Is There Love in the Telematic Embrace?: differenze tra le versioni

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Revisione 11:19, 24 Gen 2006

Autore: Ascott Roy

Is There Love in the Telematic Embrace?

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Telematiche è un termine usato per designare le comunicazioni mediate dal computer in rete coinvolgendo telefono, cavo, e collegamenti via satellite fra individui e istituzioni geograficamente disperse che sono interfacciati da sistemi di elaborazione, dispositivi sensing remoti e capaci banche dati. Ciò coinvolge la tecnologia dell’interazione tra gli esseri umani e tra la mente umana e i sistemi artificiali di intelligenza e percezione. L’uso individuale della rete è sempre in potenza coinvolto nella rete globale, e il mondo è sempre in potenza in uno stato di interazione con l’individuo. Perciò, attraverso la vasta diffusione delle reti telematiche nel mondo intero, la quantità di elaborazioni e di densità di scambio di informazioni è incalcolabile. L’onnipresente efficacia della comunicazione telematica non è in dubbio, ma la questione in termini umani, dal punto di vista della cultura e della creatività, è: qual è il contenuto? Questa domanda, che sembra essere al centro di molte critiche di arte espressa attraverso il computer e le telecomunicazioni, suggerisce una radicata paura che la macchina stia per dominare il divenire degli uomini e che il formalismo tecnologico cancelli i contenuti e i valori umani. A parte tutti i problemi di storie personali, di sogni, desideri, ansietà che informano il contenuto del ricco repertorio dell’arte, la domanda, in essenza, è chiederci: c’è amore nell’abbraccio telematico?


Nel caso dei fisici, la variazione radicale nella metafora intorno al mondo e alla nostra partecipazione nella sua creazione e re – descrizione significa che la finestra della scienza sulla realtà è stata sconvolta dai numerosi tentativi di misurarla. J. Wheeler usa questa sintetica analogia:



Nella storia recente dell’arte Occidentale fu Marcel Duchamp che per primo usò la metafora del vetro, della finestra sopra il mondo, e lo rivoltò sullo stesso per svelare l’invisibile. Vediamo in lavori conosciuti come La Sposa Messa a nudo dai suoi celibi, Even, Il Grande Vetro, un campo di realtà vetrosa in cui energia e emozione sono generate dalla tensione e dall’interazione tra maschio e femmina, naturale e artificiale, umano e macchina.



Niente in pittura potrebbe essere più emblematico o profetico della consapevolezza della rete che sta emergendo con la cultura telematica.


Allo stesso tempo cambia lo stato dell’oggetto d’arte.L’oggetto d’arte dominante culturamente come focus esclusivo (un insolito corriere di un insolito contenuto) è rimpiazzato da un’interfaccia. Al posto di un lavoro artistico come finestra sopra una realtà composta, risolta, ordinata, abbiamo, attraverso l’interfaccia, una via d’uscita verso l’indicibilità, uno spazio di dati di significati e materiali potenziali. Il focus dei cambiamenti estetici dall’oggetto osservato al soggetto partecipante, dall’analisi dei sistemi osservati al (secondo ordine) di sistemi osservanti di cibernetica: il principio di immateriale e partecipatorio. Perciò, interfacciandosi coi sistemi telematici, il contenuto è creato piuttosto che ricevuto. Per lo stesso motivo, il contenuto è sbarazzato dall’interfaccia dal suo reinserimento, trasformato dal processo di interazione, indietro dentro la rete per la sua memoria, distribuzione ed eventuale trasformazione sull’interfaccia di altri utenti, su altri nodi d’accesso attraverso il pianeta.

