, ad aiutare i giovani artisti, Fontana li incoraggia, ne acquista le opere, fa loro dono delle sue anche se, nella maggior parte dei casi, sa che saranno subito vendute.<br>
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Lasciata Milano e trasferitosi a Comabbio, paese d'origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa colonica, muore il 7 settembre 1968.<br>
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Le opere di Fontana sono presenti nelle collezioni permanenti di più di cento musei di tutto il mondo.<br>
  
 
==Sito web==
 
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http://www.fondazioneluciofontana.it/
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* [http://www.fondazioneluciofontana.it/ Fondazione Lucio Fontana]
 
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==Poetica==
 
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Fontana: “movimento, colore, tempo e spazio sono i concetti della nuova ?.
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Mettendosi alla testa di un movimento l’ha chiamato “Movimento ?: ma non era una teoria né una poetica dello spazio, era soltanto l’affermazione lucida e ferma che qualsiasi cosa coscientemente si faccia è un fare lo spazio. C’è anche da dire che per lui lo spazio che si inventa e si fa con l’arte non ha alcun rapporto con lo spazio che della scienza o con quello della nozione comune.
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Fontana: “movimento, colore, tempo e spazio sono i concetti della nuova arte�?.
Nei “Concetti ?, dove giunge alla manomissione della tela, viene registrata l’accidentalità degli interventi; l’energia del gesto viene però controllata dall’artista che governa materia e immagine. Della serie “Concetti Spaziali – ? famose sono i tagli nella tela: l’atto distruttivo rappresenta per Fontana un rifiuto categorico della pittura nelle sue forme precedenti, e va posto in relazione con il progetto di una radicale trasformazione dell’arte la quale è basata essenzialmente su un concetto, su un’idea intellettuale. Il taglio (segno) della tela è la distruzione simbolica della pittura con la sua ambiguità di doppio spazio, fuori e dentro, al di qua e al di là del quadro. Fontana non si accontenta di segnare il  ?, ma lo agisce, taglia realmente la tela con una rasoiata della giusta lunghezza nel punto giusto.
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Mettendosi alla testa di un movimento l’ha chiamato “Movimento Spaziale�?: ma non era una teoria né una poetica dello spazio, era soltanto l’affermazione lucida e ferma che qualsiasi cosa coscientemente si faccia è un fare lo spazio. C’è anche da dire che per lui lo spazio che si inventa e si fa con l’arte non ha alcun rapporto con lo spazio che della scienza o con quello della nozione comune.
Fontana sperimentò le innumerevoli possibilità di materiali quali gesso, bronzo, ceramica, e di altri assolutamente nuovi, come neon e le lampade a luce di Wood, proponendo opere nuovissime per concezione, quali per esempio gli “Ambienti ?.
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Nei “Concetti Spaziali�?, dove giunge alla manomissione della tela, viene registrata l’accidentalità degli interventi; l’energia del gesto viene però controllata dall’artista che governa materia e immagine. Della serie “Concetti Spaziali – Attese�? famose sono i tagli nella tela: l’atto distruttivo rappresenta per Fontana un rifiuto categorico della pittura nelle sue forme precedenti, e va posto in relazione con il progetto di una radicale trasformazione dell’arte la quale è basata essenzialmente su un concetto, su un’idea intellettuale. Il taglio (segno) della tela è la distruzione simbolica della pittura con la sua ambiguità di doppio spazio, fuori e dentro, al di qua e al di là del quadro. Fontana non si accontenta di segnare il  “segno�?, ma lo agisce, taglia realmente la tela con una rasoiata della giusta lunghezza nel punto giusto.
