Interactivity, Image, Text, and Context within Jodi.org

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==Autore:== Jodi.org, Saul ALBERT

Tratto da:

saggio inviato a Nettime

Titolo Originale:

Interactivity", Image, Text, and Context within Jodi.org

Traduzione di:

Anno:

4 aprile 1998.

Titolo:

Interattività, immagine, testo, e contesto in jodi.org


Introduzione: in che modo il mio computer ed io ci siamo innamorati di Jodi


Jodi.org è una creazione di un gruppo di artisti europei Joan Heeskerk e Dirk Paesmans. E’ un sito costituito per interrogarsi sul suo contesto e sui vari media. Questi media includono: computer che generano immagini gif/jpg, programmi CGI (Common Gateway Interface), Javascripts, caratteri ASCII (American Standard Code for Information Interchange) e HTML (Hypertext Mark-up Language). Questo saggio vuole dimostrare quanto jodi.org abbia contribuito allo sviluppo della Net art. Jodi è un prodotto del web ed allo stesso tempo un commento ad esso. Il saggio affronta solo due aspetti delle pratiche di jodi, l’interattività e l’interazione di testo, immagini e programmi.


“Non trovato, non letto, risposta e non spedito�?


Uno dei più importanti “usi artistici�? della rete è la sua capacità di interazione. Jenny Holzer nel suo “Please change Beliefs�? assume, tra le altre cose, che la net art pubblicata è un atto editoriale collaborativo piuttosto che un atto di creazione autonoma. Ed infatti in “Please ch’ange Beliefs�? chiede agli utenti di alterare le idee presentate piuttosto che cambiare le loro; non presenta concetti assoluti e gli utenti sono invitati alla costruzione delle idee, a fornire le loro alternative ed a votare le loro preferite. Questo provoca la nascita di un testo mobile che cresce dal modello fornito da Holzer. Le verità assolute perdono la loro natura didattica, sommerse da mille alternative e revisioni, e diventano commenti o opinioni, punti di partenza per discussioni. La nozione dell’autore svanisce come concetto materiale ed è aggiunto all’enorme database ed è interpolato con gli ipertesti. Le verità assolute sono pubbliche, monumentali ed in apparenza convalidate, mentre i concetti sono presentati all’individuo come una riga di una lista, un testo editabile o come una frase che è rimpiazzata ogni 5 secondi. L’interazione testuale può rilevare una costruzione di comunicazioni di rete per lo sviluppo di tecnologie democratiche e promuovere espressioni di autodeterminazione. Comunque le liste dall’apparenza infinita sono illeggibili, le annotazioni individuali sono sepolte nella massa. Una domanda nasce spontanea, queste caratteristiche democratiche costituiscono realmente democrazia? Una piattaforma per voci individuali non è abbastanza specialmente nel Web dove molte voci sono perdute nell’ammasso dei dati. La critica in ambito artistico in rete identifica molti problemi riguardanti una cultura di rete democratica attraverso l’interattività; problemi geografici, di sorveglianza e censura, come pure quello citato sopra. “Jodi’s interactivity�? esamina attentamente l’atto di comunicazione via e-mail. I dati dei contribuenti sono deliberatamente re-costituiti per sembrare incomprensibili, e mescolati con dati avanzati. “Not Found�? è un network di quattro pagine. Il frontespizio di Jodi mostra le parole “404.jodi.org�? (utilizza 404 in quanto: “404 not found�? è il messaggio che ci arriva quando c’è una mancanza di testo, tale messaggio ci è mandato dalla maggior parte dei servers). Nella barra di stato del sito vi sono 3 sezioni linkabili: - Unread (Non letto): è una finestra orizzontale tagliata in due; Nella parte inferiore c’è un’area per l’inserimento del testo con un tasto di risposta all’e-mail “Re-“. Il frame summenzionato mostra un testo di consonanti e punteggiatura. Gli utenti possono scrivere un messaggio nel text box e spedirlo. Il programma CGI di Jodi scrive il messaggio nella finestra sopra senza le vocali. L’e-mail è frammentata in una impronunciabile linea di suoni gutturali e sibilanti, le articolazioni sono negate, una strangolatura del testo che codifica l’opinione degli utenti. Quindi l’interazione è inutile. Mentre nell’esperimento di Holzer gli utenti sono indipendenti, Jodi fa un atto di censura. In molte chat, i messaggi degli utenti che sono considerati inappropriati sono revisionati dai CGI e questo ha portato gli utenti ad interessanti variazioni di scrittura delle imprecazioni. Gli utenti hanno trovato una simile via d’uscita in Jodi CGI usando vocali del tipo å, é, î, ø, ü, ¥. - Reply (Risposta): è lo stesso frameset ma il risultato della spedizione del messaggio è differente. La finestra sopra registra le informazioni spedite dall’utente come testo nascosto, ma mostra dichiaratamente solo la locazione dell’utente. L’identità dell’utente è trasmessa con un vibrante testo verde. Si ha la perdita dell’anonimato ed i dati raccolti vengono conservati in un database. - Unsent (Non spedito): consiste ancora nello stesso frameset, ma la finestra in alto contiene le vocali rimaste fuori dalla mail iniziale. Le vocali sono state lasciate lì come un residuo non spedito e vanno a formare riche di testo come “aaeeeeeiooooooo�?. La nozione di interattività, una delle parole utilizzate di grosso effetto quando si parla di internet, è frammentata e problematica. Jodi censura e cela i dati dell’utente, registra dettagli e nega l’impulso comunicativo. La fonetica, l’espressione del messaggio; “aeeeeioooyuuuuu�? rimane non spedito.


