Indymedia italia

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Titolo:

Indymedia italia

Autore:

[(http://italy.indymedia.org)]


Descrizione:

Seattle 30 novembre 1999:anno zero.La sinistra si ribella alla mondializzazione. In piazza contro il WTO (vertice dell’organizzazione mondiale del commercio) ci sono tutti dal pacifista al tradizionalista perché la gente non regge più la vita imposta dal consumismo. La protesta, con un’evidente associazione mentale con i movimenti del ’68, sembra segnare l’inizio di qualcosa di molto importante nella politica mondiale: evento che viene unanimemente considerato come la nascita del mediattivismo. Questi movimenti non nascono dal nulla, raccolgono anni di lotta contro le biotecnologie, per l’abolizione del debito del Sud del mondo, per un commercio equo e per il boicottaggio delle multinazionali. Nasce principalmente in America perché qui internet è già da anni un territorio d’incontro, dibattito, collaborazione di vastissimi gruppi, di vocazioni per lo più liberali legati alle associazioni, media democratici che si occupano dei più svariati problemi sociali, economici, culturali. E’ di notevole importanza l’aspetto di evento mediatico che fu Seattle , oltre ad una grande manifestazione di persone, seguito in diretta da tutto il mondo, e per la prima volta raccontato dagli stessi protagonisti, attraverso il sito internet di Indymedia Seattle [(http://seattle.indymedia.org)] nella forma di testi, immagini,audio, radio e video. Il modello qui inaugurato con Indymedia si diffuse molto rapidamente, dapprima in molte altre città nordamericane, in Europa e in Australia, in seguito in molti stati di ogni continente: tra questi il sito italiano di Indymedia[(http://italy.indymedia.org)] nato nel giugno del 2000, in occasione del vertice CSE di Bologna ed oggi è in assoluto tra i più attivi e visitati nodi del sito al mondo ed offre un interessante strumento di informazione e di dibattito interno al movimento e non solo.Si è affermato come mass media. Durante le giornate di Genova è stato il punto di riferimento non solo per le migliaia di mediattivisti che hanno partecipato alla copertura dell’evento, non solo per milioni di persone che l’hanno considerato quanto, o più di ogni altro mass media, attendibile nella cronaca degli eventi, ma anche dal mediascape italiano ed internazionale il quale non ha potuto evitare di utilizzarlo come fonte privilegiata, assegnandole, quindi agli occhi di un vasto pubblico, un passepartout di credibilità e attendibilità, se non altro per raccontare i fatti del movimento. Non sono certo mancate, però, in Italia, esperienze controculturali e politiche che abbiano intuito le potenzialità di Internet, sebbene esso si sia diffuso nel nostro paese solo nella metà degli anni’90: le esperienze nate dal movimento cyberpunk, da gruppi più legati all’autonomia oppure al pacifismo. L’abbattimento dei costi ha creato una sottile linea di alleanza con la controinformazione. La “velina” in quanto versione ufficiale fornita dalle autorità e dalle istituzioni, viene a trovarsi in un terreno di scontro, sempre più spesso, con la verità oggettiva che le immagini propongono, e quindi di conseguenza smentita da queste. Come nel caso del G8 di Ginevra nell’estate del 2003, quando un’attivista è precipitato da un viadotto dal quale si stava calando in segno di spettacolare protesta insieme ad un compagno. La notizia è stata riferita come un incidente ma in realtà non è stato tale perché le immagini girate da un manifestante e lanciate sul sito di Indymedia , in seguito riprese dai tg, dimostrano che è stato un poliziotto a tagliare la corda per interrompere l’esibizione e trasformarla in un volo verso la morte del ragazzo. Indymedia è uno strumento per fare informazione, con una rete di oltre 50 collettivi con l’obiettivo di costruire media come strumenti per la promozione di equità economica e giustizia sociale; promuove l’autodeterminazione dei soggetti che sono “non presi in considerazione” dai media: cerca di mettere in luce ed analizzare questioni locali e globali che riguardano gli ecosistemi, le comunità e gli individui. Nel sistema globale delle informazioni, le notizie non sono libere: le paghiamo con i soldi e il tempo e il tempo speso per guardare le pubblicità. Le notizie sono scritte solo da gruppi particolari di persone, che obbediscono alle logiche commerciali dettate dai padroni delle testate e dai loro inserzionisti pubblicitari. Indymedia promuove l’informazione indipendente perché slegata dalle regole e dalla necessità dei canali di informazione ufficiali e istituzionali. Nasce da un’associazione più o meno spontanea di persone, partono da realtà locali con una forte valenza di tipo politico, è un esperimento sociale che attesta la possibilità di costruire forme di comunicazione dal basso. Le principali differenze forti, rispetto agli altri media, sono date dai contenuti, dal cosa c’è dentro; un’altra è quella della logica della riclassificazione del mondo attraverso i newswire locali; il valore primario è rappresentato dall’informazione in quanto no-profit. È un modello ibrido perché è difficile che esista un modello cooperativo puro. Ha una personalità, è forte, seleziona fortemente il suo pubblico; è un modello paritetico perché seleziona fortemente l’interazione.

