La Citta' degli Immortali

Tratto da EduEDA
Jump to: navigation, search
Videoinstallazione La Città degli Immortali

Titolo:

DIE STADT DER UNSTERBLICHEN (La Città degli Immortali)

Autore:

Franziska Megert

Anno:

1998-2001

Luogo:

Sito web:

Descrizione:

È una videoinstallazione con animazione al computer (tre proiettori, un videolettore stereo o un lettore DVD, 4 altoparlanti). L’artista presenta allo spettatore un viaggio simulato nell’architettura del tempo e dello spazio. È una fantasmagorica rivisitazione elettronica del racconto, dallo stesso titolo, di Jorge Luis Borges, grande inventore e narratore di città della mente e dei sensi. Tale rivisitazione può essere assunta come lente prismatica attraverso cui leggere la storia delle scelte di segno e di senso di Megert. Luci e ombre, colori e trasparenze, superficie e spigoli ne restituiscono le sfaccettature.

La città, emblematica e monumentale scultura dell’uomo costruita sotto un duplice sguardo, può essere contemplata come immenso cumulo di rovine e di detriti o, al contrario, come un nucleo pulsante di presenze e di forme in divenire: mappa che non cessa di disegnarsi, in tempo reale, sotto la pressione di soggetti e oggetti mobili, materiali e immateriali. Questo doppio aspetto non poteva non stimolare l’attenzione di una costruttrice e decostruttrice di luoghi della realtà e dell’immaginario come l’artista svizzera. Per entrare e uscire dai deserti dell’eternità, progettati dall’artista, occore attraversare lo specchio d’acqua, sprofondare metaforicamente nell’inconscio, occorre entrare in un paradosso temporale, per cui, se il tempo scorre da un inizio alla fine, la città è risucchiata dalle sue rovine, se invece esce dalle sue coordinate, per spaziare nell’infinito, è la vita a sparire, mentre la città è condannata alla solitudine del deserto. Sullo sfondo di questa visione apocalittica della metropoli scorrono la storia dell’architettura moderna, l’ipotesi regressiva del Post-Moderno, il fantasma di Atlantide e delle città-civiltà sepolte o consegnate alla Mitologia, il cui mondo metaforico interessa profondamente l’artista.

È un’opera concepita dall’artista nel 1998, subito dopo aver studiato la resa digitale dello spazio tridimensionale, in vista del video HOMMeAGE, del 1996.

Genere artistico di riferimento:

Videoinstallazione con animazione al computer

Bibliografia:

  • 2004, a cura di Fagone Vittorio, Solimano Sandra, Bianda Lorenzo, ARTE del VIDEO, Il viaggio dell’uomo immobile, videoinstallazioni, videoproiezioni, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, Lucca
  • 2004, Bordini Silvia, ARTE ELETTRONICA, Art Dossier, Giunti Editore S.p.A., Firenze.
  • 2000, Arrabal Fernando, DD Divine Diablesse, Edizione a.b. paris.
  • 2003, Glibota Ante, FRANZISKA MEGERT dall’immaterialità degli Angeli all’Architettura di Luce, Ny Arts, International Edition.

Webliografia: