Open Access

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Open Access

DESCRIZIONE: La diffusione universale delle conoscenze scientifiche riveste nella crescita economica e culturale della società un'importanza fondamentale; oggi questa diffusione è ostacolata dai meccanismi che regolano i processi della comunicazione scientifica i quali, da qualche anno, stanno gettando le università in una profonda crisi che sta investendo tutte le discipline accademico-scientifiche. In questo delicato periodo si avverte in maniera eclatante che il modello attuale della comunicazione scientifica è in crisi per la sua insostenibilità economica: le università finanziano i progetti di ricerca, pagano gli accademici che li conducono e infine, attraverso le biblioteche, acquistano le pubblicazioni scientifiche a costi sempre maggiori. Le pubblicazioni di tipo tradizionale, quindi, divengono spesso una barriera all’accesso dei lavori scientifici che invece dovrebbero essere messi a disposizione della comunità nel più breve tempo possibile. Pertanto si è sentita la necessità di trovare una soluzione che permetta di restare all'avanguardia facendo attenzione all'allocazione delle risorse e al tempo stesso aumenti la visibilità della ricerca.

BIBLIOGRAFIA Guédon Jean-Claude, (2004) Per la pubblicità del sapere, Pisa, Edizioni Plus: http://bfp.sp.unipi.it/ebooks/guedon.html

Workshop nazionale: (2004) Gli atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura di ricerca: http://www.aepic.it/conf/index.php?cf=1

Budapest Open Access Iniziative: http://www.soros.org/openaccess/

Dichiarazione di Berlino: http://www.zim.mpg.de/openaccess-berlin/BerlinDeclaration_it.pdf


AUTORE: Patrizia Diliberto

ANNO: 2006


Gran parte della vita del sapere dipende dall’accessibilità alle informazioni. «Chi lavora nel mondo della ricerca ha bisogno di pubblicare. Dalle pubblicazioni - preferibilmente per editori e riviste prestigiose - dipendono per lo più le carriere accademiche.» Purtroppo, però, le pubblicazioni scientifiche fanno capo a riviste scientifiche che sono strettamente controllate dagli editori, i quali, gestendo effettivamente la proprietà intellettuale degli scienziati, vi pongono paletti e limiti. Tipicamente le pubblicazioni scientifiche tradizionali vengono finanziate con fondi di ricerca, cioè con il denaro pubblico, ma esse sono considerate beni privati, soggetti alle restrizioni legate al diritto d'autore. Sebbene il sapere dipenda dalla libertà e dall'accessibilità all'informazione, si perpetua un paradosso: ciò che viene finanziato da tutti, non è accessibile a tutti, anzi deve essere acquistato. Solitamente gli articoli scientifici, infatti, sono pubblicati su riviste specializzate a pagamento, cartacee o on line, che ogni università deve acquistare, impegnando in questo modo parte dei suoi fondi che potrebbero essere destinati diversamente. Inoltre, mentre l’acquisto di un documento cartaceo offre la possibilità di averlo sempre a disposizione, l’acquisto di un accesso è soltanto temporaneo e rende il testo non più un bene pubblico, ma un oggetto che rimane una proprietà privata, la cui accessibilità è riservata soltanto a chi può pagare e può essere in ogni momento revocata. Questo accesso a pagamento crea sperequazioni e aumenta il divario tra paesi più ricchi e più poveri, in quanto è ben diverso lo stanziamento che le università di un paese ricco possono dedicare all'accesso alla letteratura scientifica rispetto a quello di un paese più povero: in questo senso si parla di digital-divide scientifico ed ormai è sentire comune che esso debba essere affrontato e risolto. Il problema dei costi delle pubblicazioni e della circolazione delle idee può essere facilmente risolto grazie alla rete: Internet, infatti, rende possibile modificare radicalmente le realtà pratiche ed economiche della distribuzione del sapere scientifico e del patrimonio culturale ed offre l'occasione di costituire un'istanza globale ed interattiva della conoscenza umana e dell'eredità culturale e di garantirne un accesso universale. Secondo quest'ottica, qualunque ricercatore o persona interessata deve aver accesso gratuito a qualsiasi pubblicazione scientifica. I contributi ad accesso aperto includono le pubblicazioni di risultati originali della ricerca scientifica, i dati grezzi e i meta-dati, le fonti, le rappresentazioni digitali grafiche e di immagini e i materiali multimediali scientifici.

