Intervista Tilman Baumgaertel

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Autore: Petra Heck

Tratto da: http://amsterdam.nettime.org/Lists-Archives/nettime-l-0002/msg00103.html

Titolo Originale: Interview Tilman Baumgaertel

Traduzione di: Matteo Dentoni

Anno: 2000


Intervista a Tilman Baumgaertel


Quali sono i problemi inerenti il dove la net art può e dovrebbe essere esposta ? In un museo o solo sulla rete ? Dovrebbe essere conservata per i posteri ? e ci sono metodi di pensiero con cui ponderare la scelta ? al momento sto scrivendo una tesi sull'argomento.

Un'intervista con Tilman Baumgaertel via e-mail in data 10-12-1999. Tilman scrive di netart su Telepolis (www.heise.de/tp) e altre riviste. Ma è anche autore del libro net.art Materialien zur Netzkunst, pubblicato nel 1999 (vedi: http://www.moderne-kunst.org/publikationen/neuheiten/04.html).

PH: Mi dai una definizione di internet art ?

TB: La Net art concerne lo specifico del medium internet. Può risiedere sul web ma anche su altri protocolli di internet. E il principale aspetto che la definisce può non essere visibile a tutti gli utenti (è il caso ad esempio delle performance)

PH: Pensi che la Net art debba avere uno spazio espositivo istituzionale ? Perchè (no) ?

TB: Certo. La net art non è un movimento sotterraneo anche se alcuni netartisti ti indurrebbero a crederlo. Al contrario di quanto si crede comunemente, molte opere di net art sono stare realizzate da istituzioni. Se oggi uno fa arte, scommetto che, come net artista, non dovrebbe avere difficoltà nel trovare fondi per un progetto. sicuramente avrà più possibilità di un pittore. Uno studio approfondito delle maggiori opere di net art supportate economicamente dimostrerebbe che parte del sostegno era istituzionale, nella forma di garanzie, posti di insegnamento o festival. Mettere in una mostra un certo numero di queste opere comporta di certo dei problemi. Credo che le istituzioni che vogliono sostenere la net art dovrebbero sostenere economicamente gli artisti impegnati in net-progetti senza però aspettarsi qualcosa da inserire nelle gallerie, nei musei o altro. Mentre potrebbero inserire i risultati sulle proprie homepage, in modo da renderle finalmente interessanti. Alcune istituzioni lo stanno facendo: La DIA art fundation o il Walker center of the arts, ma anche il MOMA in uno spazio dedicato.

PH: Quale sarebbe secondo te il miglio posto per fare una mostra di netart? (in un luogo virtuale, solo sulla rete, sul sito di un museo, o in un vero museo) Ha davvero importanza ?

TB: Sì, ne ha. Il modo di esporre l'opera dipende dal tipo di opera. La net art ha varie forme e dimensioni e dipende dall'opera e da dove e come la vuoi far vedere. Le opere del web devono risiedere sul web, sono nate per questo. Sarebbe bello se ci fosse un curatore, da qualche parte, che si occupasse di catalogare e preservare quei siti web che altrimenti finiscono per svanire off-line, come accadde nel caso di Akke Wagenaars "Hiroshima Project". Nessuno, a quanto ne so, lo sta facendo a parte la rimarchevole eccezione del Walker Center of the Arts. Se sei un curatore non ti occupi di preservare religiosamente le migliori opere di web art, ma porti avanti i tuoi progetti per mostrarli.

PH: Come credi che sia meglio rappresentata la net art ? quali sono i criteri e le necessità (teoreticamente e in pratica, che tipo di spazio, situazioni visive, ecc.)

TB: come ho già detto, dipende dall'opera. Ma c'è un nota generale negativa che ti devo fare perché le tue domande vertono sempre sulla questione noiosa che pone la net art da una parte e musei e istituzioni dall'altra. Ho detto che molta net art è stata fatta con il sostegno istituzionale, ma non direttamente dei musei. Questo non è male perché i musei devono conservare non commissionare nuove opere. Il sostentamento di molte opere viene da fonte ufficiale, ma di solito si avvantaggiava per una sorta di vacuum, per esempio un il denaro di un festival, o l'amministrazione locale, o un aiuto della scuola. Se sei furbo provi ad usare da artista i mezzi di cui disponi.

PH: i musei d'arte tradizionale affrontano la net art in modo diverso dalle nuove istituzioni come la ZKM, o per esempio una istituzione virtuale come la Artnetweb ?

