Is There Love in the Telematic Embrace?: differenze tra le versioni

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Autore: '''[[Ascott Roy]]'''
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==Titolo:==
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Is There Love in the Telematic Embrace?
  
== Is There Love in the Telematic Embrace? ==
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==Autore:==  
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[[Ascott Roy]]
  
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1989
  
L’ultimo decennio ha visto le due potenti tecnologie di informatica e di telecomunicazione convergere in un solo campo operativo che ha compreso altri media elettronici, quali i video, la campionatura dei suoni, la comunicazione a distanza e una notevole varietà di sistemi cibernetici. Questi fenomeni stanno esercitando una enorme influenza sulla società e sul comportamento individuale, sembrano sempre più essere chiamati in causa nella domanda sulla natura dell’essere umano, dell’essere creativo, del pensare e del percepire, come se il rapporto tra di noi e il pianeta fosse veramente un tutto. .
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==Sito web:==
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* http://telematic.walkerart.org/overview/overview_ascott.html
  
Telematiche è un termine usato per designare le comunicazioni mediate dal computer in rete coinvolgendo telefono, cavo, e collegamenti via satellite fra individui e istituzioni geograficamente disperse che sono interfacciati da sistemi di elaborazione, dispositivi sensing remoti e capaci banche dati. Ciò coinvolge la tecnologia dell’interazione tra gli esseri umani e tra la mente umana e i sistemi artificiali di intelligenza e percezione. L’uso individuale della rete è sempre in potenza coinvolto nella rete globale, e il mondo è sempre in potenza in uno stato di interazione con l’individuo. Perciò, attraverso la vasta diffusione delle reti telematiche nel mondo intero, la quantità di elaborazioni e di densità di scambio di informazioni è incalcolabile. L’onnipresente efficacia della comunicazione telematica non è in dubbio, ma la questione in termini umani, dal punto di vista della cultura e della creatività, è: qual è il contenuto?
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== Is There Love in the Telematic Embrace? ==
Questa domanda, che sembra essere al centro di molte critiche di arte espressa attraverso il computer e le telecomunicazioni, suggerisce una radicata paura che la macchina stia per dominare il divenire degli uomini e che il formalismo tecnologico cancelli i contenuti e i valori umani. A parte tutti i problemi di storie personali, di sogni, desideri, ansietà che informano il contenuto del ricco repertorio dell’arte, la domanda, in essenza, è chiederci: c’è amore nell’abbraccio telematico?
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[[Image:ascott_plissure.gif|left|/]]
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Nel caso dei fisici, la variazione radicale nella metafora intorno al mondo e alla nostra partecipazione nella sua creazione e re – descrizione significa che la finestra della scienza sulla realtà è stata sconvolta dai numerosi tentativi di misurarla. J. Wheeler usa questa sintetica analogia:
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Nell’ambito dei sistemi telematici e della domanda di contenuto e significato, la , viene chiaramente dimostrata se, in relazione al principio quantistico noi sostituiamo a e fisica è molto di più che un giochino; la tela di connessioni tra nuovi modelli di teoria e pratica nelle arti e nelle scienze, in tutti i campi, è così pervasiva da suggerire un paradigma variato rispetto alla nostra vecchia visione del mondo, una ridescrizione della realtà e una ricontestualizzazione di noi stessi. Cominciamo a capire che possibilità e cambiamento, caos e indeterminatezza, trascendenza e trasformazione, l’immateriale e il noumeno sono termini al centro della nostra autoconoscenza e le nostre nuove visioni della realtà. Allora quando, .
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==Descrizione:==
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L’ultimo decennio ha visto le due potenti tecnologie di informatica e di telecomunicazione convergere in un solo campo operativo che ha compreso altri media elettronici, quali i video, la campionatura dei suoni, la comunicazione a distanza e una notevole varietà di sistemi cibernetici. Questi fenomeni stanno esercitando una enorme influenza sulla società e sul comportamento individuale, sembrano sempre più essere chiamati in causa nella domanda sulla natura dell’essere umano, dell’essere creativo, del pensare e del percepire, come se il rapporto tra di noi e il pianeta fosse veramente un tutto. La "cultura telematica" che accompagna il nuovo sviluppo consiste in una serie di comportamenti, idee, comunicazioni, valori e obbiettivi che sono considerevolmente diversi da quelli che avevano formato la società sin dai tempi  dell’Illuminismo. Sono state generate nuove metafore e paradigmi culturali e scientifici, sono stati inventati nuovi modelli e nuove rappresentazioni della realtà, sono stati fabbricati nuovi modi espressivi.
  
Nella storia recente dell’arte Occidentale fu Marcel Duchamp che per primo usò la metafora del vetro, della finestra sopra il mondo, e lo rivoltò sullo stesso per svelare l’invisibile.
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Telematiche è un termine usato per designare le comunicazioni mediate dal computer in rete coinvolgendo telefono, cavo, e collegamenti via satellite fra individui e istituzioni geograficamente disperse che sono interfacciati da sistemi di elaborazione, dispositivi sensing remoti e capaci banche dati. Ciò coinvolge la tecnologia dell’interazione tra gli esseri umani e tra la mente umana e i sistemi artificiali di intelligenza e percezione. L’uso individuale della rete è sempre in potenza coinvolto nella rete globale, e il mondo è sempre in potenza in uno stato di interazione con l’individuo. Perciò, attraverso la vasta diffusione delle reti telematiche nel mondo intero, la quantità di elaborazioni e di densità di scambio di informazioni è incalcolabile. L’onnipresente efficacia della comunicazione telematica non è in dubbio, ma la questione in termini umani, dal punto di vista della cultura e della creatività, è: qual è il contenuto?<br>
Vediamo in lavori conosciuti come La Sposa Messa a nudo dai suoi celibi, Even, Il Grande Vetro, un campo di realtà vetrosa in cui energia e emozione sono generate dalla tensione e dall’interazione tra maschio e femmina, naturale e artificiale, umano e macchina.
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Il suo soggetto è attrazione nel senso di Charles Fourier o, potremmo persino dire, amore. Il Grande Vetro, nella sua essenza trasparente, comprende sempre entrambi i suoi ambienti e il riflesso di chi osserva. L’amore è contenuto in questo abbraccio totale; tutto ciò che scappa è ragione e certezza. Dalla partecipazione all’abbraccio, l’osservatore arriva ad essere di operazioni – di trasformazioni – e anche come sito di interazione e negoziazione di significato.
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Questa domanda, che sembra essere al centro di molte critiche di arte espressa attraverso il computer e le telecomunicazioni, suggerisce una radicata paura che la macchina stia per dominare il divenire degli uomini e che il formalismo tecnologico cancelli i contenuti e i valori umani. A parte tutti i problemi di storie personali, di sogni, desideri, ansietà che informano il contenuto del ricco repertorio dell’arte, la domanda, in essenza, è chiederci: c’è amore nell’abbraccio telematico?<br>
Ma non è solo attraverso il Vetro che possiamo vedere Duchamp come profeta della modalità telematica. La stessa metafora dell’interazione del  networking in un campo di incertezza, in cui l’osservatore è creatore e il significato è instabile, è implicito in tutti i suoi lavori. Ugualmente profetica nel Vetro è la barra orizzontale che unisce la parte superiore da quella inferiore del quadro e serve come metafora per una veduta a tutto tondo dello spazio del Rinascimento, incorporato nella tradizione pittorica Occidentale, dove la metafora della verticalità è usata insistentemente nei suoi monumenti e architetture, spesso emblemi non di aggressione, competizione o potere, sempre come visione di un tunnel. L’orizzontale, d’altra parte, è una metafora per la vista dell’occhio di un uccello, di , , vista di sistemi olistici di strutture, relazioni e eventi, vedendo la quale si può includere l’ironico, l’indistinto e l’ambiguo. Questa è precisamente la condizione di percezione e di introspezione alla quale aspira il networking telematico.
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? per l’azione e la trasformazione che diviene la pittura stessa. Pollock ha creato la sua potente metafora di connessione generando campi di intrecci, colloqui, ramificazioni, congiunzioni, scontri, attraversamenti, collegando linee di energia. Il suo spazio è tutto compreso e invitante, il suo immaginario porta con sé un senso di anonimato della paternità che abbraccia l’osservatore nella creazione del significato.
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Niente in pittura potrebbe essere più emblematico o profetico della consapevolezza della  rete che sta emergendo con la cultura telematica.
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Il nuovo ordine emergente dell’arte è quello dell’interattività, di . Il principio è solo di eventualità e incertezza. L’arte telematica comprende un largo schieramento di media: hypermedia, videotex, telefacsimile, video interattivi, animazione al computer e simulazione, teleconferenze, scambi di testi, trasferimenti di immagini, sintesi di suoni, telemetri (?) e sensi remoti (?), strutture cibernetiche e architetture intelligenti. Queste sono semplicemente larghe categorie di tecnologie che si evolgono costantemente – biforcandosi, congiungendosi, ibridandosi – con un ritmo accelerato.
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Nel tentativo di liberare il contenuto umano dalla forma tecnologica, la domanda viene più complicata dalla nostra tendenza crescente come artisti di fare incontrare immagini, suoni e sistemi di testo dentro sistemi interattivi che sfruttano lo stato dell’arte degli hypermedia e che assorbono tutto il sensorio, sebbene da mezzi digitali. Al di fuori di queste complessità tecnologiche, possiamo intuire l’emergenza di una sintesi delle arti. La questione del contenuto deve perciò essere indirizzata su che cosa possa essere chiamato Gesamtdatenwerk – lavoro di dati integrati -  e sulla sua capacità di attrarre l’intelletto, le emozioni e la sensibilità dell’osservatore. Qui, però, si presentano più problemi, dato che l’osservatore in un sistema telematico interattivo è per definizione un partecipatore. Nell’arte telematica, il significato non è creato dall’artista, distribuito attraverso la rete e accettato dall’osservatore. Il significato è il prodotto di una interazione tra l’osservatore e il sistema, il contenuto del quale è in uno stato di continuo mutamento, di cambio infinito e trasformazione. In questa condizione di incertezza e di instabilità, non semplicemente a causa delle interazioni incrociate degli utenti della rete, ma perché il contenuto è racchiuso in dati essi stessi immateriali, è puramente una differenza elettronica, fino a che non viene ricostruito da un’interfaccia come immagine, testo o suono. Il sensorio erogato può essere differenziato oltremodo dal tipo di schermo, dalla costruzione articolata o materiale, dall’architettura, dall’ambiente o in uno spazio virtuale.<br>
  
Allo stesso tempo cambia lo stato dell’oggetto d’arte.L’oggetto d’arte dominante culturamente come focus esclusivo (un insolito corriere di un insolito contenuto) è rimpiazzato da un’interfaccia. Al posto di un lavoro artistico come finestra sopra una realtà composta, risolta, ordinata, abbiamo, attraverso l’interfaccia, una via d’uscita verso l’indicibilità, uno spazio di dati di significati e materiali potenziali. Il focus dei cambiamenti estetici dall’oggetto osservato al soggetto partecipante, dall’analisi dei sistemi osservati al (secondo ordine) di sistemi osservanti di cibernetica: il principio di immateriale e partecipatorio. Perciò, interfacciandosi coi sistemi telematici, il contenuto è creato piuttosto che ricevuto. Per lo stesso motivo, il contenuto è sbarazzato dall’interfaccia dal suo reinserimento, trasformato dal processo di interazione, indietro dentro la rete per la sua memoria, distribuzione ed eventuale trasformazione sull’interfaccia di altri utenti, su altri nodi d’accesso attraverso il pianeta.
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Tale punto di vista è in linea con un più generale approccio all’arte insito in un sistema culturale di comunicazioni, piuttosto che nell’oggetto d’arte come configurazione semantica fissa, il sistema nel quale l’osservatore tratta attivamente per i significati. In questo senso il networking telematico esplicita nella sua tecnologia e nei suoi protocolli ciò che è implicito in tutta l’esperienza estetica, dove tale esperienza è vista più creativa nell’atto produttivo dell’artista. La teoria classica delle comunicazioni, però, ritiene che la comunicazione avvenga su una via, dall’erogante al ricevente, in cui solo un "rumore" contingente nel canale può modificare il messsaggio (spesso, inoltre, confuso con il significato) iniziato alla sorgente della trasmissione. Questo è un modelloche vede l’artista come un erogatore e quindi ideatore di significati, come creatore e proprietario di immagini e di idee, come controllore di contesti e contenuti. E’ un modello che richiede, per il suo completamento, lo spettatore, al meglio, come abile decodificatore dei "significati" dell’artista o, al peggio, come un semplice ricettacolo passivo di tali significati. Dà origine all’industria della critica e dell’esegesi, in cui coloro che "capiscono" questo o quel lavoro artistico lo spiegano a quelli che sono troppo stupidi o ignoranti per capirlo senza aiuto. In questo scenario, l’arte e l’artista sono visti come il mondo e il suo creatore. La bellezza e la verità sia dell’arte che del mondo sono "là fuori" nel mondo e nell’opera d’arte. Sono fissi e immutabili così come l’universo materiale appare che sia. Il canone del determinismo decreta armonie e composizioni prefigurate, forme regolate e continuità di espressione, con unità e chiarezza assicurate da un consenso culturale e un’uniformità linguistica spartita allo stesso modo da artista e pubblico.<br>
  
