NO AL RAZZISMO. Sl ALLA TOLLERANZA.: differenze tra le versioni
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La seconda fase della campagna, nell’estate del ’90, basa la violenza del messaggio su un’amara ironia: vignette di Chiappori e Altan riportano discorsi di ordinaria quotidianità che, ritratti impietosamente, diventano quadri di spietato razzismo.
Nel testo si ricorda che un’uguale capacità di pensiero è ciò che accomuna tutti gli uomini di qualsiasi colore e razza. | La seconda fase della campagna, nell’estate del ’90, basa la violenza del messaggio su un’amara ironia: vignette di Chiappori e Altan riportano discorsi di ordinaria quotidianità che, ritratti impietosamente, diventano quadri di spietato razzismo.
Nel testo si ricorda che un’uguale capacità di pensiero è ciò che accomuna tutti gli uomini di qualsiasi colore e razza. | ||
− | Nella terza fase, all’inizio del ’91, il messaggio si addolcisce con parole di speranza e immagini di bambini che rappresentano il futuro a cui guardare per imparare.
Nel secondo spot i protagonisti sono i giovani di tutte le razze che trovano comunione nei gesti semplici e quotidiani. Nella sua prima fase la campagna si realizza con uno spot di 30”, con una pagina su quotidiani e periodici e con affissioni. La seconda fase è realizzata con una pagina su quotidiani e periodici articolata in 8 soggetti (4 di Altan e 4 di Chiappori). La terza fase è realizzata con uno spot di 30” e una pagina su quotidiani e periodici. | + | Nella terza fase, all’inizio del ’91, il messaggio si addolcisce con ''parole di speranza'' e ''immagini di bambini'' che rappresentano il futuro a cui guardare per imparare.
Nel secondo spot i protagonisti sono i giovani di tutte le razze che trovano comunione nei gesti semplici e quotidiani. Nella sua prima fase la campagna si realizza con uno spot di 30”, con una pagina su quotidiani e periodici e con affissioni. La seconda fase è realizzata con una pagina su quotidiani e periodici articolata in 8 soggetti (4 di Altan e 4 di Chiappori). La terza fase è realizzata con uno spot di 30” e una pagina su quotidiani e periodici. |
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Versione attuale delle 16:21, 19 Dic 2007
Nella primavera del ’90 la prima fase della campagna esce con un’immagine forte, che fa molto discutere: un uomo nero crocifisso e parole dure definiscono il razzista come un essere inferiore.
La crudezza dell’immagine e il testo esplicito scuotono l’opinione pubblica.
La seconda fase della campagna, nell’estate del ’90, basa la violenza del messaggio su un’amara ironia: vignette di Chiappori e Altan riportano discorsi di ordinaria quotidianità che, ritratti impietosamente, diventano quadri di spietato razzismo.
Nel testo si ricorda che un’uguale capacità di pensiero è ciò che accomuna tutti gli uomini di qualsiasi colore e razza.
Nella terza fase, all’inizio del ’91, il messaggio si addolcisce con parole di speranza e immagini di bambini che rappresentano il futuro a cui guardare per imparare.
Nel secondo spot i protagonisti sono i giovani di tutte le razze che trovano comunione nei gesti semplici e quotidiani. Nella sua prima fase la campagna si realizza con uno spot di 30”, con una pagina su quotidiani e periodici e con affissioni. La seconda fase è realizzata con una pagina su quotidiani e periodici articolata in 8 soggetti (4 di Altan e 4 di Chiappori). La terza fase è realizzata con uno spot di 30” e una pagina su quotidiani e periodici.
Anno
1990-1991
Credits
Agenzia di pubblicità: Saatchi & Saatchi
Case di produzione: Film Master e B.B.E.