Hackmeeting

Tratto da EduEDA
Versione del 7 Lug 2009 alle 10:54 di Aylin kaya (Discussione | contributi) (Webliografia:)

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Genere o movimento artistico:

Hackmeeting

Personaggi o Gruppi:

Area51 Bugs lab Cyber Rights European Counter Network F. HackLab Ferry Byte FreakNet HMN HackLab HackLab Asti HackLab Bologna HackLab Savona HackLab SpinHacker404 HackLab Underscore Torino HackLab Verona HackLab di Firenze Hackaserta Hackaserta 81100 Hacker art BBS Hacker art.org Hackmeeting Hacktung LOA - HackLab Milano Lamer Xterminator BBS Neapolis HackLab Reload Sansavini Stefano Synusia Transnational Hackmeeting Virtual Town TV ZK

Luogo:

Italia

Storia:

1969

L'hackmeeting è un evento sociale autorganizzato e no-profit, uno spazio d’incontro tra tutte le persone che si interessano di hackeraggio in senso piu' generale, cioe' di interazione con qualche cosa tesa a modificarla, deformarla, comprenderla smontandola e smanettando sulle sue componenti; e' un incontro sulla comunicazione, sulla tecnologia, sulla circolazione del sapere, sui cambiamenti che la societa' postfordista dell'immateriale ha apportato alla vita di tutti i giorni. Hackmeeting è l’incontro annuale delle comunità e delle controculture digitali italiane, la prima edizione della manifestazione si è tenuta a Firenze il dal 5 al 7 Giugno del 1998. Hackmeeting è quindi uno spazio dove condividere saperi e confrontarsi con altri desiderosi di fare altrettanto dove l’obiettivo è il raggiungimento di una comunicazione telematica orizzontale, sono tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee ed apprendimento collettivo. Hackmeeting è uno stimolo per discutere su molti temi importanti tra i quali le possibilità di sviluppo del free software, i diritti in rete, la cooperazione sociale. L’Hackmeeting è un incontro per chi concepisce la tecnologia come qualcosa di smontabile e ricomponibile, su cui agire consapevolmente e collettivamente, su cui mettere le mani, per chi crede che essere un hacker è un’attitudine. Le principali caratteristiche della manifestazione: Una zona dove praticare la sperimentazione libera e senza controlli in un'Europa che invece, come il varo della direttiva EUCD ha recentemente dimostrato, è sempre più incline a sferrare attacchi al diritto di formarsi e informarsi. Una manifestazione che si confronta per evitare atti tesi a sopprimere il libero accesso alla cultura e all'informazione trasformando un diritto comunemente riconosciuto in un reato da reprimere con leggi mirate che favoriscono meccanismi mercantili di accesso all'informazione condizionato e mediato unicamente dal denaro. Tutto questo in un quadro legislativo in cui governi locali, come quello italiano, creano o consolidano leggi e regolamenti per restringere sempre di più la privacy dei propri cittadini ed estendere capillarmente il controllo sociale, sfruttando tutte le tecnologie di comunicazione ormai indissolubilmente legate alla vita di tutti noi. Gli ideatori di Hackmeeting trovano allarmanti le leggi come il testo sul "Data Retention" in cui la "prevenzione del crimine" diventa un pretesto per indiscriminate schedature di massa con archiviazione di tutti i dati personali: dal traffico telefonico alla corrispondenza telematica personale. Idee autoritarie di una società in cui i cittadini si trasformano in presunti trasgressori o criminali tendenziali e in cui chiunque abbia poteri di controllo e di sanzione può perseguitare, con una varietà di pretesti, chiunque sia sgradito, dissenziente o scomodo. Il cuore del meeting è il "lan space", spazio dove ognuno può portare il proprio computer per collegarsi in rete con gli altri, sperimentando, giocando e condividendo liberamente i propri materiali. Ciò che si viene a creare non è una rete pubblica, nel senso che non è possibile accedervi dall'esterno e dall'interno si può uscire verso internet limitatamente ad alcuni servizi;la finalità è quella di promuovere la condivisione delle conoscenze e dei contenuti tra i partecipanti. In questo spirito di condivisione è naturale l'utilizzo di tecnologie e software liberi e non commerciali, come il sistema operativo GNU/Linux e altri programmi nati da queste filosofie. Il luogo in cui si svolge la manifestazione, sin dal suo primo anno, è uno spazio sociale autogestito, una scelta, questa, dettata dalla necessità politica di affermare una realtà diversa da quella dell’informazione preconfezionata fatta di mezze verità e facili stereotipi. Gli hackers Chi sono gli hackers? L'informazione ufficiale italiana li definisce spesso come pirati informatici, maghi del computer dediti all'intrusione nei sistemi altrui con lo scopo di carpirne i segreti per scopi criminosi, ma gli hackers sono coloro che hanno