Cultura telematica significa, in breve, quello che noi non pensiamo, vediamo, sentiamo in isolamento. La creatività è condivisa, la paternità è distribuita, ma non in maniera da negare la sua individuale autenticità o potere di auto creazione, come piuttosto hanno potuto fare in passato i rudimentali modelli di collettività. Al contrario, la cultura telematica, amplifica le capacità individuali per azione e pensiero creativo, per una esperienza più vivida e intensa, per una percezione più informata, consentendo la partecipazione di visione globale attraverso l’interazione networking con altre menti, altre sensibilità, altri sensi e sistemi di pensieri attraverso il pianeta – pensiero che circola su un mezzo di dati attraverso una molteplicità di strati di differenze culturali, geografiche, sociali e personali. Il networking supporta senza fine la ridescrizione e la ricontestualizzazione così che nessun linguaggio o codice visuale sia definitivo e nessuna realtà sia ultimata. Nella cultura telematica, il pluralismo e il relativismo formano le configurazioni delle idee – di immagine, musica e testo – che circolano nel sistema.




La tecnologia dei media computerizzati e dei sistemi telematici non è lontano dall’essere vista semplicemente come un set di tali complicati strumenti che prolungano la gamma di pittura e scultura, di esecuzioni musicali, di pubblicazioni letterarie. Ora può essere vista come supporto all’intero nuovo campo di sforzo creativo, che è così radicalmente diverso da quei generi artistici radicati, come essi sono diversi l’un l’altro. Un nuovo veicolo di presa di coscienza, di creatività e espressione è entrato nel nostro modo di vivere. Anche se si occupa di tecnologia e di poesia, di virtuale e di immateriale, così come di palpabile e concreto, il telematico non può essere catalogato neppure come arte o scienza, nonostante si stia alleando in molti modi agli argomenti di entrambi. Uno sviluppo supplementare di questo campo significherà chiaramente una interdipendenza di competenze e aspirazioni artistiche, scientifiche e tecnologiche e, urgentemente, una formulazione di un’educazione transdisciplinare. Così, collegare l’antico procedimento Navajo di dipingere con la sabbia all’imaging digitale dei moderni super computers attraverso silicone comune, che serve ad entrambi come pigmento e come pezzo di processore, è qualcosa di più che un’ironica fantasia. L’ambizione olistica della cultura dei Nativi Americani può essere parallela alla potenzialità olistica dell’arte telematica. Più che a un espediente tecnologico per un interscambio di informazioni, la rete offre molte infrastrutture per uno scambio spirituale che potrebbe condurre a una armonizzazione e a uno sviluppo creativo dell’intero pianeta. Con questo prospetto, che può apparire nella nostra oscura corrente fin de siècle, ingenuamente ottimistico e trascendentale, la metafora dell’amore nell’abbraccio telematico non può essere interamente malriposta.


©Roy Ascott 1989 First Published:

Ascott, R. 1990. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Art Journal. New York: College Arts Association of America. 49:3. pp. 241-7.

Ascott, R. 1996. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Behaviourables and Futuribles. in: K. STILES and P. SELZ, eds. Theories and Documents of Contemporary Art. Berkeley: University of California Press, pp. 396, 489-498.


Roy Ascott

Connectivity: Art and interactive telecommunications

Connettere : arte e telecomunicazioni interattive.