La creazione di archivi aperti in tutto il mondo ha posto anche la questione dell'accesso ai dati: si è allora lavorato per creare uno standard in modo che tutti gli archivi fossero tra loro compatibili e consultabili tramite un unico motore di ricerca. E' nata, così, l'"Open Access Iniziative", un'iniziativa di numerosi ricercatori di tutto il mondo che vogliono promuovere l'accesso aperto alla letteratura accademica, reso oggi possibile da Internet. La ragione principale di questo impegno si può ritrovare nella presa di coscienza che la missione dei ricercatori di distribuire la conoscenza non è completa se l'informazione non è resa largamente e prontamente disponibile all'intera società e quest'opera di disseminazione deve avvenire sia attraverso le modalità tradizionali sia, e soprattutto, attraverso il paradigma dell'accesso aperto via Internet. Vi è in questi ricercatori la volontà di aumentare la diffusione, la visibilità e l'impatto della letteratura scientifica attraverso la pubblicazione in archivi aperti on line, e di contrastare la crescita dei prezzi dei periodici accademici con modelli alternativi di comunicazione scientifica. L'"Open Access Iniziative" si basa sulle dichiarazioni della BOAI (Budapest Open Access Iniziative) che sono state pubblicate il 14 febbraio 2002 come risultato di un meeting organizzato a Budapest dall'OSI (Open Society Institute) nel dicembre 2001. Questa dichiarazione, inizialmente firmata dai partecipanti al meeting di Budapest, è stata poi ripresa da un sempre crescente numero di ricercatori e di organizzazioni mondiali, quali università, laboratori di ricerca, fondazioni, giornali e società educative fino ad andare a formare i punti salienti della successiva Dichiarazione di Berlino in cui si può leggere: «Definiamo l'accesso aperto come una fonte estesa del sapere umano e del patrimonio culturale che siano stati validati dalla comunità scientifica. Per mettere in pratica la visione di un'istanza globale ed accessibile del sapere, il Web del futuro dovrà essere sostenibile, interattivo e trasparente. I contenuti ed i mezzi di fruizione dovranno essere compatibili e ad accesso aperto.» Le organizzazioni che hanno fatto proprie le dichiarazioni di Budapest e Berlino, per promuovere il nuovo paradigma dell'accesso aperto, vogliono incoraggiare i ricercatori e beneficiari di finanziamenti per la ricerca a pubblicare i risultati del loro lavoro secondo i principi dell'accesso aperto e i detentori del patrimonio culturale a supportare l'accesso aperto mettendo a disposizione le proprie risorse su Internet. Dal punto di vista legale, l'"Open Access Iniziative" stabilisce che ciascun contributo ad accesso aperto debba soddisfare due requisiti: 1. l'autore garantisce a tutti gli utilizzatori il diritto d'accesso gratuito, irrevocabile ed universale e l'autorizzazione a riprodurlo, utilizzarlo, distribuirlo, trasmetterlo e mostrarlo pubblicamente e a produrre e distribuire lavori da esso derivati in ogni formato digitale per ogni scopo responsabile; 2. una versione completa del contributo e di tutti i materiali che lo corredano è depositata (e dunque pubblicata) in almeno un archivio in linea che impieghi standard tecnici adeguati (come le definizioni degli Open Archives) e che sia supportato e mantenuto da un'istituzione accademica, una società scientifica, un'agenzia governativa o ogni altra organizzazione riconosciuta che persegua gli obiettivi dell'accesso aperto, della distribuzione illimitata, dell'interoperabilità e dell'archiviazione a lungo termine. Anche in Italia si è affrontato il problema della comunicazione scientifica e nel novembre 2004 è stato promosso, dalla Commissione CRUI per le Biblioteche di Ateneo in collaborazione con l'Università degli Studi di Messina, il Congresso "Gli Atenei italiani per l'Open Access: verso l'accesso aperto alla letteratura di ricerca" : è stato un importante passo istituzionale in Italia per la promozione dell'accesso aperto a livello accademico. Nel Congresso si sono affrontati sia problemi tecnici che economici e legali, con l'intento di creare un incontro, una "comunità", di tutti coloro che in Italia si occupano di iniziative Open Access, siano esse archivi o riviste, quali bibliotecari, tecnici informatici o ricercatori; da questo lavoro è nato un documento di supporto alla Dichiarazione di Berlino ("Accesso aperto alla letteratura scientifica"). Come testimonia il congresso sopra citato, messe di fronte alle problematiche legate alla ricerca, da alcuni anni le Commissioni dei Rettori delle Università Italiane e delle Biblioteche di Ateneo promuovono pertanto la diffusione delle pubblicazioni Open Access nel sistema universitario italiano al fine di diffondere i benefici che derivano dal ricorso a forme di editoria elettronica ad accesso aperto, promuovere Internet quale strumento funzionale alla conoscenza scientifica generale di base e alla speculazione umana e per indicare le misure che le figure dominanti nelle politiche di ricerca, le istituzioni scientifiche, i finanziatori, le biblioteche, gli archivi ed i musei devono tenere in considerazione. L’Open Access è quindi una strategia, un insieme di iniziative internazionali con al centro gli scienziati e i bibliotecari delle università di tutto il mondo, coalizzati assieme con lo scopo primario di combattere il paradosso della proprietà intellettuale nel circuito della comunicazione scientifica che ostacola i processi di crescita e sviluppo della scienza, tentando al contempo di arginare l’emorragia della spesa per la letteratura scientifica. Entro tale panorama il passaggio all’accesso aperto modifica la disseminazione della conoscenza nei suoi aspetti legali e finanziari e quindi gli Atenei dovranno impegnarsi a trovare soluzioni che sostengano i futuri sviluppi degli attuali inquadramenti legali (copyright in prima linea) e finanziari al fine di facilitare l’accesso e l’uso ottimale delle risorse e dei contenuti intellettuali prodotti dagli Atenei.

Le riviste ad accesso aperto effettuano il referaggio e rendono i loro articoli liberamente disponibili al mondo. I loro costi, che consistono nella gestione dei processi editoriali, dal referaggio alla manipolazione dei manoscritti, allo spazio sul server, vengono coperti in un modo molto simile alle radio e alle televisioni: coloro che hanno interesse alla disseminazione dei contenuti pagano anticipatamente i costi di produzione in modo che l'accesso alla lettura sia libero. Talune riviste ricevono contributi da università o società professionali, altre chiedono all'autore o all'istituzione che lo finanzia di contribuire alla pubblicazione versando una quota per ogni articolo accettato, esentandone solitamente gli autori con difficoltà economiche. Le quote possono essere più basse se integrate da introiti pubblicitari o servizi a pagamento. Alcune istituzioni o consorzi si accordano con gli editori per avere sconti sui contributi o versare un unico contributo annuale forfetario. Molte altre opportunità di finanziamento possono essere creativamente individuate per sostenere le riviste referate ad accesso aperto e quelle descritte sono lontane dall'essere esaustive.