Greenaway Peter

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Peter Greenaway

Personaggio

GREENAWAY PETER
Regista d'avanguardia, sceneggiatore e attore cinematografico britannico che si distingue sulla scena europea e mondiale per i suoi progetti innovativi e sperimentali.

Biografia

Peter John Greenaway nasce a Newport, Regno Unito, il 5 aprile 1942. Il padre che si dilettava di ornitologia, gli trasmise fin da piccolo la passione per gli uccelli, che avranno un ruolo di grande importanza in molti suoi film. Con l'idea di diventare pittore studia alla Walthamstow School of Arts affascinato dal Tiepolo, Veronese e Bronzino e in generale da tutto il barocco e il manierismo, periodi che considera molto affini alla nostra epoca. Secondo il regista inglese infatti il presente è una fase vuota di ideali propri, ma che rielabora, con gusto eccessivo e barocco, le conquiste raggiunte nei secoli precedenti. All'età di 16 annila svolta: un amico lo porta a vedere Il settimo sigillo di Ingmar Bergman: ne resta talmente colpito da tornare a vedere il film due volte al giorno, per cinque giorni di seguito. Da quel momento nasce la sua grande passione per il cinema, e in particolare per autori come Antonioni, Godard, Truffaut e per Resnais regista di L'anno scorso a Marienbad che diventerà il suo film preferito. Dopo aver tentato senza successo di iscriversi al Royal College of Art Film School, torna a dedicarsi alla pittura, e nel 1964 tiene alla Lord's Gallery la sua prima mostra dal titolo Ejzenstejn at Winter Palace. Contemporaneamente comincia a scrivere diversi romanzi, ispirandosi in particolare a Borges e a Calvino. Nel 1965, dopo una breve parentesi come critico cinematografico inizia a lavorare come tecnico del montaggio al Central Office Information, un organismo governativo con cui collaborerà per una decina d'anni. Tra gli 80 documentari da lui prodotti per il COI ci sono: "I am going to be an architect" e Legend of birds. Sempre in questi anni Greenaway si dedica all'illustrazione di libri e alla scrittura di ben 18 romanzi, per i quali però sul momento non troverà un editore. Dal 1966 con le attrezzature del COI comincia a girare i suoi primi cortometraggi sperimentali come Death of sentiment e Train, balletto meccanico dell'ultimo treno a vapore entrato nella stazione di Waterloo. Il suo primo successo cinematografico arriva nel 1978 con Un viaggio attraverso H (la reincrnazione di un ornitologo), prodotto dal British Film Institute, che ottiene il premio Hugo al festival di Chicago. Il primo lungometraggio è The Falls del 1980 con cui vince il premio del British Film Institute e il premio Age d'or a Bruxelles. Il vero esordio e successo alla regia di un lungometraggio a soggetto avviene nel 1982 con The Draughtsman's Contract (I misteri del giardino di Compton House) che viene presentato a Venezia, dove pur non vincendo, ottiene un grande successo di critica e di pubblico. I suoi otto film successivi - fra cui: Il ventre dell'architetto (The belly of an architect, 1987); Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (The cook the thief his wife & her lover, 1989); I racconti del cuscino (The pillow book, 1996) - lo impongono come uno dei maggiori autori europei. Nel contempo realizza video, documentari e mostre che testimoniano il suo interesse per le diverse forme di espressione artistica. Nel 1999 si trasferisce a vivere e lavorare in Olanda.

Sito web

http://petergreenaway.co.uk
http://www.petergreenawayevents.com/petergreenaway.html

Citazioni

PARLANDO DEL CINEMA...

  • What the hell are we doing sitting in the dark? We're not nocturnal animals.

(Cosa diavolo facciamo seduti nel buio? Noi non siamo animali notturni.)

  • I don't think we've seen any cinema yet. I think we've seen 100 years of illustrated text.

(Io non credo che noi abbiamo ancora visto il cinema. Io penso che abbiamo visto 100 anni di testo illustrato.)

