Fotografia: differenze tra le versioni

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In questo stesso periodo, a Parigi, H. Bayard ideò un procedimento originale che faceva uso di un negativo su carta sensibilizzata con ioduro d'argento, dal quale si otteneva successivamente una copia positiva. Bayard fu però invitato, per evitare una concorrenza diretta con Daguerre, a desistere dalla continuazione degli esperimenti.
 
In questo stesso periodo, a Parigi, H. Bayard ideò un procedimento originale che faceva uso di un negativo su carta sensibilizzata con ioduro d'argento, dal quale si otteneva successivamente una copia positiva. Bayard fu però invitato, per evitare una concorrenza diretta con Daguerre, a desistere dalla continuazione degli esperimenti.
  
Lo sviluppo della dagherrotipia fu favorito anche dalla costruzione di apparecchi speciali muniti di un obiettivo a menisco acromatico messo a punto nel 1829 da C. L. Chevalier. Tra il 1840 e il 1870 circa si ebbero numerosi perfezionamenti dei processi e dei materiali fotograficiprocedimento al collodio che si diffuse al posto della dagherrotipia e della callotipia.
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Lo sviluppo della dagherrotipia fu favorito anche dalla costruzione di apparecchi speciali muniti di un obiettivo a menisco acromatico messo a punto
Tra il 1851 e il 1852 vennero introdotte l' ambrotipia e la ferrotipia, procedimenti con cui si ottenevano dei positivi apparenti incollando un negativo su lastra di vetro sopra un supporto di carta o panno neri oppure di metallo brunito;
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nel 1857 comparve il primo ingranditore a luce solare a opera di J. J. Woodward;
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nel 1859 R. Bunsen e H. E. Roscoe realizzarono le prime istantanee con lampo al magnesio. Le prime immagini a colori per sintesi additiva si devono a J. C. Maxwell (1861), mentre L. Ducos du Hauron ottenne le prime immagini a colori mediante sintesi sottrattiva (1869) e R. L. Maddox introdusse un'importante innovazione: le lastre con gelatina animale come legante.
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Infine, nel 1873 H. Vogel scoprì il principio della sensibilizzazione cromatica e realizzò le prime lastre ortocromatiche.
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==Perfezionamento di tecnologie e materiali==
 
Dopo queste invenzioni, che possono essere considerate le basi della fotografia, le ricerche si indirizzarono al perfezionamento dei materiali sensibili, dei procedimenti di sviluppo e degli strumenti ottici. Tra le innovazioni più importanti si ricordano l'introduzione degli apparecchi fotografici portatili (1880) e delle pellicole in rullo con supporto in celluloide, realizzate per la prima volta da G. Eastman nel 1889.
 
  
Nel 1890 F. Hurter e V. C. Driffield iniziarono lo studio sistematico della sensibilità alla luce delle emulsioni, dando origine alla sensitometria. Un considerevole miglioramento delle prestazioni degli obiettivi si ebbe nel 1893, quando H. D. Taylor introdusse un obiettivo anastigmatico (tripletto di Cooke) con sole tre lenti non collate; tale obiettivo fu perfezionato da P. Rudolph nel 1902 con l'introduzione di un elemento posteriore collato e venne prodotto l'anno dopo dalla Zeiss, con il nome di tessar.
 
  
Altri progressi si ebbero con l'introduzione del sistema reflex (1928) e degli strati antiriflesso sulle superfici esterne delle lenti (che migliorarono enormemente la trasmissione tra aria e vetro e il contrasto degli obiettivi) e con il processo Polaroid in bianco e nero (che permetteva di ottenere in pochi secondi una copia positiva, utilizzando un apparecchio e una pellicola speciali), introdotto nel 1948 da E. H. Land e successivamente esteso al colore.
 
  
Con gli anni Sessanta con gli esposimetri incorporati nelle macchine fotografiche ebbe inizio l'epoca degli automatismi: l'evoluzione tecnologica in tale campo fu tale che alla fine degli anni Ottanta, con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici, la messa a fuoco e l'esposizione erano completamente automatiche; inoltre micromotori provvedono al caricamento della pellicola, al suo avanzamento dopo ogni scatto, e al riavvolgimento nel caricatore al termine dell'uso .
 