Il sistema telematico ci ha avvicinato ad una nuova realtà virtuale. L'ultimo pensiero del XVIII sec. presentava un mondo di certezza e determinatezza, nel quale soggetto e oggetto, mente e materia, arte e scienza erano definite, separate e categorizzate. Quella visione si è sgretolata, quello non era il vero mondo, ma è stata sufficiente per combattere la superstizione ed è stata capace di incrementare il sogno della ragione. Questa certezza sembrava reale, tanto che molti artisti, per secoli, ne sono stati sicuri, ma non tutto quello che è " solido profuma nell' aria". Il reale era solo virtuale, dopo tutto.Noi ora abbiamo un paradosso diverso da trattare, da onorare, il virtuale sta diventando reale; tramite i sistemi mediatici di memoria, di comunicazione stiamo riscrivendo e ricostruendo il mondo, incrementiamo quello che è essenzialmente un dataspace, ambiente telematico e realtà virtuale. Anche se una costruzione telematica è virtuale noi la viviamo come se fosse reale, questo perché in ogni periodo la realtà è sempre stata costruita e mediata dall'ultima tecnologia, così come il linguaggio umano si configura nelle varietà tecnologiche, filosofiche e culturali. La telecomunicazione interattiva è prima di tutto un linguaggio: fornendo un nuovo linguaggio risulta positiva per l'uomo perché è segno di cooperazione, creatività e trasformazione. Questa tecnologia non è fatta per un monologo, ma per una conversazione: è aperta, completa, senza fine, incita anche a connettere l'individuo con altri. Questo paradosso del virtuale come reale e del reale come virtuale è stato uno dei dibattiti di filosofi ed esteti, mentre ora questo è nel pensiero di tutti. La domanda del perché l'uomo si trovi qui, che ha creato tanta angoscia da Husserl a Heidegger, per esempio, è stata trattata con creatività da artisti usando la tecnologia delle comunicazioni, con la creatività della presenza umana e la presenza di creatività in uno spazio elettronico: è questo di cui la pubblicazione. I nuovi sistemi di comunicazione telematica crescono fino a raggiungerne di nuovi facendosi qualificare dalla presenza umana e, tramite questa, raggiungono fascino ed erotismo. Semplicemente, questa è una qualità, quella di essere in luogo e contemporaneamente anche in altri, in uno e nello stesso tempo in entrambi, qui e là simultaneamente o in modo asincrono. Una presenza in un posto e in un tempo si può mescolare o integrare di presenze in un altro spazio e nel tempo. Questa è una esperienza nuova nel repertorio delle capacità umane. Incontrare in un dataspace vedendosi virtualmente faccia a faccia e non materialmente e non in un posto reale geograficamente con tempi reali o asincroni tramite computer è un' esperienza eccellente ma impegnativa. L' artista che cerca di fare un lavoro creativo ha bisogno di maggiore acume sulla natura di quest’ arte. L' arte nel dataspace e nelle telecomunicazioni è sempre incompleta, per interagire, interfacciare, con esso bisogna almeno in parte conoscerlo per crearlo. Nell' arte telematica non c'è creazione senza partecipazione e non c'è partecipazione senza distribuzione. Questa pubblicazione tratta di interattività nell'arte, arte che intende cultura come connessione. Per essere qui e là in un paese di telepresenza si possono usare reti di computer, video interattivi, scanner, trasferimenti di immagini digitali, teleconferenze, video telefono tramite comunicazione online per telefono, o cavi o satellite. Tutto questo viene molto usato per questa arte, per le sue istituzioni, per il suo mercato, per coloro che creano e per coloro che consumano.Sia lo stato dell' arte che degli artisti cambia radicalmente in questo ambiente; c'è, quindi, una rottura molto grande con il valore estetico istituzionalizzato, cos' come c'è una continuità con quelle strategie creative che hanno inserito, attraverso l' arte del XX sec., la celebrazione del cambiamento, della sorte, dell' incertezza, dell' ambiguità e dell' incompletezza, tramite Marcel Duchany, jackson Pollock, Janes Joyce e John Cage, per esempio, come tutti quegli scrittori e musicisti che misero le basi di quella che è chiamata la visione cibernetica. In questo scenario di sviluppo ricorrente, permeato di pensatori, filosofi e critici, come Nietzche, Bateson, Wienier, Derrida e Rorty, la responsabilità del significato viene divisa, la creatività e l' autorità è dispersa. L' arte non viene vista a lungo come a un affare