Il mondo in 25 anni

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Titolo

Il mondo in 25 anni

Autore

Simona Lodi

Anno

2004

Sito Web

http://www.aec.at/en/festival/index.asp

Descrizione

Venticinque anni sono passati, e Ars Electronica, lo storico festival d’arte digitale che si tiene ogni anno a Linz, propone una festosa scorribanda sulla propria timeline, tra passato e futuro. Era il 1979 quando a Linz in Austria Ars Electronica iniziava ad occuparsi della rivoluzione digitale, analizzando gli effetti sociali e culturali dei media elettronici e delle tecnologie per la comunicazione. In quest'occasione,dopo ben 25 anni durante i quali si sono sviluppate nuove forme d’arte e di nuove pratiche creative legate in senso stretto alla tecnologia e alla scienza ,sono state fatte riflessioni sulle tecnologie elettroniche attraverso e oltre i loro potenziali sviluppi. Titolo della manifestazione di quest’anno è Timeshift – the word in Twenty-Five Years: la considerazione di partenza è identificare gli sviluppi che hanno avuto la forza di essere trascinanti nelle arti, nella tecnologia e nella società durante un quarto di secolo. I partecipanti al festival si sono interrogati circa: quale sarà domani il “carburante” dei figli del cyberspazio? Le comunità globali si opporranno all’economia globale? I cittadini di una società civile sempre più networked si rivolteranno contro uno stato che sembra essere sempre più controllore che amministratore? Il centro dell’Information Tecnology è passato definitivamente in India e in Cina? Fondamentalismo o paura del terrorismo? Le domande sul futuro sono tante e non finiscono qui. E non basta certo un festival a esaurire gli argomenti. Tuttavia il Prix Ars Electronica va considerato come la più riuscita analisi di tendenze e d’interpretazioni sorte dall’incontro tra arte e tecnologia. Diventato con gli anni una pietra miliare è ancora il segnale che indica sia da dove si sta arrivando sia quanto lontano si sta andando.

Collezione

  • Chris Landreth con Ryan che ha vinto nella categoria Computer Animation and Visual Effect. A metà strada tra un film di animazione e un documentario è un corto che spinge l’idea di ispirarsi ad una storia vera dentro nuovi territori sia in termini tecnici che di narrazione.

Tutto il film è in 3D – ma i personaggi e la caffetteria in cui si svolge l’intervista sono resi in ciò che Chris Landreth stesso chiama “psicorealismo”. I volti dei personaggi sono fotorealistici, ma distorti in una dimensione psicologica. Così Landreth riesce a capovolgere l’idea del film-documentario e le immagini fotorealistiche in 3D in una nuova forma, aprendo la porta a rinnovate possibilità di racconto per i film d’animazione. Ryan in realtà è un film sul passaggio dalla considerazione della realtà oggettiva e trascendente all’analisi del pensiero umano in tutte le sfumature emotive e psicologiche. La stessa che separa la società meccanica e seriale da quella elettronica e individuale. Un’opera cinematografica che ci fa vedere tutti i piani dell’incredibile complessità, del caotico disordine, affascinante, ma sempre conflittuale, che, con un ottocentesco termine, continuiamo a chiamare “natura umana”.

Genere artistico di riferimento

Arte delle reti