permesso che oggi si possa navigare in internet, si che hanno permesso che oggi si possa navigare in internet, si possa suonare con il computer, si possa inviare posta elettronica. In poche parole è grazie alla loro inventiva, curiosità, voglia di condividere il proprio sapere che oggi è possibile parlare di new economy. Qualche esempio? Steve Job, presidente e creatore di Apple, era un hacker. Gli inventori dei primi personal computer erano hackers. Anche Lee Felstein, il visionario californiano della metà degli anni sessanta che per primo cercò di rendere i computer accessibili a chiunque, era un hacker. La caratteristica fondante dell'etica hacker è proprio la condivisione del sapere. Furono i primi hackers del Massachusetts Institute of Technology di Boston a diffondere lo spirito dell'informazione libera nei primi anni '60. Secondo questi giovani studenti universitari, pionieri dell'informatica mondiale, "l'accesso ai computer - e a tutto ciò che potrebbe insegnare qualcosa su come funziona il mondo - dev'essere assolutamente illimitato e completo. Dare sempre precedenza all'imperativo di metterci su le mani" (dal libro Hackers, di Steven Levy, edito da Shake). Lo sviluppo della tecnologia digitale ha avuto grandi benefici da questa etica. Sebbene le grandi imprese abbiano la tendenza a chiudere il sapere dei propri dipendenti all'interno delle mura dell'azienda, in realtà le competenze di cui si giovano si formano il più delle volte grazie allo spirito hackers: "metterci le mani sopra" e "condividere ciò che si impara". Ecco allora che la questione del software Open Source (codice sorgente aperto) viene alla ribalta ben al di là delle mura della comunità hacker mondiale. Il software Open Source ha la caratteristica di essere distribuito insieme ai codici sorgenti. E' quindi modificabile da qualsiasi programmatore. IBM, tra le altre, sta investendo molto nell'adozione e nello sviluppo di software con questo tipo di licenza d'uso. Il motivo è evidente: adottare programmi aperti significa potersi giovare dell'esperienza di migliaia di programmatori sparsi per il mondo, invece di formare a proprie spese pochi programmatori e progettisti interni all'azienda. Un altro esempio dei benefici provenienti da questo spirito è Altrascuola stessa, che ha potuto vedere la luce in brevissimo tempo perché è basata su PHP-nuke, un software per la gestione di portali open source, sul quale sono state fatte alcune modifiche al codice per poterlo adattare alle esigenze della redazione. Da questi pochi esempi risulta evidente che l'adozione e l'incentivazione dell'attitudine alla condivisione del sapere favorisce lo sviluppo delle competenze, e arricchisce il sapere comune. Un discorso più approfondito meriterebbe la questione della formazione dal basso. A causa della velocità dello sviluppo delle nuove tecnologie la scuola non è stata in grado di trasmettere il sapere necessario all'uso delle Nuove Tecnologie. Questo ritardo ha fatto sì che il personale di cui hanno bisogno le imprese impegnate nel mercato dei nuovi media si sia formato in proprio, con processi di autoformazione, proprio grazie all'attitudine alla condivisione del sapere. Il personale che ha spesso ruoli importanti nelle imprese della "new economy" ha formato le proprie competenze all'interno dei laboratori informali, nei centri sociali, negli ambienti underground. "L'imperativo di metterci le mani sopra" caro all'etica hacker, è stato il motore dello sviluppo delle conoscenze messe a frutto nel mondo del lavoro da ex e meno ex ragazzi appassionati di computer. D'altra parte tutt'ora la scuola non riesce a tenere il passo dello sviluppo della tecnologia, soprattutto se l'ottica con la quale affronta il digitale è quella della trasmissione del sapere. L'hackmeeting è un esempio di come sia possibile adottare con profitto un modello di apprendimento cooperativo, orizzontale, basato sulla condivisione del sapere piuttosto che sulla trasmissione dello stesso. Probabilmente la scuola italiana ha l'opportunità di riprendere il passo dello sviluppo delle nuove tecnologie cercando di incentivare questo processo di formazione dal basso, di portarlo all'interno delle scuole, di governarlo. Difficilmente potrà riuscire nel tentativo di ammodernamento necessario, se tenterà di cristallizare le conoscenze fin qui acquisite e di trasmetterle: sarà perennemente in ritardo a causa della velocità con cui la tecnologia si sviluppa. Hackmeeting 2005 Napoli 10,11 e 12 Giugno Il luogo scelto per questa ottava edizione dell'Hackmeeting è il centro sociale occupato autogestito Terra Terra, sito nel popolare quartiere di Soccavo; un quartiere immerso in una periferia lontana dalla Napoli delle cartoline, abbandonata dalle istituzioni e temuta dai benpensanti.