  • E' frustrante fare film che durano al massimo due ore, vorrei fare film di sei ore, di otto ore, di ventiquattr'ore!
  • Forse, per quello che voglio fare io, per il cinema che ho in mente io, la tecnologia ancora non esiste.
  • I don't want virtual reality, I want virtual irreality.

(Io non voglio la realtà virtuale. Io voglio la irrealtà virtuale.)

  • I don't think that cinema is a very good narrative medium. I think if you want to tell a story you should be a writer.

(Io non credo che il cinema sia uno strumento narrativo molto buono. Penso che se vuoi raccontare una storia, tu debba fare lo scrittore.)
...PARLANDO DELLA VITA

  • I sincerely, if pessimistically, believe that […] the good very rarely get rewarded, the bad rarely get punished and the innocent are always abused.

(Francamente, anche se pessimisticamente, credo che il buono sia raramente ricompensato, il cattivo sia raramente punito e l'innocente sia sempre maltrattato.)

  • John Cage suggested if you introduce more than 20 percent of novelty into any artwork, you're going to lose 80 percent of your audience.

(John Cage fece notare che se introduci più del 20 percento di innovazione in un'opera d'arte, perderai l'80 percento del tuo pubblico.)

  • Io sono un ateo, un democratico, un socialista, un darwiniano, e questo retroterra culturale mi fa credere in un universo amorale.
  • Il sesso è necessario per la riproduzione della specie, l'amore no.
  • Se un uomo pensa al sesso una volta ogni nove minuti, che cosa farà negli otto minuti che gli restano?
  • Men love women, women love children, children love hamsters, and it never works the other way around.

(Gli uomini amano le donne, le donne amano i bambini, i bambini amano i criceti. Ma il discorso non funziona all'inverso.)

Poetica

Peter Greenaway esplora ogni mezzo dell'arte cinematografica in modo non convenzionale, artificioso, sorprendente e spesso sconvolgente: la sua opera genera pareri molto contrastanti. Chi non lo ama rivolge una critica feroce alle sue pellicole che, sostanzialmente, vengono accusate di essere più apparenza che sostanza. Quel che per i suoi ammiratori è "pittura dello sguardo", per i contestatori è un tripudio di carne ed ossessioni guidate da un estetica troppo spesso esclusiva del regista. Sicuramente ciò che stupisce nei film di Greenaway è la poco importanza data allo spessore dei personaggi e all'intreccio delle trame: chi lo apprezza sa, però, che si tratta di una scelta oculata dettata dal desiderio di sbalordire ed ammaliare con l'impatto visivo e non con quello narrativo.
I ritmi dell'intreccio sono dunque scanditi da numeri, da segnali non verbali investiti di significati narrativi, sono saturi di colori che aggrediscono i sensi dello spettatore: usando queste innovazioni l'artista ha costruito nel corso della sua lunga carriera un suo mondo, decifrabile solo attraverso uno studio approfondito della sua opera e quindi dopo numerose visioni dei suoi lavori, andando oltre la loro apparenza aggressiva.
Nato artisticamente come pittore, Greenaway propone nelle sue pellicole delle composizioni elaborate e di forte impatto visivo in cui si succedono le tematiche legate alle passioni estreme, al esso, alla morte, all'arte come lente d'ingrandimento della realtà. Il suo lavoro è fortemnte condizionato dall'idea che il cinema debba essere trattato come un’arte figurativa a tutti gli effetti: nella ricerca delle tradizioni culturali, si riferisce alla pittura e in generale a tutta la storia dell’iconografia e l'arte stessa in tutte le sue forme è anche soggetto di molti suoi film.
Anche le sue inquadrature sono composte come dei dipinti, siano esse spoglie e lineari o barocche, stabordanti di soggetti, i suoi movimenti di macchina sono semplificati al massimo, il più delle volte su piani perpendicolari. La staticità delle sue scene è ottenuta grazie all'uso, molto lento, dello zoom e di lunghe carrellate laterali come se, ancora una volta, l'artista volesse obbligare lo spettatore ad osservare attentamente l'opera nel suo complesso, a non perdere nessun dettaglio, nessuna riflessione poetica. La costruzione delle sue immagini diventa quindi lo studio di un campo delimitato, chiuso, analizzato nei particolari e messo in scena solo quando trova la sua dimensione espressiva già in maniera statica.
Soprattutto negli ultimi anni, è stato evidente come Greenaway si distacchi fortemente dalla narrativa cinematografica tradizionale: è proprio per questo istinto, per questo desiderio che il regista inglese ha coniato il concetto di Digital Cinema Multimedia per definire il suo ultimo progetto The Tulse Luper Suitcase che incarna un nuovo ideale di cinema.
La sua idea è quella di abbattere le barriere della tradizione e di esplorare sinergicamente le potenzialità degli straordinari mezzi di comunicazione sviluppatesi negli ultimi anni in correlazione al cinema.
Molti dei film del gallese sono accompagnate dalla musica del compositore Micheal Nyman: il lungo sodalizio tra i due è iniziato con 5 Postcards From Capital Cities del 1967 per poi svilupparsi in altre diciotto opere.

