Open Alliances

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DESCRIZIONE: Una conferenza sulla collaborazione: "Open Alliances"

BIBLIOGRAFIA: http://www.deaf04.nl/ http://www.hku.nl/ http://www.chem.leidenuniv.nl/ http://www.anmi.nl/ http://lab.v2.nl/home/ http://www.tudelft.nl/

AUTORE: Patrizia Diliberto

ANNO: 2006

L'argomento della collaborazione è stato affrontato nella conferenza "Open Alliances" del 10 novembre 2004, organizzata a Rotterdam nell'ambito della settima edizione del Festival tedesco dell'Arte Elettronica (DEAF04) dall'Istituto per i Media Elettronici nei Paesi Bassi. Partendo dal fatto che diverse istituzioni educative stanno stringendo alleanze con compagnie ed istituti di settori differenti, questa conferenza si è focalizzata su come istituti intermediari di conoscenza possano contribuire ad un trasferimento aperto di conoscenza, discutendo su modelli di cooperazione e di scambio. Parlare di collaborazione è facile, non lo è altrettanto metterla in pratica perché essa è comunque un affare complicato: gli interessi sono diversi, le prospettive si scontrano, i sistemi collidono. Comunque anche il Concilio Consultivo per le Scienze e le Politiche Tecnologiche dei Paesi Bassi vuole sostenere il trasferimento di conoscenza nel network, affermando, come si legge nel sito, che "un'economia della conoscenza può solo svilupparsi in modo proprio, se è inserita in una società della conoscenza culturalmente sofisticata, creativa, tollerante ed aperta. […] Il clima culturale può guadagnare in significatività." Ma quali possono essere i modelli di collaborazione che potrebbero incoraggiare il trasferimento di conoscenza tra istituzioni diverse? Per cercare di rispondere a questa domanda, nella conferenza sono stati analizzati alcuni modelli messi in pratica da varie istituzioni nell'ambito di progetti specifici: il seminario "Open Alliances" è diventato così un punto di partenza per la definizione di forme specifiche di trasferimento di conoscenza attraverso l'educazione e l'industria. La collaborazione ed il trasferimento di conoscenza sono state le parole chiave in un interessante miscuglio di modelli educativi: accademie, università, istituti di Ricerca & Sviluppo hanno presentato specifiche metodologie e si sono occupati di una possibile cooperazione. Le prime a cercare un modello possibile sono state le università. La facoltà di Ingegneria Elettronica, Scienze Matematiche e Informatiche dell'Università tecnologica di Delft ha avviato un corso di specializzazione nei processi d'informazione attraverso i multimedia, cercando di lanciare la ricerca sull'interazione dei sistemi intelligenti uomo-computer. Diversi ricercatori hanno perciò iniziato una collaborazione: in realtà si sono delegati diversi aspetti a vari ricercatori o si è aumentato il numero di componenti, senza però giungere ad una genuina condivisione di conoscenza; per ovviare ai problemi sorti nella collaborazione a lungo termine, sono stati diversificati i moduli d'insegnamento e si è progettato un "atelier" in cui davvero si potesse condividere la conoscenza. La facoltà di Arte, Media e Tecnologia della Scuola delle Arti di Utrecht ha invece avviato una collaborazione tra studenti ed insegnanti incentrata sul confronto: è emerso come sia importante avere a disposizione degli spazi di laboratorio dedicati con accesso ventiquattro ore su ventiquattro a tutte le tecnologie necessarie. Se però, come in queste esperienze, viene enfatizzato più il processo che il contenuto, si forma un moderato caos che diventa ingestibile senza specifiche tipologie di assistenza organizzata. Il Leiden Institute of Advanced Computer Science offre un master in collaborazione con la facoltà di Arti Creative e Performatiche in cui si cerca di portare una prospettiva artistica, una sorta di "pensiero selvaggio" nel contesto scientifico. Ispirato al modo in cui arte e scienza si incontrano al MIT di Boston, questo master cerca di insegnare ad usare la scienza e la tecnologia non soltanto per creare cose estetiche, ma per pensare in modo "selvaggio", "disordinato" nello specifico contesto scientifico. All'Istituto dei Nuovi Media di Amsterdam si è invece cercato di incentivare la collaborazione tra design, informatica, tecnologia ed affari, invitando diversi gruppi artistici, compagnie, rappresentanti del governo e di istituzioni della conoscenza a laboratori estivi con lo scopo di creare la capacità di comunicazione universale nell'ambito della tecnologia dei media. All'interno del V2_Lab , dipartimento di Arte e Sviluppo di V2_, Istituto per i Media Instabili di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dalla sua creazione nel 1998, Ann Nigten, consigliere di numerose iniziative nel campo delle arti e delle scienze dei media, come quella dell'Unesco "digi-art", ha lavorato sul concetto di ricerca artistica e sviluppo, incoraggiando qualità articolate quali l'attenzione a combinare diversi campi di Ricerca & Sviluppo in modi inaspettati e la combinazione di applicazioni tecnologiche e non (conosciuti come approccio bricolage). L'obiettivo di tutti questi progetti è che possano trarre beneficio l'uno dall'altro piuttosto che cercare di imitarsi a vicenda. In conclusione, al Seminario "Open Alliances" è stata presentata una mostra varia di potenziale trasferimento di conoscenza e di collaborazione. Un punto importante messo in evidenza continuamente è stato che un qualunque tipo di collaborazione dovrebbe essere la forma specifica da cui partire. Il semplice idealismo e l'orientamento verso altre discipline non è sufficiente: sebbene forse siano un primo passo, i progetti spesso risultano vaghi e confermano solamente una visione ignorante delle altre discipline. Siccome qualsiasi collaborazione è difficile e rigida, "abbiamo bisogno di trovare modi per fare meglio", come il professore di New Media, Rob van Kranenburg ha affermato con forza. Le esperienze collaborative mostrano che i progetti interdisciplinari sono fatti più dagli individui, senza molto sostegno da parte delle istituzioni all'interno delle quali si attuano le collaborazioni. Con un supporto educativo maggiore, l'educazione collaborativa potrebbe relazionarsi concretamente con le istituzioni di R&S e con l'industria. Occorre ancora capire come le differenti collaborazioni dipendenti dalle situazioni dovrebbero definirsi attraverso il contesto. Sebbene al seminario "Open Alliances" sia risultato chiaro che la collaborazione e il trasferimento di conoscenza tra sistemi educativi, istituzioni di R&S ed industria debbano percorrere un lungo cammino, si è anche avvertito un maggior spirito costruttivo rispetto ad eventi simili precedenti. Se ciò fosse vero, potrebbe derivare dal fatto che i modelli interdisciplinari precedenti realmente si stanno traducendo in pratica, sia per gli studenti, che per gli insegnanti, così per le istituzioni come per l'industria. Allora le specifiche di collaborazione e trasferimento di conoscenza stanno definitivamente prendendo campo, inventando il luogo dell'educazione interdisciplinare.