Cultura telematica significa, in breve, quello che noi non pensiamo, vediamo, sentiamo in isolamento. La creatività è condivisa, la paternità è distribuita, ma non in maniera da negare la sua individuale autenticità o potere di auto creazione, come piuttosto hanno potuto fare in passato i rudimentali modelli di collettività. Al contrario, la cultura telematica, amplifica le capacità individuali per azione e pensiero creativo, per una esperienza più vivida e intensa, per una percezione più informata, consentendo la partecipazione di visione globale attraverso l’interazione networking con altre menti, altre sensibilità, altri sensi e sistemi di pensieri attraverso il pianeta – pensiero che circola su un mezzo di dati attraverso una molteplicità di strati di differenze culturali, geografiche, sociali e personali. Il networking supporta senza fine la ridescrizione e la ricontestualizzazione così che nessun linguaggio o codice visuale sia definitivo e nessuna realtà sia ultimata. Nella cultura telematica, il pluralismo e il relativismo formano le configurazioni delle idee – di immagine, musica e testo – che circolano nel sistema.
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Il problema del contenuto e dei significati dentro la cultura telematica aggiunge intensità alla rubrica "Questione del Contenuto", sotto la quale è sviluppata la seguente riflessione su computer e arte: "Questione" è aperta a una pluralità di significati, nessuno dei quali è soddisfacente. La metafora del mare semantico, fluente e rifluente senza fine, di significato costantemente in mutamento, di tutto il mondo, parole, gesti e immagini in uno stato di indecidibilità, ha scosso avanti e indietro dentro nuove collusioni , si trova tanto nelle nuove scienze, nella quantistica, nel secondo ordine della cibernetica, o chaology, per esempio – quanto nell’arte che impiega concetti telematici o nella nuova critica letteraria che ha assorbito la teoria filosofica e sociale all’interno della sua pratica. Quest’alba di incertezza, di una danza gioiosa di significato tra strati di genere e sistemi metaforici, questa trama di tessuto stendibile di molteplicità di codici visuali e immaginazioni culturali era anche la promessa iniziale del progetto post moderno , prima che sparisse dentro il dominio della teoria sociale, lasciando solo il suo fragile corpo di pessimismo e disperazione.<br>
E’ il computer il cuore di questo sistema di circolazione, e, come il cuore, lavora al suo meglio quando è invisibile. Al momento il computer è una presenza fisica, materiale, sta molto con noi; domina i nostri inventari o strumenti, applicazioni e apparati come una macchina definitiva. Nei nostri ambienti artistici ed educativi è ancora tutto troppo solido, un blocco computerizzabile di poesia e immaginazione. Non è trasparente, non è ancora completamente capito come sistema puro, una matrice di trasformazione universale. Un computer non è prima di tutto una cosa, un oggetto, ma una serie di comportementi, un sistema, attualmente il sistema dei sistemi. I dati costituiscono la sua lingua franca. E’ l’agente del campodati, il costruttore dello spaziodati. Dove vien visto semplicemente come uno schermo che presenta delle pagine di un libro illuminato, o come una luce che dipinge internamente, allora non ha valore artistico. Dove la sua considerevole volocità di processione è usata semplicemente per simulare rappresentazioni filmiche o fotografiche, diventa un agente di voyerismo passivo. Dove l’accesso al suo potere di trasformazione è contrastato da una tastiera da macchina da scrivere, l’utente è forzato in una posizione di di configurazioni e assemblaggi dell’immagine, del suono e del testo, il modo di ristrutturazione e articolazione dell’ambiente che l’interattività ha potuto fruttare, sarà determinato dalle libertà e dalla fluidità disponibili sull’interfaccia.
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L’essenza dell’interfaccia è la sua potenziale flessibilità; si possono ricevere e spedire immagini sia fisse che in movimento, suoni costruiti, sintetizzati o semplici, testi scritti e parlati. Può essere calore sensibile, corpo che reagisce bene, cosciente di rispettare l’ambiente. Può rispondere in punta di piedi (?), con l’arabesco di una danza, con la direzione dello sguardo dell’osservatore. Non è solo articolare ambienti fisici col movimento, il suono o la luce; è un ambiente, un’arena, un dataspazio in cui l’arte distribuita dalla simbiosi di umano/computer può essere ricostruita, la domanda del suo contenuto cibernetico. Ogni singola interfaccia di e allo stesso tempo contenuti nella memoria di quella rete: essi sono disponibili, attraverso il cavo o il collegamento satellitare, da ogni parte del pianeta in ogni ora del giorno e della notte, agli utenti della rete (che, per comunicare gli uni con gli altri, non hanno bisogno di essere allo stesso posto nello stesso tempo).
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All’obbiezione che tale visione globale dell’emergente arte planetaria sia acriticamente euforica, o che la prospettiva di una cultura telematica con il suo Gesamtdatenwerk di realtà hipermediate sia troppo grandiosa, potremmo forse ricordarci delle sensibilità essenzialmente politiche, sociali e economiche di quelli che misero i fondamenti concettuali del campo dei sistemi interattivi. per cui, oltre 150 anni fa, A. M. Ampere coniò il in questo secolo. Contrariamente al determinismo e positivismo piuttosto rigidi che hanno formato la società fin dall’Illuminismo, comunque, queste caratteristiche accoglieranno nozioni di incertezza, caos, autopoièsi, contingenza e il secondo ordine cibernetico dell’indistinto – una vista di sistemi di un .
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Nel caso dei fisici, la variazione radicale nella metafora intorno al mondo e alla nostra partecipazione nella sua creazione e re – descrizione significa che la finestra della scienza sulla realtà è stata sconvolta dai numerosi tentativi di misurarla. J. Wheeler usa questa sintetica analogia:<br>
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Niente è più importante intorno al principio della quantistica di questo, che distrugge il concetto di mondo "seduto là fuori", con l’osservatore al sicuro, separato da esso da una ventina di centimetri di vetro piano. Perfino per osservare un così minuscolo oggetto come un elettrone, deve frantumare il vetro. Deve arrivare dentro. Deve installare il suo scelto equipaggiamento di misurazione. E’ sopra di esso se misurerà posizione  o moto… la misurazione cambia lo stato dell’elettrone. L’universo in seguito non sarà più lo stesso. Per descrivere quello che è successo uno deve cancellare quella vecchia parola "osservatore" e mettere al suo posto "partecipatore". In qualche senso strano l’universo è un universo partecipatore.
  
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Nell’ambito dei sistemi telematici e della domanda di contenuto e significato, la variazione parallela nell’arte dello stato di "osservatore" verso quella di "partecipatore", viene chiaramente dimostrata se, in relazione al principio quantistico noi sostituiamo a "quanti" "dati". In realtà, trovare tali analogie tra arte e fisica è molto di più che un giochino; la tela di connessioni tra nuovi modelli di teoria e pratica nelle arti e nelle scienze, in tutti i campi, è così pervasiva da suggerire un paradigma variato rispetto alla nostra vecchia visione del mondo, una ridescrizione della realtà e una ricontestualizzazione di noi stessi. Cominciamo a capire che possibilità e cambiamento, caos e indeterminatezza, trascendenza e trasformazione, l’immateriale e il noumeno sono termini al centro della nostra autoconoscenza e le nostre nuove visioni della realtà. Allora quando, potrebbe un contenuto – un insieme di significati -  essere trattenuto dentro arte telematica quando ogni aspetto del networking in "dataspace" è in uno stato di trasformazione e di divenire? La tecnologia di molte telecomunicazioni mediate dal computer estende lo sguardo, trascende il corpo, amplifica la mente dentro imprevedibili configurazioni di pensiero e creatività.
  
La nostra esperienza sensoriale comincia extrasensorialmente, come la nostra visione è valorizzata dai dispositivi extrasensoriali della percezione telematica. Il computer accorda l’invisibile col visibile. Elabora quelle connessioni, collusioni, sistemi, forze e campi, trasformazioni e trasferimenti, adunanze caotiche, e gli ordini superiori di organizzazione che situano la nostra visione fuori dal livello grossolano della percezione materiale offerta dai nostri sensi naturali. Alla nostra quotidiana percezione senza aiuto, per esempio, è totalmente invisibile la fluidità di fondo della il , queste nuove esilaranti metafore dell’esistenza, non lineare, incerta, stratificata e discontinua, che il computer può riscrivere. Con il computer, presi insieme in un abbraccio telematico, possiamo sperare di intravedere l’inosservabile, di cogliere l’ineffabile caos del divenire, l’ordine segreto del disordine. E più noi vedremo, sempre meno vedremo il computer. Diventerà invisibile nella sua immanenza, ma la sua presenza sarà palpabile per l’artista ingaggiato telematicamente nel processo mondiale di autopoièsi, auto – creazione planetaria.
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Nella storia recente dell’arte Occidentale fu Marcel Duchamp che per primo usò la metafora del vetro, della finestra sopra il mondo, e lo rivoltò sullo stesso per svelare l’invisibile.
La tecnologia dei media computerizzati e dei sistemi telematici non è lontano dall’essere vista semplicemente come un set di tali complicati strumenti che prolungano la gamma di pittura e scultura, di esecuzioni musicali, di pubblicazioni letterarie. Ora può essere vista come supporto all’intero nuovo campo di sforzo creativo, che è così radicalmente diverso da quei generi artistici radicati, come essi sono diversi l’un l’altro. Un nuovo veicolo di presa di coscienza, di creatività e espressione è entrato nel nostro modo di vivere. Anche se si occupa di tecnologia e di poesia, di virtuale e di immateriale, così come di palpabile e concreto, il telematico non può essere catalogato neppure come arte o scienza, nonostante si stia alleando in molti modi agli argomenti di entrambi. Uno sviluppo supplementare di questo campo significherà chiaramente una interdipendenza di competenze e aspirazioni artistiche, scientifiche e tecnologiche e, urgentemente, una formulazione di un’educazione transdisciplinare.
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Vediamo in lavori conosciuti come <i>La Sposa Messa a nudo dai suoi celibi, Even, Il Grande Vetro</i>, un campo di realtà vetrosa in cui energia e emozione sono generate dalla tensione e dall’interazione tra maschio e femmina, naturale e artificiale, umano e macchina.
Così, collegare l’antico procedimento Navajo di dipingere con la sabbia all’imaging digitale dei moderni super computers attraverso silicone comune, che serve ad entrambi come pigmento e come pezzo di processore, è qualcosa di più che un’ironica fantasia. L’ambizione olistica della cultura dei Nativi Americani può essere parallela alla potenzialità olistica dell’arte telematica. Più che a un espediente tecnologico per un interscambio di informazioni, la rete offre molte infrastrutture per uno scambio spirituale che potrebbe condurre a una armonizzazione e a uno sviluppo creativo dell’intero pianeta. Con questo prospetto, che può apparire nella nostra oscura corrente fin de siècle, ingenuamente ottimistico e trascendentale, la metafora dell’amore nell’abbraccio telematico non può essere interamente malriposta.
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Il suo soggetto è attrazione nel senso di Charles Fourier o, potremmo persino dire, amore.<i> Il Grande Vetro</i>, nella sua essenza trasparente, comprende sempre entrambi i suoi ambienti e il riflesso di chi osserva. L’amore è contenuto in questo abbraccio totale; tutto ciò che scappa è ragione e certezza. Dalla partecipazione all’abbraccio, l’osservatore arriva ad essere progenitore della questione semantica. Il vetro come "terreno" ha una funzione e uno stato che anticipano quello del monitor come schermo di operazioni – di trasformazioni – e anche come sito di interazione e negoziazione di significato.
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Ma non è solo attraverso il Vetro che possiamo vedere Duchamp come profeta della modalità telematica. La stessa metafora dell’interazione del  networking in un campo di incertezza, in cui l’osservatore è creatore e il significato è instabile, è implicito in tutti i suoi lavori. Ugualmente profetica nel Vetro è la barra orizzontale che unisce la parte superiore da quella inferiore del quadro e serve come metafora per una veduta a tutto tondo dello spazio del Rinascimento, incorporato nella tradizione pittorica Occidentale, dove la metafora della verticalità è usata insistentemente nei suoi monumenti e architetture, spesso emblemi non di aggressione, competizione o potere, sempre come visione di un tunnel. L’orizzontale, d’altra parte, è una metafora per la vista dell’occhio di un uccello, di un "dappertutto", di un "abbraccio totale", vista di sistemi olistici di strutture, relazioni e eventi, vedendo la quale si può includere l’ironico, l’indistinto e l’ambiguo. Questa è precisamente la condizione di percezione e di introspezione alla quale aspira il networking telematico.<br>
  
©Roy Ascott 1989
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Forse la metafora più potente di interconnessione e di abbraccio orizzontale nell’arte, prima dell’avvento dei mezzi telematici si può trovare nei lavori di J. Pollock. Qui l’arena orizzontale, uno spazio segnato fuori dalla superficie della terra è il "terreno" per l’azione e la trasformazione che diviene la pittura stessa. Pollock ha creato la sua potente metafora di connessione generando campi di intrecci, colloqui, ramificazioni, congiunzioni, scontri, attraversamenti, collegando linee di energia. Il suo spazio è tutto compreso e invitante, il suo immaginario porta con sé un senso di anonimato della paternità che abbraccia l’osservatore nella creazione del significato.
First Published:
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Niente in pittura potrebbe essere più emblematico o profetico della consapevolezza della  rete che sta emergendo con la cultura telematica.
  