Opere

  • Tree (1966, 16 min)
  • Train (1966, 5 min)
  • 5 Postcards From Capital Cities (1967, 35 min)
  • Dear Phone (1976, 17 min)
  • Revolution (1967, 8 min)
  • Love Love Love (1968)
  • Intervals(1969, 7 min)
  • Erosion (1971, 27 min)
  • Coastline (1971)
  • H is for House (1974, 10 min; re-edited in 1978)
  • Windows (1975, 4 min)
  • Water (1975, 5 min)
  • Water Wrackets (1975, 12 min 40 sec)
  • Goole by Numbers (1976)
  • Cut Above The Rest (1978)
  • Eddie Kid (1978)
  • Vertical Features (1978, 45 min)
  • A Walk Through H. (1978, 41 min)
  • One to One Hundred (1978, 4 min)
  • Leeds Castle (1979)
  • Women Artists (1979)
  • Act of God (1980, 25 min) Lungometraggio su 30 persone colpite da un fulmine, in cui cerca di proporre una legge arcana che unisce loro destini.
  • Zandra Rhodes (1979, 15 min)
  • The Falls (1980) Biografia di 92 persone il cui cognome comincia appunto per "Falls" realizzata con l'intento di individuare le loro possibili affinità legate a questa casualità.
  • Lacock Village (1980)
  • Country Diary (1980)
  • Terence Conran (1981)
  • The Draughtman's Contract (I misteri del giardino di Compton House, 1982) Feroce inquadratura del rapporto tra arte e potere. Un celebre pittore del 600 viene incaricato da una donna in rotta con il marito di eseguire dodici disegni ma pone come condizione il pagamento in natura; presto però la figlia della committente trova il modo di ricattarlo e in cambio del proprio silenzio chiede lo stesso tipo di pagamento. Quando viene ritrovato il cadavere del padrone di casa, i disegni diventano oggetto di indagini: si suppone che contengano la soluzione del mistero. Tutto, però, viene messo a tacere dal geloso marito della figlia. Un tredicesimo disegno sarà l'occasione per svelare il mistero: il pittore è stato sfruttato dalle due donne, dalla madre per liberarsi del consorte e dalla figlia per ottenere un erede che il marito, sterile, non poteva darle. Alla fine il pittore si accenna a disegnare il delitto, ma il marito della figlia lo fa massacrare.
  • Four American Composers (1983, 55 min) Documentario su John Cage, Robert Ashley, Philip Glass e Meredith Monk.
  • Making A Splash (1984, 25 min)
  • Inside Rooms - 26 Bathroom (1985, 25 min; il primo di una serie di 6)
  • A Zed and Two Noughts (Zoo di Venere 1985) Due gemelii (i fratelli Deacon), che hanno perso le mogli nello stesso incidente d'auto, si innamorano ed hanno un figlio dalla donna (Ferréol) che in quell'incidente ha perso una gamba. Le loro ossessioni sono la simmetria e lo studio della putrefazione animale. Convincono, dunque, la donna a tagliarsi l'altra gamba, ma saranno loro stessi a fonire la materia prima per il loro ultimo esperimento.
  • The Obscene Animals Enclosure (1986)
  • A TV Dante (1987)
  • Dear Boullee (1987)
  • The Belly of an Architect (Il ventre dell'architetto, 1987) Riflessione sul rapporto tra arte e morte. L'architetto americano Stourley Kracklite giunge a Roma con la moglie Chloe per organizzare una mostra su Etienne-Louis Boullée, architetto utopista dell' Illuminismo. Entrambi hanno dolori al ventre: il primo ha un tumore, la seconda è incinta. L'ossessione per gli stomaci e le cupole porterà Stourley al suicidio.