  
Negli anni Ottanta entrarono in produzione macchine per la fotografia digitale che al posto della pellicola avevano un CCD (Charge Coupled Device), lo stesso elemento sensibile delle videocamere.
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[[Categoria:Fotografia]]
 
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Questo componente era in grado di analizzare l'intensità luminosa e il colore dei vari punti che costituiscono l'immagine e di trasformarli in segnali elettrici che venivano poi registrati su un supporto magnetico (nastro o disco) che poteva contenere alcune decine di immagini. L'immagine registrata poteva essere immediatamente rivista su un monitor, stampata da un'apposita stampante, o spedita, via cavo o via etere, a qualsiasi distanza.
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==Fotografia e arte==
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L’invenzione della fotografia sembrò segnare la fine della pittura. Infatti  diversi pittori              trasformarono infatti i loro studi in ateliers fotografici e gli stessi principali inventori della fotografia nutrivano precisi interessi per la pittura, a conferma della tesi di Nadar (1820-1910), colui che per le sue immagini vellutate si vide regalare il titolo di "Tiziano della fotografia", il quale scrisse che l'industria fotografica costituiva il rifugio di pittori mancati e pigri.
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La prima forma di fotografia, come la conosciamo noi oggi, si ebbe con il dagherrotipo. In un tempo relativamente breve però, questo passò il testimone alle fotografie stampate su carta albuminata. Queste stampe venivano incollate su cartoncini di formato 10x6 cm e si chiamavano cartes de visite (cdv), il formato fu inventato da Disderi un fotografo francese. I prezzi (rispetto ad un dagherrotipo) calarono notevolmente e per giocoforza si creò il boom delle cdv. Oramai moltissimi potevano farsi ritrarre nei moltissimi atelier che avevano invaso tutto il mondo moderno. Il formato cdv venne sorpassato dal formato cabinet (o gabinetto in italiano) di dimensioni 16x10,5 cm. Altri formati nacquero a vista d'occhio, ma questi furono i più duraturi nel tempo, si produssero cdv e cabinet fino al primo decennio del 1900. Alcuni tra gli atelier più famosi in Europa: Disderi, Nadar, Reutlinger in Francia; Angerer in Austria; Brogi, Alinari in Italia; Esplugas, fotog. Napoleon in Spagna.
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Lo stesso chimico J.N. Niépce era interessato al perfezionamento della litografia e cercava nella fotografia un mezzo per supplire alle sue deficienze come incisore. Daguerre era un pittore e sperava che la fotografia lo sollevasse dalle fatiche necessarie per la realizzazione dei quadri per il suo diorama. W. H. F. Talbot era un disegnatore dilettante, conscio dei suoi limiti, che vedeva nella fotografia un mezzo per realizzare immagini decorose al posto dei disegni decisamente sciatti che egli otteneva a mezzo di una camera oscura. In effetti le stesse limitazioni delle prime tecniche fotografiche suggerivano naturalmente i campi di applicazione propri della pittura.
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Solo pochi fotografi, la cui importanza venne riconosciuta molto più tardi, compresero le reali possibilità della fotografia come forma di documentazione. Ricordiamo i reportage sulla guerra di Crimea di James Robertson e Roger Fenton, le immagini del conte P. Primoli sulle battaglie al tempo della Repubblica Romana, quelle della guerra di secessione di Matthew Brady e Timothy O'Sullivan, intorno agli anni 1865 e 1870, e quelle di Eugène Atget, cronista della vita quotidiana a Parigi.
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== Collegamenti esterni ==
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*[http://www.fiaf-net.it/index.html F.I.A.F. Federazione Italiana Associazioni Fotografiche]
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*[http://www.nci-news.135.it N.C.I. NEWS - Organo Ufficiale Diffusione Arte Fotografica]
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*[http://www.photography01.com/store/books/2020/5/1/ Selezione dei libri sulla fotografia ]
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*[http://www.grupponamias.com/ Antiche tecniche fotografiche]
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*[http://www.fotografi.org/ Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU VISUAL]
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*[http://www.wildlife-photo.org/ Fotographia degli uccelli della fauna selvatica, animali]
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*[[Newsgroup]] in lingua italiana:
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**[http://groups.google.com/group/it.arti.fotografia/ Google Gruppi - it.arti.fotografia]
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**[http://groups.google.com/group/it.arti.fotografia.digitale/ Google Gruppi - it.arti.fotografia.digitale]
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**[http://groups.google.com/group/it.arti.fotografia.segnalazioni/ Google Gruppi - it.arti.fotografia.segnalazioni]
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**[http://it.groups.yahoo.com/group/PHOTO-STUDIUM_by_emilio_de_tullio/  Lista di dialogo PHOTO-STUDIUM]
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Revisione 15:22, 27 Giu 2006