Ascott, R. 1990. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Art Journal. New York: College Arts Association of America. 49:3. pp. 241-7.
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Il nuovo ordine emergente dell’arte è quello dell’interattività, di "paternità disperse". Il principio è solo di eventualità e incertezza. L’arte telematica comprende un largo schieramento di media: hypermedia, videotex, telefacsimile, video interattivi, animazione al computer e simulazione, teleconferenze, scambi di testi, trasferimenti di immagini, sintesi di suoni, telemetri (?) e sensi remoti (?), strutture cibernetiche e architetture intelligenti. Queste sono semplicemente larghe categorie di tecnologie che si evolgono costantemente – biforcandosi, congiungendosi, ibridandosi – con un ritmo accelerato.
  
Ascott, R. 1996. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Behaviourables and Futuribles. in: K. STILES and P. SELZ, eds. Theories and Documents of Contemporary Art. Berkeley: University of California Press, pp. 396, 489-498.
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Allo stesso tempo cambia lo stato dell’oggetto d’arte.L’oggetto d’arte dominante culturamente come focus esclusivo (un insolito corriere di un insolito contenuto) è rimpiazzato da un’interfaccia. Al posto di un lavoro artistico come finestra sopra una realtà composta, risolta, ordinata, abbiamo, attraverso l’interfaccia, una via d’uscita verso l’indicibilità, uno spazio di dati di significati e materiali potenziali. Il focus dei cambiamenti estetici dall’oggetto osservato al soggetto partecipante, dall’analisi dei sistemi osservati al (secondo ordine) di sistemi osservanti di cibernetica: il principio di immateriale e partecipatorio. Perciò, interfacciandosi coi sistemi telematici, il contenuto è creato piuttosto che ricevuto. Per lo stesso motivo, il contenuto è sbarazzato dall’interfaccia dal suo reinserimento, trasformato dal processo di interazione, indietro dentro la rete per la sua memoria, distribuzione ed eventuale trasformazione sull’interfaccia di altri utenti, su altri nodi d’accesso attraverso il pianeta.
  
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<b>Cultura telematica significa</b>, in breve, quello che noi non pensiamo, vediamo, sentiamo in isolamento. La creatività è condivisa, la paternità è distribuita, ma non in maniera da negare la sua individuale autenticità o potere di auto creazione, come piuttosto hanno potuto fare in passato i rudimentali modelli di collettività. Al contrario, la cultura telematica, amplifica le capacità individuali per azione e pensiero creativo, per una esperienza più vivida e intensa, per una percezione più informata, consentendo la partecipazione di visione globale attraverso l’interazione networking con altre menti, altre sensibilità, altri sensi e sistemi di pensieri attraverso il pianeta – pensiero che circola su un mezzo di dati attraverso una molteplicità di strati di differenze culturali, geografiche, sociali e personali. Il networking supporta senza fine la ridescrizione e la ricontestualizzazione così che nessun linguaggio o codice visuale sia definitivo e nessuna realtà sia ultimata. Nella cultura telematica, il pluralismo e il relativismo formano le configurazioni delle idee – di immagine, musica e testo – che circolano nel sistema.<br>
  
Roy Ascott
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E’ il computer il cuore di questo sistema di circolazione, e, come il cuore, lavora al suo meglio quando è invisibile. Al momento il computer è una presenza fisica, materiale, sta molto con noi; domina i nostri inventari o strumenti, applicazioni e apparati come una macchina definitiva. Nei nostri ambienti artistici ed educativi è ancora tutto troppo solido, un blocco computerizzabile di poesia e immaginazione. Non è trasparente, non è ancora completamente capito come sistema puro, una matrice di trasformazione universale. Un computer non è prima di tutto una cosa, un oggetto, ma una serie di comportementi, un sistema, attualmente il sistema dei sistemi. I dati costituiscono la sua lingua franca. E’ l’agente del campodati, il costruttore dello spaziodati. Dove vien visto semplicemente come uno schermo che presenta delle pagine di un libro illuminato, o come una luce che dipinge internamente, allora non ha valore artistico. Dove la sua considerevole volocità di processione è usata semplicemente per simulare rappresentazioni filmiche o fotografiche, diventa un agente di voyerismo passivo. Dove l’accesso al suo potere di trasformazione è contrastato da una tastiera da macchina da scrivere, l’utente è forzato in una posizione di un impiegato. La tavolozza elettronica, la penna luminosa e perfino il mouse, ci legano a pratiche del passato. Il potere della presenza del computer, particolarmente il potere dell’interfaccia che forma linguaggio e pensiero, non può essere sovrastimato. Non bisogna esagerare dicendo che il "contenuto" dell’arte telematica dipenderà in larga misura dalla natura dell’interfaccia; vale a dire: il modo di configurazioni e assemblaggi dell’immagine, del suono e del testo, il modo di ristrutturazione e articolazione dell’ambiente che l’interattività ha potuto fruttare, sarà determinato dalle libertà e dalla fluidità disponibili sull’interfaccia.<br>
  
== Connectivity: Art and interactive telecommunications ==
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L’essenza dell’interfaccia è la sua potenziale flessibilità; si possono ricevere e spedire immagini sia fisse che in movimento, suoni costruiti, sintetizzati o semplici, testi scritti e parlati. Può essere calore sensibile, corpo che reagisce bene, cosciente di rispettare l’ambiente. Può rispondere in punta di piedi (?), con l’arabesco di una danza, con la direzione dello sguardo dell’osservatore. Non è solo articolare ambienti fisici col movimento, il suono o la luce; è un ambiente, un’arena, un dataspazio in cui l’arte distribuita dalla simbiosi di umano/computer può essere ricostruita, la domanda del suo contenuto cibernetico. Ogni singola interfaccia di computer è un aspetto dell’unità telematica tale che essere in essa o in un’altra interfaccia significa essere in presenza virtuale di tutte le altre interfacce della rete di cui è parte. Questo, nel networking, può essere definito come principio "olomatico". E’ così perché tutti i dati che circolano da qualunque nodo di accesso alla rete sono equamente e allo stesso tempo contenuti nella memoria di quella rete: essi sono disponibili, attraverso il cavo o il collegamento satellitare, da ogni parte del pianeta in ogni ora del giorno e della notte, agli utenti della rete (che, per comunicare gli uni con gli altri, non hanno bisogno di essere allo stesso posto nello stesso tempo).
  
, vol. 24, n. 2, 1991)
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<b>All’obbiezione che tale visione globale</b> dell’emergente arte planetaria sia acriticamente euforica, o che la prospettiva di una cultura telematica con il suo Gesamtdatenwerk di realtà hipermediate sia troppo grandiosa, potremmo forse ricordarci delle sensibilità essenzialmente politiche, sociali e economiche di quelli che misero i fondamenti concettuali del campo dei sistemi interattivi. Questo prospetto culturale implica una politica telematica, comprendente la caratteristica del feedback, autodeterminazione, interazione e creatività collaborativa, non diversamente dalla "scienza del governo" per cui, oltre 150 anni fa, A. M. Ampere coniò il termine "cibernetica", termine rinvigorito e umanizzato da Norbert Wiener in questo secolo. Contrariamente al determinismo e positivismo piuttosto rigidi che hanno formato la società fin dall’Illuminismo, comunque, queste caratteristiche accoglieranno nozioni di incertezza, caos, autopoièsi, contingenza e il secondo ordine cibernetico dell’indistinto – una vista di sistemi di un mondo in cui l’osservatore e l’osservato, creatore e utente, sono inestricabilmente collegati in un processo di costruzione di realtà – tutte le nostre numerose separate realtà interagenti, "scontranti", riformanti e risonanti dentro la noosfera (sfera del pensiero) telematica del pianeta.
     
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La nostra esperienza sensoriale comincia extrasensorialmente, come la nostra visione è valorizzata dai dispositivi extrasensoriali della percezione telematica. Il computer accorda l’invisibile col visibile. Elabora quelle connessioni, collusioni, sistemi, forze e campi, trasformazioni e trasferimenti, adunanze caotiche, e gli ordini superiori di organizzazione che situano la nostra visione fuori dal livello grossolano della percezione materiale offerta dai nostri sensi naturali. Alla nostra quotidiana percezione senza aiuto, per esempio, è totalmente invisibile la fluidità di fondo della materia, la danza indeterminata degli elettroni, lo "snap, crackle, e pop" dei quanti, il "tunnelling" e le trasposizioni che presenta la nuova fisica. E’ questa sequenza di avvenimenti, queste nuove esilaranti metafore dell’esistenza, non lineare, incerta, stratificata e discontinua, che il computer può riscrivere. Con il computer, presi insieme in un abbraccio telematico, possiamo sperare di intravedere l’inosservabile, di cogliere l’ineffabile caos del divenire, l’ordine segreto del disordine. E più noi vedremo, sempre meno vedremo il computer. Diventerà invisibile nella sua immanenza, ma la sua presenza sarà palpabile per l’artista ingaggiato telematicamente nel processo mondiale di autopoièsi, auto – creazione planetaria.<br>
  
Connettere : arte e telecomunicazioni interattive.
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La tecnologia dei media computerizzati e dei sistemi telematici non è lontano dall’essere vista semplicemente come un set di tali complicati strumenti che prolungano la gamma di pittura e scultura, di esecuzioni musicali, di pubblicazioni letterarie. Ora può essere vista come supporto all’intero nuovo campo di sforzo creativo, che è così radicalmente diverso da quei generi artistici radicati, come essi sono diversi l’un l’altro. Un nuovo veicolo di presa di coscienza, di creatività e espressione è entrato nel nostro modo di vivere. Anche se si occupa di tecnologia e di poesia, di virtuale e di immateriale, così come di palpabile e concreto, il telematico non può essere catalogato neppure come arte o scienza, nonostante si stia alleando in molti modi agli argomenti di entrambi. Uno sviluppo supplementare di questo campo significherà chiaramente una interdipendenza di competenze e aspirazioni artistiche, scientifiche e tecnologiche e, urgentemente, una formulazione di un’educazione transdisciplinare.<br>
  
