Own, be owned, remain invisible: differenze tra le versioni

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Healt Bounting
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In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.
 
In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.
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Revisione 16:02, 3 Feb 2010

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Own, be owned, remain invisible

Titolo:

Own, be owned, remain invisible

Anno:

1997

Luogo:

Autore:

Healt Bounting

Descrizione:

In questo sito l’artista inglese ha scritto un testo, tra l’autobiografico e il manifesto artistico, nel quale quasi tutte le parole sono linkate ai relativi domini .com. Si tratta sostanzialmente di una riflessione sulla mercificazione di internet e sulla proliferazione dei siti web. I due livelli di denuncia erano sia letterari che ipertestuali. Letterari perché il discorso di Bounting spiega come ormai tutte le parole hanno un relativo sito commerciale, e ipertestuale perché ogni parola è effettivamente linkata a quel sito, come prova tangibile delle sue affermazioni.