Agli inizi di dicembre 2006,l’1 per esattezza, la notizia appare su tutti i quotidiani: il sito italiano di Indymedia chiude momentaneamente i battenti. Il sito di area no global dopo sei anni "ha bisogno di ripensare il suo modo di essere media, e per farlo ha bisogno di silenzio, di tacere, ha bisogno di ripartire senza rete e di allargare la discussione a 360 gradi". L'annuncio è dato dalla home page del sito. Indymedia-Italia ricorda che "col passare degli anni persone e strumenti sono entrati in conflitto, e il caso più emblematico è proprio il newswire, l'area a pubblicazione libera, diretta e senza filtri (concetti alla base dell'open publishing), intorno a cui si assiste a costanti polemiche su cosa viene nascosto e perché, sulla pubblicazione di foto e filmati che mostrano i visi delle persone, o dei loro dati personali". Lo stesso vale per le mailing-list che "sono entrate in crisi, fra scarsa partecipazione e/o difficoltà nelle discussioni". Quindi per riflettere ed "evitare il rumore di fondo assordante" il sito sceglie di ripartire "da zero". Un caso per tutti: la pubblicazione delle foto-caricatura di Ratzinger che fece finire il sito nel mirino della magistratura con l'accusa di vilipendio della religione e della figura del Papa. «Tutto questo è oggetto di riflessione continua perché il senso critico impone di (ri)mettersi in discussione, sempre, ma il rumore di fondo è assordante e c'è bisogno di silenzio» scrivono adesso i mediattivisti sottolineando come chiudere, ma pare solo per un po', sia l'unico modo per «poter ascoltare, osservare, valutare e concentrare le proprie energie sulle idee che altrimenti rischierebbero di restare sommerse. Il silenzio serve a questo, e di energie e idee, parliamone insieme, ripartendo da zero». «Indymedia-Italia chiude per ricominciare» assicurano i mediattivisti. Così la discussione sul futuro di Indy continua on line: «Su questa pagina verranno date le indicazioni per partecipare alla nuova lista di discussione» - si legge infatti nel sito. Dove, come zuccherino finale, con la solita verve polemica che li contraddistingue, i seguaci di Indymedia lanciano un messaggio-avvertimento ai «becchini dei media ufficiali»: «il funerale è stato annullato e lo scoop si è afflosciato». Nel 2000 nella presentazione del sito si leggeva: "Indymedia è un network di media gestiti collettivamente per una narrazione radicale, obiettiva e appassionata della verità. Ci impegniamo con amore e ispirazione per tutte quelle persone che lavorano per un mondo migliore, a dispetto delle distorsioni dei media che con riluttanza si impegnano a raccontare gli sforzi dell'umanità libera". Sono state molte le denunce nate proprio sul sito di Indymedia come già suddetto. Nel 2004 il portale, che pubblicava numerose fotografie del G8 di Genova, fu misteriosamente oscurato dall'Fbi, fatto che suscitò plemiche e contestazioni. Questo è ora quello che appare digitando l'indirizzo del sito.Chiusuraindymedia.jpg

Anno:

1999

Luogo:

Bologna

Sito Web

http://www.itlayindymedia.org

Poetica

Prima di affrontare il discorso sulla poetica è bene avere chiaro come è strutturato il sito.

Pagina indymedia.JPG rimp2.jpg

Il sito è strutturato secondo un modello “blogghiano” da una home page e delle pagine interne. Digitando l'url http://www.italy.indymedia.org si accede alla Home Page del sito di Indymedia Italia, che si compone di: header, menù, colonna sinistra, colonna di destra, colonna centrale, footer.