Il sistema telematico ci ha avvicinato ad una nuova realtà virtuale. L'ultimo pensiero del XVIII sec. presentava un mondo di certezza e determinatezza, nel quale soggetto e oggetto, mente e materia, arte e scienza erano definite, separate e categorizzate. Quella visione si è sgretolata, quello non era il vero mondo, ma è stata sufficiente per combattere la superstizione ed è stata capace di incrementare il sogno della ragione. Questa certezza sembrava reale, tanto che molti artisti, per secoli, ne sono stati
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Così, collegare l’antico procedimento Navajo di dipingere con la sabbia all’imaging digitale dei moderni super computers attraverso silicone comune, che serve ad entrambi come pigmento e come pezzo di processore, è qualcosa di più che un’ironica fantasia. L’ambizione olistica della cultura dei Nativi Americani può essere parallela alla potenzialità olistica dell’arte telematica. Più che a un espediente tecnologico per un interscambio di informazioni, la rete offre molte infrastrutture per uno scambio spirituale che potrebbe condurre a una armonizzazione e a uno sviluppo creativo dell’intero pianeta. Con questo prospetto, che può apparire nella nostra oscura corrente fin de siècle, ingenuamente ottimistico e trascendentale, la metafora dell’amore nell’abbraccio telematico non può essere interamente malriposta.
sicuri, ma non tutto quello che è " solido profuma nell' aria". Il reale era solo virtuale,
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dopo tutto.Noi ora abbiamo un paradosso diverso da trattare, da onorare, il virtuale sta diventando
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reale; tramite i sistemi mediatici di memoria, di comunicazione stiamo riscrivendo e
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ricostruendo il mondo, incrementiamo quello che è essenzialmente un dataspace, ambiente telematico e realtà virtuale. Anche se una costruzione telematica è virtuale noi la viviamo come se fosse reale, questo perché in ogni periodo la realtà è sempre stata costruita e mediata dall'ultima tecnologia, così come il linguaggio umano si configura nelle varietà tecnologiche, filosofiche e culturali. La telecomunicazione interattiva è prima di tutto un linguaggio: fornendo un nuovo linguaggio risulta positiva per l'uomo perché è segno di cooperazione, creatività e trasformazione. Questa tecnologia non è fatta per un monologo, ma per una conversazione: è aperta, completa, senza fine, incita anche a connettere l'individuo con altri.
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Questo paradosso del virtuale come reale e del reale come virtuale è stato uno dei dibattiti di filosofi ed esteti, mentre ora questo è nel pensiero di tutti. La domanda del perché l'uomo si trovi qui, che ha creato tanta angoscia da Husserl a Heidegger, per esempio, è stata trattata con creatività da artisti usando la tecnologia delle comunicazioni, con la creatività della presenza umana e la presenza di creatività in uno spazio elettronico: è questo di cui la pubblicazione.
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I nuovi sistemi di comunicazione telematica crescono fino a  raggiungerne di nuovi facendosi qualificare dalla presenza umana e, tramite questa, raggiungono fascino ed erotismo.  
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Semplicemente, questa è una qualità, quella di essere in luogo e contemporaneamente anche in altri, in uno e nello stesso tempo in entrambi, qui e là simultaneamente o in modo asincrono. Una presenza in un posto e in un tempo si può mescolare o integrare di presenze in un altro spazio e nel tempo. Questa è una esperienza nuova nel repertorio delle capacità umane. Incontrare in un dataspace vedendosi
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virtualmente faccia a faccia e non materialmente e non in un posto reale  geograficamente con tempi reali o asincroni tramite computer è un' esperienza eccellente ma impegnativa. L' artista che cerca di fare un lavoro creativo ha bisogno di maggiore acume sulla natura di quest’ arte. L' arte nel dataspace e nelle telecomunicazioni è sempre incompleta, per interagire, interfacciare, con esso bisogna almeno in parte conoscerlo per crearlo. Nell' arte telematica non c'è creazione senza partecipazione e non
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c'è partecipazione senza distribuzione. Questa pubblicazione tratta di interattività nell'arte, arte che intende cultura come connessione. Per essere qui e là in un paese di telepresenza si possono usare reti di computer, video interattivi, scanner, trasferimenti di immagini digitali, teleconferenze, video telefono tramite comunicazione online per telefono, o cavi o satellite. Tutto questo viene molto usato per questa arte, per le sue istituzioni, per il suo mercato, per coloro che creano e per coloro che consumano.Sia lo stato dell' arte che degli artisti cambia radicalmente in questo ambiente; c'è,
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quindi, una rottura molto grande con il valore estetico istituzionalizzato, cos' come c'è una continuità con quelle strategie creative che hanno inserito, attraverso l' arte del XX sec., la celebrazione del cambiamento, della sorte, dell' incertezza, dell' ambiguità e dell' incompletezza, tramite Marcel Duchany, jackson Pollock, Janes Joyce e John Cage, per esempio, come tutti quegli scrittori e musicisti che misero le basi di quella che è chiamata la visione cibernetica. In questo scenario di sviluppo ricorrente, permeato di pensatori, filosofi e critici, come Nietzche, Bateson, Wienier, Derrida e Rorty, la responsabilità del significato viene divisa, la creatività e l' autorità è dispersa.
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L' arte non viene vista a lungo come a un affare lineare, trattata  in armonia nella sua
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completezza e risoluzione, per una finalità composta e ordinata. Tuttavia è senza fine, in un continuo cambiamento anche virtuale. Questa realtà si sta formando, non è già formata, celebra un processo incorporando un sistema e abbraccia il caos. La tecnologia di queste trasformazioni realizza un profondo desiderio umano: trascende le limitazioni del corpo e dello spazio, evitando le parole, sconfiggendo le metafore di sé e dell'identità che aliena e isola imprigionando la mente in sistemi egocentrici. Il nostro bisogno di evadere, di connetterci, per espandere noi stessi per distribuirci in una società più grande, questo è il futuro dell' arte che è la cosa più rilevante del sistema telematico.
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L'interfaccia di questi sistemi non è un finestra per una realtà ordinata, come presentata nell' arte rinascimentale, ma una via per una realtà in continua trasformazione, la soglia per mondi diversi nei quali possiamo muoverci in modo creativo, incontrarsi e sviluppare il nostro io.
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L'interattività telematica non è stata la causa, come succedeva per il Romanticismo del XIX e XX sec. quando l' artista, come protagonista dell' arte, generava idee che erano rappresentate e visualizzate come oggetti artistici. Ora l' artista interagisce in uno spazio elettronico con altri che usano la telematica( la parola fortunatamente perde la sua provenienza estetica ), il comportamento dei quali è visualizzato così da creare una presenza. Questa arte, il cui soggetto è la connettività umana, ci ha portato in un abbraccio telematico su monitor in ambienti articolati, si trova trasformata
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dall'interazione, da queste presenze virtuali, espansioni digitali degli utenti collocati lontani l' uno dall' altro nel tempo e nello spazio. In nessun modo, col quale essi possono aver accesso al sistema attraverso interfacce  diverse come tastiere, mouse, touch screen, comandi vocali e data gloves, auricolari e altri modi spesso invisibilmente complessi, la cui interazione per creare immagini, suoni o testi può interessare intelligenze artificiali, banche dati, in nessun modo possono coinvolgere, per esempio,  laserdisk, hipermedia, Rom (memoria di solo lettura) o Ram (memoria ad accesso casuale).
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L'esperienza dell' essere qui disperso nello spazio rimane fuori dal tempo. In questo campo di creatività l' arte non è creazione, ma trasformazione, le sue ipotesi sono transitorie. La risoluzione estetica dà il via ad un' evoluzione connettiva. Noi possiamo pensare ad un' immaginazione collettiva, nella quale la sensibilità individuale è elevata, la percezione è estesa, i pensieri ampliati, la consapevolezza allargata in una visione globale. La paura che la nuova tecnologia potrebbe portare ad una cultura omogenea,
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uniforme si è dimostrata grandemente infondata. La varietà, la ricchezza di idee, immagini, progetti ed esperienze, che il sistema interattivo telematico può valorizzare, viene ben dimostrata dagli artisti presentati in questa pubblicazione. Attraverso le tecnologie delle comunicazioni interattive il semplice contatto umano nel locale spazio fisico diviene una super connessione in un profondo data space. Il di più non significa il meglio specialmente in un contesto di una società "informativa" dominata dagli interessi industriali, militari e commerciali. Alle telecomunicazioni di tecnologie computerizzate
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che esplorano la creatività individuale e la percettività trasversale multiculturale l'interazione planetaria è aperta. Questa pubblicazione si rivolge alle opere artistiche che hanno portato questo cambiamento. Noi siamo artisti di una cultura telematica emergente che spiega e dimostra i modi diversi di comunicazione usando qualsiasi genere di tecnologia sia bassa che alta, che insieme costituiscono un modo nuovo di connettività. La nostra è un' arte di interattività che coinvolge l' uso umano della comunicazione computerizzata e la teleprensenza elettronica, che noi crediamo apporti un grande potenziale e una grande speranza per il prossimo millennio dove l' essere umano possa cooperare e creare.  
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==Bibliografia:==
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©Roy Ascott 1989
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First Published:
  
ROYASCOTT
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* Ascott, R. 1990. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Art Journal. New York: College Arts Association of America. 49:3. pp. 241-7.
Bristol, January 1991 Co-Guest Editor
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References
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1 . The phrase is from Karl Marx and is ched in Marshall Berman, All That Is solid melts  into Air: The experience of  Modernity (New York: Simon and Schuster, 1962)
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2. R. . 4, 247-264 (1966) and 10, No. 1, 25 – 56 (1967),
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3. R. Ascott, “la There Love in the Telematic Embrace?
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4. R. Ascott, "Superconnectivity in Deep Dataspace", Anthologie  Medienkunste/Anthology Media Art (Osnabruck: Medienkunste festival, 1988) pp. 332- 336
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== La Pieghettatura del testo ==
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Roy Ascott et al
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La Plissure du Texte, 1983
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DISPLAY 26.
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55
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NO.255 CC FROM NORM  TO NORM SENT 18.59 08/12/1983
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FROM BOB  TO NORM SENT 19.27 16/11/1983
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FELICE DI VEDERTI SU ARTEX, NORMAN, MI DISPIACE L'IDEA CHE NON CI SIANO ANCORA NOVITÀ SULLA DESCRIZIONE DI ARTEX. SPEDIRÒ UNA COPIA DI QUESTO A JKA (JOACHIM ....) PER RICORDARGLI LA SUA PROMESSA DI FARLA QUESTA SETTIMANA.
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NON DOVREBBE SORPRENDERTI SENTIRE CHE STA PIOVENDO, QUI A VANCOUVER.
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APPENA ARRIVATO VIA CHICAGO E SA SEATTLE DOPO NUMEROSE DEVIAZIONI DOVUTE AL TEMPO E ALL'INCOMPETENZA... HO HUM.
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RE: LA TUA DOMANDA SULLA TRADUZIONE... SÌ, SARÀ POSSIBILE SPEDIRE IN INGLESE E IN FRANCESE. ROY ASCOTT È INGLESE E IL SUO CONTRIBUTO SARÀ PLAUSIBILE IN INGLESE. SAREBBE IDEALE ANCHE SE UNO PROVASSE A SCRIVERE IN FRANCESE IN MODO DA CONTATTARE PIÙ PUBBLICO A PARIGI DIRETTAMENTE.
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PENSO ANCHE CHE SIA MOLTO IMPORTANTE CHE NEL NOSTRO PROGETTO SI EVITI L'INCLINAZIONE INNATA ALLA LINGUA INGLESE DEL MONDO ELETTRONICO. PROVIAMO A LASCIARE UN 50% AL CONTRIBUTO FRANCESE...
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DA PEETER SEPP PRIMA CHE IO PARTISSI .... SI FARÀ SENTIRE.
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CIAO
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BOB
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DISPLAY 256
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NO.256 FROM NORM  TO NORM SENT 19.02 08/12/1983
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NORM, QUESTO È IN RISPOSTA AL TUO 91. TI HO SPEDITO TRE MESSAGGI SULL'ARTE DI BOB 767 CORREZIONE 767 COMPAC CHE TU NON HAI RACCOLTO. ESSENZIALE FARE DSO.
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RISPOSTA ALLA TUA DOMANDA: RISPONDI ALLA MIA LETTERA DEL 4 NOV, CONTRIBUTI DI TESTI IN INGLESE O IN FRANCESE O IN TUTTE E DUE LE LINGUE. MUOVITI LIBERAMENTE TRA LE DUE A SECONDA DELL'ISPIRAZIONE. NIENTE SARÀ TRADOTTO, TUTTO SARÀ STAMPATO COSÌ COME INSERITO. IN TUTTE LE POSTAZIONI CI SARANNO PERSONE CHE PARLANO INGLESE E FRANCESE.MUOVITI CREATIVAMENTE TRA LE DUE LINGUE.
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E' ESSENZIALE CHE MI CONFERMI DI AVER RICEVUTO TUTTI I MIEI PRIMI MESSAGGI NUMERO 8, 13, 116, 20, 21 RISPONDIMI IL PIÙ PRESTO POSSIBILE. CONFERMAMI ANCHE DI AVER RICEVUTO LA LETTERA DEL 4 NOV.
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CARI SALUTI. ROY
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SEND
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DIRECTORY
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DISPLAY 269
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NO.269 CC FROM NORM  TO NORM SENT 21.50 08/12/1983
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FROM NORM  TO NEXUS SENT 19.09 08/12/1983
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NO.328 FROM NORM  TO NORM SENT 20.55 10/12/1983
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SCAT-WISE E STREETOLOGICAL O UNA PUNIZIONE PIÙ PLEATED....
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È IL SUO DAVID GARCIA E ANNIE WRIGHT PSEUDONIMO DEL MASCALZONE DI AMSTERDAM.
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STIAMO LAVORANDO DA UNA BIBLIOTECA DI OCCULTISMO NEL COSMO, UN CENTRO DEVOTO A VARIE SFUMATURE DI MISTICISMO. UN RAFFINATO LAVORO (?) CHE SI FA QUI È’ DI INSTALLARE UNA MAPPA DEL MONDO CON I CARATTERI DA FIABA INDICATI DALLE FRECCE.
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SI SPERA DI APRIRE UNA SESSIONE ANCORA PRIMA CHE LO SCELLERATO TORNI(?), GIOVEDÌ STOP
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$SEND
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SE
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'SPACE
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RETURN
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NO.329 FROM NORM  TO NORM SENT 20.56 10/12/1983
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BLIX È PRONTO. ABBIAMO INSTALLATO TUTTO. IL NOSTRO STUDIO "SERVIZIO CULTURALE" È’ DI GIÀ’ UN VERO LABORATORIO DOVE NOI MANEGGIAMO RACCONTI DI FIABE.
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CIAO, PARIGI, COME VA?
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DISPLAY 330
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NO.330 FROM NORM  TO NORM SENT 20.56 10/12/1983
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ALOHA DALLE HAWAII.... GIUSTO PER CONFERMARE CHE ABBIAMO RICEVUTO TUTTI I MESSAGGI. C'È STATO QUALCHE MOMENTO DI ANSIA OGGI, QUANDO NON   
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POTEVAMO CONNETTERCI DOPO AVER CAMBIATO LA PASSWORD. IL PERSONALE DELLA I.P.SHARP, EFFICIENTE E UTILE, HA AGGIUSTATO TUTTO QUANTO.
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IL GRUPPO SI È RITROVATO LUNEDÌ PER COMINCIARE A SVILUPPARE I CARATTERI PRELIMINARI DI ]IL VECCHIO UOMO SAGGIO].  IL NOSTRO PRIMO CONTRIBUTO UFFICIALE SARÀ’ INTORNO ALLE 0300 DEL 9 DICEMBRE. SPEDIRÒ’ LA DATA DEL TERMINE DELLA NOSTRA SESSIONE DOPO QUESTO MESSAGGIO E QUANDO SARÒ’ DI NUOVO CONNESSO. JOHN SOUTHWROTH
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DISPLAY 331
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NO.331 FROM NORM  TO NORM SENT 20.57 10/12/1983
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BOB,
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1. C’E’ UN COMANDO PER FARE UN LAVORO REGOLARE COL TERMINALE ASCII (?) E TRADURRE I SIMBOLI CRAXI APL\  QUESTO AUMENTERA’ CONSIDEREVOLMENTE LA CONFUSIONE AI NUOVI LETTORI DI QUESTO FILE E SPECIALMENTE PER QUEGLI INTERVENTI IN FRANCESE.
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2. COME POTETE EDITARE GLI INGRESSI DI ARTEX\  C’E’ UN AIUTO IN LINEA\
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3. CI SONO ISTRUZIONI SU COME POSSIAMO USARE UN MICROCOMPUTER E CARICARE GLI INTERVENTI CHE ABBIAMO EDITATO SUL WORDPROCESSOR LOCALE\  PENSEREI CHE POTRANNO ESSERE SALVATI QUESTI E GLI INTERVENTI UTILI PER QUELLI DI NOI CHE HANNO UN PO’ DI ESPERIENZA... E RISPARMIEREMO IL TEMPO DI QUELLI AI NOSTRI SITI.    ALOHA
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JOHN SOUTHWORTH
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TOP
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DISPLAY 332
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NO.332 FROM NORM  TO NORM SENT 20.57 10/12/1983
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1. RE. MESSAGGIO DI CHIUSURA: CIO’ DI CUI HO BISOGNO E’ IL DATO DELLA TUA ULTIMA ISCRIZIONE PRIMA DELLA PARTENZA DEL PROGETTO (8 DIC., 17:00 GMT). HO BISOGNO DI QUESTO SOLO UNA VOLTA.
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2. CI SARA’ UN CAMBIAMENTO COL CODICE NEXUS, COSI’ CHE IL TUO CODICE E’ ESCLUSO DALLA LISTA DEI DESTINATARI.
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.…..JOAKIM
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DISPLAY 333
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NO.333 FROM NORM  TO NORM SENT 20.57 10/12/1983
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SALVE A TUTTI I PARTECIPANTI. QUI A VIENNA C’E BLIX. CHRISTINE BACKENSTRASS, ALICE WEBER, ZELKO WIENER E IL COORDINATORE HELMUT J. MARK. SIAMO AL TERMINALE TUTTI I GIORNI DALLE 4 POMERIDIANE ALLE 6 (GMT) NELLO STUDIO KULTUR- SERVICE, GRUENAGERG. 6
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A – 1010 VIENNA. SPERIAMO DI OTTENERE PIU’ INFORMAZIONI INTORNO ALLO SVILUPPO DELLA STORIA. L’APPRENDISTA STREGONE.
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DISPLAY 334
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NO.334 FROM NORM  TO NORM SENT 20.57 10/12/1983
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NON PIU’ LINGUAGGIO, QUI, SEPPELLITI SOTTO TONNELLATE DI NEVE, CONTIAMO SU DI VOI PER RIPRENDERCI, STIMOLANDO COSI’ IL RISVEGLIO DELLA BESTIA…
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NOI VINCEREMO…
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AGNES, ALAYN, LISE, CLAUDE, ROGER, ETIENNE, BASTIEN, COLETTE, MICHEL, PER IL MOMENTO…
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BUONGIORNO A TUTTI DAL QUEBEC!
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DISPLAY 335
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NO.335 FROM NORM  TO NORM SENT 20.58 10/12/1983
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OUR LAST LO8175
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OUR LAST LOGOFF DATA:
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8175  15.16.44  12
+
 