Un’altra grande rivoluzione che rende l’opera d’arte ancor più immateriale è l’invenzione della fotografia. Anche in questo caso è proprio il testo di Benjamin a fornirci una descrizione di quelli che furono gli atteggiamenti nei confronti del medium fotografia, con teorici dell’arte che si dividono tra reazionari ed entusiasti. Questi ultimi sostennero che la fotografia liberava la pittura dai suoi vincoli illustrativi e rappresentativi della realtà. Gli stessi pittori, (gli impressionisti furono i primi ad amarla), ne fecero un uso importante in quanto potevano fotografare i loro soggetti creando dei veri e propri set, e poi riprodurli nelle loro tele. E’ comunque con l’avvento e l’uso dei rullini fotografici che la fotografia può essere considerata la prima forma d’arte di massa.

Note storiche sulla fotografia

L'invenzione della fotografia, risalente alla prima metà del XIX secolo, rivoluzionò la riproduzione della realtà. Infatti, prima di questo avvenimento, non si potevano riprodurre oggettivamente sembianze di persone, cose o paesaggi.

L’invenzione nacque dalla complementarietà dei risultati acquisiti i sia nel campo dell'ottica, con lo studio della camera oscura, sia in quello della chimica, con gli effetti delle sostanze fotosensibili. La prima camera oscura fu concretizzata molto prima che si trovassero delle tecniche per realizzare con mezzi chimici l'immagine da essa prodotta; le prime sperimentazioni per la fotografia si ebbero con Niepce, a cui se ne attribuisce l'invenzione.

Nel 1813 egli perfezionò le tecniche litografiche e da ricerche si interessò per la registrazione diretta di immagini sulla lastra litografica, trascurando il ricorso all’incisore.

In collaborazione con il fratello Claude, Niepce studiò la sensibilità alla luce del cloruro d'argento e nel 1816 ottenne la sua prima immagine fotografica (riproducente un angolo della stanza di lavoro) utilizzando un foglio di carta sensibilizzato, probabilmente, con cloruro d'argento.

L'immagine, tuttavia, non si fissò completamente, per cui Niepce fu costretto a provare la sensibilità alla luce di numerose altre sostanze, prendendo in considerazione anche il bitume di Giudea che possiede la proprietà di divenire insolubile in olio di lavanda, in seguito a esposizione alla luce.

J.N.Niépce: Vista della camera a Le Gras, 1826. Il tempo d'esposizione di 8 ore causa l'impressione che gli edifici siano illuminati dal sole sia da destra sia da sinistra. Il primo successo con la nuova sostanza fotosensibile risale al 1822, con la riproduzione su vetro di un'incisione che raffigurava papa Pio VII. La riproduzione andò però distrutta qualche tempo dopo e la più antica immagine oggi esistente è una di quelle che Niepce ottenne nel 1824, utilizzando una camera oscura nella quale l'obiettivo era una lente biconvessa, dotata di diaframma e di un rudimentale sistema di messa a fuoco. Alle immagini così ottenute Niepce diede il nome di eliografie.

Nel 1829 egli fondò con Louis Daguerre, già noto per il suo diorama, una società per lo sviluppo delle tecniche fotografiche. Nel 1839 il fisico Domenico Francesco Arago presentò all' Accademia delle Scienze di Parigi un procedimento messo a punto da Daguerre, che venne chiamato dagherrotipia; la notizia suscitò l'interesse di William Fox Talbot, che dal 1835 sperimentava un procedimento fotografico denominato calotipia, e di J. F. Herschel, il quale sperimentava un procedimento su carta sensibilizzata con sali d'argento, utilizzando un fissaggio a base di tiosolfato sodico.

In questo stesso periodo, a Parigi, H. Bayard ideò un procedimento originale che faceva uso di un negativo su carta sensibilizzata con ioduro d'argento, dal quale si otteneva successivamente una copia positiva. Bayard fu però invitato, per evitare una concorrenza diretta con Daguerre, a desistere dalla continuazione degli esperimenti.

Lo sviluppo della dagherrotipia fu favorito anche dalla costruzione di apparecchi speciali muniti di un obiettivo a menisco acromatico messo a punto