Il grande black out del nord est

Tratto da EduEDA
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IL GRANDE BLACK-OUT DEL NORD EST – 1966

Bene, per iniziare, il titolo del mio discorso non sarà perfettamente correlato con quanto andrò a dire. Ciò che dirò, da un lato, è un nuovo modo di interazione tra scienza e tecnologia, e arte e vita dall’altro. Per usare un gergo scientifico di moda, tenterò di definire una nuova interfaccia tra queste due campi. La tecnologia è sempre stata strettamente legata allo sviluppo dell’arte. Per Aristotele, tecne significa allo stesso modo arte e tecnologia. Anche quando divennero materie distinte, comunque erano interdipendenti l’una dall’altra. Nuove scoperte tecnologiche furono adottate ed usate dagli artisti e sono tutte divenute familiari per noi con il contributo degli artisti alla tecnologia. L’artista contemporaneo legge con facilità le riviste tecniche. I nuovi materiali chimici anche se appena messi apunto, subito sono usati dagli artisti. Oggi l’artista ha la tendenza ad adottare nuovi materiali o nuovi processi industriali come la sua firma. Parliamo di artisti nel contesto del loro lavoro, di come lavorano, quali materiali usano. Sentiamo notizie sugli artisti che si sono anche feriti durante l’esecuzione del loro lavoro. In questo secolo artisti hanno abbracciato la tecnologia come materia: l’entusiasmo dei Futuristi, gli esperimenti del movimento Dada, l’ottimismo di Bauhaus, ed i Costruttivisti, hanno guardato tutti alla tecnologia e alla scienza, trovando materiale per gli artisti. Ma nonostante tutto questo interesse, l’arte rimane una visione passiva della tecnologia. L’arte ha solo riposto attenzione agli esiti di scienza e tecnologia. L’effetto della tecnologia sull’arte può apparentemente essere negativo: l’invenzione della macchina fotografica che aiutò la fine della pittura figurativa, ed ora noi siamo testimoni di come il computer sta per far terminare alcuni generi di musica e pittura non figurativa. La nuova interfaccia che definirò è una di quelle che l’artista utilizza attivamente, come la creatività e le competenze di un ingegnere per ottenere il suo scopo. L’artista non può realizzare le sue intenzioni senza l’aiuto di un ingegnere. L’artista incorpora il lavoro dell’ingegnere in un dipinto, scultura ovvero altra performance. Una caratteristica di questo genere di interazione è che generalmente risulta solo un singolo lavoro artistico. In altre parole, l’ingegnere non sta inventando solo un nuovo e speciale processo per l’utilizzo che serve all’artista. Egli non solo insegna una nuova abilità che l’artista può utilizzare per tirar fuori nuove variazioni estetiche. La tecnologia è ben consapevole della propria bellezza e non è necessario che l’artista la rielabori. Io dico che l’uso dell’ingegnere da parate dell’artista non solo è inevitabile, ma necessario.

Prima che tento di giustificare ciò in cui credo, che questa interfaccia esiste e perché l’interazione tra artisti ed ingegneri diventerà più forte, permettetemi di darvi alcuni esempi semplici che reputo significativi già esistenti. Sarò modesto e mi limiterò ad esempi che provengono dalla mia esperienza personale. Ma ne esistono altri.


Un esempio migliore sono le due luci neon create per i due dipinti di Jasper Johns. In un caso la luce neon era la lettera A, nell’altro la lettera R. Quello che era nuovo da inventare era che Johns non voleva fili al dipinto. Aggiungere batterie da 1200 volt sarebbe stato pericoloso ed impraticabile. Abbiamo iniziato con batterie ricaricabili di 12 volts e creato un circuito multivibaratore che insieme ad un trasformatore, ci avrebbe dato i 1200 volts. L’allestimento tecnico, 400 dollari per tutto, fu montato dietro il quadro di John.


Tutti questi esempi hanno una cosa in comune: sono ridicoli dal punto di vista dell’ingegneria. Perché qualcuno dovrebbe voler spendere 9000 dollari per avere il controllo di cinque radio AM simultaneamente in una stanza? Voglio enfatizzare il fatto che questi esempi contengono sistemi ingegneristici molto semplici e non dovrebbero essere considerati molto originali. Ma ognuno di questi progetti richiedeva un ingegnere o qualcuno con abilità tecniche per ottenere quello che voleva l’artista. Ed un altro punto importante è che l’artista non poteva essere certo dell’esito del lavoro (nel senso che il risultato finale non era solo nelle sue mani).


Ma come posso dichiarare che questa nuova interfaccia tra arte e tecnologia difatti esiste? E’ possibile che io volevo diventare un artista ed ho creato questo schema ingegnoso per un mio scopo personale? Non credo che dobbiamo guardare molto lontano: Sappiamo tutti come la tecnologia sia diventata parte delle nostre vite.Non riusciamo a vedere nessuna ragione perché non debba continuare così. Non c’è altra cultura che si oppone alla tecnologia occidentale. I paesi sottosviluppati prima lo vogliono, più presto possono avere le tecnologie. D’altro canto, noi ora abbiamo sistemi dove non conosciamo dove inizia la macchina e dove finisce l’essere umano. Sto pensando al programma spaziale che ha introdotto il nuovo e forse obiettivo inumano: il sistema deve andare avanti, non sono permesse defaillance, nessun errore od emozione personale può interferire con il successo del progetto. Il programma spaziale sta sviluppando un nuovo tipo di manager che responsabile di tutto.XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX.Noi stiamo ora ricevendo il fallout da Cape Kennedy e possiamo aspettarci ancora dell’altro.


Il lavoro dell’artista è come quello dello scienziato. E’ un’investigazione su quello che può o non può funzionare , in tanti casi lo sappiamo solo con gli anni che passano. Quello che suggerisco è che l’uso dell’ingegnere da parte dell’artista può stimolare nuovi modi per osservare la tecnologia e per trattare la vita nel futuro.

E cosa c’entra il cedimento della potenza elettrica (black-out – power failure)? Avrei voluto sapere più di quello che è successo. Abbiamo sentito molto come le persone si aiutavano l’una all’altra. Tutto l’avvenimento avrebbe anche potuto essere l’idea di un artista – per farci capire qualcosa. Nel futuro ci sarà un sistema tecnologico tanto complesso e grande come la griglia elettrica di Northeastern che avrà lo scopo di intensificare le nostre vite attraverso maggior consapevolezza.