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08
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83  BBR
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CONNECTED    0.01.10  TO DATE    2.19.12
+
 
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CPU UNITS      3.159  TO DATE    149.763
+
 
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KILOCHARS      0.343  TO DATE    51.133
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FROM BRUCE
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DISPLAY 336
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NO.336 FROM NORM  TO NORM SENT 20.58 10/12/1983
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OUR LAST LOGOFF DATA:
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8175  15.16.44  12
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08
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83  BBR
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CONNECTED  0.01.10  TO DATE    2.19.12
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CPU UNITS    3.159  TO DATE    149.763
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KILOCHARS    0.343  TO DATE    51.133
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FROM BRUCE
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DISPLAY 337
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NO.337 FROM NORM  TO NORM SENT 20.59 10/12/1983
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C’ERA UNA VOLTA, PER LA STRADA, UNA DONNA, UN GIORNALISTA, UN COMPUTER, DEL BOSSO COTTO, DEI BISCOTTI SALATI DEL VINO UNA STANZA DIPINTA DI BIANCO.
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DISPLAY 338
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NO.338 FROM NORM  TO NORM SENT 20.59 10/12/1983
+
 
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+
 
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DISPLAY 339
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NO.339 FROM NORM  TO NORM SENT 21.00 10/12/1983
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IL PRINCIPE DEI TREDICI, CREATO NELLA NOSTRA PASSERELLA, CON TUTTE LE SUE PERSONALITA’ CHE GLI PERMETTONO DI VIVERE LE SUE VITE, IMMAGINI DI CALEIDOSCOPIO, TALE CH
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TALE CH’EGLI E’ INCARNATO NEI NOSTRI SPIRITI.
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DISPLAY 532
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NO.532 FROM NORM  TO NORM SENT 20.31 16/12/1983
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DISPLAY 601
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NO.601 FROM NORM  TO NORM,NEXUS SENT 19.47 19/12/1983
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LA FATA MADRE DI DIO
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SI E’ GIRATA VERSO LA SUA VECCHIA FIAMMA, E GLI HA FATTO GLI OCCHI DOLCI.
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“INCONTRARTI DI NUOVO E’ COME UN QUALCOSA AL DI FUORI
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DI UN ROMANZO DI ARLECCHINO (?). LASCIAMO INSIEME IL PARTY
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KIM CHEE, E’ COMUNQUE UN CASINO--- MA COME L’INFERNO,
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NON ERA IL MIO POSTO!
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IO SO PER CASO DOVE C’E’ UN ALTRO PARTY DOVE POSSIAMO PRECIPITARCI.
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COSI’ INVECE DI GUARDARE ESERCITAZIONI NAVALI,
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PERCHE‘ NON NE FACCIAMO NOI QUALCUNA?
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O PORTIAMO UN VASCELLO NELL’OMBELICO DEL MONDO?
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FAMMI AFFERRARE I REGALI CHE AVEVO INCARTATO, E INFILATI DENTRO
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DISPLAY 601
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NO.601 FROM NORM  TO NORM,NEXUS SENT 19.47 19/12/1983
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LA FATA MADRE DI DIO
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SI E’ GIRATA VERSO LA SUA VECCHIA FIAMMA, E GLI HA FATTO GLI OCCHI DOLCI.
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“INCONTRARTI DI NUOVO E’ COME QUALCOSA DI ESTERNO A UN
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ROMANZO DI ARLECCHINO. LASCIAMO INSIEME IL PARTY, KIM CHEE,
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C’E’ CASINO COMUNQUE… MA COME L’INFERNO, NON ERA IL MIO POSTO!
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STO ASPETTANDO DI SAPERE SE C’E’ UN ALTRO PARTY IN CUI POSSIAMO PRECIPITARCI.
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COSI’, INVECE DI FARE ESERCITAZIONI NAVALI,
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PERCHE’ NON NE FACCIAMO QUALCUNA NOI?
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O PORTIAMO UN VASCELLO NELL’0MBELICO DEL MONDO?
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DISPLAY 609
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NO.609 FROM NORM  TO NORM,NEXUS SENT 22.23 19/12/1983
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DISPLAY 609
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NO.609 FROM NORM  TO NORM,NEXUS SENT 22.23 19/12/1983
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DISPLAY 632
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NO.632 CC FROM NORM  TO NORM SENT 19.58 20/12/1983
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 17.41 08/12/1983
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IL PRINCIPE DEI TREDICI, CREATO NELLA NOSTRA PASSERELLA, CON TUTTE LE SUE PERSONALITA’ CHE GLI PERMETTONO DI VIVERE LE SUE VITE, IMMAGINI DI CALEIDOSCOPIO,
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TALE CH’
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TALE CH’EGLI E’ INCARNATO NEI NOSTRI SPIRITI.
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 17.45 08/12/1983
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IL PRINCIPE PENSO’, IO PENSO DI DOVER FARE QUALCOSA, IO PENSO DI DOVER FARE QUALCOSA.
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FROM TOMK  TO NEXUS SENT 17.50 08/12/1983
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WYAJ)LOAD 667 ARTEZXHJwx
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PERCHE’ PREOCCUPARSI – PERCHE’ FARE QUALCOSA. E’ DIVERTENTE GIUSTO
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LA DESTREZZA DELLE RANE, CERCANDO IL SIGNIFICATO NELL’ENTROTERRA.
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CON IL TEMPO SI ARRIVA A TUTTO…
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 17.57 08/12/1983
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L’APPRENDISTA STREGONE ATTENDE LO STREGONE
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 18.05 08/12/1983
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L’APPRENDISTA STREGONE SENTI’ LE PAROLE DEL POTERE, APRI’ I SUOI OCCHI E DISSE: “OH, CHE COSA FARA’ IL VECCHIO UOMO SAGGIO LONTANO DA QUI?
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DISPLAY 633
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NO.633 CC FROM NORM  TO NORM SENT 20.00 20/12/1983
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 18.11 08/12/1983
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UISIT UNA PIROGA IN PAROLE PER FUGGIRE L’OCCHIO CACODYLATE DELLO STREGONE.
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FROM TOMK  TO NEXUS SENT 18.09 08/12/1983
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IL FOLLE GUARDO’ NEL FONDO DEGLI OCCHI DI CACODYLATE --HA HA HA HA HA HO HO HO HO --
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PER IL SENSO
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FUORI
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 18.13 08/12/1983
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SPIACENTI, ABBIAMO FATTO UN ERRORE
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IL TESTO DOVREBBE ESSERE COME SEGUE:
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C’ERA UNA VOLTA UN APPRENDISTA STREGONE CHE SI COSTRUI’ UNA PIROGA IN PAROLE PER SFUGGIRE ALL’OCCHIO CACODYLATE DEL MAGO.
+
 
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FROM PLUS  TO NEXUS SENT 18.20 08/12/1983
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E LA BESTIA BIFIDA DI CHITAGAMA MANGIO’ DEGLI ABITANTI. E SUCCHIO’ ANCHE DELLE BALLE DI CLOROFILLA
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PER MIGLIORARE IL SUO ALITO. ESALAVA PERSINO UN LEGGERO ODORE DI PETROLIO. LE SUE SCAGLIE CADEVANO, I SUOI OCCHI SI ARROSSAVANO, FACEVA PAURA: LA SI E’ CREDUTAT LEBBROSA.
+
 
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ALLERGICA AL MERCURIO, SI AVVELENAVA…
+
 
+
 
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 18.19 08/12/1983
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GGGGSEND
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LA PIROCA GLI ERA STATA RUBATA DAL TRUFFATORE. IL SAGGIO DORME ANCORA E NEMMIENO L’ESAMOTEUR PUO’ RISVEGLIARLO
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R.
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+
 
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+
FROM TOMK  TO NEXUS SENT 18.39 08/12/1983
+
 
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IN MEZZO AL VOLO DELLE RANE UNA BESTIA IN LANDE SPERDUTE, SCOPRENDO IL MONITOR BUGIARDO BEN
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MANGIA UNO STRATO DI SABBIA.  ~Oo
+
SPOSTANDO VIA LA SABBIA,
+
CON IL SUO CAPPELLO
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+
IL FOLLE VEDE IL MESSAGGIO
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+
 
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Q U A K Q Q UAA K QUQ U A K  (QUAK)FROM TOMK  TO NEXUS SENT 18.52 08/12/1983
+
+
 
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FROM PLUS  TO NEXUS SENT 20.00 08/12/1983
+
 