·L’header è l’intestazione del sito che consiste in un banner grafico variabile in cui c’è anche il logo di Indymedia italia. ·Il menù sta sotto l’header e sopra il footer e al suo interno sono persenti varie voci: chi siamo-contatti-aiuto-partecipa|pubblica|agenda-forum-newswire-archivi|cerca-traduzioni-xml.

·Nella colonna di sinistra sono presenti queste voci:

1. feature e news;

1.2. home|ultime notizie|ultimi commenti|categorie e dossier;

1.3. IMC locali;

1.4. categorie;

1.4.1. autoproduzioni|autodistribuzioni;

1.4.2. print;

1.5. partecipazione;

1.5.1. process;

1.5.2. tutorial;

2.appuntamenti;

3.ricerca;

4.newsletter;

5.indymedia.

·Nella colonna di destra sono presenti queste voci: newswire;

·Nella colonna centrale vi sono:

1.il sommario delle features presenti in home page;

2.le features, ognuna divisa dall’altra da una banda colorata (arancione);

3.l’archivio delle precedenti features.

4·Il footer il luogo dove è indicata la licenza dei materiali del sito.

Ciccando sulla colonna di sinistra su uno dei link degli IMC locali o delle categorie o delle autoproduzione/autodistribuzioni o di partecipazione si accede alle pagine interne di Indymedia, che si compongono pressappoco come la home page, c’è: ·L’header ,ossia l’intestazione della pagina interna del sito che consiste in un banner grafico variabile in cui c’è anche il logo della pagina tematica:

·Il menù situato tra l’header e il footer e al suo interno sono presenti le stesse voci del menù di home page;

·La colonna di destra con la voce newswire telematico della pagina interna;

·La colonna centrale dove ci sono:

1.sommario delle features presenti nella pagina interna;

2.le features, ognuna divisa da una banda arancione;

3.l’archivio delle precedenti features della pagina interna.

4.Il footer che è lo stesso della home page.

Il mediattivismo su cui si basa Indymedia ha consapevolezza della possibilità di utilizzare la comunicazione come strumento di cambiamento della realtà, attraverso l’uso integrato di nuove tecnologie e linguaggi diversi, che si configurano alla costruzione dal basso. È l’esigenza di disporre di un’altra informazione libera, sociale, cooperativa, antiliberista e antagonista rispetto a quella veicolata dai media Mainstrem. I conti di Genova sono ancora aperti e quello della comunicazione è uno dei conflitti più duri. Infatti c’e uno spazio dedicato esclusivamente a questo tema nella home page, in alto a sinistra, intitolata Campagna GE2001 che Indymedia porta avanti. È grazie al mediattivismo di radio, videomaker, giornalisti, fotografi che esistono i documenti di ciò che centinaia di migliaia di manifestanti hanno visto con i propri occhi a Napoli e a Genova: l’espansione del movimento e la repressione poliziesca. L’ambizione del sito è quella di, come suddetto, dar voce a chi non ce l’ha, dietro Indymedia non c’è alcuna impresa proprietaria, non è il portavoce di alcun partito o organizzazione. Chiunque può partecipare e pubblicare notizie nel Newswire , anche se è palese che la maggior parte degli organizzatori e di chi pubblica i propri articoli o commenti fa parte dell’area della sinistra,nonostante ciò chi vuol far parte non deve avere una specifica opinione politica. L’importante è l’assenza di contenuti esplicitamente fascisti, razzisti o sessisti. Non c’è una selezione delle notizie da pubblicare e quelle da coprire, chiunque, nel newswire, può pubblicare cosa vuole. Quello che viene pubblicato nella colonna centrale dipende esclusivamente dall’interesse e dall’impegno individuale di chi è inscritto nella mailing list. Se si crede che determinati eventi meritino maggior attenzione basta pubblicare articoli su quell’argomento nel newswire, iscriversi alla mailing list e partecipare al lavoro editoriale. Proprio quest’ultima è il cuore del sito. Non essendo un’associazione non ha sedi fisiche e si muove sui canali virtuali di queste, ciascuno contribuisce come, quando e quanto può, non ci sono assegnazioni di compiti: l’informazione le idee, le proteste circolano, mutano aspetto, prendono forma attraverso un lavoro orizzontale e collettivo. Nella mailing list è stato adottato il Metodo Del Consenso come metodo di discussione e confronto tra posizioni: le basi del consenso si dispiegano tra etica, pragmatica ed estetica; la massima è il fine non giustifica i mezzi ma i mezzi contengono il fine. Un altro fondamento su cui si regge Indymedia è l’open publishing ( software libero). Esso consiste nel processo di creazione delle notizie che in questo caso è trasparente nei confronti del lettore. Questi può contribuire con una storia e vederla apparire istantaneamente tra le storie pubblicamente disponibili. Gli articoli sono filtrati il meno possibile proprio per permettere al lettore di trovare le storie che vuole facilmente. Egli può vedere le decisioni editoriali che altri prendono , può partecipare ed aiutare altri a prendere decisioni, se pensa di conoscere un modo migliore i usare il software di pubblicazione può copiarlo, cambiarlo e iniziare il suo proprio sito. Gli strumenti per l’open publishing sono il nwswire, il forum, il calendario e la mailing list. Per quanto riguarda le newswire hanno uno spazio a pubblicazione aperta, ossia senza censura, in cui sono riportate notizie, reportages, segnalazioni, rassegne stampa. Non è un forum di discussione bensì uno spazio-notizia, il luogo dove postare, dove dare visibilità a iniziative, dove appare la segnalazione di un evento con qualche riga o link che lo spiega. In questa categoria, e solo in questa, è possibile effettuare ricerche in diverse modalità: ricerca semplice per parola e ricerca semplice tematica. Che si divide in 4 categorie:testi, immagini, video, audio e altri. Quest’ultima si può effettuare accedendo alle aree tematiche dedicate alle categorie, dove i materiali si trovano ordinati per data di inserimento. Indymedia nel suo complesso ha una struttura basata su un budget incredibilmente minimale rispetto alle centinaia di milioni di euro dei media Meanstream.