Fontana a più riprese teorizza un’arte capace di rinnovarsi e proiettarsi nello spazio attraverso nuovi mezzi tecnologici, tra i quali indica la televisione; la fiducia nel progresso e, quindi, nei mezzi del progresso da parte di Fontana è chiarissima. Negli anni ’50 Lucio Fontana proclama che, con la televisione, l’arte dei millenni si sarebbe dovuta confrontare con la nuova comunicazione dell’istante e verso questa si dichiara disposto a rischiare progetti e prospettive. In “Proposta di ? del 2 aprile 1950 Fontana afferma: “La grande rivoluzione degli Spaziali sta nell’evoluzione del mezzo dell’arte. Il Movimento Spaziale si propone di raggiungere una forma d’arte con mezzi nuovi, come la radio, la televisione, la luce nera, e il radar e tutti quei mezzi che l’intelligenza umana potrà scoprire. […] L’invenzione concepita dall’Artista Spaziale viene proiettata nello spazio. L’Artista Spaziale non impone più allo spettatore un tema figurativo, ma lo pone nella condizione di crearselo da sé, attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve. Poiché nell’umanità è in formazione un nuova coscienza, tanto che non occorre più rappresentare un uomo, una casa, o la natura, ma creare con la propria fantasia le sensazioni ?. Le riflessioni di Fontana sull’evoluzione del mezzo dell’arte hanno un’importanza fondamentale per lo sviluppo di strumenti come il cinema prima e il video poi. Nei primi anni ‘50 la televisione sarebbe entrata nelle case degli italiani. Fontana proietta “Immagini spaziali in ? su un Concetto Spaziale nella trasmissione sperimentale della Rai il 17 maggio 1952; la proiezione è accompagnata dal “Manifesto spaziale per la ?; un più esplicito manifesto redatto dal pittore tra il 1947 e il 1952 collegato ad una trasmissione tv sperimentale realizzata alla RAI di Milano se non fosse stata perduta dal nostro servizio pubblico radiotelevisivo avrebbe potuto rappresentare la prima opera di ? e di ? della storia. C’è addirittura chi vede in lui la nascita della videoarte.
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Fontana sperimentò le innumerevoli possibilità di materiali quali gesso, bronzo, ceramica, e di altri assolutamente nuovi, come neon e le lampade a luce di Wood, proponendo opere nuovissime per concezione, quali per esempio gli “Ambienti Spaziali�?.
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Fontana a più riprese teorizza un’arte capace di rinnovarsi e proiettarsi nello spazio attraverso nuovi mezzi tecnologici, tra i quali indica la televisione; la fiducia nel progresso e, quindi, nei mezzi del progresso da parte di Fontana è chiarissima. Negli anni ’50 Lucio Fontana proclama che, con la televisione, l’arte dei millenni si sarebbe dovuta confrontare con la nuova comunicazione dell’istante e verso questa si dichiara disposto a rischiare progetti e prospettive. In “Proposta di regolamento�? del 2 aprile 1950 Fontana afferma: “La grande rivoluzione degli Spaziali sta nell’evoluzione del mezzo dell’arte. Il Movimento Spaziale si propone di raggiungere una forma d’arte con mezzi nuovi, come la radio, la televisione, la luce nera, e il radar e tutti quei mezzi che l’intelligenza umana potrà scoprire. […] L’invenzione concepita dall’Artista Spaziale viene proiettata nello spazio. L’Artista Spaziale non impone più allo spettatore un tema figurativo, ma lo pone nella condizione di crearselo da sé, attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve. Poiché nell’umanità è in formazione un nuova coscienza, tanto che non occorre più rappresentare un uomo, una casa, o la natura, ma creare con la propria fantasia le sensazioni spaziali�?. Le riflessioni di Fontana sull’evoluzione del mezzo dell’arte hanno un’importanza fondamentale per lo sviluppo di strumenti come il cinema prima e il video poi. Nei primi anni ‘50 la televisione sarebbe entrata nelle case degli italiani. Fontana proietta “Immagini spaziali in movimento�? su un Concetto Spaziale nella trasmissione sperimentale della Rai il 17 maggio 1952; la proiezione è accompagnata dal “Manifesto spaziale per la televisione�?; un più esplicito manifesto redatto dal pittore tra il 1947 e il 1952 collegato ad una trasmissione tv sperimentale realizzata alla RAI di Milano se non fosse stata perduta dal nostro servizio pubblico radiotelevisivo avrebbe potuto rappresentare la prima opera di “videoarte�? e di “neoteleviosione�? della storia. C’è addirittura chi vede in lui la nascita della videoarte.
  