+
LA BESTIA S’ISOLO’ DIETRO LE MONTAGNE, IN UNA VALLE GLACIALE, TRAPUNTA DI LAGHI. NON VIDE NESSUNO, NE’ NIENTE. SOLA, RITROVO’ LE SUE FORZE,
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RIPRESE L’ENERGIA SPARITA. FU ALLORA CHE DECISE DI RITROVARE L’UNIVERSO,
+
IL MONDO
+
L’OCEANO.
+
 
+
LASCIANDO IL SUO RITIRO, SI DIRESSE VERSO UNA GRANDE FORTEZZA, LUOGO ABITUALE DI FATE, NANI, STREGONI E STREGONI, DIVINATORI, MAGHI, FUNAMBOLI, TROVATORI, ALCHIMISTI E ALTRI SAGGI. BEN ACCOLTA, LEI CHE NON SI ERA
+
VISTA
+
DA MOLTO TEMPO. SI PRESERO LE SUE NOTIZIE. LA SI VESTI’ DI NUOVO, LA SI FESTEGGIO’,
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LA SI CIRCONDO’.
+
FU NOMINATA LA BESTIA DELL’ANNO.
+
.... BESTIA  DEE L  L  '  A N N O O ...........
+
AVENDO APPRESO CHE LA DISCORDIA A VOLTE SOPRAVVENIVA PERSINO TRA GLI ABITANTI DELLA FORTEZZA,
+
SI PRESE IL COMPITO DI FARE UNA VISITA A CIASCUNO. VESTITA PER LA CIRCOSTANZA.
+
AVEVA LEVIGATO I SUOI GRANDI DENTI, AVEVA ALLUNGATO ACCURATAMENTE LE SUE ORECCHIE SMISURATE E LISCIATE
+
UNA FRONTE VERDE E RUGOSA.
+
PER LA CIRCOSTANZA AVEVA TIRATO FUORI UN SORRISO BENIGNO E PERSUASIVO, E FU ALLORA
+
CHE PRESE IL SUO SLANCIO E ARRIVO’DA…
+
 
+
 
+
FROM TOMK  TO NEXUS SENT 20.11 08/12/1983
+
GRUPPO DI SAN FRANCISCO
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FILI DI SPAGO TRACCIANO IL SENTIERO DAL DESERTO ALL’ENTROTERRA, E DI NUOVO INDIETRO. L’OCCHIO, LA RANA, LA PIROGA
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PIROGA, L’OCCHIO CACODYLATE SEGUE I
+
+
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E SUPERFICIALE. MA SEMPRE FACILER
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FROM DGA  TO NEXUS SENT 20.20 08/12/1983
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$$$IL MIO NOME E’ CALIGOLA, QUALCUNO MI CHIAMA VILLANO. VI PARLO DAL PROFONDO NELLE VISCERE VIVENTI DI AMSTERDAM.
+
STO FERMENTANDO UN ORRENDO PLANIF C’E’ (?) QUALCUNO CHE CREDE CHE CI SIA DIO, ALLORA QUESTA STORIA FATATA NON E’ GRANDE ABBASTANZA PER ENTRAMBI NOI.
+
NESSUNO DI VOI CONOSCE LE MIE RAGIONI PERCHE’ NON CE N’E’ NESSUNA ..GIUSTO IL PIACERE DI UNA SENSAZIONE
+
MENO MALVAGIA..
+
 
+
FROM BRUCE TO NEXUS SENT 21.02 08/12/1983
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SPEDITO
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SPEDITO
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SE QUESTO CALICE PUO’ ESSERE
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ALLONTANATO DALLE MIE LABBRA,
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ALLORA LASCIATE CHE SIA COSI’,
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ALTRO MI E’ PERMESSO BERE A GRANDI SORSI
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DA DENTRO
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SPEDITO
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+
FROM BRUCE TO NEXUS SENT 21.45 08/12/1983
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CI SONO DEI BRONTOLII NEL SUD. FORSE E’ UN TUONO. CONSULTERO’
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IL VECCHIO UOMO SAGGIO E CERCHERO’ LA CAUSA DI QUESTO DISTURBO.
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NELLA DISTANZA IL PRINCIPE POTREBBE VEDERE UN BAGLIORE NEL CIELO. CIO’ NON E’
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BENE. HO BISOGNO DI CONSIGLIO, MA NON POSSO LASCIARE CHE LA GENTE SAPPIA CHE IO SONO TROPPO PREOCCUPATO.. LA PASSERO’ COME UNA PICCOLA COSA, SOLO IL FOLLE REAGIREBBE.
+
CON QUELLO IL DUDE CAMMINO’ SU E GIU’ I PASSI E MONTO’ IL SUO CAVALLO.
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SUA MOGLIE SI SEDETTE ASPETTANDO IN SELLA..FORSE TE’SOTTO EUCALIPTO,
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E’ PRESTO, ABBIAMO TEMPO. IL TEMPO E’ DALLA NOSTRA PARTE.
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DISPLAY 634
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NO.634 CC FROM NORM  TO NORM SENT 20.01 20/12/1983
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 21.59 08/12/1983
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IL PRINCIPE: NARRATIVA NELLO STATO DI SOGNO
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COME L’OSCURITA’ E LA VITA DELL’AL DI LA’ DI PIOGGIA
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MESCOLA DENTRO SQUALLIDE NEVICATE
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ROVESCIANTI (?)
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L’ULULATO DELLA TEMPESTA SI AVVICINA
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ADAGIANDO IL SONNO IN UN MARES SILENZIOSO
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INVIETRATA IN UNA LUCE DORATA
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(SOTTO, QUATTRO PINNAC, SENZA (?) UNA LUCE
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RIFLESSA
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IL MAGO: “VOI LA VEDETE COME
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LEI APPARE
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IL LIVELLO
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DEL MIO SOGNO          E SEMPRE CRESCENTE
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DALLA FOSCHIA
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IMPWDIMENTE E REALE.
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 22.07 08/12/1983
+
C’ERA UNA VOLTA UN PRINCIPE CHE ERA INVISNBILE E CHE VIVEVA IN UN
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CASTELLO IB INVISIBILE. IL PRINCIPE APPARE NEL MOMENTO IN CUI VIENE TROVATO IL VERO AMORE.
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IL CASTELLO INVISIBILER E’ SENZA TEMPO. HA I PENSIERI DI OGNI GENERE D’UOMO (?)DENTRO LE SUE MURA. LE DUE NUOVE INUTILI BATTAGLIE CHE SONO STATE FATTE DENTRO IL SUO REGNO SONO UN RISULTATO DELLA SUA INABILITA’ NEL BILANCIARE PUNTI DI VISTA DIFFWRENTI.
+
IL PRINCIPE DEVE SOPRAVVIVERE IN QUESTO MONDO DUALISTICO FINO A QUANDO VERRA’ TROVATA ARMONIA SINCERA E QUANDO IL XCASTELLO DELL’ARMONIA E DELLA PACE APPARIRA’ A TUTTII. IL PRINCIPE HA  PRO PROVATO PER MOLTI MESI A RISOLVERE QUESTO GRANDEI PROBLEMA ALL’INTERNO DEL SUO REGNO. IL RE E LA REGINA HANNO LASC LASCIATO IL CASTELLO E SONO ANDATI A SOGGIORNARE NEL SUD. UN GIORNO IL PRINCIPE DECIDE DI LASCIARE IL CASTELLO CON TUTTE LE FAZIONI IN LOTTA DENTRO LE MURA, E VA IN UNA FORESTA AJOINING PER INCONTRARE IL MAGO. STOP
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SPEDITO
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FROM BRUCE TO NEXUSS SENT 22.33 08/12/1983
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UNA VOLTA AL
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 22.36 08/12/1983
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SPEDITO
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?
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FROM BRUCE TO NEXUS SENT 22.49 08/12/1983FROM BRUCE TO NEXUS SENT 22.49 08/12/1983         
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IL PRINCIPE STA CORRENDO INTORNO IN UN CIRCOLO ELETTRONICO E UN BIT CON LA LUNA STORTA COL REGNO.. DOMANI, DISSE, “DOMANI ANCHE NEI QUARK. OH TU ANDRAI ANCORA QUI E LA’.. COME UN VECCHIO ECO. TI HO SENTITO DIRE: “VAI LA’ AF ANCORA. STOP
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 23.07 08/12/1983FROM BLIX  TO NEXUS SENT 23.07 08/12/1983
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GGGG
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FROM BLIX  TO NEXUS SENT 23.14 08/12/1983
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B  L  I  X
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e LACRIME e ROCK and ROLL
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FROM FRONT TO NEXUS SENT 01.42 09/12/1983
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IN PIROGA, VOGA, BEVENDO UN PO’ DI ZABAIONE, LA SUA PARRUCCA SULLA FRONTE
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(FRONTE OXCIDENTALE) PER NASCONDERE DALL’OCCHIO MALVAGIO.. OVELIEL.. OVELIEIL..
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OH LA VECCHIA OLIO D’OLIVA.. CHE INSALATA! ALICE PIANSE. STA PIANGENDO SUL TRISTE AMORE PER QUESTO MOSTRO COSI’ LONTANO. OH! FATA
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MADRE DI DIO, CARA NONNA, PRESTAMI LA TUA GRAMMATICA PER CAPIRE LE GGGGG DELL’APPRENDISTA STREGONE,
+
PER IO SONO PERSA IN UN MARE DI .. PAROLE. OH! CHE MAL DI MARE!
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FROM CAISY TO NEXUS SENT 04.01 09/12/1983
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LA STREGA:
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ZLA BUONA STREGA DEL SUD? LA CATTIVA STREGA DELL’OVEST? L’IMPERSCRUTABILE STREGA DELL’EST? O LA STREGA PIENA DI POTERE DEL NORD?
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SIDONIE HA DORMITO PER LUNGO TEMPO NELLA SUA PROFONDA E FAVORIVA BAIAN SOTTO LA ROCCIA DI AYER, L’OMBELICO DEL VECCHIO CONTINENTE DI GONDWANALAND.
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“L’HUMMING DI DIDGERIDOO – QUALCUNO STA CERCANDO DI ENTRARE IN CONTATTO CON ME. IO HO SOLO RANE SUL MIO SERVIZIO DI CRISTALLO. CHI HA MANIPOLATO LE MIE RANE? CHIEDENDO DELLE RANE, HO AVUTO UNO SPIACEVOLE BLOCCO NELLA MIA GOLA; NON LE AVRO’ PIU’ PER UN’ENTREE. QUELLO STUPIDO FOLLE NON PUO’ NEMMENO CUCINARE. COMUNQUE CHI LO HA MESSO FUORI DA ALCATRAZ? ORA CHE IO SONO FROGGED ON, E’ TEMPO DI METTERE A PUNTO UN INCANTESIMO O DUE. DOPO TUTTO, IO DESIDERO AZIONE PER DIVENTARE UNA STREGA CATTIVA. VOGLIO DIRE CHE QUESTO PRINCIPE AMMUTOLITO OVVIAMENTE NON SA CHE COSA FARE. IMMAGINARE DI ANDARE A UN PICNIC IN UN MOMENTO COME QUESTO! ORA DOV’E’ LA MIA VERRUCA? DEVO SISTEMARMI LA FACCIA PRIMA CHE ARRIVI LA BESTIA. MEGLIO FAR SCAPPARE LA RANA ORA. EHI, CHI HA DETTO RANA? QUELLO CHE STA ARRIVANDO E’ NEO CACODYLATE (?). A PROPOSITO DI NEO-CACODYLATE, QUELLA BESTIA HA AVUTO QUALCHE IDEA BRILLANTE PER RITROVARE IL MIO NUOVO BIT DI TUPPERWARE. 132 ANNI E’ UN LUNGO BIT PER FAR SBAVARE QUEL PRINCIPE SOPRA IL MIO CALICE NEL CASO DI UN SUO TRIONFO A NEW YORK (?).
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COS’E’ QUESTO TUONO? DEV’ESSERE LA BESTIA CHE ARRIVA! SONO PRONTA? LA VERRUCA E’ A POSTO? ECCOLA!
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WAGGA WAGGA, WOY WOY
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OODNADATTA, COOLANGATTA,
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BUDGEWOI
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TUTTAMURRA
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KAKADU!!!
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(PER AVERE INDICAZIONI SULL’EFFETTIVA PRONUNCIA DI QUESTO IDIOMA STRANIERO, PER FAVORE CONTATTATE LA PIU’ VICINA AMBASCIATA AUSTRALIANA!)
+
 
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FROM TOMK  TO NEXUS SENT 06.07 09/12/1983
+
 
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IL FOLLE:
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SULLA SELLA
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IL GALOPPANTE ADDLED AMICO
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DEL MONDO
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CHIAMATO PER UN RITRATTO – UN PRECIPITOSO RITRATTO
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E TENIAMOLO CURATO!
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BASTA AGIRE COME BESTIAME-
+
LANCIAMOCI A PUGNARE-
+
SULLA SELLA
+
IL MONDO COME UN LADLE (LADEL?)
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SOLLEVANDO GLI AMICI
+
CON LO STAIO          -
+
 