Censuraindymedia.jpg

Più volte è già stato oggetto di sequestro da parte dell’FBI. Si ricordano l’aprile del 2005, quando la procura di Roma chiede il sequestro preventivo del sito antagonista internazionale di controinformazione indymedia.org per vilipendio alla religione cattolica perché nella sezione italiana del sito fu pubblicato un fotomontaggio di Papa Benedetto XVI vestito con un’uniforme nazista e fascia con il simbolo della svastica sul braccio sinistro, con nello sfondo un grande drappo del terzo Reich, con in più una serie di espressioni ingiuriose e contrarie al Papa, tra cui “Papa nazista”. Altre richieste di sequestro risalgono all’ottobre 2004; richiesta partita da Italia e Svizzera che ha portato a Londra e negli Usa al sequestro di dischi contenuti nei computer che ospitano molti siti locali di Indymedia tra cui l’edizione italiana e altri network tra cui quello Palestinese, Belga, Africano, Brasiliano e Tedesco. Tra le classi dei dossier si oscilla dalla sicurezza e privacy in rete al Cpt - storie di un lager passando per le voci di Euskadi: le libertà negate, antenna Sicilia:di chi è l’informazione, diritti umani in Pakistan, antifa-destra romana, scarcerando, tecniche di disinformazione, Palestina, Argentina, Karachagan, la sindrome di Quirra. Sotto la voce categorie si possono ritrovare invece i seguenti richiami: antifa (che sta per antifascismo), antimafie, antipro (antiproibizionismo), culture, carcere, dicono di noi, diritti digitali, ecologie, economie/lavoro, guerre globali, mediascape, migranti/cittadinanza, repressione/controllo, saper/filosofie, sex &gender e in ultimo la categoria psiche. Cliccando su alcune di queste categorie ci si può scontrare con una realtà sconosciuta che molto spesso i media tradizionali, tendenti ormai all’omologazione e presi dalla sindrome del buco, trascurano tralasciando particolari che qui vengono portati alla ribalta Queste sono tutti dati che purtroppo non vengono mai riportati sui mezzi di comunicazione perché forse “scomodi” o quantomeno “delicati” in un contesto culturale come quello italiano, tanto più quando sono che se trattati obiettivamente possono ledere gli interessi di forti potenze.


Il sito di Indymedia s’è dato una sorte di 10 comandamenti da seguire, qui di seguito riportati, i Principi d’Unita:

1. L'Independent Media Center Network (IMCN) è fondata sui principi di uguaglianza, decentralizzazione ed autonomia locale. L'IMCN non deriva da un processo burocratico centralizzato, ma da un collettivo autonomo autorganizzato che riconosce l'importanza dello sviluppo di un progetto unitario di reti di comunicazione.