  • Drowning by Numbers (Giochi nell'acqua, 1988) Sviluppo dei temi del gioco, del sesso, della morte, dell'infantilismo degli uomini e della malvagità delle donne. Il film ruota attorno a tre donne con lo stesso nome ma di tre generazioni diverse, che uccidono i rispettivi mariti. Nel contempo conquistano a suon di promesse la complicità di un coroner che sarà la loro ulrima vittima. Greenway coinvolge lo spettatore in un gioco: devono essere individuati i numeri da 1 a 100 che si celano in ogni sequenza.
  • Death in the Seine (1989, 44 min)
  • The Cook, the Thief, his Wife and her Lover (Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, 1989) In un ristorante si consuma l'adulterio con la complicità del cuoco. Il ladro-marito tradito uccide l'amante della moglie e lei lo costringe a mangiarne il cadavere.
  • Hubert Bals Handshake (1989, 5 min)
  • A TV Dante (1989, 8 episodi di 10 min l'uno)
  • The Physical Self (1991)
  • M is for Man, Music, Mozart (1991, 29 min) Una puntata di una serie di 6 per la televisione con Ben Craft
  • Prospero's Books (Ultima tempesta, 1991) Si tratta di una rivisitazione della Tempesta di Shakespeare. Prospero duca di Milano, è stato spodestato dal fratello Antonio e dal Re di Napoli, che l'hanno mandato alla deriva in una barca. Ora, su un'isola abitata da spiriti che ha sottomesso con le sue arti magiche, Prospero compie la sua vendetta facendo naunfragare i suoi nemici. Ma si dimostra più magnanimo di loro forse anche grazie ai suoi 24 libri che contengono tutto lo scibile umano.
  • Flying out of this world (1992)
  • 100 Objects to Represent the World (1992)
  • Rosa (1992, 15 min) Basato sulle coreografie di Anne Teresa de Keersmaeker in collaborazione con Jean-Luc Ducourt e ballato da Fumiyo Ikeda e Nordine Benchorf sulla musica di Bela Bartok.
  • Darwin (1992)
  • Some Organizing Principles (1993)
  • Watching Water (1993)
  • The Baby of Mâcon (1993) Nel 1695 una rappresentazione teatrale ricostruisce ciò che è accaduto nella città di Mâcon: una vergine finge di aver avuto un bambino, figlio in realtà della decrepita madre, e costruisce un business attorno a questo 'miracolo'. Ma quando il neonato viene sequestrato dal vescovo, che ne vende le secrezioni a caro prezzo, la ragazza lo uccide. Per punizione il vescovo la fa violentare a morte da 217 soldati mentre la folla si spartisce i pezzi del cadaverino.
  • Stairs Geneva (1994) Film dell'installazione The Stairs fatta da Greenaway a Ginevra ne l 1994.
  • Rosa, A Horse Drama (1994, 80 min) Opera in 12 atti, musica di Louis Andriessen al Musiektheater di Amsterdam, 10 performances.
  • Stairs Münich (1995)
  • Stairs 1 Geneva (1995)
  • The Pillow Book (I racconti del cuscino, 1995) Saggio visivo sul rapporto tra amore e morte, arte e sesso attraverso la prospettiva occidentale e quella orientale. E' la storia di Nagiko, figlia di uno scrittore,che impara ad associare l'eros alla scrittura sulle tracce di Sei Shonagon, la cortigiana del X secolo autrice del libro omonimo. Dopo aver usato la propria pelle come pergamena, diventa callaigrafa: utilizzerà tredici corpi maschili come altrettanti 'libri' per vendicarsi di un bieco editore già amante di suo padre e responsabile della morte del suo innamorato.
    Nagiko