+
 
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SO CHE NON E’ EDUCATO MESCOLARE
+
MA CHE COSA E’ UNA META FORA?
+
 
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DESPLAY 635
+
 
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+
NO.635 CC FROM NORM  TO NORM SENT 20.03 20/12/1983
+
 
+
 
+
 
+
FROM ALOHA TO NEXUS SENT 07.59 09/12/1983
+
 
+
 
+
IL VECCHIO UOMO SAGGIO ALLE HAWAII
+
~HE (IL) VECCHIO UOMO SAGGIO,  ‘IMO [.].[.]  ‘IM [.]HEE, SDRAIATO SULLA SPIAGGIA, 
+
 
+
 
+
 
+
== La costruzione del cambiamento di Ascott Roy ==
+
 
+
  
Nel 1961, mentre gli Happenings di Allan Kaprow riportati in questa raccolta, stavano creando un forte stimolo a New York, a Londra Roy Ascott stava rielaborando l'arte ( e l'educazione all'arte) sui presupposti della cibernetica di Wiener. Il saggio qui riprodotto è la prima pubblicazione di Ascott su questo argomento, ed è uno dei primi scritti a sostegno del legame tra la cibernetica e l'arte; questo lo rende un documento fondamentale per la fusione tra le procedure tecnologiche e l'estetica e il design tipico dei nuovi media.  
+
* Ascott, R. 1996. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Behaviourables and Futuribles. in: K. STILES and P. SELZ, eds. Theories and Documents of Contemporary Art. Berkeley: University of California Press, pp. 396, 489-498.
Durante gli anni '60 il legame tra la cibernetica e l'arte continuò a costituire un settore di grande interesse. Più in ?, destinato ad avere una grande influenza, ridisegna i confini di questo dibattito, sottolineando la distinzione tra partecipazione e interazione.  
+
in questo settore e si riferisce ad un coinvolgimento ancora più esteso. Qui l'artista cerca di stimolare un'interazione bi-univoca tra le sue opere e lo spettatore, un processo che diventa possibile solo attraverso i nuovi strumenti tecnologici che creano una situazione in cui alle domande da parte dell'utente/spettatore viene risposto in modo efficace dall'arte stessa. La forma che queste opere prendono generalmente è quella di una rete globale che richiede un coinvolgimento ugualmente globale da parte dello spettatore. Di nuovo, . .
+
Quella di Popper può essere una distinzione molto utile, specialmente se per i suoi propositi vogliamo adottare una definizione più ampia di intelligenza artificiale rispetto a quella in uso nell'informatica tradizionale. ,
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Gli esercizi di Ascott, nella seconda parte di questo saggio, possono essere interpretati come arte smaterializzata (seguendo le istruzioni dell'arte di Yoko Ono) o come un resoconto diretto del lavoro personificato che Ascott aveva portato avanti alla Ealing School of Art; in ogni caso la loro lettura risulta molto utile.  
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[[Categoria:Ascott Roy]]
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[[categoria:Testo]]
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[[categoria:Testo di Ascott Roy]]
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[[categoria:Arte delle reti]]
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[[categoria:Arte telematica]]
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[[categoria:1989 d.c.]]

Versione attuale delle 11:47, 21 Mag 2013

Titolo:

Is There Love in the Telematic Embrace?

Autore:

Ascott Roy

Anno:

1989

Sito web:

Is There Love in the Telematic Embrace?

/

Descrizione:

L’ultimo decennio ha visto le due potenti tecnologie di informatica e di telecomunicazione convergere in un solo campo operativo che ha compreso altri media elettronici, quali i video, la campionatura dei suoni, la comunicazione a distanza e una notevole varietà di sistemi cibernetici. Questi fenomeni stanno esercitando una enorme influenza sulla società e sul comportamento individuale, sembrano sempre più essere chiamati in causa nella domanda sulla natura dell’essere umano, dell’essere creativo, del pensare e del percepire, come se il rapporto tra di noi e il pianeta fosse veramente un tutto. La "cultura telematica" che accompagna il nuovo sviluppo consiste in una serie di comportamenti, idee, comunicazioni, valori e obbiettivi che sono considerevolmente diversi da quelli che avevano formato la società sin dai tempi dell’Illuminismo. Sono state generate nuove metafore e paradigmi culturali e scientifici, sono stati inventati nuovi modelli e nuove rappresentazioni della realtà, sono stati fabbricati nuovi modi espressivi.

Telematiche è un termine usato per designare le comunicazioni mediate dal computer in rete coinvolgendo telefono, cavo, e collegamenti via satellite fra individui e istituzioni geograficamente disperse che sono interfacciati da sistemi di elaborazione, dispositivi sensing remoti e capaci banche dati. Ciò coinvolge la tecnologia dell’interazione tra gli esseri umani e tra la mente umana e i sistemi artificiali di intelligenza e percezione. L’uso individuale della rete è sempre in potenza coinvolto nella rete globale, e il mondo è sempre in potenza in uno stato di interazione con l’individuo. Perciò, attraverso la vasta diffusione delle reti telematiche nel mondo intero, la quantità di elaborazioni e di densità di scambio di informazioni è incalcolabile. L’onnipresente efficacia della comunicazione telematica non è in dubbio, ma la questione in termini umani, dal punto di vista della cultura e della creatività, è: qual è il contenuto?

Questa domanda, che sembra essere al centro di molte critiche di arte espressa attraverso il computer e le telecomunicazioni, suggerisce una radicata paura che la macchina stia per dominare il divenire degli uomini e che il formalismo tecnologico cancelli i contenuti e i valori umani. A parte tutti i problemi di storie personali, di sogni, desideri, ansietà che informano il contenuto del ricco repertorio dell’arte, la domanda, in essenza, è chiederci: c’è amore nell’abbraccio telematico?

Nel tentativo di liberare il contenuto umano dalla forma tecnologica, la domanda viene più complicata dalla nostra tendenza crescente come artisti di fare incontrare immagini, suoni e sistemi di testo dentro sistemi interattivi che sfruttano lo stato dell’arte degli hypermedia e che assorbono tutto il sensorio, sebbene da mezzi digitali. Al di fuori di queste complessità tecnologiche, possiamo intuire l’emergenza di una sintesi delle arti. La questione del contenuto deve perciò essere indirizzata su che cosa possa essere chiamato Gesamtdatenwerk – lavoro di dati integrati - e sulla sua capacità di attrarre l’intelletto, le emozioni e la sensibilità dell’osservatore. Qui, però, si presentano più problemi, dato che l’osservatore in un sistema telematico interattivo è per definizione un partecipatore. Nell’arte telematica, il significato non è creato dall’artista, distribuito attraverso la rete e accettato dall’osservatore. Il significato è il prodotto di una interazione tra l’osservatore e il sistema, il contenuto del quale è in uno stato di continuo mutamento, di cambio infinito e trasformazione. In questa condizione di incertezza e di instabilità, non semplicemente a causa delle interazioni incrociate degli utenti della rete, ma perché il contenuto è racchiuso in dati essi stessi immateriali, è puramente una differenza elettronica, fino a che non viene ricostruito da un’interfaccia come immagine, testo o suono. Il sensorio erogato può essere differenziato oltremodo dal tipo di schermo, dalla costruzione articolata o materiale, dall’architettura, dall’ambiente o in uno spazio virtuale.

Tale punto di vista è in linea con un più generale approccio all’arte insito in un sistema culturale di comunicazioni, piuttosto che nell’oggetto d’arte come configurazione semantica fissa, il sistema nel quale l’osservatore tratta attivamente per i significati. In questo senso il networking telematico esplicita nella sua tecnologia e nei suoi protocolli ciò che è implicito in tutta l’esperienza estetica, dove tale esperienza è vista più creativa nell’atto produttivo dell’artista. La teoria classica delle comunicazioni, però, ritiene che la comunicazione avvenga su una via, dall’erogante al ricevente, in cui solo un "rumore" contingente nel canale può modificare il messsaggio (spesso, inoltre, confuso con il significato) iniziato alla sorgente della trasmissione. Questo è un modelloche vede l’artista come un erogatore e quindi ideatore di significati, come creatore e proprietario di immagini e di idee, come controllore di contesti e contenuti. E’ un modello che richiede, per il suo completamento, lo spettatore, al meglio, come abile decodificatore dei "significati" dell’artista o, al peggio, come un semplice ricettacolo passivo di tali significati. Dà origine all’industria della critica e dell’esegesi, in cui coloro che "capiscono" questo o quel lavoro artistico lo spiegano a quelli che sono troppo stupidi o ignoranti per capirlo senza aiuto. In questo scenario, l’arte e l’artista sono visti come il mondo e il suo creatore. La bellezza e la verità sia dell’arte che del mondo sono "là fuori" nel mondo e nell’opera d’arte. Sono fissi e immutabili così come l’universo materiale appare che sia. Il canone del determinismo decreta armonie e composizioni prefigurate, forme regolate e continuità di espressione, con unità e chiarezza assicurate da un consenso culturale e un’uniformità linguistica spartita allo stesso modo da artista e pubblico.

Il problema del contenuto e dei significati dentro la cultura telematica aggiunge intensità alla rubrica "Questione del Contenuto", sotto la quale è sviluppata la seguente riflessione su computer e arte: "Questione" è aperta a una pluralità di significati, nessuno dei quali è soddisfacente. La metafora del mare semantico, fluente e rifluente senza fine, di significato costantemente in mutamento, di tutto il mondo, parole, gesti e immagini in uno stato di indecidibilità, ha scosso avanti e indietro dentro nuove collusioni , si trova tanto nelle nuove scienze, nella quantistica, nel secondo ordine della cibernetica, o chaology, per esempio – quanto nell’arte che impiega concetti telematici o nella nuova critica letteraria che ha assorbito la teoria filosofica e sociale all’interno della sua pratica. Quest’alba di incertezza, di una danza gioiosa di significato tra strati di genere e sistemi metaforici, questa trama di tessuto stendibile di molteplicità di codici visuali e immaginazioni culturali era anche la promessa iniziale del progetto post moderno , prima che sparisse dentro il dominio della teoria sociale, lasciando solo il suo fragile corpo di pessimismo e disperazione.

Nel caso dei fisici, la variazione radicale nella metafora intorno al mondo e alla nostra partecipazione nella sua creazione e re – descrizione significa che la finestra della scienza sulla realtà è stata sconvolta dai numerosi tentativi di misurarla. J. Wheeler usa questa sintetica analogia:

Niente è più importante intorno al principio della quantistica di questo, che distrugge il concetto di mondo "seduto là fuori", con l’osservatore al sicuro, separato da esso da una ventina di centimetri di vetro piano. Perfino per osservare un così minuscolo oggetto come un elettrone, deve frantumare il vetro. Deve arrivare dentro. Deve installare il suo scelto equipaggiamento di misurazione. E’ sopra di esso se misurerà posizione o moto… la misurazione cambia lo stato dell’elettrone. L’universo in seguito non sarà più lo stesso. Per descrivere quello che è successo uno deve cancellare quella vecchia parola "osservatore" e mettere al suo posto "partecipatore". In qualche senso strano l’universo è un universo partecipatore.

Nell’ambito dei sistemi telematici e della domanda di contenuto e significato, la variazione parallela nell’arte dello stato di "osservatore" verso quella di "partecipatore", viene chiaramente dimostrata se, in relazione al principio quantistico noi sostituiamo a "quanti" "dati". In realtà, trovare tali analogie tra arte e fisica è molto di più che un giochino; la tela di connessioni tra nuovi modelli di teoria e pratica nelle arti e nelle scienze, in tutti i campi, è così pervasiva da suggerire un paradigma variato rispetto alla nostra vecchia visione del mondo, una ridescrizione della realtà e una ricontestualizzazione di noi stessi. Cominciamo a capire che possibilità e cambiamento, caos e indeterminatezza, trascendenza e trasformazione, l’immateriale e il noumeno sono termini al centro della nostra autoconoscenza e le nostre nuove visioni della realtà. Allora quando, potrebbe un contenuto – un insieme di significati - essere trattenuto dentro arte telematica quando ogni aspetto del networking in "dataspace" è in uno stato di trasformazione e di divenire? La tecnologia di molte telecomunicazioni mediate dal computer estende lo sguardo, trascende il corpo, amplifica la mente dentro imprevedibili configurazioni di pensiero e creatività.

Nella storia recente dell’arte Occidentale fu Marcel Duchamp che per primo usò la metafora del vetro, della finestra sopra il mondo, e lo rivoltò sullo stesso per svelare l’invisibile. Vediamo in lavori conosciuti come La Sposa Messa a nudo dai suoi celibi, Even, Il Grande Vetro, un campo di realtà vetrosa in cui energia e emozione sono generate dalla tensione e dall’interazione tra maschio e femmina, naturale e artificiale, umano e macchina.