2. Tutti gli IMC ritengono che lo scambio e l'accesso libero all'informazione sia un prerequisito fondamentale per la costruzione di una società più giusta.

3. Tutti gli IMC rispettano la scelta degli attivisti di non essere fotografati e filmati.

4. Tutti gli IMC, che si basano sulla responsabilita' di chi contribuisce e legge, usano piattaforme di pubblicazione libera via web, in modo che individui, gruppi ed organizzazioni possano esprimere le proprie idee liberamente ed, eventualmente, anche in maniera anonima.

5. L'IMC network e tutti gli IMC locali sono totalmente no-profit.

6. Tutti gli IMC riconoscono l'importanza dei metodi (utilizzati) per il cambiamento sociale e sono impegnati nello sviluppo di relazioni non gerarchiche ed antiaturitarie, sia per quanto riguarda le relazioni interpersonali che le dinamiche di gruppo. Quindi, si autorganizzano collettivamente adottando, per prendere decisioni, il metodo del consenso, che si sviluppa in maniera partecipativa, orizzontale e trasparente nei confronti del gruppo.

7. Tutti gli IMC riconoscono che un prerequisito per la partecipazione al processo decisionale di ogni gruppo locale sia l'apporto individuale al lavoro del gruppo stesso.

8. Tutti gli IMC si impegnano a provvedere a sostenersi l'un l'altro e rispetto alle proprie comunita' sia in maniera collettiva che indivduale e promuovono la condivisione delle risorse, incluse conoscenze, abilita' ed attrezzature.

9. Tutti gli IMC utilizzano software libero quando possibile, in modo da sviluppare le infrastrutture digitali e aumentare l'indipendenza del network dal software proprietario.

10. Tutti gli IMC condividono il principio di uguaglianza di tutta l'umanità, e non fanno discriminazioni di razza, sesso, età, classe o network, siamo impegnati nel realizzare localmente esperienze diversificate. La vera forza di Indymedia sta in ultimo nella capacita' di influenzare i grandi media, di costringerli a collaborare con l'informazione dal basso, di vigilarne la condotta. e' una piattaforma che sa innestare dinamicamente i propri formati nel palinsesto nazionale e aspira a conquistare spazi autogestiti sui canali pubblici, come già accade in alcune televisioni europee.

Opere:

  • Il 21 luglio del 2001 durante il G8 di Genova alle ore17:30 si è concluso il nestrike nato dalla collaborazione tra Indymedia e Radio Gap contro il sito http://www.genoa-g8.it, sito ufficale del convegno dei grandi del mondo il G8.
  • LaCampagnaGE2001: "nata da un’idea di supporto legale per raccogliere fondi sufficienti a finanziare la Segreteria Locale del Genoalegal forum, impegnata con gli avvocati sui processi seguiti ai fatti del luglio 2001 e impegnata ad elaborare il complesso volume di materiali audio e video su cui si basa la gran parte delle udienze.Il progetto è cresciuto grazie al contributo di artisti e gruppi italiani che hanno voluto, in questo modo, partecipare ad un recupero della memoria collettiva e ad un progetto di finanziamento tanto importante quanto politicamente condiviso.”
  • Dove vado e vado:Campagna di raccolta fondi per le spese legali degli arrestati dell’11 marzo in collaborazione con l’associazione antifascismo.L’idea è consistita nell’organizzare tre iniziative culturali e musicali in tre luoghi significativi della città di Milano più ampie e condivisibili possibile. All’’organizzazione dei tre grandi eventi si sono accompagnati ogni giorno iniziative più piccole dislocate nei diversi spazi, che andavano nella stessa direzione,cominciate immediatamente dopo l’’11 marzo e che hanno continuato indipendentemente, ma che possono vedere in questa campagna la possibilità di mettersi in relazione l’’una con l’altra per ottimizzare le risorse, condividere le competenze e i canali comunicativi.

Bibliografia

Media Activism.Strategie e pratiche della comunicazione indipendente, Matteo Pasquinelli,2002, Dervive e Approdi Edizioni

Webliografia:

http://indyedia.org

http://italy.indimedia.org

Augmented reality:

Latitudine: 44.494887

Longitudine: 11.342616300000031

Altitudine: 60

Portali di augmented reality: App: Wikitude, Canale: EduEDA