Medium opto-mystic

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==Autore:== De Witt Tom

==Tratto da:== Radical Software, Vol. II, No. 3

==Titolo Originale:== Medium opto-mystic

==Traduzione di:== barbara benedetti

==Anno:== 1973

Titolo:

Mezzo ottico-mistico


Feedback è un termine usato per descrivere il processo di ritorno del segnale alla propria fonte. In TV e nei video il processo di feedback è molto più rapido che in una pellicola. Il video è un mezzo elettronico, e può elaborare informazioni ad un ritmo che si avvicina alla velocità della luce. Se facessimo un confronto tra video e pellicola, le qualità dei feedback costituirebbe la distinzione principale. L’efficienza con la quale i trasmettitori possono calcolare l’audience di TV e radio, contrasta fortemente con il processo usato per determinare il responso dell’audience ad un film. In un certo senso, l’effettivo feedback rende possibile vedere il proprio pezzo e addirittura arricchirlo, dal momento che rimanda al mittente un'immagine riflessa della sua trasmissione. I mezzi elettronici sono istantanei e il movimento ciclico dal mittente al ricettore e nuovamente al mittente rende possibile la comunicazione a doppio senso. Posiziona un microfono su un altoparlante e sentirai la potenza di un feedback elettronico. Il feedback attraverso mezzi elettronici può essere usato potenzialmente come finestra su una società che opera con una base temporale data dalla tecnologia del ventesimo secolo. Per l’artista la natura istantanea o in tempo reale del video ha una gamma di applicazioni separate. Il processo creativo è profondamente stimolato dall’immediata intuizione delle conseguenze di ogni decisione e azione compiute dall’artista. Esiste un movimento ciclico di feedback tra l’artista e l’oggetto che egli sta creando. Nella pellicola le conseguenze di ogni decisione rimangono letteralmente nell’oscurità finché la pellicola non viene montata. Per questo motivo la maggior parte degli attori di film richiede la presenza di un regista o di un pubblico dal vivo che diriga la propria prestazione. Il cineasta deve fare ipotesi precise e rischiare ciecamente mentre lavora, e poi attendere di verificare i risultati. Non tutti gli artisti visivi possono lavorare con tale menomazione. O consentono improvvisazione e spontaneità o sono tagliati fuori. Punta una videocamera verso un monitor che mostra l’immagine della videocamera, e vedrai una dimostrazione grafica della natura istantanea dello strumento. Questa tecnica produce una serie di riflessi apparentemente infinita come in una stanza di specchi. Inserisci un’immagine separata nella traiettoria del segnale, ed essa sarà riflessa in modo infinito, compiendo un movimento ciclico dal monitor alla videocamera e nuovamente al monitor. I modelli grafici creati con questa tecnica possono essere sorprendenti ed ipnotici. Questo è il mezzo che guarda a se stesso, che grida Ho qualcosa da dire!. Per gli artisti della danza, del teatro, della grafica e della musica, il video è uno specchio magico che dona loro punti di riferimento istantanei ad ogni movimento. L’aumentata efficienza dello strumento sul film agevola il processo creativo. Le prestazioni possono essere velocemente affinate; la sperimentazione sui nuovi usi dei mezzi si accelera ampiamente. Gli errori possono essere percepiti immediatamente, e il mezzo di registrazione rende addirittura possibile cancellare gli errori e riutilizzare lo stesso materiale per la registrazione. Il video è un terreno di gioco per pionieri dell’arte visiva e auditiva. Viviamo in un periodo di esplorazione…alla scoperta di un nuovo vocabolario visivo che, come l’armonia musicale, è un’astrazione unita direttamente attraverso le nostre emozioni. La profezia dell’ ottico-mistico è che realizzeremo realmente una nuova forma d’arte. Il feedback è una parte cruciale dello sviluppo di una nuova arte. Un’ ampia parte di ciò che viene proposto dovrebbe essere respinto, perché l’essenza dell’arte si basa su poche regole fondamentali della luce che appare e scompare nel brillante specchio del video. L’occhio capta l’80% delle nostre informazioni sensoriali; il catalogo delle sue percezioni si estende ben al di sopra di quello dell’orecchio. Il mezzo stampato può trasmettere un'emozione, ma non particolarmente attraverso il modello grafico. Una proposta provenne dalle scuole di pittura post-fotografiche. Questi artisti desideravano suscitare emozioni attraverso il movimento dei pennelli e il colore delle loro pitture. Con uno stretto movimento ciclico dalla tavolozza, alla tela, all’occhio, potevano volare attraverso un dipinto al giorno, accelerando il ritmo di feedback a una frequenza che si avvicina a quella di un film. Abbiamo ancora a che fare con una nuova scuola di artisti che esplora gli autentici concetti di spazio e tempo. Non appena il vocabolario base delle forme visuale e uditiva sarà stato dedotto dalla video sperimentazione in tempo reale, l’artista potrà rievocare gli effetti da pre-progettazioni tanti quanti un compositore compone per un’ orchestra. Il computer promette di essere uno strumento basilare per artisti grafici e nuovi compositori musicali. Un programma scritto per la luce, probabilmente, sarebbe impensabile senza l’ausilio di una macchina che gestisca la gran quantità di informazioni contenute in ogni fotogramma. Con una cellula fotoelettrica come pennello, l’artista sarebbe realmente capace di dipingere con la luce. Date ai tecnici direttive e tempo di pace, e loro sapranno creare uno strumento che renda le dimensioni di spazio e tempo in apparenza totalmente malleabili. La canzone delle sirene delle lanterne magiche ha fatto infrangere sulle rocce molti giovani artisti, ma dai pochi che hanno superato problemi economici, sociali e promozionali maneggiando le nuove arti di film e video, possiamo percepire la promessa del paradiso. Oggi la fotografia, come la parola duemila anni fa, è un mezzo magico che dona una parvenza di realtà ai voli di fantasia più indomiti. Mentre la poesia, al contrario della politica, è principalmente un evento privato. L’enfasi posta dalla nostra cultura sulle arti popolari oscura il fatto che grandi artisti hanno operato da soli, nell’intimo vuoto dell’ignoto. Poemi e dipinti modellati per soddisfare il gusto contemporaneo mancano del tocco personale che ha caratterizzato la grande arte occidentale. Dobbiamo accettare il fatto che quello che dovremmo vedere nell’arte è un qualcosa che non è ancora stato forgiato, un’immagine mentale alloggiata nel cervello di un artista che potrebbe non possedere mai gli strumenti per renderne nota la visione. L’uso del beneficio economico come motivazione per consentire la creatività, un proposito che così spesso vediamo in televisione, annienta la possibilità di sviluppare una nuova visione di questo nuovo mezzo. Dunque, un sacrificio economico deve essere compiuto, per poter permettere la crescita della nostra cultura. La decisione su come erogare fondi per accedere alle nuovi arti mediali dovrebbe essere presa da quei critici sensibili e artisti socialmente consapevoli, che sono in grado di anticipare la direzione che prenderà la massa. Recentemente abbiamo visto apparire festival cinematografici, commissioni di giurati, agenzie di concessioni guidate da pochi illuminati individui. Se l’arte è destinata ad avere un futuro, dobbiamo porre un po’ della nostra fiducia nelle mani di quei pochi che vivono alle frontiere del futuro.