Testo come immagine, Immagini di testo


Entrando in Goodtimes, un’altra sezione di Jodi, gli utenti sono di fronte ad un fitto ammasso di testo che scorre attraverso la pagina. Ci sono due livelli di testo presenti sullo schermo, un testo superficiale che varia in dimensione e colore e contiene links, ed uno sfondo composto da immagini di testo ripetute. Questo continuo movimento di testo e texture fa sì che tutto si fonda in luce e colori. Il testo scorrevole nega la testualità e rende vano il tentativo di decifrarlo. Si instaura un dialogo tra il testo ed il backgroud. I lavori ed i segni lasciati dagli autori non sono di solito mostrati in superficie, così com’è il caso di certe forme di pratiche artistiche, come pure un’impronta nell’opera di Rodin, per esempio. Per rompere la superficie della pagina web, gli utenti possono leggere il codice HTML usato per scrivere la pagina. Questo codice contiene i riferimenti del file, javascripts, note, e tautologicamente, il testo crudo utilizzato nella pagina. Tuttavia questo testo è mostrato uniformemente, i tags dell’HTML contengono le indicazioni di posizionamento e le formattazioni in cui il testo viene mostrato. I testi di jodi, le immagini e gli ipertesti si fondono in un tutt’uno. I riferimenti posizionali ed i vari codici, spesso graficamente simili a quelli usati per formare le pagine o i comportamenti javascript, creano la tessitura superficiale come ad esempio il testo scorre attraverso lo schermo. L’uso dei caratteri ASCII per creare una immagine non è limitato agli "smileys", o caratteri usati per provocare emozioni in un testo base della comunicazione.

Il semplice sorriso:  : ) un carattere più complesso: *<|:o)

Ed è anche la volta di onorare la tradizione degli hacking/phreaking servendosi del testo base della comunicazione per dare informazioni di come commettere illeciti telefonici ed altre fantastiche criminali realizzazioni.


Mcluhan creò la scrittura-mosaico come una via per evitare la censura dello scritto. Per Mcluhan la frammentazione della parola in elementi che possono essere riassemblati dagli osservatori rinfresca il medium della stampa. La parola diviene un arrangiamento di immagini che permettono all’utilizzatore di accedere alla pratica del riassemblaggio, il fatto che il primo browser grafico sia stato chiamato Mosaic non è una coincidenza. Jodi incorpora in esso suono, immagini, “pixellated�? e testo in questo “sensorium unificato�?. I testi di Jodi di per sé sono disfunzionali, non possono essere letti. Una parola o frase pervade attraverso la maglia delle textures e simultaneamente è presa in trappola nel continuo passaggio del testo dentro l’immagine tattile.


Programma come contesto


L’uso creativo che fa Jodi dei programmi CGI e Javascript è unico. L’uso travolgente della programmazione nella Net art è molto funzionale, e sospetto che molti artisti attingono a biblioteche di programmi CGI e Javascript. Questa deduzione deriva dal fatto che per creare tali programmi bisogna avere delle conoscenze da scienziato, che non sono richieste agli artisti. Jodi ha usato e prodotto i suoi propri programmi e questo è uno degli aspetti più convincenti del suo lavoro. Benjamin puntualizza il suo discorso sulla riproduzione tecnica di un originale, questo tema è centrale per comprendere l’arte in rete. La difficoltà di fare arte in rete è per la maggior parte un problema di contesto. Nell’analisi di Benjamin l’apparato riproduttivo “sostituisce una pluralità di copie per un’unica esistenza�?. Il lavoro nella Net art non ha però un’esistenza unica. Esso esiste in parte come raccolta di dati nel server in www.jodi.org, ma è visto, editato e curato fugacemente e simultaneamente da utenti remoti in un gran numero di contesti. Come può un lavoro essere posto in un contesto quando il contesto è simultaneamente una galleria, un ufficio, ecc…? Jodi ha trovato una risposta. I lavori d’arte esistono all’interno del computer e formano connessioni relative a questo framework. Un’immagine o un testo sono estranei rispetto al computer. Solo un programma può essere usato come una regola, un contesto di comunicazione fra gli utenti, il computer e gli artisti. Jodi scrive programmi progettati per creare modelli disfunzionali nei comportamenti dei computers. Jodi si affianca agli hackers, phreakers, e trafficanti in virus ed i lavori di net art divengono atti di indagine, scoperta, con il fine di migliorare la programmazione. “Noi esploriamo…e voi ci chiamate criminali. Noi cerchiamo la conoscenza…..e voi ci chiamate criminali�? (tratto da “Conscience of a Hacker�?).


Conclusione


Gli artisti giunti sulla rete, hanno cercato di andare sotto la rappresentazione, strato dopo strato, per giungere al nocciolo. In "Originality and the Avant-Guarde", Rosalind Krauss identifica uno dei progetti di Modernismo come una comunicazione artistica libera dal restringimento della rappresentazione. Essa si concentra sull’uso della rete come punto di partenza. Questo modo di andare sotto la rappresentazione nel fare arte può essere paragonato al progetto di Jodi.org. Jodi non toglie o “evacua�? la rappresentazione, ma nega. L’immagine è negata quando diventa testo, il testo è negato quando si dissolve nello sfondo, ed il contesto è posto e trattenuto come il programma all’interno del corpo del computer. E’ con tutto questo che Jodi agevola la sua stravagante ed interessante comunicazione.