TB: Sì, le opere migliori non sono state commissionate dai musei. Di solito non è una buona idea farsi supportare da grandi istituzioni, ma piuttosto recuperare le piccole risorse reperibili un po’ ovunque, se sai dove cercare, alla peggio negli stati dell'ovest. La cosa peggiore sarebbe se ci fosse una istituzione di stato che supportasse la net art, perché sarebbe la cosa più lenta. Posso immaginare il tipo di arte che ne verrebbe fuori. Internet è un medium distribuito, quindi qualcosa finisce per rimanere da qualche parte. E neanche Internet2 risolverà la cosa. Ciò però non significa che lo stato deve starne fuori, al contrario. Lo stato dovrebbe ad un certo punto cominciare a preservare la cultura digitale ma in modo diffuso, senza ricadere in un unico Centro per la preservazione della net art. Comunque, se lavorassi in un museo, inizierei il lavoro subito. Il primo compito sarebbe creare una collezione video dei progetti televisivi e satellitari in quanto i supporti che li contengono sono labili. E, eccetto per la video arte, non s'è fatto nulla che io sappia per tutto il resto. Il secondo compito sarebbe collezionare software, banners, browser, screen savers creati da artisti. c'è molto materiale che di sicuro sarebbe un peccato andasse smarrito per sempre.

PH: Pensi che la net art dovrebbe essere preservata ?

TB: Certo. Come ogni fatto culturale dovrebbe interessare le istituzioni preposte, anche al di là dell'arte. Il primo sito di time Warner o della CNN è di rilievo storico, man on lo troverai da nessuna parte. Non è solo l'arte a svanire in quanto si sa in ambito artistico che l'arte e la cultura vanno preservate. Le grandi compagnie mediatiche possono essere coinvolte solo in caso di ampi guadagni. Ci devono essere istituzioni preposte ma nulla di centralizzato. Se non facciamo qualcosa le innovazioni maggiori del secolo andranno smarrite. E di certo vedrei me, meglio di chiunque altro, a capo di questa istituzione ;-)

PH: Con quali criteri sceglieresti le opere da preservare? e sono criteri diversi da quelli per le arti tradizionali ?

TB: Come ho già detto la net art è determinata dal suo medium e si inserisce nella tradizione del modernismo. Altre opere del modernismo dispongono di media più longevi, come la pittura ad olio. sulla mia scrivania ho in progetto di mostrare la l'arte dei media dalla pittura ad olio alla video arte alla net art, per dare rilievo a come l'arte moderna sia legata al deterioramento dei media che usa. E più sono nuovi, più facilmente i media si deteriorano. Ma ad oggi non ho trovato nessun museo che mi consenta di esporre il tutto.

PH: La vendita o la mostra di un'opera modifica l'opera in se stessa ? che differenza c'è con le forme d'arte tradizionale ?

TB: Credo che tutti i media convergano univocamente ma non posso prevedere come sarà questo mega-medium. Potrebbe accadere che lo specifico di internet scompaia e molta net art perda significato.

PH: Hai idea ci come preservare al meglio la net art ?

TB: Sì ma è il lavoro di una vita intera. Non concerne solo la web art ma anche sistemi operativi, pc, programmi, plugins... in quanto sono tutti legati tra loro. e questo modo di catalogare non dovrebbe concernere la sola net art ma tutta la cultura digitale. Posso pensare ai modi e ai mezzi ma penso così di andare oltre l'intervista. Il mio libro sulla net art è un tentativo di preservarla, quindi non archiviando sugli hard disk ma citando il pensiero degli artisti. Tramandandosene a voce la storia preserva net art, senza pc !

PH: Come dovrebbero rapportarsi alla net art le istituzioni future ?

TB: Cosa accadrà alla net art in termini di mercato è prevedibile: collezionisti e istituzioni saranno più interessate, gli artisti saranno più accondiscendenti verso costoro, e la net art diverrà qualcosa come la video arte anni 70: strana ma non misconosciuta dall'arte mondiale. Poi ci se ne dimenticherà. Poi perderà di interesse. Ci vorranno meno di dieci anni mentre la video arte impiegherà almeno 30 anni. I maggiori innovatori della net art vivranno forse abbastanza per assistere a tutto questo, come nel caso della video arte si può dire che solo Nam June Paik h superato la paura mondiale della tecnologia per raggiungere il suo scopo. La maggior parte degli artisti di rilievo operavano in un settore, il video, allora nuovo e non si preoccupavano di essere presi seriamente in considerazione. E i Bill Viola si godono il successo. Ma a mio avviso il meglio era negli esordi, sia della net art che della video art. E questi esordi sono in qualche modo preservati. Anche se in molti casi solo sotto forma di stampe...