  
  
 
==Opere==
 
==Opere==
Solo alcune delle opere
 
  
*Concetti Spaziali, 1949
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* ''Concetti Spaziali'', 1949
  
*Ambienti Spaziali, anni ‘50
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* ''Ambienti Spaziali'', anni ‘50
  
*Concetti Spaziali – Attese, 1958
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* ''Concetti Spaziali – Attese'', 1958
 
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*Nature
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==Bibliografia==
 
==Bibliografia==
*1989, L’immagine video, Fagone Vittorio, ed. Feltrinelli, Milano, pp. 164
 
*1997, Arte nella Storia. L’età Contemporanea, Bertelli Carlo, Briganti Giuliano e Giuliano Antonio, ed. Electa – Bruno Mondadori, pp. 323-324
 
*2002, Le icone fluttuanti, Madesani Angela, ed. Mondadori, Milano, pp. 54-55
 
*2004, Arte elettronica: video, installazioni, web art, computer art, ed. Giunti, Milano, pp. 13
 
*2004, Le arti multimediali digitali, Balzola Andrea e Monteverdi Anna Maria, ed. Garzanti, Milano, pp. 156
 
  
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* Fagone Vittorio, 1989, ''L’immagine video'', ed. Feltrinelli, Milano, pp. 164
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* Bertelli Carlo, Briganti Giuliano e Giuliano Antonio, 1997, ''Arte nella Storia. L’età Contemporanea'', ed. Electa – Bruno Mondadori, pp. 323-324
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* Madesani Angela, 2002, ''Le icone fluttuanti'', ed. Mondadori, Milano, pp. 54-55
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* 2004, ''Arte elettronica: video, installazioni, web art, computer art'', ed. Giunti, Milano, pp. 13
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* Balzola Andrea e Monteverdi Anna Maria, 2004, ''Le arti multimediali digitali'', ed. Garzanti, Milano, pp. 156
  
 
==Webliografia==
 
==Webliografia==
  
http://www.geocities.com/Athens/Agora/5156/
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* [http://www.geocities.com/Athens/Agora/5156/ Geocities]
 
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http://www.fondazioneluciofontana.it/
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* [http://www.fondazioneluciofontana.it/ Fondazione Lucio Fontana]
  
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[[categoria:Scheda]]
 
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[[categoria:Videoarte]]

Revisione 00:38, 17 Set 2009

Personaggio

Fontana Lucio, promotore dello spazialismo.

Biografia

Lucio Fontana nasce a Rosario di Santa Fè nel 1899. Lavora in Argentina col padre scultore, la madre era attrice di teatro. Durante la guerra, dopo essersi arruolato, ferito e congedato, è in Argentina. Nel 1928 frequenta l'Accademia di Brera a Milano.
Protagonista assoluto delle ricerche di quest’epoca e promotore dello spazialismo, Lucio Fontana si era distinto sin dagli anni Trenta per la sua attività di scultore e pittore nel gruppo milanese dei primi astrattisti e nel movimento internazionale Abstraction-Creation, alternando esperienze figurative a astratte. Fin da questi anni è l’artista italiano più risoluto a tagliare i ponti con tutte le tradizioni, è stato il meno programmato ma uno dei più coerenti artisti nel nostro secolo.
Nel 1935 inizia l’attività di ceramista ad Albisola. L’eredità di maestri come Medardo Rosso e Boccioni indusse Fontana a definire un campo d’arte nel quale le opere costituivano eventi posti in una continuità spazio-temporale. All'inizio del 1940 parte per Buenos Aires, dove si stabilisce, lavora intensamente e vince vari concorsi di scultura. Professore di modellato alla Scuola di Belle Arti, nel 1946 organizza con altri una scuola d'arte privata: l'Accademia di Altamira; proprio qui, nel 1946, elaborò il Manifesto Blanco, dichiarazione di poetica neofuturista per un'arte adeguata ai tempi,"basata sull'unità del tempo e dello spazio", che si concretizzo nelle opere spazialiste realizzate dopo il ritorno in Italia.
Rientrato a Milano nell'aprile del 1947, Fontana fonda il "Movimento spaziale" e, con altri artisti e intellettuali, pubblica il Primo Manifesto dello Spazialismo. Riprende l'attività di ceramista ad Albisola e la collaborazione con gli architetti. L'anno seguente vede l'uscita del Secondo Manifesto dello Spazialismo.
Continua a essere invitato alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano.
Nel 1950 esce il terzo manifesto spaziale Proposta per un regolamento. Negli anni ’50 ostre e partecipazioni a manifestazioni internazionali si susseguono a ritmo sempre più intenso: i musei, le gallerie e i collezionisti più sensibili acquistano le sue opere. Uomo di grande generosità, sempre pronto, anche quando materialmente non ne aveva ancora la possibilità, ad aiutare i giovani artisti, Fontana li incoraggia, ne acquista le opere, fa loro dono delle sue anche se, nella maggior parte dei casi, sa che saranno subito vendute.
Lasciata Milano e trasferitosi a Comabbio, paese d'origine della sua famiglia di cui aveva restaurato la vecchia casa colonica, muore il 7 settembre 1968.
Le opere di Fontana sono presenti nelle collezioni permanenti di più di cento musei di tutto il mondo.