Il suo soggetto è attrazione nel senso di Charles Fourier o, potremmo persino dire, amore. Il Grande Vetro, nella sua essenza trasparente, comprende sempre entrambi i suoi ambienti e il riflesso di chi osserva. L’amore è contenuto in questo abbraccio totale; tutto ciò che scappa è ragione e certezza. Dalla partecipazione all’abbraccio, l’osservatore arriva ad essere progenitore della questione semantica. Il vetro come "terreno" ha una funzione e uno stato che anticipano quello del monitor come schermo di operazioni – di trasformazioni – e anche come sito di interazione e negoziazione di significato. Ma non è solo attraverso il Vetro che possiamo vedere Duchamp come profeta della modalità telematica. La stessa metafora dell’interazione del networking in un campo di incertezza, in cui l’osservatore è creatore e il significato è instabile, è implicito in tutti i suoi lavori. Ugualmente profetica nel Vetro è la barra orizzontale che unisce la parte superiore da quella inferiore del quadro e serve come metafora per una veduta a tutto tondo dello spazio del Rinascimento, incorporato nella tradizione pittorica Occidentale, dove la metafora della verticalità è usata insistentemente nei suoi monumenti e architetture, spesso emblemi non di aggressione, competizione o potere, sempre come visione di un tunnel. L’orizzontale, d’altra parte, è una metafora per la vista dell’occhio di un uccello, di un "dappertutto", di un "abbraccio totale", vista di sistemi olistici di strutture, relazioni e eventi, vedendo la quale si può includere l’ironico, l’indistinto e l’ambiguo. Questa è precisamente la condizione di percezione e di introspezione alla quale aspira il networking telematico.

Forse la metafora più potente di interconnessione e di abbraccio orizzontale nell’arte, prima dell’avvento dei mezzi telematici si può trovare nei lavori di J. Pollock. Qui l’arena orizzontale, uno spazio segnato fuori dalla superficie della terra è il "terreno" per l’azione e la trasformazione che diviene la pittura stessa. Pollock ha creato la sua potente metafora di connessione generando campi di intrecci, colloqui, ramificazioni, congiunzioni, scontri, attraversamenti, collegando linee di energia. Il suo spazio è tutto compreso e invitante, il suo immaginario porta con sé un senso di anonimato della paternità che abbraccia l’osservatore nella creazione del significato. Niente in pittura potrebbe essere più emblematico o profetico della consapevolezza della rete che sta emergendo con la cultura telematica.

Il nuovo ordine emergente dell’arte è quello dell’interattività, di "paternità disperse". Il principio è solo di eventualità e incertezza. L’arte telematica comprende un largo schieramento di media: hypermedia, videotex, telefacsimile, video interattivi, animazione al computer e simulazione, teleconferenze, scambi di testi, trasferimenti di immagini, sintesi di suoni, telemetri (?) e sensi remoti (?), strutture cibernetiche e architetture intelligenti. Queste sono semplicemente larghe categorie di tecnologie che si evolgono costantemente – biforcandosi, congiungendosi, ibridandosi – con un ritmo accelerato.

Allo stesso tempo cambia lo stato dell’oggetto d’arte.L’oggetto d’arte dominante culturamente come focus esclusivo (un insolito corriere di un insolito contenuto) è rimpiazzato da un’interfaccia. Al posto di un lavoro artistico come finestra sopra una realtà composta, risolta, ordinata, abbiamo, attraverso l’interfaccia, una via d’uscita verso l’indicibilità, uno spazio di dati di significati e materiali potenziali. Il focus dei cambiamenti estetici dall’oggetto osservato al soggetto partecipante, dall’analisi dei sistemi osservati al (secondo ordine) di sistemi osservanti di cibernetica: il principio di immateriale e partecipatorio. Perciò, interfacciandosi coi sistemi telematici, il contenuto è creato piuttosto che ricevuto. Per lo stesso motivo, il contenuto è sbarazzato dall’interfaccia dal suo reinserimento, trasformato dal processo di interazione, indietro dentro la rete per la sua memoria, distribuzione ed eventuale trasformazione sull’interfaccia di altri utenti, su altri nodi d’accesso attraverso il pianeta.

Cultura telematica significa, in breve, quello che noi non pensiamo, vediamo, sentiamo in isolamento. La creatività è condivisa, la paternità è distribuita, ma non in maniera da negare la sua individuale autenticità o potere di auto creazione, come piuttosto hanno potuto fare in passato i rudimentali modelli di collettività. Al contrario, la cultura telematica, amplifica le capacità individuali per azione e pensiero creativo, per una esperienza più vivida e intensa, per una percezione più informata, consentendo la partecipazione di visione globale attraverso l’interazione networking con altre menti, altre sensibilità, altri sensi e sistemi di pensieri attraverso il pianeta – pensiero che circola su un mezzo di dati attraverso una molteplicità di strati di differenze culturali, geografiche, sociali e personali. Il networking supporta senza fine la ridescrizione e la ricontestualizzazione così che nessun linguaggio o codice visuale sia definitivo e nessuna realtà sia ultimata. Nella cultura telematica, il pluralismo e il relativismo formano le configurazioni delle idee – di immagine, musica e testo – che circolano nel sistema.

E’ il computer il cuore di questo sistema di circolazione, e, come il cuore, lavora al suo meglio quando è invisibile. Al momento il computer è una presenza fisica, materiale, sta molto con noi; domina i nostri inventari o strumenti, applicazioni e apparati come una macchina definitiva. Nei nostri ambienti artistici ed educativi è ancora tutto troppo solido, un blocco computerizzabile di poesia e immaginazione. Non è trasparente, non è ancora completamente capito come sistema puro, una matrice di trasformazione universale. Un computer non è prima di tutto una cosa, un oggetto, ma una serie di comportementi, un sistema, attualmente il sistema dei sistemi. I dati costituiscono la sua lingua franca. E’ l’agente del campodati, il costruttore dello spaziodati. Dove vien visto semplicemente come uno schermo che presenta delle pagine di un libro illuminato, o come una luce che dipinge internamente, allora non ha valore artistico. Dove la sua considerevole volocità di processione è usata semplicemente per simulare rappresentazioni filmiche o fotografiche, diventa un agente di voyerismo passivo. Dove l’accesso al suo potere di trasformazione è contrastato da una tastiera da macchina da scrivere, l’utente è forzato in una posizione di un impiegato. La tavolozza elettronica, la penna luminosa e perfino il mouse, ci legano a pratiche del passato. Il potere della presenza del computer, particolarmente il potere dell’interfaccia che forma linguaggio e pensiero, non può essere sovrastimato. Non bisogna esagerare dicendo che il "contenuto" dell’arte telematica dipenderà in larga misura dalla natura dell’interfaccia; vale a dire: il modo di configurazioni e assemblaggi dell’immagine, del suono e del testo, il modo di ristrutturazione e articolazione dell’ambiente che l’interattività ha potuto fruttare, sarà determinato dalle libertà e dalla fluidità disponibili sull’interfaccia.

L’essenza dell’interfaccia è la sua potenziale flessibilità; si possono ricevere e spedire immagini sia fisse che in movimento, suoni costruiti, sintetizzati o semplici, testi scritti e parlati. Può essere calore sensibile, corpo che reagisce bene, cosciente di rispettare l’ambiente. Può rispondere in punta di piedi (?), con l’arabesco di una danza, con la direzione dello sguardo dell’osservatore. Non è solo articolare ambienti fisici col movimento, il suono o la luce; è un ambiente, un’arena, un dataspazio in cui l’arte distribuita dalla simbiosi di umano/computer può essere ricostruita, la domanda del suo contenuto cibernetico. Ogni singola interfaccia di computer è un aspetto dell’unità telematica tale che essere in essa o in un’altra interfaccia significa essere in presenza virtuale di tutte le altre interfacce della rete di cui è parte. Questo, nel networking, può essere definito come principio "olomatico". E’ così perché tutti i dati che circolano da qualunque nodo di accesso alla rete sono equamente e allo stesso tempo contenuti nella memoria di quella rete: essi sono disponibili, attraverso il cavo o il collegamento satellitare, da ogni parte del pianeta in ogni ora del giorno e della notte, agli utenti della rete (che, per comunicare gli uni con gli altri, non hanno bisogno di essere allo stesso posto nello stesso tempo).

All’obbiezione che tale visione globale dell’emergente arte planetaria sia acriticamente euforica, o che la prospettiva di una cultura telematica con il suo Gesamtdatenwerk di realtà hipermediate sia troppo grandiosa, potremmo forse ricordarci delle sensibilità essenzialmente politiche, sociali e economiche di quelli che misero i fondamenti concettuali del campo dei sistemi interattivi. Questo prospetto culturale implica una politica telematica, comprendente la caratteristica del feedback, autodeterminazione, interazione e creatività collaborativa, non diversamente dalla "scienza del governo" per cui, oltre 150 anni fa, A. M. Ampere coniò il termine "cibernetica", termine rinvigorito e umanizzato da Norbert Wiener in questo secolo. Contrariamente al determinismo e positivismo piuttosto rigidi che hanno formato la società fin dall’Illuminismo, comunque, queste caratteristiche accoglieranno nozioni di incertezza, caos, autopoièsi, contingenza e il secondo ordine cibernetico dell’indistinto – una vista di sistemi di un mondo in cui l’osservatore e l’osservato, creatore e utente, sono inestricabilmente collegati in un processo di costruzione di realtà – tutte le nostre numerose separate realtà interagenti, "scontranti", riformanti e risonanti dentro la noosfera (sfera del pensiero) telematica del pianeta.


La nostra esperienza sensoriale comincia extrasensorialmente, come la nostra visione è valorizzata dai dispositivi extrasensoriali della percezione telematica. Il computer accorda l’invisibile col visibile. Elabora quelle connessioni, collusioni, sistemi, forze e campi, trasformazioni e trasferimenti, adunanze caotiche, e gli ordini superiori di organizzazione che situano la nostra visione fuori dal livello grossolano della percezione materiale offerta dai nostri sensi naturali. Alla nostra quotidiana percezione senza aiuto, per esempio, è totalmente invisibile la fluidità di fondo della materia, la danza indeterminata degli elettroni, lo "snap, crackle, e pop" dei quanti, il "tunnelling" e le trasposizioni che presenta la nuova fisica. E’ questa sequenza di avvenimenti, queste nuove esilaranti metafore dell’esistenza, non lineare, incerta, stratificata e discontinua, che il computer può riscrivere. Con il computer, presi insieme in un abbraccio telematico, possiamo sperare di intravedere l’inosservabile, di cogliere l’ineffabile caos del divenire, l’ordine segreto del disordine. E più noi vedremo, sempre meno vedremo il computer. Diventerà invisibile nella sua immanenza, ma la sua presenza sarà palpabile per l’artista ingaggiato telematicamente nel processo mondiale di autopoièsi, auto – creazione planetaria.

La tecnologia dei media computerizzati e dei sistemi telematici non è lontano dall’essere vista semplicemente come un set di tali complicati strumenti che prolungano la gamma di pittura e scultura, di esecuzioni musicali, di pubblicazioni letterarie. Ora può essere vista come supporto all’intero nuovo campo di sforzo creativo, che è così radicalmente diverso da quei generi artistici radicati, come essi sono diversi l’un l’altro. Un nuovo veicolo di presa di coscienza, di creatività e espressione è entrato nel nostro modo di vivere. Anche se si occupa di tecnologia e di poesia, di virtuale e di immateriale, così come di palpabile e concreto, il telematico non può essere catalogato neppure come arte o scienza, nonostante si stia alleando in molti modi agli argomenti di entrambi. Uno sviluppo supplementare di questo campo significherà chiaramente una interdipendenza di competenze e aspirazioni artistiche, scientifiche e tecnologiche e, urgentemente, una formulazione di un’educazione transdisciplinare.

Così, collegare l’antico procedimento Navajo di dipingere con la sabbia all’imaging digitale dei moderni super computers attraverso silicone comune, che serve ad entrambi come pigmento e come pezzo di processore, è qualcosa di più che un’ironica fantasia. L’ambizione olistica della cultura dei Nativi Americani può essere parallela alla potenzialità olistica dell’arte telematica. Più che a un espediente tecnologico per un interscambio di informazioni, la rete offre molte infrastrutture per uno scambio spirituale che potrebbe condurre a una armonizzazione e a uno sviluppo creativo dell’intero pianeta. Con questo prospetto, che può apparire nella nostra oscura corrente fin de siècle, ingenuamente ottimistico e trascendentale, la metafora dell’amore nell’abbraccio telematico non può essere interamente malriposta.

Bibliografia:

©Roy Ascott 1989 First Published:

  • Ascott, R. 1990. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Art Journal. New York: College Arts Association of America. 49:3. pp. 241-7.
  • Ascott, R. 1996. "Is There Love in the Telematic Embrace?" Behaviourables and Futuribles. in: K. STILES and P. SELZ, eds. Theories and Documents of Contemporary Art. Berkeley: University of California Press, pp. 396, 489-498.