lineare, trattata in armonia nella sua completezza e risoluzione, per una finalità composta e ordinata. Tuttavia è senza fine, in un continuo cambiamento anche virtuale. Questa realtà si sta formando, non è già formata, celebra un processo incorporando un sistema e abbraccia il caos. La tecnologia di queste trasformazioni realizza un profondo desiderio umano: trascende le limitazioni del corpo e dello spazio, evitando le parole, sconfiggendo le metafore di sé e dell'identità che aliena e isola imprigionando la mente in sistemi egocentrici. Il nostro bisogno di evadere, di connetterci, per espandere noi stessi per distribuirci in una società più grande, questo è il futuro dell' arte che è la cosa più rilevante del sistema telematico. L'interfaccia di questi sistemi non è un finestra per una realtà ordinata, come presentata nell' arte rinascimentale, ma una via per una realtà in continua trasformazione, la soglia per mondi diversi nei quali possiamo muoverci in modo creativo, incontrarsi e sviluppare il nostro io. L'interattività telematica non è stata la causa, come succedeva per il Romanticismo del XIX e XX sec. quando l' artista, come protagonista dell' arte, generava idee che erano rappresentate e visualizzate come oggetti artistici. Ora l' artista interagisce in uno spazio elettronico con altri che usano la telematica( la parola fortunatamente perde la sua provenienza estetica ), il comportamento dei quali è visualizzato così da creare una presenza. Questa arte, il cui soggetto è la connettività umana, ci ha portato in un abbraccio telematico su monitor in ambienti articolati, si trova trasformata dall'interazione, da queste presenze virtuali, espansioni digitali degli utenti collocati lontani l' uno dall' altro nel tempo e nello spazio. In nessun modo, col quale essi possono aver accesso al sistema attraverso interfacce diverse come tastiere, mouse, touch screen, comandi vocali e data gloves, auricolari e altri modi spesso invisibilmente complessi, la cui interazione per creare immagini, suoni o testi può interessare intelligenze artificiali, banche dati, in nessun modo possono coinvolgere, per esempio, laserdisk, hipermedia, Rom (memoria di solo lettura) o Ram (memoria ad accesso casuale). L'esperienza dell' essere qui disperso nello spazio rimane fuori dal tempo. In questo campo di creatività l' arte non è creazione, ma trasformazione, le sue ipotesi sono transitorie. La risoluzione estetica dà il via ad un' evoluzione connettiva. Noi possiamo pensare ad un' immaginazione collettiva, nella quale la sensibilità individuale è elevata, la percezione è estesa, i pensieri ampliati, la consapevolezza allargata in una visione globale. La paura che la nuova tecnologia potrebbe portare ad una cultura omogenea, uniforme si è dimostrata grandemente infondata. La varietà, la ricchezza di idee, immagini, progetti ed esperienze, che il sistema interattivo telematico può valorizzare, viene ben dimostrata dagli artisti presentati in questa pubblicazione. Attraverso le tecnologie delle comunicazioni interattive il semplice contatto umano nel locale spazio fisico diviene una super connessione in un profondo data space. Il di più non significa il meglio specialmente in un contesto di una società "informativa" dominata dagli interessi industriali, militari e commerciali. Alle telecomunicazioni di tecnologie computerizzate che esplorano la creatività individuale e la percettività trasversale multiculturale l'interazione planetaria è aperta. Questa pubblicazione si rivolge alle opere artistiche che hanno portato questo cambiamento. Noi siamo artisti di una cultura telematica emergente che spiega e dimostra i modi diversi di comunicazione usando qualsiasi genere di tecnologia sia bassa che alta, che insieme costituiscono un modo nuovo di connettività. La nostra è un' arte di interattività che coinvolge l' uso umano della comunicazione computerizzata e la teleprensenza elettronica, che noi crediamo apporti un grande potenziale e una grande speranza per il prossimo millennio dove l' essere umano possa cooperare e creare.


ROYASCOTT Bristol, January 1991 Co-Guest Editor References

1 . The phrase is from Karl Marx and is ched in Marshall Berman, All That Is solid melts into Air: The experience of Modernity (New York: Simon and Schuster, 1962)



4. R. Ascott, "Superconnectivity in Deep Dataspace", Anthologie Medienkunste/Anthology Media Art (Osnabruck: Medienkunste festival, 1988) pp. 332- 336