  • Lumière and Company (1995) Greenaway è uno dei quaranta registi che in questo film rendono omaggio ai fratelli Lumière girando con la loro macchin da presa. Le regole, non sempre rispettate sono: bianco e nero, sonoro non in sincrono, 53 secondi al massimo, un solo piano sequenza. Tra un minifilm e l'altro, Sarah Moon intervista i partecipanti sui massimi sistemi dell'arte e del cinema.
  • Cosmology (1996)
  • Spellbound (1996)
  • 100 Objects To Represent The World (1997)
  • Flying over water (1997)
  • 100 Allegories To Represent The World (1998)
  • Christopher Columbus (1998)
  • Death of a Composer (1999)
  • Writing To Vermeer (1999)
  • Eight And a Half Women (8 donne e mezzo, 1999) I temi che si intrecciano in questo film sono l'eros nella civiltà capitalistica, il confronto tra culture e l'ossessione per il corpo. Dopo aver sperimentato l'incesto con il figlio Storey, il vedovo Philip Emmenthal allestisce un harem in una villa fuori Ginevra, suggestionato dalla visione dell'incolpevole film di Fellini. Ma presto fioriscono gli intrighi e Philip muore tra le braccia della mercenaria Palmira.
  • The Tulse Luper Suitcases (Le valige di Tulse Luper-La storia di Moab, 2003) Prima parte di un progetto di digitale pesante le cui reali dimensioni e durata non sono state mai veramente chiarite dall'autore che è sia il regista che lo sceneggiatore di questo film-opera. La vita del naturalista avventuriero ricercatore collezionista scrittore e regista Tulse Henry Purcel Luper viene ricostruita attarverso sedici eventi-chiave (quante sono le prigioni in cui è stato rinchiuso) e grazie all'analisi del contenuto delle novantadue valige (il numero è quello della posizione dell'uranio all'interno della tavola degli elementi) collezionate nel corso delle sue imprese.

Bibliografia

  • Peter Greenaway: Interviews (Conversations With Filmmakers Series), University Press of Mississippi (Luglio 2000)
  • Eight and a Half Women, Dis Voir Editions (Maggio 1999)
  • Melia, Paul and Alan Woods, Peter Greenaway: Artworks 63-98, Manchester University Press (Marzo 1999)
  • 100 Allegories to Represent the World, Merrell Holberton (Dicembre 1998)
  • The Belly of an Architect, Dis Voir Editions (Luglio 1998)
  • Peter Greenaway: A Zed & Two Noughts, Dis Voir Editions (Luglio 1998)
  • Drowning by Numbers, Dis Voir Editions (Aprile 1998)
  • Pascoe, David, Peter Greenaway - Museums and Moving Images Reaktion Books Ltd (Dicembre 1997)
  • The Pillow Book, Distributed Art Publishers (Giugno 1997)
  • Flying Over Water, Merrell Holberton (Giugno 1997)
  • The Stairs: Geneva the Location, Distributed Art Publishers (Marzo 1995)
  • Flying Out of This World (The Parti-Pris Series), University of Chicago Press (Giugno 1994)
  • The Baby of Mâcon, Distributed Art Publishers (April 1994)
  • The Falls, Distributed Art Publishers (Marzo 1994)
  • Rosa, Distributed Art Publishers (Marzo 1994)
  • The Cook, the Thief, His Wife & Her Lover, Distributed Art Publishers (Ottobre 1992)
  • Peter Greenaway: Papers, Distributed Art Publishers (Agosto 1991)
  • Peter Greenaway: Fear of Drowning, Distributed Art Publishers (Luglio 1991)

Webliografia

http://www.greenaway.de/
http://www.petergreenaway.com/
http://www.maurofilippone.it/greenaway/
http://www.scaruffi.com/director/greenway.html