Sito web

Poetica

Fontana: “movimento, colore, tempo e spazio sono i concetti della nuova arte�?. Mettendosi alla testa di un movimento l’ha chiamato “Movimento Spaziale�?: ma non era una teoria né una poetica dello spazio, era soltanto l’affermazione lucida e ferma che qualsiasi cosa coscientemente si faccia è un fare lo spazio. C’è anche da dire che per lui lo spazio che si inventa e si fa con l’arte non ha alcun rapporto con lo spazio che della scienza o con quello della nozione comune. Nei “Concetti Spaziali�?, dove giunge alla manomissione della tela, viene registrata l’accidentalità degli interventi; l’energia del gesto viene però controllata dall’artista che governa materia e immagine. Della serie “Concetti Spaziali – Attese�? famose sono i tagli nella tela: l’atto distruttivo rappresenta per Fontana un rifiuto categorico della pittura nelle sue forme precedenti, e va posto in relazione con il progetto di una radicale trasformazione dell’arte la quale è basata essenzialmente su un concetto, su un’idea intellettuale. Il taglio (segno) della tela è la distruzione simbolica della pittura con la sua ambiguità di doppio spazio, fuori e dentro, al di qua e al di là del quadro. Fontana non si accontenta di segnare il “segno�?, ma lo agisce, taglia realmente la tela con una rasoiata della giusta lunghezza nel punto giusto. Fontana sperimentò le innumerevoli possibilità di materiali quali gesso, bronzo, ceramica, e di altri assolutamente nuovi, come neon e le lampade a luce di Wood, proponendo opere nuovissime per concezione, quali per esempio gli “Ambienti Spaziali�?. Fontana a più riprese teorizza un’arte capace di rinnovarsi e proiettarsi nello spazio attraverso nuovi mezzi tecnologici, tra i quali indica la televisione; la fiducia nel progresso e, quindi, nei mezzi del progresso da parte di Fontana è chiarissima. Negli anni ’50 Lucio Fontana proclama che, con la televisione, l’arte dei millenni si sarebbe dovuta confrontare con la nuova comunicazione dell’istante e verso questa si dichiara disposto a rischiare progetti e prospettive. In “Proposta di regolamento�? del 2 aprile 1950 Fontana afferma: “La grande rivoluzione degli Spaziali sta nell’evoluzione del mezzo dell’arte. Il Movimento Spaziale si propone di raggiungere una forma d’arte con mezzi nuovi, come la radio, la televisione, la luce nera, e il radar e tutti quei mezzi che l’intelligenza umana potrà scoprire. […] L’invenzione concepita dall’Artista Spaziale viene proiettata nello spazio. L’Artista Spaziale non impone più allo spettatore un tema figurativo, ma lo pone nella condizione di crearselo da sé, attraverso la sua fantasia e le emozioni che riceve. Poiché nell’umanità è in formazione un nuova coscienza, tanto che non occorre più rappresentare un uomo, una casa, o la natura, ma creare con la propria fantasia le sensazioni spaziali�?. Le riflessioni di Fontana sull’evoluzione del mezzo dell’arte hanno un’importanza fondamentale per lo sviluppo di strumenti come il cinema prima e il video poi. Nei primi anni ‘50 la televisione sarebbe entrata nelle case degli italiani. Fontana proietta “Immagini spaziali in movimento�? su un Concetto Spaziale nella trasmissione sperimentale della Rai il 17 maggio 1952; la proiezione è accompagnata dal “Manifesto spaziale per la televisione�?; un più esplicito manifesto redatto dal pittore tra il 1947 e il 1952 collegato ad una trasmissione tv sperimentale realizzata alla RAI di Milano se non fosse stata perduta dal nostro servizio pubblico radiotelevisivo avrebbe potuto rappresentare la prima opera di “videoarte�? e di “neoteleviosione�? della storia. C’è addirittura chi vede in lui la nascita della videoarte.


Opere

  • Concetti Spaziali, 1949
  • Ambienti Spaziali, anni ‘50
  • Concetti Spaziali – Attese, 1958


Bibliografia

  • Fagone Vittorio, 1989, L’immagine video, ed. Feltrinelli, Milano, pp. 164
  • Bertelli Carlo, Briganti Giuliano e Giuliano Antonio, 1997, Arte nella Storia. L’età Contemporanea, ed. Electa – Bruno Mondadori, pp. 323-324
  • Madesani Angela, 2002, Le icone fluttuanti, ed. Mondadori, Milano, pp. 54-55
  • 2004, Arte elettronica: video, installazioni, web art, computer art, ed. Giunti, Milano, pp. 13
  • Balzola Andrea e Monteverdi Anna Maria, 2004, Le arti multimediali digitali, ed. Garzanti, Milano, pp. 156

Webliografia