Poetica:

L'hackmeeting è una manifestazione senza fini di lucro nata in Italia e finalizzata all’incontro degli hacker, uno spazio dove condividere conoscenze e opinioni, nella ricerca di una nuova forma di comunicazione. Una delle caratteristiche principali è la forma collettiva e spontanea con cui tali manifestazioni sono organizzate attraverso la rete: chiunque puè partecipare alla mailing list Hackmeeting proponendo un evento (seminario, workshop o altro) da realizzare all’interno dell’hackmeeting, autorganizzandoselo con le proprie risorse ed autogestendoselo in totale autonomia. Ognuno partecipa inoltre ad allestire gli spazi comuni dove tutti realizzeranno tali eventi. Normalmente in Italia gli hackmeeting sono stati storicamente organizzati all’interno di centri sociali occupati. Il primo si è tenuto a Firenze nel 1998 al Centro Popolare Autogestito e vi hanno partecipato realtà italiane ed internazionali dell’area antagonista, hacker, hacktivist ed artistiche. La manifestazione è scandita da seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee ed apprendimento collettivo. Lo spazio centrale della manifestazione è destinato alla creazione di una rete interna dove ognuno col proprio computer può collegarsi con gli altri, giocando e studiando; condividendo liberamente i propri materiali.

Opere:

  • L'hackmeeting del 1998 si è tenuto a Firenze il 5, 6 e 7 giugno, all'interno del Centro Popolare Autogestito.
  • L'hackmeeting del 1999 si è tenuto a Milano il 18, 19 e 20 giugno, all'interno del CSOA Deposito Bulk.
  • L'hackmeeting del 2000 si è tenuto a Roma il 16, 17 e 18 giugno, all'interno del CSOA Forte Prenestino.
  • L'hackmeeting del 2001 si è tenuto a Catania il 22, 23 e 24 giugno, all'interno del CSOA Auro.
  • L'hackmeeting del 2002 si è tenuto a Bologna il 21, 22 e 23 giugno, all'interno del Teatro Polivalente Occupato.
  • L'hackmeeting del 2003 si è tenuto a Torino il 20, 21 e 22 giugno, all'interno del CSOA Barrio.
  • L'hackmeeting del 2004 si è tenuto a Genova il 2, 3 e 4 aprile, all'interno del CSOA Buridda..
  • L' hackmeeting del 2005 si è tenuto a Napoli il 17, 18 e 19 giugno, presso il CSOA Terra Terra.


Correlazioni:

Bibliografia:

Webliografia:

http://www.hackmeeting.org

http://www.socialpress.it/mot.php3?id_mot=454

http://www.ecn.org/hackit00/

http://it.wikipedia.org/wiki/1998

http://it.wikipedia.org/wiki/1999

http://it.wikipedia.org/wiki/2000

http://it.wikipedia.org/wiki/2001

http://it.wikipedia.org/wiki/2002

http://it.wikipedia.org/wiki/2003

http://it.wikipedia.org/wiki/2004

http://it.wikipedia.org/wiki/2005


I siti delle passate manifestazioni:

http://www.ngvision.org/mediabase/91

http://www.ngvision.org/mediabase/277

http://www.ngvision.org/mediabase/7

http://www.ngvision.org/mediabase/75

http://www.ngvision.org/mediabase/160